Il perfetto amore: Dialogo in tre atti - Roberto Bracco 2 стр.


Mi ha favorito addirittura la sua biografia!

Ugo

Una presentazione abbondante, ecco. Non ho voluto lesinare.

Elena

E si è data tutta questa pena per fare una scommessa con me?!

Ugo

Si fa una scommessa per guadagnar qualche cosa.

Elena

Ma è una scommessa inverosimile, una scommessa già perduta!

Ugo

Da quell'onestissimo avventuriero che mi pregio di essere, l'avverto che l'imbroglio c'è.

Elena

Lei può imbrogliare fin che vuole: con l'imbroglio non le riescirà certo di fabbricare un Wagner per suo uso e consumo. (Ridendo un po' e burlandosi di lui) Via!.. «I Maestri Cantori» senza la «Canzone del Premio»

Ugo

(interrompendo) È come dire un corpo senz'anima o un pasticcio di pernici senza pernici.

Elena

Assolutamente!

Ugo

Ma io non ho mai pensata una simile sciocchezza!

Elena

(con un salto di stupore) E la scommessa?!

Ugo

Un piccolo espediente, signora! Il culto wagneriano che ella professa me lo ha felicemente ispirato soccorrendo l'ansia che avevo di vincere quel suo mutismo ostile. Ora, il mio monologo e il suo solitario si sono mutati in dialogo; io parlo con lei, lei parla con me: ciò che avevo stabilito di guadagnare, l'ho guadagnato. Come vede, l'imbroglio c'era.

Elena

(allontanandosi un po' dallo scrittoio per allontanarsi da lui) Molto furbo!

Ugo

Sì, non c'è male: abbastanza.

Elena

E, con tutta la sua furbizia, non ha avuto il dubbio che della scommessa mi sia servita io per appurare finalmente chi fosse lei?

Ugo

Confesso che a questo non avevo pensato. (Poi, con sarcasmo vendicativo) D'altronde, io non potevo sperare che in lei destasse tanta curiosità la mia povera persona. Ne sono orgoglioso!

Elena

(in uno stato di irrequietezza graziosa, va un po' di qua, un po' di là, gingillandosi con un qualche oggetto preso a caso.) Non incomodi il suo orgoglio, sa. Non c'è di che. La mia curiosità? Sfido, io! Da che sono in viaggio, dovunque io vada, mi trovo sempre lei davanti!

Ugo

(codiandola) Dica piuttosto che mi trova sempre alle sue spalle. (Difatti, in questo punto, si trova precisamente alle spalle di Elena, che guarda una carta di musica sul pianoforte.) Io non faccio che seguirla.

Elena

(con simulata ingenuità) Davvero? Credevo che si trattasse di coincidenze casuali.

Ugo

Mi affaticai tanto per partire da Napoli col medesimo treno con cui partì lei!

Elena

(continuando a simulare) Si vanta di uno zelo del quale non la credo capace. Alla stazione di Napoli, lei non c'era.

Ugo

Io le dico che c'ero.

Elena

Lei non c'era.

Ugo

Ci ero! Ci ero! Le assicuro che ci ero!

Elena

Ma no.

Ugo

Cerchi di ricordare. Badi che avevo la barba.

Elena

Una barba finta?!

Ugo

Una barba vera. Una barba mia.

Elena

E che ne ha fatto?

Ugo

La lasciai a Roma.

Elena

Al bagagliaio?

Ugo

Mentre ella era al restaurant, andai a farmela radere.

Elena

Perchè?

Ugo

Credetti utile sembrare un po' meno brutto e un po' più giovane.

Elena

A chi?

Ugo

Non certo al capotreno. A lei, s'intende.

Elena

Sicchè, con quel suo inseguimento senza barba, si riprometteva di conquistarmi?

Ugo

(atteggiandosi a modesto) Io non aspiravo che a farle tollerare la mia presenza, di cui mi proponevo di offrirle la costante assiduità. La disturbo con la mia presenza?

Elena

Ogni tanto lei mi domanda se mi disturba. È lo stesso che domandare come va l'appetito a un poveretto che stia soffrendo il mal di mare.

Ugo

Io sarei il mal di mare?!

Elena

Un ostinato corteggiatore è anche peggio per una signora che viaggia sola.

Ugo

Non tutte le signore che viaggiano sole sono afflitte da una simile idiosincrasia.

Elena

Tutte le signore rispettabili come me! Ma lei non lo sa nemmeno che io sono una signora rispettabile!

Ugo

Se non lo sapessi, le avrei già mancato di rispetto. In fondo, perchè sono così noioso, io? Perchè so che lei è rispettabile. Vuol vedere che lo so? Le mostrerò gli appunti da me raccolti sul conto suo quando a Napoli cominciai ad occuparmi di lei. Monologavo nel mio taccuino. (Lo cava di tasca.)

Elena

Il pigliare degli appunti sul conto d'una signora fa parte delle attitudini di avventuriero?

Ugo

Naturalmente. Legga queste paginette. (Le porge il taccuino, aperto.)

Elena

(sedendo sul bracciuolo d'una poltrona, prende il taccuino e guarda.) Ha una bruttissima calligrafia!

Ugo

(sedendole accanto, sopra una sedia.) Sì, la calligrafia non è bella

Elena

Ma come si fa a leggere?!

Ugo

Non leggo io stesso perchè ella potrebbe credermi intento a mutare il testo. Si regoli: ho un g che sembra una f, un b che sembra una h, un p che sembra un y, e faccio allo stesso modo la n, la r, le s, la z, il v e il c.

Elena

Ma è un rompicapo!

Ugo

Tutto sta a farci l'occhio.

Elena

Mi ci proverò. (Cerca di decifrare:) Qua su, si capisce: è il mio nome: «Elena Lamberti Ardori». Poi?.. (Continua a decifrare:) «Vedova che ha avuto un» (A Ugo:) Un che?

Ugo

«Un marito».

Elena

Ci sono delle vedove che non lo hanno avuto?

Ugo

Sicuro! E non le nego che io, sulle prime, sospettai che lei appunto non lo avesse avuto.

Elena

(offesa) Mi meraviglio!

Ugo

Ma visto che fu un sospetto passeggero

Elena

Andiamo avanti. (Fissa un punto della paginetta) Che dice qui?.. «Il quale marito»

Ugo

(spiegando) Il quale marito di questa vedova

Elena

(decifrando:) «il quale marito non è morto» Eh?!

Ugo

Lei ha troncata la frase. Riunisca le parole in un sol fiato: «Il quale marito non è morto di morte naturale».

Elena

Questo è vero. (Con un sospiro) Mah!.. (Poi, leggendo in un tono di tristezza:) «Egli si uccise con un colpo di rivoltella dopo qualche mese di manicomio». (A Ugo:) Di manicomio?!

«Di matrimonio». Io ricordo di avere scritto: «matrimonio».

Elena

(legge con la medesima intonazione malinconica ed enfatica:) «Egli si uccise con un colpo di rivoltella dopo qualche mese di matrimonio perchè era un areostatico».

Ugo

Ma che areostatico! «Un nevrastenico».

Elena

No: questo è inesatto.

Ugo

Effettivamente, doveva essere non un nevrastenico, ma addirittura un pazzo se preferì un colpo di rivoltella a una moglie come lei.

Elena

Per sua norma, mio marito fu il più saggio degli uomini!

Ugo

Mi affretto a crederlo, perchè riconosco una incontestabile competenza nella donna che lo ha amato e che certamente lo ama tuttora.

Elena

Anche questo è fantastico. Come fa a sapere che lo amo tuttora?

Ugo

Ne dubiterei soltanto se egli fosse vivo.

Elena

(con severità) Lei si permette delle insinuazioni!

Ugo

Ma no Non si adombri. Legga ciò che segue. Nel mio taccuino è consacrata la sua fedeltà coniugale. Sarà soddisfatta di me.

Elena

Vediamo. (Legge con facilità:) «Per quanto riguarda la causa del suicidio, risulta nettamente esclusa l'ipotesi che egli abbia avuto dei dispiaceri da sua moglie»

Ugo

Ecco: ora ci ha fatto l'occhio.

Elena

(continuando:) «La quale»

Ugo

(spiegando) La quale moglie del marito suicida

Elena

(legge velocemente:) « avendo dato prova di serietà e di rettitudine fin da quando, adolescente, rimase orfana e sola, era andata a nozze con la reputazione di possedere tutte le qualità per renderlo felice».

Ugo

Ha capito?

Elena

Sì, questo è carino. La ringrazio. (Voltando la paginetta) E che altro c'è?

Ugo

Più nulla. Punto e basta. (Fa per riprendere il taccuino.)

(Si levano tutti e due con molto brio.)Elena

(guardando la paginetta seguente) No, no!.. Qui ce n'è dell'altro! C'è un numero.

Ugo

Non guardi, non guardi. Un numero scritto a casaccio.

Elena

È l'età che mi ha attribuita: venticinque anni. (Rendendogli il taccuino) Rinnovo i ringraziamenti. È stato generoso.

Ugo

Glieli ho forse aumentati?

Elena

È stato generoso, perchè me ne ha tolti.

Ugo

Quanti ne ha, in sostanza?

Elena

Io crederei di averne ventotto.

Ugo

Il che significa che ne ha trenta.

Elena

Ah, no. Adesso esagera!

Ugo

Me ne duole per lei se non li ha.

Elena

Perchè?

Ugo

Perchè una vedova che non ha ancora trent'anni è una vedova immatura. Troppo giovane. Non può avere l'esperienza necessaria per apprezzare abbastanza lo stato vedovile!

Elena

È una bella seccatura, sa, lo stato vedovile!

Ugo

È lo stato ideale. Suol dirsi che la carriera della donna è il matrimonio. Lo ammetto. Ma il matrimonio è poi anche il suo domicilio coatto. Ebbene, la vedova è una donna che ha compiuta la sua carriera e che dal domicilio coatto se l'è svignata. Conti giusti con la società e indipendenza definitiva. Io mi riferisco, s'intende, ai costumi dei nostri paesi. Altrove, è diverso. Altrove, la donna non ha nessuna ragione di aspettare la morte dell'uomo. Essa, per avere la sua indipendenza, fa una cosa un po' più allegra: non se lo piglia per marito.

Elena

Lei sta per regalarmi una seconda apologia delle americanine. È un vero tic il suo!

Ugo

Cioè cioè cioè Non vorrei essere frainteso. Io adoro la fanciulla americana per tutti i vantaggi che la sua indipendenza offre a noialtri uomini; ma sono troppo buongustaio per non preferire alla fanciulla americana la vedovella italiana. Perchè, veda, la vedovella italiana, per noi, è come la fanciulla americana con quel tanto di più che nella fanciulla americana dev'essere quel tanto di meno.

Elena

(con disgusto) «Quel tanto di meno, quel tanto di più» Lei ostenta un materialismo stucchevole!

Ugo

Non so quello che intenda per materialismo; ma, senza dubbio, io non vivo nelle nuvole. Mi ci troverei a disagio.

Elena

Io, invece, ci vivo e mi ci trovo divinamente!

Ugo

Ciò mi dispiace non poco, perchè non avrò modo di pervenire fino a lei.

Elena

In areoplano.

Ugo

Batterei il récord del capitombolo. Non mi conviene.

Elena

Allora, si rassegnerà a guardarmi col canocchiale.

Ugo

Il canocchiale è come la speranza: ci mostra vicine le cose che sono lontane. Sicchè, guarderò e spererò.

Elena

Che cosa?!

Ugo

Non so Che lei, un giorno o l'altro, caschi

Elena

(tagliandogli la frase, con vivo risentimento) Signore!

Ugo

dalle nuvole.

Elena

Non le hanno detto qual è la mia divisa?

Ugo

No, non me l'hanno detto. Nei miei appunti, difatti, non c'è.

Elena

Glielo dico io. (Con un accento lirico:) «Verso la via più alta».

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