(a Felsani:) Lei qui a quest'ora? Giù, non avevo riconosciuta la sua carrozza.
Ziegler(andando premuroso verso Lucio) Si va bene, eh? (Mette in un angolo la cassetta, il cappello, le carte.)
Felsani(a Nora) Io qui a quest'ora. Ma non tema, signorina, non usurpo il suo posto d'infermiera. Glielo abbandono tutto intero il nostro ex ammalato. (Prende di su una seggiola la sua pelliccia. Giovanni lo aiuta a indossarla.)
NoraOh, garbata questa infermiera che entra munita di fiori nella camera dell'infermo! Ziegler, abbiate pazienza, buttateli via. (Glieli dà.)
ZieglerLusinghiero pel Comitato che ve li ha offerti. Piuttosto ve li porto in casa. Volete?
NoraNo, no: buttateli via. Tanto, domani saranno secchi.
LucioI fiori!.. Colore profumo niente altro!
Felsani(a Giovanni:) Grazie. (A Ziegler:) Dia a me, se non le dispiace, dia a me
Ziegler(consegnandogli il mazzo di fiori) Volentieri.
FelsaniSino a domani li serberò io.
NoraCosì poetico, dottore? (Si toglie la ciarpa, il mantello, i guanti.)
FelsaniPoetico, precisamente, no. Ma mi permetto di fare osservare alla signorina Nora che è una crudeltà il buttar via dei fiori freschi solo perchè domani saranno secchi. Secondo lei, signorina, invece di curare un uomo, noi dovremmo ucciderlo, cioè buttarlo via, solo perchè, tanto, un giorno o l'altro dovrà morire. Poetico, no. Un po' umanitario, ecco. E l'umanità comincia dove si vuole. Per alcuni comincia dalla scimmia Benissimo! Per me comincia dai fiori. «Vivere! Vegetare forse?» si domanderebbe un Amleto a rovescio E lei, signorina, che ne dice?.. Qual è la sua opinione?..
NoraNon ne ho, dottore. Sono una ignorante, io.
Felsani(sorpreso di sentire la stessa dichiarazione fatta poco prima da Lucio) Ah?.. Anche lei?
NoraPerchè «anche»?
FelsaniNulla Non ci badi. (A Lucio:) A rivederci, collega. E si ricordi che la vittoria è nostra.
Lucio(sorride.)
Felsani(salutando) Signorina Signor Ziegler Signor Giovanni
Nora, Giovanni e Ziegler(cortesemente, lo accompagnano.)
Felsani(uscendo lentissimamente) Chi vedesse uscire a quest'ora da una casa un vecchio medico con un mazzo di fiori in mano, farebbe le più varie e fantasiose supposizioni, ma di certo non sospetterebbe che il vecchio medico abbia voluto salvare il mazzo di fiori dalla crudeltà d'una infermiera gentile (Ancora salutando) Signori (Via.)
Nora(resta sulla soglia.)
Giovanni e Ziegler(escono con lui e poi ritornano.)SCENA III.
LUCIO, NORA, GIOVANNI e ZIEGLER
Ziegler(rientra, imitando lievemente l'andatura e l'accento del dottor Felsani) «E così il benefico Comitato ha finito coll'offrire dei fiori al dottor Felsani. Benissimo!.. (a Nora:) E lei, signorina, che ne dice?»
NoraOh! Io dico, sul serio, di non averli meritati.
ZieglerNon le prestar fede, Lucio. Ha suonato divinamente. E anch'io mi sono piaciuto. La sonata di Grieg l'abbiamo come dire? l'abbiamo sviscerata. E al secondo tempo, Nora, a suo marcio dispetto, è stata grande
Nora(ridendo e declamando:) «Come nessun fu mai!»
Giovanni(pazientemente si sdraia sulla poltrona, ascoltando.)
Ziegler(a Nora:) Date retta a me. In quell'andante appassionato (a Giovanni:) Bada, era il secondo tempo della seconda sonata di Grieg; e lì dentro, sai, c'è tutta la Norvegia coi suoi fiordi e con le sue aurore boreali (Continuando a rivolgere la parola a Nora e alzando il tono affinchè Lucio non resti estraneo alla conversazione:) Sì, perdinci, in quell'andante appassionato avete messo tanta profondità d'intenzioni e tanta intensità di dolcezza sentita quasi direi, di dolcezza vissuta che quel Kaps, non so, pareva avesse un cuore, pareva vivere come voi, come me (entusiasmandosi) e le corde del mio violino sconquassato cantavano, non perchè io le grattavo con l'archetto, no, ma perchè vivevano esse pure Proprio così!.. Vivevano, intendete?, vivevano per una suggestione. Già, io non so esattamente che diamine significhi la parola suggestione, che tutti diciamo cento volte al giorno; ma questa volta devo averla detta a proposito. Suggestione, incantesimo, malìa, magìa, miracolo!.. Una di queste cose, insomma, ovvero tutte quante insieme!
Nora(ridendo) Addirittura?!
ZieglerAddirittura! (Sempre più entusiasmandosi) Vi garantisco io che, dato un accompagnamento come il vostro, un violino suona da sè. E quando voi sedete al piano, Norina, parola d'onore, o che suoni io o che suoni Tartini redivivo, è precisamente lo stesso!..
Nora e Giovanni(lo guardano comicamente.)
ZieglerCioè credo di avere un poco esagerato. Ritiro la parola d'onore.
Lucio(sorride.)
Giovanni(levandosi) Hai finito, chiacchierone?
Ziegler(mortificato) Vi vedevo attenti: supponevo di farvi piacere, parlando.
GiovanniBe', se hai finito, (stendendogli la mano) buona notte.
Ziegler(stringendogliela) Te ne vai?
GiovanniNo! Sei tu che te ne vai.
ZieglerMa che! Io ho da restare. Stanotte siamo di guardia Norina ed io.
GiovanniSe ci sei stato la notte scorsa con lei! Stanotte spetta a me.
ZieglerE tu non c'eri stato già due notti di fila? Spetta a me, caro mio.
GiovanniE io sostengo che spetta a me.
NoraBisticciatevi per questo, adesso!
ZieglerDecidete voi, Nora.
GiovanniAndiamo, decidete voi.
NoraNon spetta a nessuno dei due. Il signor Lucio sta meglio, e quindi non c'è' bisogno di una duplice sentinella. Stanotte, ci resto io sola. Ecco la mia decisione.
ZieglerE basta così.
GiovanniNon parlo più.
Nora(dando a Giovanni il pastrano e il cappello) A voi (e a Ziegler il cappello, le carte e la custodia del violino) A voi E dritti a casa, da bravi ragazzi. (A Giovanni:) La consegna?
La consegna è questa. Sino alle due, possibilmente, riposo. A cominciare dalle due, le solite cartine, e se ha sete, la solita bibita. (Indi, parlando pianissimo, ma con disinvoltura, affinchè Lucio non sospetti:) D'un discorso molto serio fattomi dal dottore, parleremo poi a lungo domani.
NoraVa bene.
Giovanni(rialzando il tono e guardandola tutta) Intanto sarete a disagio in questo abito di fantasma.
NoraAndrò a svestirmi quando il signor Lucio si sarà addormentato.
GiovanniE se non si addormenterà, i vostri piedini staranno ad agghiacciarsi nelle calze di ragnatela e in questi petali di magnolia che chiamate scarpine.
NoraVi proibisco d'essere tanto bene informato della mia calzatura! Del resto, all'alba, Ziegler verrà a sostituirmi.
ZieglerBeninteso!
GiovanniE perchè non io?
Nora(vivamente) Perchè voi, no!
ZieglerE basta così.
NoraChe tiranna, eh?
GiovanniTiranna?.. Non lo so.
NoraÈ vero, signor Lucio, che sono un pochino tiranna?
LucioÈ la tirannia della Saggezza.
NoraAh, sì?
Giovanni(piano a Ziegler:) Ti secca di non restar qui con lei?
Ziegler(piano a Giovanni:) Per carità, Giovanni, non dirlo neanche per ischerzo.
Giovanni(a Lucio:) Noi ce ne andiamo, Lucio. (Indicando Nora) È lei che lo esige A domani, dunque.
Ziegler(a Lucio:) Domani, senza febbre e con gli occhioni luminosi e irrequieti come due fari. Mi sono spiegato?
Lucio(sorridendo dice di sì col capo.)
Ziegler(a Nora.) Buona veglia, Norina! (E via.)
Giovanni(stringendole la mano) A rivederci
NoraAhi! Ahi! Mi fate male
GiovanniEh!.. Troppo fragile per essere una tiranna, troppo sensibile per essere un fantasma!
Nora(quasi fra sè, con rancore) Cattivo!
Giovanni(esce.)SCENA IV.
LUCIO e NORA
Nora(si accinge a mettere in ordine gli oggetti che sono sulla tavola.)
(Un lungo silenzio.)LucioFa freddo, fuori?
NoraUn poco. Voi avete freddo?
LucioSento che fa un poco di freddo, ma io non ho freddo.
NoraInvece, io credo che abbiate freddo. Volete uno scialle?
LucioNo.
NoraLo volete?
LucioSiete voi che volete darmelo. Ebbene, io lo voglio.
Nora(stende sul letto uno scialle bianco, e ritorna a rassettare gli oggetti sulla tavola.)
(Un silenzio breve.)LucioNora
NoraSignor Lucio?
LucioPerchè odo la vostra voce meglio di quella degli altri?
Nora(con lieve celia gentile) Perchè le medicine che momentaneamente potevano indebolirvi l'udito ve le ho somministrate io. È giusto che esse abbiano fatta una eccezione per me.
Lucio(sorride) Ah?.. Ho inteso. (Pausa) E adesso che fate?.. Sedete, adesso Raccontate.
NoraUn momento C'era una gran confusione quassù Tutta colpa del signor Giovanni! (Seguendo il zig-zag del suo pensiero) Un po' matto, ma vi vuole molto bene anche lui.
LucioSì. Giovanni e Ziegler sono due amici eccezionali.
NoraEd io? (Poggia il paralume verde davanti alla candela. Si volta, e ascolta.)
LucioVoi, no.
NoraNo?!
LucioVoi, non siete un'amica.
NoraE che sono, io?
LucioEcco. Pocanzi il dottor Felsani diceva che la scienza mi ha ridata la vita
NoraÈ vero!
LucioIo sono convinto che me l'avete ridata voi.
NoraOh Dio! In che modo? (Ascoltandolo, muoverà impercettibilmente verso di lui, e si fermerà un po' discosta dal letto.)
(Sono tutti e due in un'atmosfera di sogno.)LucioIn che modo?.. La vita è la vita. Si sa come si scompone il corpo d'un uomo; non si sa o, meglio, io non so di che si componga la sua vita. Quel che io so è di averla riavuta a guisa d'un dono di averne sentita la trasfusione. (Pausa.) Ricordate?.. (Pausa.) Agonizzavo Cominciavo a morire La mia anima, liberandosi a poco a poco dalle sue spoglie, già si affacciava al mondo dì là Vedeva! Vedeva! Comprendete?
NoraSì.
LucioPoi un alito dolce, in cui era una segreta intercessione, un segreto richiamo, la trattenne, la fece retrocedere, me la ricondusse e la congiunse, di nuovo, completamente, a questo misero corpo restituendogli la vita, che demeritata gli si era dispersa. (Come in una ispirazione) Chi aveva richiamata l'anima mia?
NoraChi?
LucioVoi. E, difatti, mentre essa mi ritornava dentro, mentre io rinascevo, voi mi stavate vicina, vigilando aspettandomi Mi stavate vicina
Nora(intenta, si accosta ancora un poco e, a piè del letto, resta fissa, dinanzi a lui, suggendone ogni parola.)
(Il biancore del suo abito, il cui strascico si distende, e quello del letto compongono, nell'ombra, tutta una vaga forma bianca.)
LucioCosì Così come state ora: secura, diritta, solenne, grande, eppure umile Assai umile assai umile
Nora(assorta) Lucio
Lucio(spalancando gli occhi che diventano d'una luminosità soave) E così, con questa voce, con una voce che è soltanto vostra, mi dicevate: Lucio Lucio
(Muti, immobili, si guardano. Il silenzio incombe.)
(Sipario.)ATTO SECONDO
La medesima stanza. Ma l'ambiente è divenuto quasi gaio. Non c'è più il letto. Dove erano le fiale e i medicinali, si vedono, ora, piatti, bottiglie di vino, un fornello con su una caffettiera, una zuccheriera e parecchie tazze. Nel mezzo della stanza, una mensa. Son le prime ore del pomeriggio.
SCENA I.
LUCIO, DON PAOLO, NORA, GIOVANNI e ZIEGLER
(Essi stanno seduti intorno alla mensa. Don Paolo ha a destra Nora, a sinistra Ziegler. Lucio è alla destra di Nora. Giovanni è fra Lucio e Ziegler. Si è alla fine del pranzo. Si mangia la frutta. Si chiacchiera. Si beve. Il fornello del caffè è acceso.)