Il trionfo: Dramma in quattro atti - Roberto Bracco 2 стр.


(a Felsani:) Lei qui a quest'ora? Giù, non avevo riconosciuta la sua carrozza.

Ziegler

(andando premuroso verso Lucio) Si va bene, eh? (Mette in un angolo la cassetta, il cappello, le carte.)

Felsani

(a Nora) Io qui a quest'ora. Ma non tema, signorina, non usurpo il suo posto d'infermiera. Glielo abbandono tutto intero il nostro ex ammalato. (Prende di su una seggiola la sua pelliccia.  Giovanni lo aiuta a indossarla.)

Nora

Oh, garbata questa infermiera che entra munita di fiori nella camera dell'infermo! Ziegler, abbiate pazienza, buttateli via. (Glieli dà.)

Ziegler

Lusinghiero pel Comitato che ve li ha offerti. Piuttosto ve li porto in casa. Volete?

Nora

No, no: buttateli via. Tanto, domani saranno secchi.

Lucio

I fiori!.. Colore profumo niente altro!

Felsani

(a Giovanni:) Grazie. (A Ziegler:) Dia a me, se non le dispiace, dia a me

Ziegler

(consegnandogli il mazzo di fiori) Volentieri.

Felsani

Sino a domani li serberò io.

Nora

Così poetico, dottore? (Si toglie la ciarpa, il mantello, i guanti.)

Felsani

Poetico, precisamente, no. Ma mi permetto di fare osservare alla signorina Nora che è una crudeltà il buttar via dei fiori freschi solo perchè domani saranno secchi. Secondo lei, signorina, invece di curare un uomo, noi dovremmo ucciderlo, cioè buttarlo via, solo perchè, tanto, un giorno o l'altro dovrà morire. Poetico, no. Un po' umanitario, ecco. E l'umanità comincia dove si vuole. Per alcuni comincia dalla scimmia Benissimo! Per me comincia dai fiori. «Vivere! Vegetare forse?» si domanderebbe un Amleto a rovescio E lei, signorina, che ne dice?.. Qual è la sua opinione?..

Nora

Non ne ho, dottore. Sono una ignorante, io.

Felsani

(sorpreso di sentire la stessa dichiarazione fatta poco prima da Lucio) Ah?.. Anche lei?

Nora

Perchè «anche»?

Felsani

Nulla Non ci badi. (A Lucio:) A rivederci, collega. E si ricordi che la vittoria è nostra.

Lucio

(sorride.)

Felsani

(salutando) Signorina Signor Ziegler Signor Giovanni

Nora, Giovanni e Ziegler

(cortesemente, lo accompagnano.)

Felsani

(uscendo lentissimamente) Chi vedesse uscire a quest'ora da una casa un vecchio medico con un mazzo di fiori in mano, farebbe le più varie e fantasiose supposizioni, ma di certo non sospetterebbe che il vecchio medico abbia voluto salvare il mazzo di fiori dalla crudeltà d'una infermiera gentile (Ancora salutando) Signori (Via.)

Nora

(resta sulla soglia.)

Giovanni e Ziegler(escono con lui e poi ritornano.)

SCENA III.

LUCIO, NORA, GIOVANNI e ZIEGLER

Ziegler

(rientra, imitando lievemente l'andatura e l'accento del dottor Felsani) «E così il benefico Comitato ha finito coll'offrire dei fiori al dottor Felsani. Benissimo!.. (a Nora:) E lei, signorina, che ne dice?»

Nora

Oh! Io dico, sul serio, di non averli meritati.

Ziegler

Non le prestar fede, Lucio. Ha suonato divinamente. E anch'io mi sono piaciuto. La sonata di Grieg l'abbiamo come dire?  l'abbiamo sviscerata. E al secondo tempo, Nora, a suo marcio dispetto, è stata grande

Nora

(ridendo e declamando:) «Come nessun fu mai!»

Giovanni

(pazientemente si sdraia sulla poltrona, ascoltando.)

Ziegler

(a Nora:) Date retta a me. In quell'andante appassionato (a Giovanni:) Bada, era il secondo tempo della seconda sonata di Grieg; e lì dentro, sai, c'è tutta la Norvegia coi suoi fiordi e con le sue aurore boreali (Continuando a rivolgere la parola a Nora e alzando il tono affinchè Lucio non resti estraneo alla conversazione:) Sì, perdinci, in quell'andante appassionato avete messo tanta profondità d'intenzioni e tanta intensità di dolcezza sentita quasi direi, di dolcezza vissuta che quel Kaps, non so, pareva avesse un cuore, pareva vivere come voi, come me (entusiasmandosi) e le corde del mio violino sconquassato cantavano, non perchè io le grattavo con l'archetto, no, ma perchè vivevano esse pure Proprio così!.. Vivevano, intendete?, vivevano per una suggestione. Già, io non so esattamente che diamine significhi la parola suggestione, che tutti diciamo cento volte al giorno; ma questa volta devo averla detta a proposito. Suggestione, incantesimo, malìa, magìa, miracolo!.. Una di queste cose, insomma, ovvero tutte quante insieme!

Nora

(ridendo) Addirittura?!

Ziegler

Addirittura! (Sempre più entusiasmandosi) Vi garantisco io che, dato un accompagnamento come il vostro, un violino suona da sè. E quando voi sedete al piano, Norina, parola d'onore, o che suoni io o che suoni Tartini redivivo, è precisamente lo stesso!..

Nora e Giovanni

(lo guardano comicamente.)

Ziegler

Cioè credo di avere un poco esagerato. Ritiro la parola d'onore.

Lucio

(sorride.)

Giovanni

(levandosi) Hai finito, chiacchierone?

Ziegler

(mortificato) Vi vedevo attenti: supponevo di farvi piacere, parlando.

Giovanni

Be', se hai finito, (stendendogli la mano) buona notte.

Ziegler

(stringendogliela) Te ne vai?

Giovanni

No! Sei tu che te ne vai.

Ziegler

Ma che! Io ho da restare. Stanotte siamo di guardia Norina ed io.

Giovanni

Se ci sei stato la notte scorsa con lei! Stanotte spetta a me.

Ziegler

E tu non c'eri stato già due notti di fila? Spetta a me, caro mio.

Giovanni

E io sostengo che spetta a me.

Nora

Bisticciatevi per questo, adesso!

Ziegler

Decidete voi, Nora.

Giovanni

Andiamo, decidete voi.

Nora

Non spetta a nessuno dei due. Il signor Lucio sta meglio, e quindi non c'è' bisogno di una duplice sentinella. Stanotte, ci resto io sola. Ecco la mia decisione.

Ziegler

E basta così.

Giovanni

Non parlo più.

Nora

(dando a Giovanni il pastrano e il cappello) A voi (e a Ziegler il cappello, le carte e la custodia del violino) A voi E dritti a casa, da bravi ragazzi. (A Giovanni:) La consegna?

La consegna è questa. Sino alle due, possibilmente, riposo. A cominciare dalle due, le solite cartine, e se ha sete, la solita bibita. (Indi, parlando pianissimo, ma con disinvoltura, affinchè Lucio non sospetti:) D'un discorso molto serio fattomi dal dottore, parleremo poi a lungo domani.

Nora

Va bene.

Giovanni

(rialzando il tono e guardandola tutta) Intanto sarete a disagio in questo abito di fantasma.

Nora

Andrò a svestirmi quando il signor Lucio si sarà addormentato.

Giovanni

E se non si addormenterà, i vostri piedini staranno ad agghiacciarsi nelle calze di ragnatela e in questi petali di magnolia che chiamate scarpine.

Nora

Vi proibisco d'essere tanto bene informato della mia calzatura! Del resto, all'alba, Ziegler verrà a sostituirmi.

Ziegler

Beninteso!

Giovanni

E perchè non io?

Nora

(vivamente) Perchè voi, no!

Ziegler

E basta così.

Nora

Che tiranna, eh?

Giovanni

Tiranna?.. Non lo so.

Nora

È vero, signor Lucio, che sono un pochino tiranna?

Lucio

È la tirannia della Saggezza.

Nora

Ah, sì?

Giovanni

(piano a Ziegler:) Ti secca di non restar qui con lei?

Ziegler

(piano a Giovanni:) Per carità, Giovanni, non dirlo neanche per ischerzo.

Giovanni

(a Lucio:) Noi ce ne andiamo, Lucio. (Indicando Nora) È lei che lo esige A domani, dunque.

Ziegler

(a Lucio:) Domani, senza febbre e con gli occhioni luminosi e irrequieti come due fari. Mi sono spiegato?

Lucio

(sorridendo dice di sì col capo.)

Ziegler

(a Nora.) Buona veglia, Norina! (E via.)

Giovanni

(stringendole la mano) A rivederci

Nora

Ahi! Ahi! Mi fate male

Giovanni

Eh!.. Troppo fragile per essere una tiranna, troppo sensibile per essere un fantasma!

Nora

(quasi fra sè, con rancore) Cattivo!

Giovanni(esce.)

SCENA IV.

LUCIO e NORA

Nora

(si accinge a mettere in ordine gli oggetti che sono sulla tavola.)

(Un lungo silenzio.)Lucio

Fa freddo, fuori?

Nora

Un poco. Voi avete freddo?

Lucio

Sento che fa un poco di freddo, ma io non ho freddo.

Nora

Invece, io credo che abbiate freddo. Volete uno scialle?

Lucio

No.

Nora

Lo volete?

Lucio

Siete voi che volete darmelo. Ebbene, io lo voglio.

Nora

(stende sul letto uno scialle bianco, e ritorna a rassettare gli oggetti sulla tavola.)

(Un silenzio breve.)Lucio

Nora

Nora

Signor Lucio?

Lucio

Perchè odo la vostra voce meglio di quella degli altri?

Nora

(con lieve celia gentile) Perchè le medicine che momentaneamente potevano indebolirvi l'udito ve le ho somministrate io. È giusto che esse abbiano fatta una eccezione per me.

Lucio

(sorride) Ah?.. Ho inteso. (Pausa) E adesso che fate?.. Sedete, adesso Raccontate.

Nora

Un momento C'era una gran confusione quassù Tutta colpa del signor Giovanni! (Seguendo il zig-zag del suo pensiero) Un po' matto, ma vi vuole molto bene anche lui.

Lucio

Sì. Giovanni e Ziegler sono due amici eccezionali.

Nora

Ed io? (Poggia il paralume verde davanti alla candela. Si volta, e ascolta.)

Lucio

Voi, no.

Nora

No?!

Lucio

Voi, non siete un'amica.

Nora

E che sono, io?

Lucio

Ecco. Pocanzi il dottor Felsani diceva che la scienza mi ha ridata la vita

Nora

È vero!

Lucio

Io sono convinto che me l'avete ridata voi.

Nora

Oh Dio! In che modo? (Ascoltandolo, muoverà impercettibilmente verso di lui, e si fermerà un po' discosta dal letto.)

(Sono tutti e due in un'atmosfera di sogno.)Lucio

In che modo?.. La vita è la vita. Si sa come si scompone il corpo d'un uomo; non si sa o, meglio, io non so di che si componga la sua vita. Quel che io so è di averla riavuta a guisa d'un dono di averne sentita la trasfusione. (Pausa.) Ricordate?.. (Pausa.) Agonizzavo Cominciavo a morire La mia anima, liberandosi a poco a poco dalle sue spoglie, già si affacciava al mondo dì là Vedeva! Vedeva! Comprendete?

Nora

Sì.

Lucio

Poi un alito dolce, in cui era una segreta intercessione, un segreto richiamo, la trattenne, la fece retrocedere, me la ricondusse e la congiunse, di nuovo, completamente, a questo misero corpo restituendogli la vita, che demeritata gli si era dispersa. (Come in una ispirazione) Chi aveva richiamata l'anima mia?

Nora

Chi?

Lucio

Voi. E, difatti, mentre essa mi ritornava dentro, mentre io rinascevo, voi mi stavate vicina, vigilando aspettandomi Mi stavate vicina

Nora

(intenta, si accosta ancora un poco e, a piè del letto, resta fissa, dinanzi a lui, suggendone ogni parola.)

(Il biancore del suo abito, il cui strascico si distende, e quello del letto compongono, nell'ombra, tutta una vaga forma bianca.)

Lucio

Così Così come state ora: secura, diritta, solenne, grande, eppure umile Assai umile assai umile

Nora

(assorta) Lucio

Lucio

(spalancando gli occhi che diventano d'una luminosità soave) E così, con questa voce, con una voce che è soltanto vostra, mi dicevate: Lucio Lucio

(Muti, immobili, si guardano.  Il silenzio incombe.)

(Sipario.)

ATTO SECONDO

La medesima stanza. Ma l'ambiente è divenuto quasi gaio. Non c'è più il letto. Dove erano le fiale e i medicinali, si vedono, ora, piatti, bottiglie di vino, un fornello con su una caffettiera, una zuccheriera e parecchie tazze. Nel mezzo della stanza, una mensa. Son le prime ore del pomeriggio.

SCENA I.

LUCIO, DON PAOLO, NORA, GIOVANNI e ZIEGLER

(Essi stanno seduti intorno alla mensa. Don Paolo ha a destra Nora, a sinistra Ziegler. Lucio è alla destra di Nora. Giovanni è fra Lucio e Ziegler. Si è alla fine del pranzo. Si mangia la frutta. Si chiacchiera. Si beve.  Il fornello del caffè è acceso.)

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