«Ammiro la sua fermezza, Mr. Ajax. Ma mi dica, sarà capace di tener duro fino alla fine?»
Ajax strizzò gli occhi. «Cosa intende dire?»
«Intendo dire, caro signore, che questo bello stato della California riconosce alla gente il diritto di fare collettivamente quello che individualmente non dobbiamo fare.» Brisbee puntò il dito direttamente davanti ad Ajax. «Qui abbiamo una pena capitale, signore, e questo è un crimine capitale. Avrà il coraggio di spingere per la pena di morte in questo processo?»
Il procuratore distrettuale allargò le braccia. «Be', sicuramente ci sono delle circostanze attenuanti, reverendo. E anche se non mi piegherò alla pressione politica, mi rendo conto che sono in ballo delle questioni enormi.»
«In effetti ci sono. Vuole sapere qual è la questione più importante nella mia mente? Il fatto che durante la sua carica di procuratore distrettuale lei ha chiesto la pena di morte nel sessantaquattro per cento dei casi di omicidio di primo grado con imputati neri, ma solo nel ventuno per cento dei casi con imputati bianchi.»
«Queste statistiche non la dicono tutta, reverendo. Deve considerare la gravità dei singoli crimini.»
«E non c'è crimine più grave dell'uccidere un uomo bianco, vero? Quando un nero era accusato di aver ucciso un bianco, ha chiesto l'esecuzione nell'ottantasei per cento dei casi. Bene, il buon Cletus Calhoun era bianco come quelli, Mr. Ajax. Se io fossi stato quello che lo ha macellato come un maiale, signore, lei cercherebbe di friggere il mio culo nero.»
«Reverendo, non credo proprio…»
«Questo, signore, è evidente. Nella sua campagna per diventare governatore può stare sicuro che gli elettori afro-americani le chiederanno per quale motivo condannerebbe all'esecuzione un uomo nero per aver ucciso un bianco, ma obietterebbe sulla repressione di un cane di alieno.»
«È più complicato di così.»
«Davvero, signore? Se in questo processo non chiede la pena di morte, che messaggio manda? Che questo Tosok vale più di un essere umano nero? Che questo viaggiatore alieno, con la sua civilizzazione avanzata, un'ovvia istruzione e una grande intelligenza, merita di essere risparmiato, ma un giovane negro, vittima di una crudele povertà e del razzismo, deve essere mandato sulla sedia elettrica?»
«Stiamo attentamente valutando tutti i fattori per decidere quale pena chiedere, reverendo.»
«Veda di farlo, Mr. Ajax. Veda di farlo. Perché se non lo fa, signore, sentirà la rabbia di una nazione oppressa. Dentro di noi portiamo la scintilla divina di un'anima, e non ci lasceremo trattare come esseri inferiori, prodotti da buttare via mentre voi ci andate piano con una creatura senz'anima che ha commesso l'omicidio e la mutilazione più brutali che questa città abbia mai visto.»
Mary-Margaret Thompson era di solito il consulente per la giuria di Dale Rice. Era una bruna curata e simile a un uccello, appollaiata vicino all'angolo della grande scrivania di Dale. Guardava Frank, che ancora una volta stava annaspando nella poltrona colossale. «Ci sono diverse fasi prima del processo, dottor Nobilio. All'inizio ci sono le prove per la selezione della giuria. Per un processo normale chiamano circa cinquanta potenziali giurati. Per il processo Simpson, ne hanno chiamati venti volte in più — un migliaio. Questa volta ne chiameranno una quantità simile, ci può scommettere. Ci consulteremo con l'Accusa per il questionario che dovranno riempire. Questo è il primo passo… ottenere le domande giuste.
«Il secondo passo è il voir dire — quando gli avvocati fanno le domande ai potenziali giurati uno alla volta. Ora, noi possiamo chiudere il processo di consulenza a questo punto, ma io consiglio di andare fino in fondo. Una volta che la giuria è stata selezionata, dovremmo formare una giuria ombra… un gruppo di persone che siano il più possibile abbinate demograficamente alla vera giuria. Poi li monitoreremo per tutto il processo; in questo modo potremo dire quali argomenti funzionano, quali no, e come imparano di giorno in giorno.»
«Una giuria ombra» ripeté Frank. «Quanto costa?»
«Di solito paghiamo i giurati ombra settanta dollari a testa al giorno… che è dieci volte il compenso dei veri giurati.» Una pausa. «Ora, la cosa più importante è avere qualcuno nel gruppo che faccia da imputato virtuale — qualcuno che si identificherà fortemente con l'imputato, che farà il ruolo di Hask e presenterà il suo punto di vista durante le deliberazioni. Naturalmente, trovare qualcuno che lo faccia in questo caso sarà abbastanza difficoltoso…»
La stanza del commissariato brulicava di attività — da una parte stavano incriminando un nero sporco di sangue; da un'altra incriminavano due scippatori, un bianco e un asiatico; tre membri di una gang di neri, forse quattordicenni o quindicenni, aspettavano di essere processati. Dale li guardò, e scosse la testa. Loro lo guardarono. Guardarono la sua camicia da tremila dollari, i gemelli d'oro e la catena dell'orologio d'oro da tasca. «Aureo» disse uno al suo compagno mentre Dale passava. Dale si irrigidì, ma non si voltò. Proseguì finché non arrivò alla porta che stava cercando. Una targa diceva 'J. Perez'. Sotto, attaccato con lo scotch, c'era un rebus da cui si ricostruiva il nome di Perez, Jesus.
Aureo un corno pensò Dale. Chiamatemi semplicemente Zio Rebus.
Bussò alla porta. Perez sbraitò qualcosa, e Dale entrò.
«Avvocato» disse Perez senza alzarsi. «È da un po' che non la vedo.»
«Tenente.» La parola, decisa e formale, si portava dietro anni di storia.
Perez indicò la stanza di fuori. «Non credevo che qualcuno di quelli là potesse permettersi lei.»
«Il mio cliente è Hask.»
Perez annuì. «Ho sentito. Con cosa la paga? Squame placcate oro?»
«Cosa?»
«Niente.» Perez fece una pausa. «Non è riuscito a far parte del Dream Team nel processo Simpson, e allora ha rimpiazzato il processo del secolo con il processo dell'alieno?» Il detective rise da solo della sua battuta. «Così non va, avvocato. Andandoci, avrebbe avuto una serie di vittorie.»
«Cosa le fa pensare che questa volta non vincerò?»
«Sta scherzando? Il vostro amico ha spento uno dei più popolari personaggi televisivi. È un Simpson al contrario: un cadavere celebre e un imputato sconosciuto.»
«Hask è famosissimo.»
«Hask sarà famosissimo all'inferno.»
Rice sospirò. «Sta cercando anche altri sospetti?»
«Certamente. Ma non ci sono molte possibilità. C'erano soltanto venticinque persone, compresi i sette Tosok, che avevano accesso al residence della USC quella notte. Ma per gli umani, la domanda principale rimane il movente. Chi avrebbe ucciso Calhoun? E chi lo avrebbe ucciso in quel modo?»
«Come lei sicuramente capisce, potrebbe essere stato qualcuno che voleva far accusare i Tosok — per incitare al male contro di loro. E se le cose stanno così, potrebbe trattarsi di una cospirazione che coinvolge due o più persone — il che significa che il fatto che qualcuno abbia un altro come alibi non vale niente.»
«Una cospirazione!»
«Perché no? Direi che lei dovrebbe essere contento che qualcuno proponga una cospirazione fuori dal dipartimento di Polizia di Los Angeles.»
Perez fissò Dale con uno sguardo fulminante. «Sembra improbabile che un gruppo di eminenti scienziati voglia far accusare un alieno di omicidio.»
Dale si era stancato di aspettare che qualcuno gli offrisse di sedersi. Prese una sedia con il telaio di metallo, piccola e scomoda per lui; sotto il suo peso, fece uno scricchiolio di protesta. «Non ne sia così sicuro. La gelosia accademica è quella più legata al denaro. Questi signori combattono per i dollari di borse di studio sempre più basse e lavorano duramente nell'ombra, mentre un tipo di Pigeon Forge, Tennessee, fa i milioni e diventa amico di Jay Leno. Immaginano che nessuno sarà così pazzo da arrestare un alieno — non hanno tenuto conto dell'avidità di potere di Monty Ajax. Sarebbe un crimine perfetto; dando per scontato un insabbiamento da parte di Washington…»
«Che è esattamente quello che hanno tentato di fare, a quanto pare» disse Perez. «No, avvocato, noi abbiamo la nostra… creatura. Deve essere un Tosok.»
Fu il turno di Dale per piazzare uno sguardo fulminante. «Avrei detto, tenente Perez, che nella sua vita lei avesse sentito abbastanza il tormento di quel modo di pensare da non applicarlo qui. Deve essere un Tosok. Doveva essere un latino. Era un nero… e, ehi, quell'uomo laggiù è nero, quindi è stato lui.»
«Non mi accusi di questo, avvocato. Non osi accusarmi di questo.»
«Perché no? 'Deve essere un Tosok'. Ci sono sette Tosok sulla Terra. E a meno che non proviate che era proprio Hask — lui e nessun altro — il mio cliente è libero.»
«Be', naturalmente è Hask.»
«Non può provarlo.»
Perez sorrise. «Stia a vedere.»
12
Frank e Dale si erano incontrati per colazione nel ristorante dello University Hilton Hotel, proprio dall'altra parte di Figueroa Street rispetto al campus della USC. Frank stava mangiando del frumento nel latte scremato, mezzo pompelmo e un caffè nero. Dale mangiava bacon, due uova fritte, un toast che sembrava grande come mezza pagnotta con sopra della marmellata di arancia, il tutto con un'intera caffettiera di caffè con panna e zucchero.
«Tutto il pianeta chiede a gran voce di intervistare il tuo cliente» disse Frank.
Dale annuì e trangugiò altro caffè. «Lo so.»
«Glielo permettiamo?»
Dale smise di mangiare abbastanza a lungo per pensarci. «Non ne sono sicuro. Del pubblico nell'insieme non ce ne importa niente. Le uniche persone a cui siamo interessati sono i dodici che faranno parte della giuria. La domanda è, se i potenziali giurati conoscono Hask è meglio o no? Probabilmente non chiameremo Hask a deporre, dopo tutto, e…»
«No?»
«Frank, non sì chiama mai l'imputato a deporre, a meno che non sia inevitabile. Perciò, sì, un'intervista potrebbe essere la nostra unica chance per fare in modo che la gente che finirà nella giuria conosca e apprezzi Hask. D'altra parte, questo è un crimine bizzarro, e se decidono che è solo uno strano alieno, potrebbero pensare che probabilmente è stato lui.»
«Allora cosa facciamo?»
Dale si pulì la faccia col tovagliolo e fece cenno alla cameriera di portare altro caffè. «Facciamogli fare una intervista — da un grande nome. Magari Barbara Walters. Oppure Diane Sawyer. Qualcuno del genere.»
«E se va male?» chiese Frank. «Puoi chiedere di far spostare la sede del processo?»
«E dove? Dall'altra parte della Luna? Non c'è scampo dalla risonanza che i media daranno a questo processo.»
Barbara Walters aveva la sua solita espressione sollecita. «Il mio ospite di oggi è Hask» disse. «Uno dei sette visitatori alieni sulla Terra. Hask, come sta?»
Dale, che era seduto con il capitano alieno Kelkad appena fuori dell'inquadratura, aveva chiesto ad Hask di non indossare i suoi occhiali da sole, anche se le luci di scena lo infastidivano. In quel momento però, vedendolo guardare di traverso Walters, pensò che forse aveva fatto un errore.
«Ho visto giorni migliori» disse Hask.
Walters annuì comprensiva. «Ne sono certa. Lei è in libertà provvisoria con una cauzione di due milioni di dollari. Qual è la sua idea del sistema legale americano?»
«Avete un'enorme numero di persone in prigione.»
Walters sembrò colta alla sprovvista. «Ah, sì. Credo proprio di sì.»
«Mi dicono che il vostro paese ha un record. Avete una percentuale di detenuti maggiore di ogni altro paese — anche di quelli che sono chiamati stati di polizia.»
«In realtà la mia domanda era più specifica» disse Walters. «Mi chiedevo come l'abbia trattata il dipartimento di Polizia di L.A.»
«Mi hanno spiegato che dovevo essere considerato innocente fin quando non fosse stata provata la mia colpevolezza — però sono stato messo in una cella, cosa che la mia razza non fa con niente e nessuno, e che io pensavo la vostra razza facesse solo con gli animali.»
«Sta dicendo che l'hanno trattata male?»
«Sono stato trattato male, sì.»
«Vuole dire che come ospite nel nostro mondo avrebbe dovuto essere più rispettato?»
«Assolutamente no. Io non ho niente di speciale. Immagino che se lei stesse intervistando un essere umano ingiustamente accusato di un crimine, anche lui (o lei) condannerebbe il trattamento subito. È mai stata in prigione, Ms. Walters?»
«Io? No.»
«Allora non può capire.»
«No» disse Walters. «No, credo proprio di no. Com'è il sistema della giustizia nel suo mondo?»
«Nel mio mondo i crimini non esistono; lasciare che avvenga un crimine implicherebbe che Dio abbia cessato di vigilare sui suoi figli. Inoltre, noi non diamo un prezzo alle cose materiali come succede qui, e quindi non ci sono furti di oggetti. E tutti hanno abbastanza cibo, perciò non ci sono furti di cibo o dei mezzi per averne.» Fece una pausa. «Non spetta a me dirlo, ma sembra che il vostro sistema legale sia a rovescio, Ai miei occhi sicuramente ignoranti le radici del crimine umano sembrano essere la povertà e la vostra capacità di assuefarvi alle sostanze chimiche. Ma invece di risolvere questi problemi, spendete le vostre energie per la causa opposta, punirle.»
«Forse lei ha ragione» disse Walters. «Ma parlando di punizioni, pensa che avrà un processo equo?»
Il ciuffo di Hask si mosse agitato mentre rimuginava. «Questa è una domanda difficile. Un umano è morto — e qualcuno deve pagare per questo. Io non sono un umano. Forse è più facile far pagare me, però…»
«Però?»
«Io sono diverso. Ma… ma la vostra razza continua a crescere. Il mio avvocato è Dale Rice, e la sua pelle è nera. Mi ha detto di come i suoi simili sono stati messi in schiavitù, di come è stato negato loro il diritto di voto, di usare le strutture pubbliche, e così via. Eppure, durante la sua vita, molto di tutto questo è cambiato — anche se in carcere ho visto che molto ancora rimane da fare, appena sotto la superficie. Possono dodici umani valutare un alieno e giudicare senza pregiudizi?» Si mosse leggermente, guardando direttamente nella telecamera con i suoi occhi frontali, verde e arancio. «Credo di sì. Credo che possano farlo.»
«Si parla molto di quello che accadrebbe se lei fosse dichiarato colpevole.»
«Mi sembra di capire che potrei morire» disse Hask.
Barbara Walters increspò le sue labbra sottili, apparentemente turbata dalla semplicità dell'affermazione. «Intendevo dire, cosa succederà alla Terra? Che reazione avrà il vostro governo?»
«Sarebbe nel mio interesse dirle che la mia gente scenderebbe sulla Terra e, a causa dell'esecuzione di uno di loro, cancellerebbe la vita dal vostro pianeta.» Fece una pausa. «Oppure potrei semplicemente dire che la mia esecuzione provocherebbe la partenza dei Tosok, senza ritorno — un taglio di tutti i contatti. Ma nessuna di queste cose è vera, e quindi non le dirò. Come popolo, i Tosok credono nella predestinazione. Se il mio destino è essere punito per un crimine che non ho commesso, lo accetteranno. Ma io le dico, signora Walters, che non ho ucciso Cletus Calhoun — perché avrei dovuto? Era mio amico. Se verrò dichiarato colpevole sarà un errore, perché io non ho commesso questo crimine.»
«Sta dicendo che dobbiamo proclamarla innocente, allora?»
«Andrà come Dio vuole. Ma io sono innocente.»
Dale fece un ampio sorriso. Hask non avrebbe potuto far meglio.
«Kelkad!» gridò un uomo del Los Angeles Times mentre Dale, Hask e Kelkad lasciavano gli studi della ABC. «Kelkad! Cosa ne pensa della trasmissione di questa sera?»
Il capitano Kelkad aveva la mano frontale alzata per ripararsi gli occhi anteriori dalle luci. «Penso che il componente del mio equipaggio si è presentato bene.»