Fight Club (на итальянском) - Palahniuk Charles Michael «Chuck» 13 стр.


Volevo dar fuoco al Louvre. Spaccare gli Elgin Marbles a martellate e pulirmi il culo con la Gioconda. Questo и il mio mondo, ora.

Questo и il mio mondo, il mio mondo, e quelle persone antiche sono morte.

E facevo colazione la mattina che Tyler ha inventato il Progetto Caos.

Volevamo liberare il mondo dalla storia.

Facevamo colazione nella casa di Paper Street e Tyler mi ha detto di immaginarmi di piantare ravanelli e patate sul green della quindicesima buca di un campo di golf dimenticato.

Darai la caccia agli alci nelle valli boscose intorno alle rovine del Rockefeller Center e cercherai molluschi intorno allo scheletro dello Space Needle, inclinato di quarantacinque gradi. Dipingeremo sui grattacieli le figure di enormi totem e simulacri di divinitа maligne e tutte le sere quel che resta del genere umano si ritirerа negli zoo abbandonati e si chiuderа a chiave nelle gabbie per proteggersi dagli orsi e dai grandi felini e dai lupi che di notte passeggiano e ci guardano dall'altra parte delle sbarre.

«Il riciclaggio e i limiti di velocitа sono cazzate» ha detto Tyler. «E come uno che smette di scopare quando и sieropositivo.»

Sarа il Progetto Caos a salvare il mondo. Un'era glaciale culturale. Un secolo buio prematuramente indotto. Il Progetto Caos obbligherа l'umanitа a entrare in catalessi o in fase di remissione il tempo necessario alla Terra per riprendersi.

«Giustifica tu l'anarchia» dice Tyler. «Risolvila tu.»

Come fa il fight club con impiegati e commessi, il Progetto Caos disarticolerа la civiltа perchй si possa fare qualcosa di meglio del mondo.

«Immaginati» ha detto Tyler, «a far la posta all'alce dalle finestre dei grandi magazzini tra file puzzolenti di splendidi abiti da sera e smoking che vanno in malora appesi alle loro grucce, porterai indumenti di pelle che ti dureranno fino all'ultimo dei tuoi giorni e ti arrampicherai per i rami grossi come tronchi del kudzu rampicante che abbraccia la Sears Tower. Come Jack sulla pianta di fagioli, sbucherai dalla volta gocciolante della foresta e l'aria sarа cosм tersa che vedrai figure minuscole battere il granturco e disporre a essiccare strisce di carne di cervo nella corsia d'emergenza vuota di una superstrada abbandonata che si allunga, larga otto corsie e torrida ad agosto, per mille chilometri.»

Questo era lo scopo del Progetto Caos, ha detto Tyler, la completa e immediata distruzione della civiltа.

Che cosa viene dopo nel Progetto Caos nessuno lo sa salvo Tyler. La seconda regola и che non si fanno domande.

«Non comperate cartucce» ha detto Tyler al Comitato Aggressioni. «E giusto perchй non abbiate a crucciarvene, sм, dovrete ammazzare qualcuno.»

Incendi. Aggressioni. Scherzi e Disinformazione.

Nessuna domanda. Nessuna domanda. Niente scuse e niente bugie.

La quinta regola del Progetto Caos и che bisogna fidarsi di Tyler.

17

Il mio capo viene a posare sulla mia scrivania un altro foglio, me lo lascia vicino al gomito. Io non porto piщ nemmeno la cravatta. Quella del mio capo и blu, quindi deve essere giovedм. Ora la porta dell'ufficio del mio capo и sempre chiusa e non ci siamo scambiati piщ di due parole al giorno da quando ha trovato il regolamento del fight club nella fotocopiatrice e io ho lasciato intendere che avrebbe potuto saltarmi il ghiribizzo di stenderlo con una fucilata. Gigionerie del sottoscritto, di nuovo.

Oppure potrei chiamare quelli dell'ufficio Conformitа al dipartimento dei Trasporti. C'и una squadretta per il montaggio del sedile anteriore che non ha mai passato i test di resistenza alle collisioni prima di entrare in produzione.

Basta sapere dove guardare e ci sono scheletri in tutti gli armadi.

'Giorno, dico.

«'Giorno» dice lui.

Posato accanto al mio gomito c'и un altro importante documento segreto, personale riservatissimo, che Tyler mi ha chiesto di battere a macchina e fotocopiare. La settimana scorsa Tyler misurava con i piedi la cantina della casa di Paper Street. Sono sessantacinque scarpe di profonditа per quaranta scarpe di larghezza. Tyler ragionava a voce alta. «Quanto fa sei volte sette?»

Quarantadue.

«E quarantadue per tre?»

Centoventisei.

Tyler mi ha dato una lista scritta a mano e mi ha chiesto di battergliela a macchina e di farne settantadue copie.

Perchй settantadue?

«Perchй» ha risposto Tyler, «tanti sono quelli che possono dormire in cantina se la riempiamo di letti a castello a tre posti di tipo militare.»

E la loro roba? ho chiesto io.

«Porteranno solo quello che c'и sulla lista e dovrebbe stare tutto sotto un materasso» ha detto Tyler.

И la lista che il mio capo ha trovato nella copiatrice, con il contatore puntato ancora su settantadue. La lista dice:

"Il rispetto dei requisiti di corredo non garantisce l'ammissione all'addestramento, ma nessun candidato verrа valutato se non si presenterа equipaggiato con quanto segue ed esattamente cinquecento dollari in contanti per le spese personali di sepoltura."

«Costa almeno trecento dollari cremare un cadavere indigente» mi ha spiegato Tyler. «C'и in vista un aumento. Se uno muore non avendo a disposizione almeno questa somma di denaro, finisce alle lezioni di autopsia.»

Questo denaro deve essere sempre tenuto in una scarpa dello studente, cosм se per caso lo studente finisce ammazzato, la sua morte non sarа di peso al Progetto Caos.

Inoltre il candidato deve presentarsi con il seguente corredo:

Due camicie nere.

Due paia di calzoni neri.

Un paio di scarpe nere pesanti.

Due paia di calze nere e due paia di mutande comuni.

Un soprabito o giaccone pesante nero.

Sono inclusi gli indumenti che il candidato indossa.

Un asciugamano bianco.

Un materasso da branda militare.

Una ciotola bianca di plastica.

Seduto alla mia scrivania, con il mio capo ancora in piedi di fianco a me, prendo la lista originale e lo ringrazio. Il mio capo torna nel suo ufficio e io mi rimetto al lavoro a fare solitali al computer.

Dopo il lavoro consegno le copie a Tyler e passano i giorni. Vado a lavorare.

Torno a casa.

Vado a lavorare.

Torno a casa e c'и un tizio in veranda. Il tizio и fermo davanti alla nostra porta con il suo ricambio di camicia e calzoni neri in un sacchetto di carta marrone e ha con sй gli ultimi tre articoli, asciugamano bianco, materasso militare e ciotola di plastica, tutto posato sulla ringhiera. Da una finestra del piano di sopra io e Tyler lo osserviamo e Tyler mi dice di mandarlo via.

«И troppo giovane» dice Tyler.

Il tizio in veranda и la faccia d'angelo che ho cercato di disintegrare la sera in cui Tyler ha inventato il Progetto Caos. Nonostante i due occhi neri e il taglio a spazzola dei capelli biondi, gli vedo il bel musetto imbronciato e truce senza rughe o cicatrici. Mettigli una gonna e fallo sorridere e diventa donna. L'angioletto и lм con la punta dei piedi che sfiora l'uscio a guardare diritto davanti a sй nel legno scheggiato, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, in scarpe nere, camicia nera, calzoni neri.

«Caccialo via» dice Tyler. «И troppo giovane.»

Quanto giovane и troppo giovane?

«Non ha importanza» dice Tyler. «Se il candidato и giovane, gli diciamo che и troppo giovane. Se и grasso, и troppo grasso. Se и vecchio, и troppo vecchio. Se и magro, и troppo magro. Se и bianco, и troppo bianco. Se и nero, и troppo nero.»

И il modo in cui nei templi buddisti si giudicano i candidati da un fantastilione di anni, dice Tyler. Dici al candidato di andarsene e se la sua volontа и cosм forte che aspetta all'entrata senza cibo e riparo e incoraggiamento per tre giorni, allora e solo allora puт entrare e cominciare l'addestramento.

Cosм dico all'angioletto che и troppo giovane, ma all'ora di pranzo lui и ancora lм. Dopo pranzo esco e picchio l'angioletto con una scopa e gli spedisco il sacchetto in strada con un calcio. Dal piano di sopra Tyler mi guarda usare la scopa come una mazza e la testa del ragazzo come palla da baseball, con lui fermo lм, e poi catapultare la sua roba in strada con una pedata e mettermi a urlare.

Vattene, sto gridando. Non ci senti? Sei troppo giovane. Non ce la farai mai, grido. Torna fra un paio d'anni e riprovaci. Fuori dei piedi. Giщ dalla mia veranda.

Il giorno dopo lui и ancora lм e Tyler esce. «Spiacente» gli dice. Tyler gli dice che gli dispiace di avergli parlato dell'addestramento, ma che и davvero troppo giovane, fa' il bravo, vattene.

Poliziotto buono. Poliziotto cattivo.

Io mi metto a sbraitare di nuovo. Poi, sei ore dopo, Tyler esce e gli dice che gli dispiace, ma la risposta и no. Deve andarsene. Tyler gli dice che se non se ne va chiama la polizia.

E lui niente.

E la sua roba и ancora in strada. Il vento spinge lontano il suo sacchetto strappato.

E lui niente.

Il terzo giorno davanti alla porta c'и un altro candidato. Faccia d'angelo и ancora al suo posto e Tyler scende e gli dice: «Entra. Recupera la tua roba in strada e vieni dentro».

A quello nuovo, Tyler dice che gli dispiace ma c'и stato un errore. Quello nuovo и troppo vecchio per l'addestramento. Sia gentile, se ne vada.

Io vado a lavorare tutti i giorni. Torno a casa e tutti i giorni ce ne sono uno o due ad aspettare in veranda. Quelli nuovi non ti guardano negli occhi. Io chiudo la porta e li lascio fuori. Questo succede tutti i giorni per un po' e qualche volta i candidati se ne vanno, ma piщ spesso i candidati tengono duro fino al terzo giorno, finchй quasi tutte le settantadue brande a castello che io e Tyler abbiamo comperato sono occupate.

Un giorno Tyler mi dа cinquecento dollari in contanti e mi dice di tenerli sempre in una scarpa. Il mio fondo personale per la mia sepoltura. И un'altra di quelle antiche usanze dei monaci buddisti.

Ora quando torno a casa dal lavoro la casa и piena degli sconosciuti che Tyler ha accettato. Tutti al lavoro. Il primo piano si trasforma in cucina e saponificio. Il bagno non и mai libero. Ci sono squadre che escono e scompaiono per qualche giorno, per poi rientrare con rosse buste di gomma piene di grasso liquido e poco consistente.

Una sera Tyler viene su e mi trova nascosto in camera mia. «Non ci badare» mi dice. «Sanno tutti che cosa fare. Fa parte del Progetto Caos. Nessuno conosce il piano completo, ma ciascuno и addestrato per svolgere alla perfezione un compito preciso.»

La regola al Progetto Caos и che bisogna avere fiducia in Tyler.

Poi Tyler scompare.

Ci sono squadre del Progetto Caos che passano la giornata a squagliare grasso. Io non dormo. Tutta notte sento altre squadre che mescolano la lisciva e tagliano le barre e cuociono le barre di sapone su carta da forno, poi avvolgono ogni saponetta in carta velina e la sigillano con l'etichetta del Saponificio di Paper Street. Sembra che tutti sappiano che cosa devono fare salvo me e Tyler non и mai a casa.

Io striscio contro i muri e sono un topo intrappolato in questo congegno di uomini silenziosi con l'energia di scimmie ammaestrate, a cucinare e lavorare e dormire in squadra. Tiri una leva. Premi un bottone. Una squadra di scimmie spaziali passa tutto il giorno a far da mangiare e per tutto il giorno squadre di scimmie spaziali mangiano dalle scodelle di plastica che hanno portato con sй.

Un giorno esco per andare a lavorare e davanti alla porta c'и Big Bob con le scarpe nere e una camicia nera e calzoni neri. Non и che hai visto Tyler ultimamente, gli chiedo. И stato Tyler a mandarlo qui?

«La prima regola del Progetto Caos» recita Big Bob a tacchi uniti e con la schiena come un manico di scopa, «и che non si fanno domande sul Progetto Caos.»

Allora quale insulso piccolo onore gli ha riservato Tyler, domando io. Ci sono quelli che hanno il compito di bollire riso per tutto il giorno o lavare le ciotole dove si и mangiato o pulire il cesso. Tutto il giorno. Che cos'ha promesso Tyler a Big Bob, la redenzione se passerа sedici ore al giorno a confezionare saponette?

Big Bob non dice niente.

Vado al lavoro. Torno a casa e Big Bob и ancora in veranda. Non dormo tutta notte e il mattino dopo Big Bob и fuori a badare al giardino.

Prima di andare a lavorare chiedo a Bob chi l'ha fatto entrare. Chi gli ha assegnato il suo compito? Ha visto Tyler? Tyler и passato di qui questa notte?

«La prima regola del Progetto Caos и che non si parla…»

Gli chiudo la bocca. Sм, dico. Sм, sм, sм, sм, sм.

E mentre io sono al lavoro squadre di scimmie spaziali rivoltano il prato intorno alla casa e mescolano bicarbonato alla terra per abbassarne il grado di aciditа e ci versano dentro badilate di letame preso gratis negli allevamenti e ci rovesciano sacchi di spuntature di capelli presi dai parrucchieri per frenare le talpe e i topi e aumentare le proteine nel suolo.

Alle ore piщ impensate, di notte, tornano dai mattatoi le scimmie spaziali con sacchi di fertilizzante a base di sangue per incrementare la presenza di ferro nel suolo e polvere d'ossa per incrementare il fosforo.

Squadre di scimmie spaziali piantano basilico e timo e fiori di amamelide, eucalipto e menta in intricate composizioni caleidoscopiche. Una geometria in tutte le sfumature di verde. E altre squadre escono di notte e uccidono le lumache e le chiocciole a lume di candela. Un'altra squadra di scimmie spaziali coglie solo le foglie piщ sane e le bacche di ginepro da far bollire per ottenere una tintura naturale. Borragine perchй и un disinfettante naturale. Foglie di viola perchй guariscono le cefalee e stellina odorosa perchй conferisce al sapone la fragranza dell'erba tagliata.

In cucina ci sono bottiglie di vodka per fare il traslucido sapone al geranio e zucchero di canna e il sapone patchouli, e io frego una bottiglia di vodka e spendo in popcorn il mio fondo per la sepoltura. Passa Maria. Si parla di piante. Io e Maria camminiamo sui sentierini di ghiaia rastrellata nelle geometrie caleidoscopiche di verde del giardino, bevendo e sgranocchiando. Parliamo del suo seno. Parliamo di tutto meno che di Tyler Durden.

E un giorno esce sul giornale di una squadra di uomini vestiti di nero che hanno fatto irruzione nel salone di un concessionario di macchine di lusso in un quartiere elegante sfondando a colpi di mazza da baseball i paraurti anteriori delle macchine per far esplodere gli airbag in imbrattanti nuvole di polvere nel fracasso spaventoso degli antifurto.

Al Saponificio di Paper Street altre squadre raccolgono i petali di rose o anemoni o lavanda e mettono i fiori nelle scatole insieme con sego puro che assorba i profumi per farne sapone agli aromi floreali.

Maria mi parla delle piante.

La rosa, mi dice Maria, и un astringente naturale.

Ci sono piante con nomi necrologici: iris, dafne, ruta, malva, verbena. Altre, come porcellana di mare, artemisia, biancospino e passiflora sembrano nomi di fate shakespeariane. La fragrante vaniglia selvatica. L'amamelide, anch'essa astringente.

La radice di giaggiolo, l'iris selvatico spagnolo.

Tutte le sere io e Maria passeggiamo in giardino finchй sono sicuro che per quella sera Tyler non tornerа a casa. Dietro di noi c'и sempre una scimmia spaziale che ci segue a raccogliere quello stelo di melissa o ruta o menta che Maria mi ha stropicciato sotto il naso. Un chicco di mais esploso. La scimmia spaziale rastrella il sentiero dietro di sй per cancellare l'idea stessa del nostro passare di lм.

E una notte nel giardino di una piazza cittadina un altro gruppo di uomini ha versato benzina sotto tutti gli alberi e da albero ad albero ha appiccato un perfetto piccolo incendio boschivo. И finito sul giornale delle finestre della strada accanto sciolte dal calore e delle macchine parcheggiate che hanno scoreggiato accasciandosi sui copertoni fusi.

La casa che Tyler occupa in affitto in Paper Street и un essere vivente, il suo interno umido di tutta quella gente che suda e respira. Con tutta quella gente che si muove all'interno, la casa si muove.

Un'altra volta che Tyler non и rientrato, di notte, qualcuno era in giro a trapanare gli sportelli bancari automatici e i telefoni pubblici e poi ha infilato nei fori il becco di un ingrassatore a pressione e ha pompato nei Bancomat e nei telefoni pubblici grasso lubrificante o crema alla vaniglia.

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