La piccola fonte: Dramma in quattro atti - Roberto Bracco 2 стр.


Ma io non ricomincerò certo da capo. Il succo è che io sono impiegato presso Stefano Baldi.

Don Fausto

(mettendogli una mano sulla spalla) Forse, potreste essere l'uomo che mi ci vuole. Avete influenza su questa bestia rara?

Valentino

Bestia rara siete voi.

Don Fausto

Insomma, avete influenza su questo sedicente poeta?

Valentino

Se non ritirate il «sedicente», non possiamo andare avanti.

Don Fausto

Ritiro il «sedicente».

Valentino

Tutte le persone che campano a spese di qualcuno hanno un po' d'influenza sul medesimo. Io, poi, oltre a campare a spese di Stefano, gli sono anche parente. Sissignore! Discendiamo dallo stesso ceppo.

Don Fausto

Da Adamo ed Eva?

Valentino

(contraffacendolo) «Da Adamo ed Eva!» (Carezzandogli il mento) Quanto siete grazioso!

Don Fausto

Giù le mani!

Valentino

Gli sono cugino in terzo grado, e cavatevi il cappello!

Don Fausto

Io me lo caverò se riescirete a farmi dare le mille e settecento lire che mi deve.

Valentino

Stefano ha preso da voi mille e settecento lire di saponi?!

Don Fausto

Ma che saponi! Sono cinque anni che ho smessa la fabbrica perchè insieme con mio cognato quello che perdette il posto al Museo aprii in via Costantinopoli un magazzino d'antichità. Neppure questo sapete?

Valentino

Chi volete che si dia la pena di parlarmi di voi?!

Don Fausto

Io misi un comunicato nei giornali.

Valentino

Un altro!

Don Fausto

Che c'è di straordinario? Per questo ci sono i giornali: per metterci i comunicati.

Valentino

Bel concetto che avete del giornalismo!

Don Fausto

Veniamo al fatto.

Valentino

Veniamo al fatto.

Don Fausto

La bellezza di otto mesi fa, il vostro signor cugino in terzo grado prese da noi una cornice e due sedie.

Valentino

Una cornice e due sedie, mille settecento lire?!

Don Fausto

La cornice, settecento; e le sedie, cinquecento ognuna.

Valentino

Dio sa quante volte mi sarò seduto su cinquecento lire e non me ne sono mai accorto!

Don Fausto

Gli avrò scritto più di venti lettere.

Valentino

E lui?

Don Fausto

Lui, niente! Come se non ne avesse ricevuta nemmeno mezza.

Valentino

(cacciandosi in tasca la pipetta spenta) Non ci badate: è un po' distratto.

Don Fausto

(scaldandosi) Un po' distratto?

Valentino

Del resto, la distrazione, si sa, è la malattia di tutti i poeti.

Don Fausto

(alzando la voce) Ma lo guarisco io di questa malattia!

Valentino

(toccandogli la pancia come si fa carezzando un cavallo) Buono, buono, don Fausto!

Don Fausto

Giù le mani!

Valentino

Uno di questi giorni, gli parlo io.

Don Fausto

Oggi ho delle scadenze e mi necessita il contante per fare onore alla mia firma. Per mezzogiorno al più tardi, il mio conto dev'essere saldato.

Valentino

Per mezzogiorno, è un po' difficile. Questa è l'ora in cui Stefano è chiuso nel suo studio, e guai a disturbarlo!..

Don Fausto

Chiuso o non chiuso, se fra un'ora non sono soddisfatto, mando al vostro signor parente uno sveglierino per atto d'usciere e metto

Valentino

(continuando subito) Un comunicato nei giornali.

Don Fausto

(fermamente) Nè più nè meno.

Valentino

Così Stefano vi risponderà in versi.

Don Fausto

E io lo chiamerò imbroglione in prosa.

Valentino

Ma, dico: che modo di parlare è questo?!

Don Fausto

E voi perchè mi stuzzicate?

SCENA III

DON FAUSTO, VALENTINO, TERESATeresa

(venendo dal fondo) Che c'è, che c'è, Valentino?

Valentino

(a Don Fausto) Questa è sua moglie. Fate il gentiluomo con lei. (A Teresa) Non c'è niente, signora Teresa. Niente di serio. C'è soltanto il signor Fausto Cantajello, qui presente, il quale avrebbe un conticino di mille e settecento lire da farsi saldare. Una cornice e due sedie.

Don Fausto

Due sedie a bracciuoli, Errico Quarto puro

Valentino

(a Teresa) Devono essere quei due seggioloni con quella spalliera (fa dei gesti descrittivi.)

Don Fausto

A servirvi. Su quei due seggioloni pare certo sia stato seduto Errico Quarto in persona.

Valentino

E diamine! (Gesto analogo) Se ne vede ancora l'impronta.

Don Fausto

La cornice, poi, ha contenuto il primo ritratto a olio di Napoleone I.

Valentino

Ho capito: è per questo che Stefano ci ha messo il ritratto suo.

Teresa

(che si trova alla destra di don Fausto) Sì, ma io non credo che per oggi mio marito abbia disponibile questa somma. Dovreste avere la bontà di pazientare.

Don Fausto

(che ha udito poco,  a Valentino) Dovrei avere la bontà di che?

Valentino

A sinistra, a sinistra, signora Teresa.

Teresa

A sinistra!?..

Valentino

A destra è sordo. Parlategli a sinistra.

Teresa

(passando alla sinistra di don Fausto) Dicevo che dovreste avere la bontà di pazientare.

Don Fausto

Ah no, signora mia. Ho già spiegato al cugino in terzo grado di vostro marito le ragioni per cui non posso più pazientare.

Teresa

(deviando involontariamente) Valentino!

Valentino

(accostandosi con zelo) Comandate.

Teresa

(piano) Lo sapete che Stefano non vuole che vi si conosca come suo cugino

Valentino

È vero, sì, ogni tanto me ne dimentico.

Teresa

(affettuosamente) Ha i suoi principii Dobbiamo rispettarli

Don Fausto

Dunque, signora, che si decide?

Teresa

Che volete che vi dica?.. Io non ho l'abitudine d'incomodare mio marito per simili faccende. E oggi, meno che mai. Tutt'al più, quando saprò che ha dei quattrini

Don Fausto

Quando saprete che ha dei quattrini, cara signora, sarà troppo tardi. Per fortuna, (cavando una carta da una tasca) il conticino è firmato da vostro marito a mo' di obbligazione. Ecco qua. (Lo mostra) Il termine è trascorso da un pezzo; e quindi io ricorro ai ferri corti.

Valentino

Intimazione per atto d'usciere e pubblica denunzia nei giornali della città.

Teresa

(spaventata) Dio mio! Che dite mai!?

Intimazione per atto d'usciere e pubblica denunzia nei giornali della città.

Teresa

(spaventata) Dio mio! Che dite mai!?

Don Fausto

D'altronde, io ragiono così, cara signora: chi possiede un villino a Posillipo, costruito, per giunta, a bella posta con parecchie decine di migliaia di lire, e va in carrozza invece d'andare in tram o a piedi come vado io

Valentino

(interrompendolo) Poveretto! Con quella pancia!

Don Fausto

(inalberandosi) Con questa pancia vado a piedi, e ci vado a fronte alta. Ciò che mi stupisce è che il signor Stefano Baldi

Valentino

vada in carrozza a fronte bassa.

Don Fausto

A fronte bassa dovrebbe andarci, visto che non mantiene i suoi impegni!

Teresa

Ma, signore, voi vi permettete di dire delle enormità!

Don Fausto

A me non piace di offendere nessuno; ma se mi si tocca in quel poco che ho fatto coi miei sudori, non transigo.

Valentino

La cornice di Napoleone l'avete fatta con i vostri sudori?!

Don Fausto

(con energia) Precisamente!

Valentino

E allora è un altro paio di maniche!

Don Fausto

Breve breve, signora mia. I tempi sono tristi. Con l'abbondanza di antichità che c'è sulla piazza e con la moda dello stile libertino, io a stento mi tengo a galla. C'è qualcuno che gioca a farmi affogare? E io lo tiro giù con me, e ci si affoga insieme. Quando vostro marito, dopo otto mesi di preghiere, non si fa vivo, male parole, saette, uscieri, comunicati, scandali, senza misericordia!

Teresa

(tremando) No, per carità! Piuttosto sentite sentite, signore: cercherò di provvedere io.

Don Fausto

Un'ora di tempo avete.

Teresa

Valentino mio, soltanto voi potete aiutarmi.

Valentino

Per voi, qualunque cosa, signora Teresa; ma io non so veramente

Teresa

Conoscete qualche agenzia di pegnorazione?

Valentino

(con prosopopea faceta) Vi prego di credere che io le conosco tutte!

Teresa

Forse, però, qui, a Posillipo, non ce ne sono.

Valentino

V'ingannate. In queste aure balsamiche esse fioriscono benissimo.

Teresa

E dite: dagli orecchini che porto quanto si potrebbe ricavare?

Valentino

Ma come! Voi vorreste?!

Teresa

È la sola risorsa che ho.

Valentino

Ecco poi un altruismo che mi urta i nervi.

Don Fausto

(s'accorge che l'affare è in via di soluzione e si apparta per dar loro agio di confabulare liberamente.)

Valentino

(osservando gli orecchini) Si arriverebbe appena alle mille e cento, alle mille e duecento

Teresa

Altre centodieci lire le ho di economie

Valentino

E ne mancano ancora parecchie!

Teresa

(animandosi) Un'idea!.. Me le faccio prestare dalla zia Matilde. Sì, sì! E andrete proprio voi a chiedergliele da parte mia. Le siete molto simpatico e non si negherà.

Valentino

E voi credete che per le mie attrattive la zia Matilde vi aprirà la sua borsa?

Teresa

È stata sempre affettuosa con me. Mi ha fatto da mamma quando sono rimasta orfana.

Valentino

E ha sperperato quel poco che avevate di vostro.

Teresa

Per la mia educazione.

Valentino

Già, voi siete d'una buona fede meravigliosa

Teresa

Insomma, Valentino, non divaghiamo adesso. La presenza di quell'uomo mi agghiaccia il sangue nelle vene. Sbrighiamoci. Prima di tutto, gli orecchini. (Se li toglie e glieli consegna.) Le cento e dieci lire sono queste. (Le prende da un portafogli che ha in petto.) Le avevo raggranellate per fare una bella sorpresina a Stefano; mah!.. pazienza! (Le unisce agli orecchini.)

Don Fausto

(guarda con la coda dell'occhio.)

Valentino

(intascando tutto) E per il resto, speriamo nel miracolo della zia.

Teresa

Madonna santa, con la vostra diffidenza mi scoraggiate!

Valentino

Perchè diffidenza? Ho detto: «speriamo». (A don Fausto, con un cenno della mano) A voi! Accidente d'un antiquario! Venite con me.

Don Fausto

(gli si accosta offrendo l'orecchio sinistro.)

Valentino

Vi pagheremo.

Don Fausto

Sono a voi. (A Teresa, cavandosi il cappello) Tanti complimenti.

Teresa

Buon giorno, signore.

Valentino

Per questa volta, farete riposare i giornali e l'usciere, caro il nostro Don Fausto.

Don Fausto

Non lo giurerei ancora.

Valentino

(sbadatamente, se lo prende a braccetto dal lato destro) Siete un animale! (Si avviano per il viale.)

Don Fausto

(che non ha udito) Sono che cosa?

Valentino

(passando subito alla sinistra di lui e riprendendoselo a braccetto) Siete un animale!

Don Fausto

Mi pare che per dirmi questo potevate restare a destra.

Valentino

(allontanandosi con lui) No! a sinistra, mio diletto amico! A sinistra! (Spariscono.)

Teresa

(cercando di farsi sentire pur moderando la voce) Tornate presto, Valentino. Sono sulla corda.

La voce di Valentino

Il tempo materiale ci vuole.

Teresa

La zia è qui presso. E poi, un po' di sveltezza!

La voce di Valentino

(che s'allontana) A sinistra, caro il mio bestione!

Teresa

(tuttora pensosa per questo incidente, siede sul sedile di legno e sospira, preparandosi pazientemente ad agucchiare.)

SCENA IV

TERESA e STEFANOStefano

(facendo capolino dall'uscio che era chiuso) Teresa!

Teresa

(con un lieve sussulto) Stefano?

Stefano

Ho sentito un borbottìo un vocìo

Teresa

Ah sì era Valentino che parlava animatamente con un uomo

Stefano

Con chi parlava?

Teresa

Con un suo amico, credo.

Stefano

Valentino potrebbe fare a meno di ricevere i suoi amici in casa mia. Sono quasi sempre degli straccioni. T'incarico di dirgli, senza mitigare, che io non voglio.

Teresa

Glie lo dirò.

Stefano

(s'avvicina a Teresa e con una certa vanità dissimulata le mette sotto il naso una busta aperta che ha tra mano.)

Teresa

Che profumo!

Stefano

È una lettera della principessa Heller.

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