Mendicanti di Spagna - Кресс Нэнси (Ненси) 16 стр.


Leisha riprese: — Penso che tu sappia perché mi trovo qui.

— Be’, no, non lo so — rispose Jennifer, anche se, ovviamente, lo sapeva. Il Rifugio monitorava i movimenti di tutti gli Insonni che rimanevano all’esterno, ma di nessuno più di Leisha Camden e Kevin Baker.

Leisha produsse un rumore secco, impaziente. — Non essere evasiva con me, Jennifer. Anche se non possiamo essere d’accordo su altro, vediamo di intenderci sull’essere oneste.

Non cambiava mai, pensò Jennifer. Tutta quella intelligenza, tutta quell’esperienza e tuttavia non cambiava. Un trionfo di infantile idealismo sia sull’intelligenza sia sull’esperienza.

I ciechi volontari non meritavano di vedere.

— D’accordo, Leisha. Saremo oneste. Sei qui per scoprire se l’attacco di ieri all’industria tessile Noi-Dormiamo di Atlanta ha avuto origine nel Rifugio.

Leisha la fissò prima di esplodere: — Santo Dio, Jennifer, certo che no! Non pensi che io sappia che tu non combatti in quel modo? Specialmente contro una struttura a bassa tecnologia che produce meno di mezzo milione di dollari l’anno!

Jennifer soffocò un sorriso: l’accoppiare obiezioni morali ed economiche era tipico di Leisha e, ovviamente, il Rifugio non aveva diretto l’attacco. Le persone del Noi-Dormiamo erano del tutto insignificanti. Disse: — Sono sollevata nel sentire che la tua opinione su di noi è migliorata.

Leisha agitò un braccio. Inavvertitamente, la sua mano sfiorò l’ologramma di Tony: l’immagine voltò la testa nella sua direzione. — La mia opinione è irrilevante, come hai chiarito anche troppo spesso. Sono qui perché Kevin mi ha dato questo. — Estrasse una copia cartacea dalla tasca e la porse a Jennifer che comprese, sobbalzando odiosamente, di cosa si trattasse.

Rese il volto impassibile, rendendosi conto troppo tardi che quella impassibilità avrebbe comunicato a Leisha quello che le avrebbe detto un’emozione. Come avevano fatto Leisha e Kevin a mettere le mani su quella copia? La sua mente esaminò tutte le possibilità, ma lei non era un’esperta di reti di dati. Avrebbe dovuto togliere immediatamente Will Rinaldi e Cassie Blumenthal dai loro progetti per fare ricontrollare loro l’intera rete alla ricerca di buchi, bolle o falle.

— Non preoccuparti — la rassicurò Leisha. — I maghi informatici di Kevin non l’hanno tirata fuori dalla rete del Rifugio. È stata inviata per posta, direttamente a me, da uno dei tuoi.

Quello era anche peggio. Qualcuno all’interno del Rifugio, qualcuno che segretamente spalleggiava gli amanti dei Dormienti, qualcuno che era privo dell’abilità di riconoscere una guerra di sopravvivenza. A meno che, ovviamente, Leisha non stesse mentendo. Jennifer però non aveva mai beccato Leisha a dire una bugia. Faceva parte della patetica e pericolosa ingenuità di Leisha preferire la verità non aggiustata.

Leisha accartocciò il foglio nella mano e lo scagliò attraverso il salotto. — Come hai potuto dividerci ulteriormente in questo modo, Jennifer? Organizzare un Consiglio di Insonni separato, in segreto, con l’affiliazione limitata solamente a coloro che pronunciano questo cosiddetto giuramento di solidarietà: "Prometto di considerare gli interessi del Rifugio al di sopra di ogni altra forma di lealtà personale, politica ed economica, e di impegnarmi solennemente per la sua sopravvivenza come per la mia stessa, per la mia vita, per la mia fortuna e per il mio sacro onore". Santo Dio, che combinazione blasfema di fanatismo religioso e della Dichiarazione di Indipendenza! Ma tu hai sempre avuto l’orecchio musicale!

Jennifer la fissò impassibile. — Ti comporti da stupida. — Era l’offesa che tutt’e due consideravano peggiore. — Solamente tu, Kevin e la vostra manciata di sciocche colombe non capite che questa è una guerra per la sopravvivenza. La guerra pretende limiti tracciati chiaramente, specialmente per quanto riguarda le informazioni di tipo strategico. Non possiamo permetterci di conferire privilegio di voto alla quinta colonna.

Gli occhi di Leisha si ridussero a due fessure. — Questa

La donna rispose seccamente: — Non chiamarmi in quel modo! — Si trattenne all’ultimo istante dal guardare il ritratto di Tony.

Leisha non si scusò.

Con maggior calma, Jennifer aggiunse: — L’integrazione non giunge soltanto attraverso il potere economico. Viene conquistata con il potere politico, che noi non abbiamo, e che in una democrazia non avremo mai. Non siamo abbastanza per formare un blocco di votanti significativo. Tu un tempo lo sapevi.

— Hai già messo in piedi la più forte lobby segreta di Washington. Tu compri i voti di cui hai bisogno. Il potere politico deriva dal denaro, è sempre stato così; il concetto di società stesso ruota attorno al denaro. Tutti i valori che vogliamo cambiare o sostenere, li dobbiamo cambiare o sostenere all’interno di una struttura di denaro. E lo stiamo facendo. Ma come possiamo sostenere una singola ecologia commerciale per Insonni e Dormienti se tu ci dividi in fazioni in lotta?

— Non saremmo divisi se tu e i tuoi sapeste riconoscere una guerra quando ve la trovate davanti.

— Io riconosco l’odio quando me lo vedo davanti. E ce n’è nel tuo stupido giuramento.

Erano giunte a un punto di stallo, il solito vecchio stallo. Jennifer attraversò la stanza per dirigersi verso il bar. I capelli neri le fluttuavano alle spalle. — Gradisci qualcosa da bere, Leisha?

— Jennifer… — iniziò Leisha e poi si fermò. Dopo un momento, con un visibile sforzo, proseguì. — Se il tuo Consiglio del Rifugio diviene una realtà, ci chiuderai fuori. Io, Kevin, Jean Claude, Stella e gli altri. Non avremo possibilità di votare sulle dichiarazioni da dare alla stampa, non saremo inclusi in decisioni gestionali, non saremo nemmeno in grado di aiutare i nuovi bambini Insonni, perché a nessuno di coloro che pronunceranno il giuramento verrà concesso di utilizzare la rete del Gruppo ma soltanto la rete del Rifugio. Che avverrà dopo? Una forma di boicottaggio nel concludere affari con uno qualsiasi di noi?

Jennifer non rispose, e Leisha continuò lentamente: — Oh, mio Dio. Sì. Stai pensando a un boicottaggio di tipo economico.

— Non sarebbe una decisione mia. Occorrerebbe l’intero Consiglio del Rifugio. Dubito che voterebbero a favore di un simile boicottaggio.

— Ma tu lo faresti.

— Non sono mai stata una yagaista, Leisha. Non credo nella supremazia dell’eccellenza individuale al di sopra del benessere della comunità. Sono tutti e due importanti.

— Non si tratta di yagaismo, e tu lo sai. Si tratta di controllo, Jennifer. Tu odi tutto quello che non puoi controllare, proprio come fanno i peggiori dei Dormienti. Ma tu vai oltre rispetto a loro. Tu rendi il controllo qualcosa di sacro perché anche tu hai bisogno di

I bambini guardarono nel salotto. — Zia Leisha! C’è qui la Zia Leisha! — I loro capelli lasciarono le dita di Jennifer. — Zia Leisha, vieni a vedere che cosa abbiamo costruito col CAD!

— Certamente — udì dire Jennifer dalla voce di Leisha. — Mi fa piacere. Ma lasciatemi chiedere solamente un’altra cosa a vostra madre.

Jennifer non si era voltata. Se il traditore all’Interno aveva spedito a Leisha la notizia del giuramento di solidarietà, che cos’altro le era stato inviato?

Tutto quello che Leisha disse, tuttavia, fu: — Richard ha ricevuto la citazione per "Simpson contro Offshore Fishing"?

— Sì. L’ha ricevuta. Sta preparando la sua perizia proprio in questo momento, in effetti.

— Bene — commentò Leisha in modo inespressivo.

Ricky guardò Leisha e poi sua madre. La voce del piccolo aveva perso un briciolo della sua esuberanza. — Mamma, non dovrei andare a chiamare Papà? La Zia Leisha vorrà vedere il Papà, no?

Jennifer sorrise al figlio. Riusciva a percepire l’eccessività del proprio sorriso, carico di sollievo. Diritti di pesca d’alto mare: poteva quasi provare compassione per Leisha. I suoi giorni erano dedicati a simili banalità. — Certo, ovviamente, Ricky — disse, rivolgendo l’esagerato sorriso a Leisha. — Vai a chiamare tuo padre. La Zia Leisha avrà certo voglia di vederlo. Certo che ne avrà voglia.

9

— Leisha — disse la centralinista del suo studio legale — questo signore sta aspettando di vederti da tre ore. Non ha un appuntamento. Gli ho detto che saresti anche potuta non rientrare per oggi, ma è rimasto comunque.

L’uomo si alzò, barcollando leggermente per il tipico irrigidimento di qualcuno che ha trattenuto i muscoli troppo a lungo in una posizione tesa. Era basso e magro, un po’ inconsistente, vestito con uno sgualcito abito marrone che non era né dozzinale né costoso. Teneva in mano un tabloid ripiegato acquistato in un chiosco. "Dormiente", pensò Leisha. Se ne accorgeva sempre subito.

— Leisha Camden?

— Mi dispiace ma non posso accettare nuovi clienti. Se ha bisogno di un avvocato dovrà chiedere da qualche altra parte.

— Penso che lei assumerà questo caso — disse l’uomo, sorprendendola. La sua voce era considerevolmente meno inconsistente del suo aspetto. — Quanto meno, vorrà saperne qualcosa. La prego, mi conceda dieci minuti. — Aprì il tabloid e glielo sbandierò davanti. Sulla prima pagina si trovava la fotografia di lei con Calvin Hawke e sopra il titolo: "Insonni sufficientemente preoccupati da investigare nel movimento Noi-Dormiamo… Li stiamo forse facendo arretrare?".

Adesso lei si rese conto del perché Hawke le avesse permesso di visitare il suo stabilimento di scooter.

— Dice che questa fotografia è stata scattata questa mattina — commentò l’uomo. — Ahi, ahi, ahi — e Leisha seppe che lui non lavorava nelle telecomunicazioni.

— Venga nel mio ufficio, signor…?

— Adam Walcott. Dottor Adam Walcott.

— Medico?

Lui la guardò direttamente. I suoi occhi erano di un azzurro pallido lattiginoso, come vetro gelato. — Ricercatore genetico.

Il sole stava tramontando sul lago Michigan. Leisha scurì la parete a vetrata, si sedette dirimpetto al dottor Walcott e aspettò.

Walcott avvolse le gambe, che erano sensibilmente ossute, formando una specie di

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