— No, signore — disse Gosse. — Quattrocentottantadue donne, adesso.
— Bene, ho spazio per trecentottanta passeggeri, e con un po’ di affollamento ne potrei accogliere altri cento; la massa aggiunta porterebbe a un allungamento del viaggio di ritorno… un anno, circa… ma la cosa è fattibile. Purtroppo, questo è tutto ciò che posso fare. Dobbiamo continuare il viaggio verso Prestno, la stella più vicina, come loro sanno, a 1,8 anni-luce di distanza. Ci fermeremo nuovamente qui nel corso del viaggio di ritorno alla Terra, ma da oggi ad allora passeranno almeno tre anni terrestri e mezzo. Potete resistere per questo tempo?
— Certo — disse il colonnello, e gli altri fecero eco. — Ora siamo avvisati e non ci faremo più cogliere di sorpresa.
— E viceversa — intervenne il Cetiano — potranno gli abitanti nativi resistere per altri tre anni terrestri e mezzo?
— Sì — disse il colonnello.
— No — disse Lyubov. Aveva continuato a tener d’occhio la faccia di Davidson, e una sorta di panico si era impadronita di lui.
— Colonnello? — disse Lepennon, educatamente.
— Siamo qui da quattro anni, ormai, e i nativi prosperano. C’è spazio a sufficienza, e più che a sufficienza, per tutti noi; come potete vedere, il pianeta è fortemente sottopopolato, e l’Amministrazione non avrebbe dato il nulla-osta a fini di colonizzazione se non fosse nelle condizioni in cui è. Quanto poi all’eventualità che qualcuno si sia messo in testa delle idee, non ci faremo cogliere una seconda volta fuori guardia: siamo informati della natura di questi indigeni, e siamo bene armati e capaci di difenderci, ma non abbiamo in programma alcuna rappresaglia.
"Sono espressamente proibite dal Codice Coloniale, anche se non so che leggi nuove possa avere emesso il nuovo governo; noi, comunque, ci limiteremo a seguire le leggi che conosciamo, come abbiamo sempre fatto, ed esse chiaramente disapprovano le ritorsioni in massa o il genocidio.
"Non manderemo alcun messaggio di richiesta di aiuto: dopotutto, una colonia a 27 anni-luce dalla madrepatria parte già con l’idea di essere lasciata a se stessa, anzi di essere del tutto autosufficiente, e non vedo come il comunicatore istantaneo possa cambiare ciò, dato che le navi e gli uomini e il materiale devono in ogni caso viaggiare tuttora a velocità prossime a quella della luce. Noi ci limiteremo a spedire alla Terra il legname, e a prenderci cura di noi stessi. Le donne non corrono alcun pericolo."
— Signor Lyubov? — disse Lepennon.
— Siamo qui da quattro anni. Non so se la cultura umana nativa riuscirà a sopravvivere per altri quattro. E per quanto riguarda l’ecologia del territorio nel suo complesso, sono certo che Gosse sarà d’accordo con me se dirò che abbiamo rovinato irrimediabilmente i biosistemi locali su una grande isola, abbiamo arrecato gravi danni a questo subcontinente Sornol, e se continueremo a disboscare al ritmo presente potremo ridurre le principali terre abitabili a un deserto nel giro di dieci anni. E questa non è colpa del Quartier Generale o dell’Ufficio Foresteria della colonia: essi si sono limitati a seguire un Piano di Sviluppo preparato sulla Terra senza una sufficiente conoscenza del pianeta da sfruttare, dei suoi bio-sistemi, o dei suoi abitanti umani indigeni.
— Signor Gosse? — chiese la voce educata.
— Be’, Raj, hai un po’ esagerato la situazione. Non si può negare che l’Isola Discarica, che è stata eccessivamente disboscata in diretta trasgressione alle mie istruzioni, è una perdita secca. Se più di una certa percentuale della foresta viene tagliata su una certa area, allora l’erba-fibra non ricresce, dovete sapere, signori, e il sistema di radici dell’erba-fibra è il principale legante del suolo disboscato; senza di esso, il suolo diviene polveroso e viene portato via molto rapidamente dall’erosione del vento e delle piogge fitte.
"Ma non posso unirmi all’affermazione che le nostre direttive di base siano sbagliate, purché vengano seguite scrupolosamente. Queste direttive sono basate su uno studio attento del pianeta. Noi abbiamo avuto un notevole successo, qui alla Centrale, seguendo il Piano: l’erosione è minima, e il terreno disboscato è ben coltivabile. Tagliare una foresta, dopotutto, non significa certamente fare un deserto… salvo forse che dal punto di vista di uno scoiattolo.
"Non possiamo prevedere con precisione come gli organismi viventi della foresta si adatteranno al nuovo ambiente di boschi, praterie, terreno coltivato previsto dal Piano di Sviluppo, ma sappiamo che ci sono buone possibilità di un’alta percentuale di adattamento e di sopravvivenza."
— È esattamente ciò che diceva dell’Alaska il Ministero per la Gestione del Suolo nel corso della Prima Carestia — disse Lyubov. Gli si era chiusa la gola, e la voce gli uscì dalle labbra con un timbro acuto e stridulo. Aveva fatto affidamento su Gosse come sostenitore. — Quanti abeti alaskani avete visto nella vostra vita, Gosse? O gufi delle nevi? O lupi? O eschimesi? La percentuale di sopravvivenza delle specie native d’Alaska nel loro habitat, dopo quindici anni di Programma di Sviluppo, era dello 0,3 per cento. Oggi è zero.
"L’ecologia forestale è delicata. Se la foresta muore, la sua fauna può morire con essa. La parola Athshiana per mondo è anche la parola che significa foresta. Io sostengo, comandante Yung, che anche se la colonia non corre forse immediati pericoli, li corre invece il pianeta…"
— Capitano Lyubov — disse il vecchio colonnello — non è corretto che questo tipo di ipotesi sia direttamente comunicato da ufficiali specialisti dello staff a ufficiali di altri rami del servizio: esse devono venire rimesse al giudizio degli ufficiali superiori della Colonia, e io non posso tollerare ulteriori tentativi come questo di fornire opinioni senza previa autorizzazione.
Colto fuori guardia dal suo stesso scoppio, Lyubov fece le scuse e cercò di apparire calmo. Se solamente non avesse perso le staffe, se la sua voce non fosse divenuta debole e stridula, se fosse stato più sicuro di sé…
Il colonnello continuò: — Ci pare evidente che voi avete fornito una valutazione gravemente erronea sull’indole pacifica e l’inaggressività dei nativi, e poiché noi contavamo su questa descrizione specialistica dei nativi come razza non aggressiva abbiamo lasciato aperta la porta alla terribile tragedia di Campo Smith, capitano Lyubov. Perciò penso che qualche altro specialista in forme viventi intelligenti dovrà ora studiarle, perché evidentemente le vostre teorie erano fondamentalmente sbagliate in una qualche misura.
Lyubov si prese il colpo senza batter ciglio. Facciamo vedere agli uomini dell’astronave che ci passiamo la colpa l’uno all’altro, come la castagna che scotta: meglio così. Maggiori dissensi mostriamo, più probabile diventa che questi Emissari ci facciano fermare e sorvegliare. E anche lui era da biasimare; anche lui si era sbagliato. Al diavolo il mio orgoglio, purché il popolo della foresta abbia una possibilità di salvezza, pensò Lyubov, e un senso così forte della propria umiliazione, un tale desiderio di sacrificio si alzarono in lui, che agli occhi gli spuntarono le lacrime.
Si accorse che Davidson lo fissava.
Si raddrizzò rigidamente, con il sangue che gli arrossava il viso, le tempie che martellavano. Non voleva farsi prendere in giro da quel porco di Davidson. Non poteva permetterselo. Possibile che Or e Lepennon non riuscissero a vedere che tipo di persona fosse Davidson, e quanto potere avesse laggiù, mentre i poteri di Lyubov, definiti "di consulenza", erano una semplice presa in giro?
Se si fossero lasciati procedere i coloni senza altri controlli che una super-radio, il massacro di Campo Smith si sarebbe trasformato quasi certamente in scusa per una sistematica aggressione contro i nativi. Uno sterminio batteriologico, assai probabilmente. La Shackleton avrebbe fatto ritorno in capo a tre anni e mezzo o quattro anni a "New Tahiti" e avrebbe trovato una prospera colonia terrestre, senza alcun Problema Creechie. Totalmente spariti. Peccato, l’epidemia, abbiamo preso ogni precauzione richiesta dal Codice Coloniale, ma si dev’essere trattato di una qualche sorta di mutazione, non avevano resistenza naturale, ma siamo riusciti a salvarne un gruppo, trasferendoli alle Isole New Falkland, nell’emisfero meridionale; ora se la passano bene, tutti e sessantadue…
La riunione non durò molto più a lungo. Quando ebbe termine, Lyubov si alzò in piedi e si curvò sul tavolo, verso Lepennon: — Dovete dire alla Lega di fare qualcosa per salvare la foresta, il popolo della foresta — mormorò in tono quasi inudibile, con la gola serrata. — Dovete farlo, vi prego dovete farlo.
L’Hainita lo fissò negli occhi; il suo sguardo era riservato, gentile, e profondo come un pozzo. Non disse nulla.
4
Davidson
Era incredibile. Erano diventati tutti pazzi. Quel dannato pianeta alieno gli aveva fatto fare un completo giro di pista, li aveva sbattuti nel paese dei sogni, a far compagnia ai creechie. Lui continuava a non poter credere a ciò che aveva visto in quella "conferenza" e nella riunione che le aveva fatto seguito: non l’avrebbe creduto neppure se ne avesse rivisto il film.
Un comandante di nave della flotta interstellare che leccava le suole a due umanoidi. Ingegneri e tecnici che continuavano a fare ooh-ooh e coccodè davanti a una radio stramba, presentata loro da un Cetiano Peloso, con un mucchio di spocchia e di presunzione, come se i DCI, i dispositivi di comunicazione istantanei, non fossero stati previsti dalla scienza terrestre da un putiferio di tempo!
Gli umanoidi si erano fregati l’idea, ci avevano aggiunto qualche fronzolo, e l’avevano chiamata "ansible", in modo che nessuno si accorgesse che era soltanto un DCI.
Ma il peggio di tutto era stata la conferenza, con quello psicopatico di Lyubov che vaneggiava e strillava, e il colonnello Dongh che lo lasciava dire, che gli lasciava insultare Davidson e gli ufficiali del Quartier Generale e l’intera colonia.
E per tutto il tempo i due umanoidi se ne erano stati seduti pacifici a ridacchiare: la piccola scimmia grigia e la grossa checca bianca, intenti a farsi beffe degli umani.
Era stato abbastanza brutto. E non era migliorato dopo la partenza della Shackleton. Non ce l’aveva perché era stato inviato per punizione al campo di New Java sotto il maggiore Muhamed. Il colonnello era stato costretto a punirlo; il vecchio Din-Don-Dan poteva in realtà essere contentissimo degli incendi che lui aveva appiccato come rappresaglia sull’Isola Smith, ma l’incursione era stata un’infrazione della disciplina, e lui aveva dovuto punire Davidson. D’accordo, è nelle regole del gioco. Ma ciò che non stava affatto nelle regole era tutta la roba che arrivava da quel televisore ipertrofico chiamato l’ansible… il nuovo santino di stagno che ora faceva il buono e il cattivo tempo al Quartier Generale.
Ordini dal Ministero dell’Amministrazione di Karachi: Limitare i contatti tra Terrestri e Athshiani alle occasioni predisposte dagli Athshiani stessi.
In altre parole, non potevi più andare in una conigliera dei creechie e pigliarti una squadra di manovali.
L’impiego come manodopera di volontari viene sconsigliato; l’impiego di lavoro forzato è proibito.
Idem come sopra. E come diavolo si pensava di far andare avanti il lavoro? Lo voleva, la Terra, il suo legno, oppure non lo voleva? Continuavano a mandare a New Tahiti le navi mercantili robotiche, no? Quattro all’anno, e ciascuna riportava alla Madreterra un valore di trenta milioni di nuovi dollari in legname di prima scelta. Certo la gente dello Sviluppo voleva quei milioni. Erano uomini d’affari. I messaggi non venivano certamente da loro: perfino uno scemo era in grado di capirlo.
Lo stato di colonia del Pianeta 41… perché diavolo non lo chiamavano più New Tahiti?… è sotto considerazione. Finché non si giungerà a una decisione, i coloni dovranno osservare una scrupolosa cautela in tutti i loro rapporti con gli abitanti nativi… L’uso di armi di qualsiasi specie, eccetto le piccole armi personali portate per difesa, è assolutamente proibito…
Esattamente come sulla Terra, salvo che laggiù un uomo non poteva più portare neppure la pistola. Ma per che diavolo ci si prendeva la fatica di fare ventisette anni-luce fino a un pianeta di frontiera, per poi sentirsi dire: Niente mitragliatrici, niente napalm, niente bombe a mano, no no, statevene tranquilli, da bravi bambini, e lasciate che i creechie vengano a sputarvi in faccia, a cantarvi canzoni, e poi a piantarvi un coltello nella pancia e bruciarvi l’accampamento, ma non fate del male a quei graziosi piccini verdi, nossignore!
Una politica di evitamento è strettamente consigliata; una politica di aggressione o di rappresaglie è strettamente proibita.
Ecco in realtà il succo di tutti i messaggi, e anche un cretino poteva capire che a parlare in questo modo non era l’Amministrazione Coloniale. Non potevano essere cambiati fino a quel punto in trent’anni. Erano persone pratiche, realistiche, che sapevano com’era la vita sui pianeti di frontiera. Era chiaro, per chiunque non era pazzo, che i messaggi dell’"ansible" erano delle falsificazioni.
Forse erano già infilati in partenza nella macchina: tutta una serie di risposte alle domande più probabili, orchestrate da un computer. Gli ingegneri dicevano che se ne sarebbero accorti; può darsi. In tal caso, quell’aggeggio comunicava istantaneamente con un altro mondo, certo. Ma quel mondo non era la Terra. Anzi, ne era ben distante!
Non c’era nessun uomo intento a battere sui tasti le risposte, dall’altra parte di quel piccolo inganno: c’erano degli alieni, degli umanoidi. Probabilmente Cetiani, dato che la macchina era fabbricata dai Cetiani, e quelli erano una banda di dritti, furbi come il diavolo. Erano la razza che poteva aspirare con buone possibilità di riuscita alla supremazia interstellare.
Gli Hainiti erano nella cospirazione insieme con loro, naturalmente; tutto quel sentimentalismo piagnucoloso che affiorava nelle cosiddette direttive puzzava di Hainita. Quale fosse l’obiettivo a lunga scadenza degli alieni, era difficile capirlo da New Tahiti; probabilmente comprendeva un tentativo d’indebolire il Governo Terrestre incatenandogli le mani con quella faccenda della "Lega dei Mondi", finché gli alieni non fossero stati abbastanza forti per una conquista armata.
Ma il loro piano per New Tahiti era facile a capirsi. Avrebbero lasciato che i creechie spazzassero via per loro gli esseri umani. Bastava legare le mani agli umani con un mucchio di falsi "ordini" trasmessi per "ansible" e lasciare che cominciasse il massacro. Gli umanoidi aiutano gli umanoidi; sorcio aiuta sorcio.
E il colonnello Dongh se l’era bevuta. Lui intendeva obbedire agli ordini. Aveva effettivamente detto a Davidson: — Io ho intenzione di obbedire agli ordini provenienti dal Quartier Generale Terrestre, e per Dio, Don, tu obbedirai allo stesso modo ai miei ordini, e a New Java obbedirai agli ordini che laggiù ti darà il maggiore Muhamed.
Era stupido, il vecchio Din-Don-Dan, ma amava Davidson, e Davidson lo amava. Se si trattava di tradire la razza umana consegnandola a una cospirazione di alieni, allora lui, Davidson, non poteva obbedire agli ordini, ma si sentiva triste per quel vecchio soldato. Uno sciocco, ma una persona fedele e coraggiosa. Non un traditore nato, come quel piagnucoloso, pettegolo saccente di Lyubov. Se c’era un uomo che avrebbe visto volentieri sbudellato dai creechie, quell’uomo era Raj Lyubov, il sapientone, l’innamorato degli alieni.
Alcuni uomini, specialmente i tipi asiatici e hindi, nascono veramente col tradimento nel sangue. Non tutti, ma alcuni sì. E certi altri nascono per salvare i loro simili. Si tratta semplicemente del modo in cui sono fatti, come essere di discendenza eurafricana, o come avere un bel fisico; non era una cosa che lui pretendesse di portare a proprio vanto. Se avesse potuto salvare gli uomini e le donne di New Tahiti, l’avrebbe fatto; se non l’avesse potuto fare, accidenti, avrebbe cercato di farlo lo stesso; questo era tutto, e basta.
Le donne, però, la cosa gli bruciava. Avevano portato via le dieci Ragazze di Colonia che c’erano a New Java, e nessuna delle nuove si allontanava più da Centralville.