I minatori dell' Alaska - Emilio Salgari 4 стр.


 Sono stati uccisi tutti quei poveri diavoli?

 Tutti meno uno, aveva risposto lindiano.

 E perché ne avete risparmiato uno?

 Perché era un ragazzo incapace di difendersi.

 Lo avete forse serbato per il palo del supplizio?

 No, era troppo giovane per sopportare dignitosamente le torture del palo.

 Allora ne avrete fatto uno schiavo.

 Sì, lo schiavo della Nube Rossa. Se sarà un valoroso, un giorno potrà venire promosso guerriero. Dei volti pallidi, rapiti giovani e cresciuti fra gli indiani, sono diventati dei capi valorosi.

 Lo so, disse Bennie. Ne ho conosciuto qualcuno nel Canada. Dunque tu credi che sia ancora vivo? ,

 Lo era stamane.

 Ha avuto delle ferite?

 Nessuna.

 Nube Rossa terrà molto al suo nuovo schiavo?

 È probabile.

 E tu credi che non lo scambierebbe contro uno dei suoi guerrieri?

 Non lo so.

 È lontano il campo di Nube Rossa?

 Si trova ora sulle rive occidentali del lago.

 Ha molti guerrieri con sè?

 Cento e più. Aspettano in quel luogo larrivo dei bisonti che devono scendere dal nord.

 Ah! Sono a caccia!

 Sì.

 E che cosa faceva Coda Screziata nel bosco, così lontano dalla sua tribù.

 Ero stato incaricato di sorvegliare

 Continua, disse Bennie, vedendo lindiano esitare.

 Non ricordo più nulla rispose il guerriero rosso, con aria imbarazzata.

 Allora mio fratello beva un altro sorso dacqua di fuoco, disse il cow-boy. Si rischiarirà la mente.

Il pellirossa afferrò avidamente la bottiglia e bevette a lungo.

Laveva appena staccata dalle labbra, che cadde bruscamente allindietro per rimanere lungo disteso e perfettamente immobile, come se fosse stato colto da una sincope.

 Altro che rischiarare la memoria! esclamò Back. Glielhai annebbiata del tutto.

 È quello che volevo, rispose Bennie, ridendo. Ora possiamo agire liberamente, senza temere che questo ubriacone ci dia noie o che, durante la nostra assenza, accoppi il ferito. Amico Back, ne so abbastanza ormai e ti dico che qui non spira aria buona nemmeno per noi. Coda Screziata sorvegliava noi per sorprenderci, te lo dice il vecchio scorridore della prateria.

 Ah! Nube Rossa spera di farci la pelle! Bah È dura la nostra e, in caso disperato, si prenderà quella del nostro bestiame, ma non di certo le nostre capigliature.

 Prendi il lazo. Back e lega per bene questo ubriaco.

 Sarebbe inutile, Bennie. Non aprirà gli occhi prima di ventiquattro ore.

 È vero, tuttavia è meglio non fidarsi di questi diavoli duomini. Lega, e a doppi nodi, gambe e braccia, mentre io vado ad avvertire lo scotennato di ciò che stiamo per fare.

Il ferito, udendo Bennie risalire sul carro, nonostante gli acuti dolori che doveva ancora provare, si era nuovamente sollevato. Forse il suo istinto gli aveva fatto capire che luomo veniva a salutarlo per poi recarsi a salvare il giovane prigioniero.

 Voi state per lasciarmi è vero? disse, scorgendo il cow-boy.

 Sì, avete indovinato. Io vado da Nube Rossa.

Un lampo di gioia brillò negli occhi dello scotennato.

 Voi siete troppo buono, mormorò. Come potrò sdebitarmi di tanta amicizia?

 Eh! Signore, nella prateria cè labitudine di soccorrersi lun laltro. Tutti i visi pallidi diventano fratelli.

Il ferito lo guardò per alcuni istanti in silenzio, poi disse lentamente, come parlando fra sè:

 Sì, cè il paese delloro.

 Che cosa dite, signore? chiese il cow-boy, che era stato colpito da quelle parole, che risvegliavano in lui lantica passione del minatore. Voi parlate doro?

 Sì, rispose il ferito.

 Corna di bisonte! Ecco una parola che mi solletica gli orecchi. Conoscete per caso qualche paese dove abbonda il prezioso minerale?

 Silenzio, ora, mormorò lo scotennato. Ne parleremo più tardi. Forse vi preme di partire.

 È vero, perché il campo di Nube Rossa non è vicino.

 Quando tornerete?

 Questa sera, poiché non mi fido dellospitalità dei pellirosse.

 Mi lasciate solo?

 Ne avevo intenzione, ma ora ho cambiato idea. Se qualche indiano si accorgesse che io e Back ci siamo allontanati, potrebbe approfittare della nostra assenza per uccidervi, e per liberare Coda Screziata, e, perduto lostaggio, sarebbe perduta anche la speranza di salvare il giovane. Addio, vi lascio il mio compagno. Siate tranquillo e sperate nel buon esito del mio tentativo.

 Grazie, rispose lo scotennato.

Quando Bennie ridiscese, il messicano aveva già sellato i cavalli, appendendo agli arcioni alcuni sacchetti contenenti un po di provviste. Il cow-boy con un gesto trattenne il compagno, mentre questi stava per salire in sella.

 No, Back, gli disse. Noi stavamo per commettere una grossa bestialità partendo tutti e due.

 E perché? chiese il messicano.

 Corna di bisonte! Credi tu che Coda Screziata fosse solo? Io temo invece che si trovasse in compagnia di altri, i quali, più fortunati, avranno potuto prendere il largo senza farsi scorgere da noi.

 È vero, Bennie.

 Se i compagni di Coda Screziata ci spiassero?

 Vedendoci partire, correrebbero qui a liberare lindiano.

 Vedi bene che è necessario che tu resti. Hai paura di rimanere solo?

 Non rimarrò precisamente solo, perché cè anche il ferito e mi pare un tipo duomo capace di aiutarmi nel caso di un assalto.

 È vero.

 Sei tu invece che hai molto da temere.

 Back! Non mi lascerò prendere, te lo assicuro. Il mio mustano fila come una locomotiva, e non si lascerà raggiungere dai mustani indiani. Io vado. Se scorgi qualcosa di sospetto barricati nel carro, e non risparmiare le munizioni; daltronde, fra dodici o quindici ore spero di essere di ritorno.

 Addio, Bennie, e sii prudente. Il cow-boy, da uomo che sa quanto può costare un accidente, anche il più insignificante, esaminò accuratamente le cinghie della sella e le briglie, poi la carabina, le munizioni, quindi balzò agilmente in sella, facendo a Back un gesto daddio. Il mustano, appena sentì allentare le briglia, partì al galoppo, lanciandosi sulla verde pianura che si stendeva, a perdita di vista, verso ovest, con delle leggere ondulazioni e pochi gruppi di piante.

Bennie, dopo aver messo il fucile davanti alla sella, si cacciò in bocca un grosso pezzo di tabacco, guardò se in una delle fondine ci fosse la rivoltella, arma preziosa in un combattimento corpo a corpo, poi osservò attentamente la prateria, scrutando specialmente le alte erbe, sotto le quali poteva nascondersi qualche nemico.

 Tutto va bene finora mormorò, soddisfatto da quellesame. Se il diavolo non ci mette la coda, fra quattro o cinque ore fumerò il calumet nel wigwam di Nube Rossa.

Si piegò sulla sella e guardò indietro. In mezzo al verde smeraldo della pianura, spiccava nettamente il carro gigantesco con la sua bianca tela, che il sole illuminava in pieno. Attorno, dispersi a gruppi, pascolavano i buoi e i cavalli, e nel mezzo, ritto sulle staffe del suo mustano morello, si distingueva Back, il quale pareva seguisse attentamente con lo sguardo lamico che sallontanava.

 Alla grazia di Dio, mormorò Bennie. Se lascerò la capigliatura nelle mani dei Grandi Ventri, vorrà dire che sarà giunta lora di andarmene.

Bennie, dopo aver messo il fucile davanti alla sella, si cacciò in bocca un grosso pezzo di tabacco, guardò se in una delle fondine ci fosse la rivoltella, arma preziosa in un combattimento corpo a corpo, poi osservò attentamente la prateria, scrutando specialmente le alte erbe, sotto le quali poteva nascondersi qualche nemico.

 Tutto va bene finora mormorò, soddisfatto da quellesame. Se il diavolo non ci mette la coda, fra quattro o cinque ore fumerò il calumet nel wigwam di Nube Rossa.

Si piegò sulla sella e guardò indietro. In mezzo al verde smeraldo della pianura, spiccava nettamente il carro gigantesco con la sua bianca tela, che il sole illuminava in pieno. Attorno, dispersi a gruppi, pascolavano i buoi e i cavalli, e nel mezzo, ritto sulle staffe del suo mustano morello, si distingueva Back, il quale pareva seguisse attentamente con lo sguardo lamico che sallontanava.

 Alla grazia di Dio, mormorò Bennie. Se lascerò la capigliatura nelle mani dei Grandi Ventri, vorrà dire che sarà giunta lora di andarmene.

Il cavallo galoppava sempre. Quel focoso destriere, dai garretti dacciaio, dallo slancio impetuoso, balzava agilmente sopra le grasse e alte erbe, con la criniera e la lunga coda al vento, come se fosse ritornato libero. A tratti volgeva il capo verso il cavaliere, come per vedere se era soddisfatto di quel rapido galoppo, o per reclamare qualche carezza che non si faceva attendere, poi riprendeva nuovo slancio, facendo udire un breve nitrito. La prateria non accennava a cambiare. Il terreno saliva e scendeva, sempre dolcemente, a larghe ondulazioni, coperto da erba alta e copiosa. Bennie guardava ogni cosa attentamente, pur continuando a masticare beatamente il suo tabacco. Da esperto cavaliere non abbandonava un solo istante le briglie, temendo sempre qualche sorpresa e di tratto in tratto si rizzava sulle staffe per abbracciare un maggiore orizzonte. La prateria pareva tranquilla, ma il cow-boy non si fidava di quella calma. Conosceva troppo bene lastuzia degli indiani per abbandonarsi a una completa sicurezza. Galoppava da unora, mantenendo una linea rigorosamente diritta verso il nord-ovest, quando scorse, agli estremi limiti della prateria, una linea grigio-verdastra che pareva tagliasse buona parte dellorizzonte.

 Benissimo mormorò. Fra venti minuti toccherò le sponde occidentali del lago.

Guardò il sole per orizzontarsi, senza essere costretto a levare la bussola che teneva in un taschino della sua camicia di flanella, poi lanciò il mustano verso quella linea oscura che doveva essere formata da qualche bosco, dicendo:

 Su, Caribou, allunga il trotto. La via è ancora lunga.

Il mustano, ripreso un istante di respirò, partì di nuovo, filando sulla prateria come un lampo. Pareva fosse veramente instancabile poiché non accennava a rallentare, quantunque avesse già percorso dun solo tratto più di quindici chilometri. Venti minuti dopo, come il cow-boy aveva previsto, il bosco era raggiunto. Si componeva di macchie di cedri, di pinocchi, che producono pigne grossissime, lunghe un buon piede, a forma di cono e che contengono gran numero di mandorle eccellenti; di gruppi di alberi del romice, carichi di fiori bianchi, colmi di una piccola provvista dacqua, e di salici. Bennie arrestò il cavallo, tese gli orecchi ascoltando per parecchi minuti, poi rassicurato dal silenzio che regnava in quel luogo, si inoltrò nel bosco, attraversandolo di galoppo. Giunto al margine opposto si trovò di fronte a una vasta distesa dacqua, che si allargava verso nord, scintillando sotto i raggi del sole. Quellampio bacino era il Piccolo lago degli Schiavi, da non confondersi col Grande lago omonimo che si trova molto più a settentrione, al di là del 160° di latitudine, nel territorio degli Indiani Denè. Quantunque sia uno dei meno vasti, è sempre considerevole, misurando oltre cento chilometri di lunghezza su venticinque o trenta di larghezza. Formato da scoli naturali, si scarica nel fiume Athabasca, a cui è unito da una specie di canale navigabile per i canotti indiani. Bennie, dopo aver guardato attentamente le rive, balzò a terra per accordare al cavallo un po di riposo e, per occupare il tempo, si mise a frugare le macchie facendo raccolta di lamponi e di mortelle. Non ritenendo di fare cattivi incontri, non aveva avuto la precauzione di staccare il fucile dallarcione, contando daltronde di non allontanarsi che di pochi passi. Si era cacciato in mezzo a un fitto gruppo di cespugli dove aveva scorto numerosi lamponi, quando tutto a un tratto udì dinanzi a sè un sordo grugnito, e vide apparire fra i rami una grossa testa nera con un muso lungo, aguzzo, armato di denti candidi e così robusti, da spaventare qualsiasi scorridore di prateria.

 Corna di bisonte! mormorò Bennie, che era diventato pallido.

 Un baribal?

La grossa testa nera, coperta da un pelame corto, ispido e lucentissimo, non si era mossa. Soltanto i suoi occhi, neri e mobilissimi, guardavano sospettosamente il cow-boy, ma più con inquietudine che minacciosamente. Quellimprovviso incontro aveva così sorpreso lo scorridore, da non fargli pensare a una pronta ritirata.

Uomo e animale si guardarono così per alcuni istanti, senza osare muoversi, poi il primo fece sollecitamente un passo indietro, senza però staccare gli occhi dal suo avversario. Con la destra aveva cercato il bowie-knife, quel solido coltello adoperato dagli americani, e che in certe occasioni è preferibile a una rivoltella, e, assicuratosi che laveva alla cintola, aveva continuato a retrocedere, sforzandosi, con la sinistra, di allontanare i rami che gli impedivano di lasciare la macchia. Appena si sentì libero, fece un rapido voltafaccia e in due salti raggiunse il mustano, afferrando rapidamente il fucile.

 Auff! esclamò, respirando liberamente. Credo di averla scampata per miracolo. Mio caro orso, se vuoi provare i tuoi artigli sulle mie carni, ti prometto di farti passare un pessimo quarto dora.

Anche il mustano si era accorto della vicinanza della fiera. Aveva rialzato il capo, interrompendo bruscamente il pascolo, e aveva mandato un nitrito dinquietudine.

 Non temere, Caribou, disse Bennie, accarezzandolo con una mano. Ci sono io a difenderti. Ah! Eccolo! Fortunatamente non mi sembra di cattivo umore!

V NUBE ROSSA

Un grosso orso nero, un baribal, come lo chiamano gli americani, lungo oltre due metri, con un pelo ispido, lucido e nerissimo, ma che però vicino al muso diventava leggermente fulvo, era comparso sullorlo della macchia. Era un magnifico capo di selvaggina, che avrebbe potuto fornire degli squisiti prosciutti non inferiori di certo a quelli dei cinghiali, essendo ben grasso, anche se tali plantigradi, che hanno labitudine di passare lintero inverno sotto la neve, rannicchiati nel cavo di un albero, o di qualche rupe, siano piuttosto magri quando si risvegliano dal loro lungo letargo. I baribal, che si chiamano anche muskawa, sono tuttora numerosi nel territorio britannico del Nord-Ovest, tenendosi per lo più nascosti nei boschi. Quellincontro sulle rive del Piccolo lago degli Schiavi, non era dunque straordinario. Quantunque Bennie sapesse che questi orsi sono di temperamento tranquillo, non assalendo luomo se non quando sono feriti, si teneva in guardia. Visto che non si muoveva, e che si accontentava di guardarlo, il cow-boy, che non voleva perdere tempo, con un rapido volteggio balzò sul mustano, allentando le briglie. Il cavallo spiccò un salto e partì al galoppo, ben contento di prendere il largo, essendo i baribal anche carnivori, e molto pericolosi per il bestiame dei cow-boys. Lorso, visto il cavaliere allontanarsi, credette che avesse avuto paura e si mise a seguirlo correndo di buon trotto, malgrado le sue forme tozze e pesanti e la poca lunghezza delle sue zampe, ma dovette ben presto convincersi che quella gara contro il mustano non poteva durare a lungo e dopo un quarto di miglio sarrestò, cacciandosi dentro una macchia. Bennie, sbarazzatosi di quellostinato bestione, spinse lo sguardo verso la costa occidentale del lago, sperando di scorgere qualche colonna di fumo che indicasse la presenza del capo indiano, ma non vide nulla sulla limpida linea dellorizzonte.

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