Non poterono dunque raggiugnere il colonnello se non se con un piccolo drappello d'uomini risoluti, che unirono i propri agli sforzi di lui per coprire la ritirata de' fuggitivi. Non fuvvi mai occasione in cui Claverhouse avesse dovuto far mostra d'intrepidezza cotanta. Egli era capo di tutti i fuochi da esso ordinati; e poichè il suo cavallo nero, e il pennacchio bianco lo additavano meglio ai nemici, ed era inoltre il principale scopo dell'odio loro, ei vedea ciascun colpo indirigersi contro di lui, e udiva le palle che gli fischiavano parallelamente alle orecchie senza dare a scorgere nè inquietudine nè turbamento. E non avendo egli riportata veruna ferita, i Puritani che il credean fatto invulnerabile dal demonio, asserivano di veder le palle, allorchè lo colpivano, tornare addietro a guisa di gragnuola ripercossa ad una rupe di granito. Altri, convinti che il ferro ed il piombo non avessero forza sopra di lui, rompevano le proprie monete d'argento per caricarne gli archibusi.
Claverhouse combattea pertanto con tutti gli svantaggi che vanno uniti ad una ritirata in disordine; poichè gli era stato impossibile l'instituire una linea di battaglia; onde quella pugna avea piuttosto l'apparenza d'una mischia, in mezzo a cui ciascuno combattea dal sito ove il caso lo avea collocato. Le file de' dragoni si diradavano ad ogn'istante, e quai rimanevano morti, e quai si davano alla fuga.
Tanto che durò questa scena di tumulto e di confusione, cui accresceano orrore le grida de' feriti, e i barbari urlamenti dei Presbiteriani; e il fracasso de' non mai muti archibusi, Evandale non potè starsi dall'ammirare l'imperturbabile calma del colonnello. La sua fisonomia in quell'istante non discerneasi da quella del mattino, allorchè facea colezione con lady Margherita. Nè era certamente ch'ei non s'accorgesse del disordine impadronitosi del suo campo.
»Qualche minuto ancora, ei dicea placidamente ad Evandale, e tutto il reggimento è perduto. Ritiratevi insieme ad Allan, unite ciascuno per parte vostra i fuggiaschi, e riordinateli alle falde della montagna; io terrò ancora per qualche poco a bada il nemico, e vi raggiugnerò, se mi riesce. Voi però non pensate a soccorrermi, ma a salvare il reggimento, e se soggiaccio, direte al re ed al Consiglio privato che soggiacqui compiendo quant'era mio debito.»
Intantochè questi due ufiziali eseguivano l'ordine dato da Claverhouse, egli postosi a capo di circa venti dei migliori fra que' soldati che mai non l'avevano abbandonato, fece un impeto sì vigoroso ed improvviso, per cui disordinatesi le file de' nemici incominciarono a dare addietro. Avendo in quell'istante riconosciuto Burley, gli si fe' contro, e gli menò un colpo tanto violento sull'elmo, che il trasse giù dell'arcione. Ma in questa foga d'inseguire il nemico essendosi troppo inoltrato il colonnello, si trovò circondato da tutte le bande.
Il maggiore già era corso affrettatamente verso lo spianato della montagna per raunare que' dragoni che nella premura di ripararsi colà lo avevano preceduto. Evandale rimasto alle falde raccozzava coloro che erranti per quella valle paludosa, cercavano di raggiugnere le alture. Vide egli il pericolo del suo colonnello, e in allora inteso unicamente a salvarlo, comandò ai soldati che aveva raccolti di ritornare all'assalto. Una parte di essi ubbidì; ma altri si diedero a fuggir verso il monte; ciò non di meno gli bastarono i pochi che lo seguirono a trar d'impaccio Claverhouse. E veramente il soccorso di Evandale non potea giugnere più necessario; perchè in quel punto un contadino, dopo avere colla sua falce ferito il cavallo del colonnello, si preparava ad una seconda prova, mandatagli a vuoto da Evandale che con un colpo di sciabola lo atterrò.
Usciti della mischia Claverhouse ed Evandale, si guardarono attorno. La divisione di Allan tenea già il pendio opposto delle montagne, perchè l'autorità stessa del maggiore non fu valevole a rattenere i fuggitivi. E quelli parimente che ricusarono seguire Evandale davano opera ad uscire di quei pantani per toccare una volta le alture; talchè questi due ufiziali superiori non aveano miglior difesa di una ventina di uomini in tutto. Alcuni squadroni si battevano tuttavia a destra e a sinistra, piuttosto per assicurarsi una fuga che mossi da una speranza benchè menoma di vittoria.
»Che facciam colonnello?» disse Evandale a Claverhouse.
»Che cosa possono fare venti uomini contro mille? rispose il colonnello. Noi siam rimasti gli ultimi sul campo di battaglia. Non è una vergogna il fuggire dopo aver combattuto con valore, e quando non rimangono modi a resistere di sorte alcuna. Salvatevi miei amici, e vi riordinerete tutti dietro lo spianato del monte. Andiamo, Milord, partiamo.»
Detto ciò, fe' sentir lo sprone al cavallo, e l'animal generoso parve dimenticar la ferita nè accorgersi del sangue che perdeva; e addoppiò d'ardore come se avesse saputo che dalla velocità del suo correre dipendea la salvezza del proprio padrone.
In cotal guisa i Puritani rimasero padroni del campo, e le grida di trionfo risonarono per tutte le loro file, allorchè videro Claverhouse darsi alla fuga.
CAPITOLO II
»In fra gli orrori che a feral battaglia
»Vengon seguaci, e di strage e paura
»Compion le rupi intorno e la boscaglia
»Ve' sciolto palafreni che tua ventura
»Ti guida, e innanzi a te sofferma il corso,
»E molle di sudor t'appresta il dorso.»
Nel durar dell'azione da noi descritta, Morton, Cuddy e il reverendo Gabriele Kettledrumle erano rimasti sullo spianato della montagna, presso quell'altura coperta di musco, ove Claverhouse innanzi la pugna avea tenuto consiglio di guerra co' suoi ufiziali; laonde poterono osservare tutto quanto accadde; nè spettatori meno attenti di essi erano stati il caporale Inglis, e i quattro uomini a cavallo che li custodivano.
»Ah! se avessero coraggio, dicea con sommessa voce a Morton Cuddy, non avremmo perduta ogni speranza di sottrarre al brutto laccio le nostre gole; ma non mi fido gran che di costoro; han poca esperienza e della guerra e del maneggio dell'armi.»
»Non ne hanno bisogno, o Cuddy, Morton gli rispondeva. Sono eccellentemente situati, provveduti d'armi, e il lor numero è due volte doppio del numero de' nemici. Se in questo momento non sanno combattere per la lor libertà, si meritano di non acquistarla giammai.»
»Oh quale spettacolo! intanto esclamava Mausa che pareva un'ossessa. Il mio spirito è come quello del profeta Elia! Il fuoco della verità mi consuma; ecco il giorno del giudizio e della nostra liberazione! Ebbene! che mal vi sentite degnissimo sig. Kettledrumle? Voi siete giallo come lo zafferano. Quest'è il momento di orare, d'intonar cantici per ottenere da Dio che confonda i persecutori del popolo d'Israele.»
Un tal proposito racchiudeva una specie di rampogna, e il reverendo che tonava dal pergamo allorchè il nemico era lontano, e che, siccome vedemmo, non taceva neanco quando sarebbe stato il tacere in sua facoltà, si era fatto muto all'udire il rumore del continuo trarre che venia dalle valli; e lo spavento l'avea sì compreso che non trovò forza di predicare il Puritanismo, benchè ciò s'aspettasse da lui l'intrepida Mausa. Nondimeno non perdè tanto ogni accortezza da dimenticar nel risponderle la cura che doveva alla propria fama.
»Tacete olà, donna! sclamò, tacete: e non mi turbate in mezzo alle mie meditazioni ed alla lotta del mio spirito. Però (andava pensando fra se medesimo) qualche palla d'archibuso potrebbe giugnere fin qui; nè farò male a ritrarmi dietro di quest'altura, come in luogo di sicurezza.»
»Egli è un vigliacco, soggiugneva Cuddy, vero vigliacco!»
»Un tale spettacolo è orribile, lo confesso, diceva Morton; pur non posso, a mio malgrado, stoglierne il guardo.»
»Egli è un vigliacco, soggiugneva Cuddy, vero vigliacco!»
»Un tale spettacolo è orribile, lo confesso, diceva Morton; pur non posso, a mio malgrado, stoglierne il guardo.»
»Dio si mostri, e i suoi nemici saranno dispersi!» cantava la vecchia, fatta dimentica del pericolo dal proprio entusiasmo.
Tutti e tre dunque rimasero spettatori della pugna, cui però non erano assai vicini per comprendere di chi fosse il vantaggio; oltrechè la densa nebbia di fumo, che il vento spignea da quella banda, loro impediva spesse volte persino la vista de' combattenti. Finalmente osservarono qua e là sbandati per la valle diversi cavalli privi di cavaliere, i quali però era facile l'accorgersi che appartenevano al reggimento guardie. Poi vari cavalieri a piedi che fuggivano verso la montagna, e molta mano d'uomini a cavallo che non tardarono a seguir le tracce dei primi, non lasciaron più luogo ad incertezza sulla peggio di quell'azione toccata ai Reali. I fuggiaschi non si trattennero che un istante sullo spianato del monte, onde il maggiore Allan fu costretto seguirli nella lusinga di riordinarli ad una distanza maggiore dal pericolo.
Intanto spesseggiava meno il fuoco dei combattenti, sicchè i prigionieri poterono più distintamente scorgere i successivi fatti, e videro l'ultima prova di disperato impeto che Evandale fece su i Puritani, e la molta mano di Reali, che lo abbandonavano per raggiugnere senza perder tempo que' che cercavano scampo per le montagne.
»Essi fuggono! Essi fuggono! sclamò l'estatica Mausa. Israello ha vinti i Moabiti! la spada del Signore si è aggravata sovr'essi! Questa colonna di fuoco, l'altra di fumo che le succede, son le colonne che salvarono il popolo di Dio, quando gli empi Egiziani l'inseguivano.» E qui la nostra vecchia intonò un cantico di rendimenti di grazie.
»Tacete dunque in nome di Dio, madre mia! sclamò Cuddy, andate piuttosto a starvene con Kettledrumle, con quell'uom coraggioso che or pensa a tutt'altro fuorchè a cantar inni. Queste indiavolate palle non guardano in faccia a nessuno, e tanto ammazzerebbero una vecchia che salmeggia quanto un dragone che bestemmiasse.»
»Non temere per me, mio Cuddy, rispose la vecchia fanatica; voglio, siccome Debora, ascendere quell'altura, e sollevar la mia voce contra i persecutori de' veri fedeli.»
E avrebbe di fatto eseguito il suo divisamento; ma Cuddy temendo che ella non facesse venire la mosca al naso dei custodi, l'afferrò saldamente per un braccio, obbligandola a rimanersi dov'era. »Sig. Enrico, diss'egli allora, credo non anderà guari che sarem liberi; il caporale e i suoi soldati non fan che guardarsi addietro, e se non m'inganno hanno un grande prurito di seguire i lor camerati.»
Nè s'ingannava egli. Appena Inglis s'accorse di Claverhouse che tornava a tutta briglia sulla montagna, e che un corpo di Puritani s'accigneva ad inseguirlo, nè il caporale nè i suoi compagni giudicarono salubre cosa lo indugiar più lungo tempo in quel luogo e tennero compagnia ad altri fuggiaschi che passavano per quello spianato.
Morton, le cui mani erano sciolte, si diede tosto all'opera di sciogliere quelle de suoi compagni, e mentre terminava questa faccenda che non era scevra delle sue difficoltà, arrivò il restante del reggimento, in mezzo a cui dominavano il disordine e la confusione inseparabili da tai generi di ritirate. Questi avanzi però formavano un corpo di quaranta uomini in circa. Li guidava brandendo la sua sciabola Claverhouse tutto coperto di sangue e di sudore. Veniva ultimo lord Evandale che confortava que' soldati a farsi coraggio e a non si disunire.
Essi passavano non molto lungi dal luogo ov'erano Morton e i suoi compagni. Mausa cogli occhi raggianti di entusiasmo e di gioia, e coi grigi capelli in balia de' venti, stendea le sue scarne braccia, simile ad una vecchia baccante o ad una strega della Tessaglia; nè potè starsi dal mandare invettive ai fuggiaschi e dallo spacciare contr'essi improperj tolti da qualche frammento di Salmo. Ma Claverhouse e la sua gente avean ben altre faccende che badare alle ingiurie d'una vecchia in delirio, onde continuarono il proprio cammino, solleciti di ordinarsi laddove fossero sicuri dall'inimico. Peggio instrutta della loro la cavalleria puritana, non avea potuto raggiugnerli, ma li seguiva in vicinanza, traendo sempre sovr'essi; il quale continuo fuoco, se non li danneggiava, certamente contribuiva ad accelerare la loro fuga. Una palla però colpi il cavallo di lord Evandale nell'atto ch'ei pervenne allo spianato. Due uomini a cavallo presbiteriani gli furono tosto addosso per ammazzarlo, che non si usava dar quartiere in tal guerra; ma Morton benchè disarmato si lanciò innanzi ad essi, e mentre copriva col proprio corpo Evandale tanto che si rialzasse, riconobbe Burley nell'uomo che avea sollevata la sciabola per mettere a morte il milord: »Concedetemi, esclamò, la sua vita! la negherete voi a quell'uomo che ha salvata la vostra?..»
»Enrico Morton! (gridò Burley che intanto si rasciugava la fronte con una mano tutta intrisa di sangue.) Ben lo diss'io che il figliuolo del prode Silas non tarderebbe a passare sotto le tende di Giacobbe. Tu sei una tavola sfuggita al naufragio; una canna che l'incendio della pianura non potrà consumare. Quanto a costui, egli morrà. La spada d'Israello non dee risparmiare un solo Amalecita.»
E ciò dicendo alzò la sciabola una seconda volta sopra Evandale.
»Egli non morrà, (tornò a gridare Morton afferrando il braccio a Burley) egli non morrà, o morirò io prima di lui. Ei mi salvò stamane la vita, quella vita ch'io dovea perdere per avervi campato da morte. Vorreste farvi reo d'un'ingratitudine la più infame?»
Burley abbassò la sciabola. »Tu hai ancora un piede nelle vie del mondo, sì disse a Morton; ho compassione della tua debolezza, della tua cecità. Il pane de' forti non è fatto pe' deboli: ma egli è meglio guadagnare un'anima alla verità, che immergerla nelle tenebre eterne. Viva egli dunque, se tale è il volere del cielo, che ne ha compartito in quest'oggi favori i più segnalati. Quanto a te, Morton, ricordati di aspettarmi qui. Tornerò a trovarti dopo che avrò finito di sperdere i nemici dei giusti.»
Indi spronato il cavallo continuò ad inseguire i Reali.
»Presto, Cuddy! fate presto, Morton sclamò, per amor del cielo fermate un di que' cavalli che corrono qua e là e conducetelo a lord Evandale. La vita di lui non sarebbe sicura se qui indugiasse più lungo tempo. Voi siete ferito, o milord. Vi trovate in istato di risalire a cavallo?»
»Così spero, rispose Evandale. Ma è egli possibile? Ed è a voi, sig. Morton, che io sono debitore della mia vita?»
»In qualsivoglia circostanza, o milord, l'umanità m'avrebbe persuaso a procurar di salvarvi, ma in questo momento la gratitudine me ne facea un sacro dovere.»
»Montate a cavallo, milord, disse Cuddy nell'offerirgli un palafreno, montate a cavallo, e fuggite alla presta: questi disperati non la perdonano a quanto lor capita.»
Intantochè lord Evandale s'accigneva a salire sul cavallo, Cuddy volea tenergli la staffa.
»Ritirati, bravo giovinotto, questi gli disse; il servigio che vuoi rendermi potrebbe costarti la vita. Signor Morton, eccovi sciolto d'ogni debito che crediate avere verso di me: non dimenticherò mai, credetelo, quest'atto vostro di generosità. Addio.»
E un istante dopo che Evandale era partito, comparve una grossa banda di fanteria puritana, postasi ad inseguire i fuggitivi e che spietatamente uccideva e feriti e sbandati. »Morte ai traditori! (alcuni di essi esclamarano additando Morton e Cuddy) costoro agevolarono la fuga ad un Filisteo.»
»E che cosa dovevamo fare? gridò Cuddy. Eravamo lor prigionieri, quindi privi d'armi potevam forse trattenere un uomo fornito di sciabola e di due pistole?»