Glie lo giuro!
TinaScusi tanto che non l'avevo riconosciuto.
ArmandoNon se ne preoccupi. Sono cose che accadono.
TinaE le cento copie?
ArmandoNon c'è che da cercarle in tutte le saccocce della mia esistenza. Senonchè, non capisco che ne farà di tante copie.
TinaVoglio offrirle a queste indulgenti signore e signorine, affinchè si ricordino di Tina di Lorenzo e affinchè sappiano bene che il ritratto d'una donna può essere infedele... come un marito...
ArmandoProtesto!
TinaNon si dia pena... Tutti sanno che un marito può essere fedele se è (indica Armando)... un originale.
(Applausi prolungati. Alle signore e alle signorine vengono distribuiti i ritratti di Tina di Lorenzo.)
NOTTE DI NEVE
Dramma in un attorappresentato per la prima volta al teatro Argentina di Roma nel 1905.
PERSONAGGI:Salvatore
Graziella
Francesca
Epoca attuale A NapoliUno stambugio: non lurido, ma sguernito. Un letto di ferro per due, con i cuscini puliti e una coperta decente. Una tavola di legno grezzo. Un paio di sedie. Una panchetta. Una credenza. Qualche altra suppellettile indispensabile. In mezzo alla stanza: un gran braciere, spento. Un piccolo crocifisso a capo del letto. Niente altro ai muri e niente sulle scarse suppellettili. Si ha l'impressione del vuoto e del freddo. Una sola porta a due battenti in fondo, la quale dà in un vicolo recondito. In uno dei due battenti è praticato un alto finestrino angustissimo, per cui non può passare neppure una testa. Ha una griglia di ferro come se fosse il finestrino d'un carcere e uno sportello di legno. La porta e il finestrino sono chiusi. È notte. Lo stambugio è nel buio fitto.