Mendicanti di Spagna - Кресс Нэнси (Ненси) 14 стр.


La cosa più strana di tutte era il Gruppo dei gemelli di Alice. Leisha era apparsa dapprima scioccata, quindi triste e poi infuriata quando aveva sentito parlare del Gruppo dei gemelli. Alice vi operava in qualità di volontaria tre volte alla settimana. Il Gruppo raccoglieva documentazioni su gemelli che potevano comunicare a vicenda attraverso grandi distanze, che sapevano quello che l’altro stava pensando, che provavano dolore quando l’altro era nei guai. Studiavano anche coppie di gemelli ancora all’asilo per vedere come imparassero a differenziare se stessi in qualità di esseri separati. Questo guazzabuglio di ESP, parapsicologia e metodo scientifico aveva sconcertato Jordan, allora diciassettenne. — La zia Leisha dice che le statistiche riguardanti le coincidenze possono fornire spiegazioni per la maggior parte dei tuoi casi di ESP. Io pensavo che tu e lei non foste nemmeno gemelle monozigote!

— Non lo siamo — aveva risposto Alice.

Negli ultimi due anni Jordan aveva visto sua zia molto spesso, senza dirlo a sua madre. Leisha era un’Insonne, il nemico economico. Era anche gentile, generosa e idealista. La cosa lo turbava.

C’erano così tante cose che lo turbavano.

Per completare la visita all’impianto occorse circa un’ora. Jordan cercò di vedere lo stabilimento con gli occhi di Leisha: persone al posto di robot a basso costo, discussioni gridate sulle catene di montaggio, musica rock che rimbombava. Parti scartate al controllo qualità, parzialmente reimballate in cartoni sporchi. Il panino sbocconcellato da qualcuno calciato in un angolo.

Quando alla fine Jordan condusse Leisha nell’ufficio di Hawke, Hawke si alzò da dietro la scrivania massiccia di pino grezzo della Georgia. — Signorina Camden, è un onore.

— Signor Hawke.

Leisha porse la mano. Hawke la strinse, e Jordan notò che lei indietreggiò leggermente. La gente che incontrava Calvin Hawke per la prima volta generalmente indietreggiava: non prima di quel momento, Jordan si rese conto di quanto intensamente si fosse chiesto se anche Leisha l’avrebbe fatto. Non si trattava dell’immensa stazza di Hawke, quanto piuttosto della sua sconcertante spigolosità fisica: naso adunco, zigomi simili a scalpelli, trafiggenti occhi neri; sfoggiava perfino la collana di aguzzi denti di lupo che era appartenuta al suo bis-bis-bisnonno, una montagna d’uomo che aveva sposato tre donne indiane e ucciso trecento guerrieri pellirosse. Quanto meno, era ciò che Hawke diceva. Potevano dei denti di lupo vecchi quasi duecento anni essere ancora così aguzzi?

Quelli di Hawke sì.

Leisha sorrise rivolta verso Hawke, quasi trenta centimetri più alto di lei nonostante la notevole altezza della donna, e disse: — Grazie per avermi concesso di venire. — Quando Hawke non rispose, lei aggiunse in modo diretto: — Perché lo ha fatto?

Hawke fece finta che gli avesse posto una domanda differente. — Lei è al sicuro qui. Anche senza i suoi scagnozzi. Non esiste odio infondato nei miei impianti.

Jordan pensò a Mayleen, ma non disse nulla. Non si contraddiceva Hawke in pubblico.

Leisha ribatté freddamente: — Un interessante uso di "infondato", signor Hawke. Nel linguaggio giuridico definiamo un simile uso insinuante. Adesso che sono qui, però, mi piacerebbe porgerle qualche domanda, se posso.

— Ovviamente — rispose Hawke. Incrociò le enormi braccia sul petto e si appoggiò indietro contro la scrivania, apparentemente tutto cordialità e disponibilità. Sulla scrivania erano appoggiati un videotelefono, un boccale da caffè con il motto di Harvard e una bambolina cerimoniale Cherokee. Nulla di tutto ciò era stato li quella mattina. Jordan comprese che Hawke aveva allestito il palcoscenico. Al giovanotto cominciò a formicolare il collo.

Leisha cominciò: — I suoi scooter sono ridotti all’osso: dotati dei coni-Y più semplici possibili e con meno optional di qualsiasi altro modello sul mercato.

— È vero — rispose Hawke garbatamente.

— La loro affidabilità è inferiore a quella di qualsiasi altro modello: necessitano di un maggior numero di parti di ricambio e prima. In effetti nulla, a parte lo scudo deflettore a cono-Y, è corredato di alcun tipo di garanzia e, ovviamente, i deflettori sono brevettati e non sono ceduti in subappalto.

— Si è ben documentata — commentò Hawke.

— Gli scooter possono raggiungere un massimo di soli quaranta chilometri orari.

— Vero.

— Costano il dieci per cento in più rispetto a uno Schwinn, un Ford o un Sony dello stesso livello.

— Vero anche questo.

— Tuttavia, lei ha catturato il trentadue per cento del mercato interno, ha aperto tre nuovi stabilimenti nell’anno precedente e ha dichiarato un ritorno societario in attivo del ventotto per cento, anche se la media industriale è a mala pena dell’undici per cento.

Hawke sorrise.

Leisha avanzò di un passo verso di lui. Disse quindi con grande decisione: — Non vada avanti così, signor Hawke. È un terribile errore. Non per noi, per voi.

Hawke rispose giovialmente: — Sta minacciando il mio stabilimento, signorina Camden?

Jordan sentì serrarsi lo stomaco. Hawke stava equivocando intenzionalmente quello che Leisha aveva detto, trasformando le parole da una preghiera in una minaccia, in modo da poter sostenere una lite invece che una discussione. Ecco perché le aveva concesso di visitare uno stabilimento Noi-Dormiamo: voleva godere del futile brivido di un confronto faccia a faccia. Il capo mal in arnese di un movimento politico nazionale sul tappeto con la famosissima avvocato Insonne, Jordan si sentì pervadere dal disappunto: Hawke era migliore di così.

Lui aveva bisogno che Hawke fosse migliore di così.

Leisha continuò: — Ovviamente non la sto minacciando, signor Hawke, e lei lo sa. Sto solamente cercando di sottolineare che il suo movimento Noi-Dormiamo è pericoloso per il paese e per voi stessi. Non sia così ipocrita da far finta di non capire.

Hawke continuò a sorridere gaiamente, ma Jordan notò un muscoletto sul suo collo, appena al di sopra di un ingiallito dente di lupo, che cominciava a pulsare ritmicamente.

— Sarebbe ben difficile non capire, signorina Camden. Ha martellato su questo punto ormai da anni sulla stampa.

— E continuerò a martellare. Tutto ciò che spinge Dormienti e Insonni ad allontanarsi è fondamentalmente inutile per entrambi. Ci sono persone che acquistano i suoi scooter non perché siano buoni, non perché siano economici, non perché siano belli ma soltanto perché sono fatti da Dormienti, con profitti che vanno solamente ai Dormienti. Lei, e tutti i suoi seguaci nelle altre industrie, sta spaccando il paese in due a livello economico, signor Hawke, creando una doppia economia basata sull’odio. Questo è pericoloso per tutti!

— Ma specialmente per gli interessi economici degli Insonni? — chiese Hawke, apparentemente tutto interesse disinteressato. Jordan si accorse che l’uomo pensava di avere acquistato terreno per l’improvvisa risposta emotiva di Leisha.

— No — rispose Leisha stancamente. — Forza, signor Hawke, sa che non è così. Gli interessi economici degli Insonni si basano sull’economia globale, specialmente sulla finanza e le tecnologie sofisticate. Lei potrebbe fabbricare qualsiasi veicolo, edificio e aggeggio in America e non fare loro alcun danno.

"Loro", pensò Jordan. "Non noi". Cercò di capire se Hawke l’avesse notato.

Hawke chiese in modo suadente: — E allora perché si trova qui, signorina Camden?

— Per lo stesso motivo per cui mi reco al Rifugio. Per inveire contro la stupidità.

Il muscoletto nel collo di Hawke prese a pulsare più velocemente: Jordan si accorse che l’uomo non si era aspettato che Leisha lo paragonasse al Rifugio, al nemico. Hawke allungò una mano sulla scrivania e premette un campanello. Le guardie del corpo di Leisha si tesero. Hawke lanciò loro un’occhiata di disgusto: traditori della loro stessa parte biologica. La porta dell’ufficio si aprì ed entrò una giovane donna negra, mostrando un’espressione sconcertata.

— Hawke? Coltrane dice che volete vedere tutti me?

— Sì, Tina. Grazie. Questa signora è interessata al nostro stabilimento. Ti dispiacerebbe parlarle un po’ del tuo lavoro qui dentro?

Tina si voltò obbediente verso Leisha, senza riconoscerla. — Io lavoro nella Sezione Nove — disse. — Prima che adesso non c’avevo niente. La mia famiglia non c’aveva niente. Andavamo all’assistenza, ci pigliavamo la roba da mangiare, andavamo a casa e mangiavamo. Aspettevamo di morire. — Proseguì, raccontando una storia ormai nota a Jordan, diversa soltanto nell’approccio melodrammatico di Tina nel narrarla. Il che era indubbiamente il motivo per cui Hawke l’aveva fatta aspettare. Nutrita, alloggiata, vestita poveramente dai sussidi dell’assistenza sociale. E completamente inabile a competere al di là di quel livello economico, finché Calvin Hawke e il movimento Noi-Dormiamo non le avevano fornito un lavoro che le offriva un salario. Il mercato per quel lavoro era stato strappato con difficoltà al mercato nazionale, sulla base di termini che non avevano nulla a che fare con l’economia. — Io compero solamente prodotti Noi-Dormiamo, devo vendere solo i miei prodotti Noi-Dormiamo — intonò con fervore Tina. — È l’unico modo per acchiappare un pezzo della torta!

Hawke disse: — E se qualcuno nella tua comunità compera un prodotto differente perché costa meno o perché è migliore…

— Quel qualcuno non ci resta molto a lungo nella mia comunità — ribatté Tina con espressione tetra. — Ci occupiamo noi delle nostre cose.

— Grazie, Tina — disse Hawke. Tina sembrò sapere che si trattava di un congedo; lasciò la stanza, ma non prima di avere lanciato a Hawke lo stesso sguardo di tutti gli altri. Jordan sperò che Leisha riconoscesse l’espressione dei clienti che aveva salvato da un altro genere di prigione. Lo stomaco del ragazzo si rilassò leggermente.

Leisha disse a Hawke con una smorfia: — Niente male come performance.

— Più di una semplice performance. La dignità dello sforzo individuale: un vecchio dogma yagaista, no? O non può concedere a se stessa di riconoscere dati di fatto di tipo economico?

— Riconosco tutte le limitazioni di un’economia di libero mercato, signor Hawke. Richiesta e offerta pongono i lavoratori esattamente sullo stesso piano di aggeggi, e le persone non sono aggeggi. Ma non si può creare benessere economico creando corporazioni di clienti nello stesso modo in cui si possono corporativizzare i lavoratori.

— È esattamente il modo in cui io sto creando benessere economico, signorina Camden.

— Solo temporaneamente — ribatté Leisha. Si sporse repentinamente in avanti. — Si aspetta forse che i suoi clienti restino lontani per sempre da prodotti migliori a causa dell’odio di classe? L’odio di classe diminuisce quando la prosperità consente alle persone di salire di ceto.

— La mia gente non salirà mai a un ceto pari a quello degli Insonni. E lei lo sa. Voi siete all’apice darwiniano. Così noi capitalizziamo su quello che abbiamo: il maggior numero.

— Ma non deve necessariamente esserci una lotta darwiniana!

Hawke si alzò in piedi. In quel momento il muscoletto sul suo collo era immobile: Jordan capì che Hawke sentiva di avere vinto. — Ah, no, signorina Camden? Chi ha reso così le cose? Gli Insonni controllano il ventotto per cento dell’economia, ormai, indipendentemente dal fatto che rappresentiate una minuscola minoranza. La percentuale è in aumento. Lei stessa è proprietaria di azioni, tramite la Holding Aurora, dello stabilimento Samsung-Chrysler che si trova dall’altra parte del fiume.

Jordan sobbalzò. Non lo sapeva. Per un istante venne pervaso da un sospetto, corrosivo e acido. Sua zia gli aveva chiesto di venire lì, aveva chiesto di parlare con Hawke… Guardò nuovamente Leisha. Lei stava sorridendo. No, non era quella la sua motivazione. Che cosa aveva lui che non andava? Avrebbe passato l’intera vita a essere incerto su tutto?

Leisha ribatté: — Non c’è nulla di illegale nel possedere azioni, signor Hawke. Io lo faccio per il più ovvio dei motivi: per ricavare profitto. Un profitto dai beni migliori possibili e da servizi che possono essere forniti in una competizione onesta, offerti a chiunque sia intenzionato ad acquistarli.

— Fuori — disse a denti stretti il capo delle guardie del corpo, o comunque fosse chiamato. La troupe uscì cortesemente. Nessuno, oltre Jordan, aveva scorto la telecamera di Hawke.

Perché? Che cosa ci faceva Hawke con un filmato clandestino che poteva sostenere essere stato girato da una troupe legittima? Jordan avrebbe forse dovuto dire a sua zia che Hawke era in possesso di un simile filmato? Poteva danneggiarla?

Hawke stava osservando Jordan: annuì solo una volta, con una tale dolcezza negli occhi, una tale tenera comprensione del suo dilemma che il ragazzo ne fu istantaneamente rassicurato. Hawke non aveva alcuna intenzione di danneggiare personalmente Leisha. Non agiva in quel modo. Le sue mete erano più ampie, importanti, giuste, ma tenevano conto degli individui come nessun Insonne, eccetto Leisha, sembrasse mai fare. Indipendentemente da quello che i libri di storia sostenevano che fosse necessario, Hawke non distruggeva uova individuali per creare la sua rivoluzione.

Jordan si rilassò.

Hawke disse: — Mi dispiace, signorina Camden.

Leisha lo fissò con espressione desolata. — Non c’è problema, signor Hawke. — Un momento dopo aggiunse, deliberatamente: — C’è?

— No. Mi permetta di consegnarle un ricordo della sua visita.

— Un…

— Un ricordo. — Da un ripostiglio, le guardie del corpo si irrigidirono nuovamente Hawke tirò fuori uno scooter Noi-Dormiamo. — Ovviamente, è probabile che non vada altrettanto velocemente, o lontano, o che sia affidabile come quello che lei ha già. Sempre che lei si degni di utilizzare uno scooter al posto di un’automobile o aeromobile, come oltre il cinquanta per cento della popolazione è costretta a fare.

Jordan si accorse che Leisha alla fine aveva perso la pazienza. Lasciò uscire il fiato fra i denti serrati, espirando: sibilò in uno spasimo. — No, grazie, signor Hawke. Io guido un Kessler-Eagle. Uno scooter di alta qualità prodotto, credo, in uno stabilimento di proprietà di Dormienti Indiani del New Mexico. Stanno sforzandosi strenuamente di promuovere sul mercato un prodotto superiore a un prezzo onesto, ma ovviamente rappresentano una minoranza priva di un mercato protetto preconfezionato. Credo che siano Hopi.

Jordan non osò guardare il volto di Hawke.

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