I Puritani di Scozia, vol. 1 - Вальтер Скотт 4 стр.


»Ne seguirà, mio amatissimo; che per la salute dell'anima tua ti darò alcuni buffetti sul naso, piattonate sulla schiena quante ne potrai sopportare, e ti taglierò in appresso le orecchie.»

»Davvero? (disse lo straniero colmando la sua tazza). Beviamo dunque (soggiunse indi con ironico tuono, e componendo ad espressione affatto singolare la propria fisonomia). Porto un brindisi all'arcivescovo di sant'Andrea, ben meritevole della sede che occupa in tal momento. Possano tutti i prelati della Scozia ottenere al par di lui sollecito guiderdone, conforme ai lor meriti!»

»Ebbene! disse Holliday in aria di trionfo, ha ubbidito.»

»Nelle frasi del brindisi, soggiunse Bothwell, v'è qualche cosa che non mi garba; non so bene ciò che siasi inteso dire questo cane di Puritano.»

»Signori, si fece udire in allora Morton Milnwood, che incominciò ad impazientirsi della costoro insolenza. Noi siam qui tutti fedeli sudditi del re, e abbiamo diritto a sperare che non verremo d'ora innanzi frastornati con propositi di tal natura.»

Stava Bothwell per rispondergli con qualche nuova impertinenza, ma Holliday gli rammentò sotto voce, come la truppa avesse ricevute istruzioni le più precise di non insultare veruno di coloro, che conformandosi agli ordini del Consiglio si fossero presentati alla rassegna. Non potè nondimeno Bothwell ristarsi tanto da non fissare in volto Morton e dal dirgli:

»Avete ragione, Sig. Capitano, non voglio turbare il vostro regno, che finisce, credo, alla prossima mezzanotte. Non è per altro da ridere, Holliday, soggiunse indi volgendosi al camerata, che questi borghesi facciano tanto gli smargiassi per sapere tirare a segno? Non v'è donna o fanciullo, che addestrandosi a tale virtù sole ventiquattr'ore non ne facesse altrettanto. Se il Sig. Capitano Pappagallo, o alcuno del suo battaglione, volessero solamente provarsi colla sciabola o colla spada a disputar meco al primo sangue una moneta d'oro, tanto non ci sarebbe male! ma tutta questa gente (e dicendo ciò urtava col piede nella punta della spada di Morton) portano armi che non ardirebbero di toccare. Però!.. se gli piacesse anche lottar meco a' pugni, la faccenda sarebbe per me indifferente.»

Venuta a stremo la pazienza di Morton, si alzò, e dopo avere lanciato un torvo guardo sopra Bothwell, mettea già mano alla spada, allorchè lo straniero si pose fra essi.

»Un momento! diss'egli a Morton. Io fui il primo insultato, e a nome della buona causa, intendo terminar io tale contesa.» Poi voltosi a Bothwell: »Voi parlate di battervi a' pugni; volete lottare contro di me?»

»Volentieri, eletto figlio, replicò Bothwell: ma tu non tarderai a baciare la terra.»

»La mia forza deriva da lui che ne è la sorgente, disse quest'uomo, cui il fervor di setta cresceva coraggio. Tu stai per servire d'esempio ai celiatori di cattiva scuola.»

In un istante ciascun de' due ebbe levati gli abiti; e si fece attorno ad essi il restante della brigata. Il vantaggio sulle prime parea del sergente, ma scorgevasi ad un tempo che questi avea spiegata tutta intera la sua gagliardia, mentre l'antagonista si mostrava economo della propria. Finalmente lo straniero, giunto a stringere fortemente Bothwell, lo alzò da terra, buttandolo indi con sì mal colpo sul pavimento, che vi rimase sbalordito per qualche minuto.

»Voi avete ucciso il mio sergente, sclamò Inglis, sfoderando la sciabola, e me ne darete soddisfazione.»

»Adagio! entrò di mezzo Morton, tutto è proceduto giusta le regole, e il vostro camerata ha trovato quel che cercava.»

»Gli è vero, disse Bothwell, alzandosi allora da terra. Inglis, rimettete nel fodero il vostro arnese. Non mi sarei mai creduto che un sergente del reggimento delle guardie fosse gettato sul pavimento d'una miserabile bettola da un cialtrone di Puritano!» indi stringendo con forza la mano allo straniero: »amico, gli disse, ci troveremo qualch'altra volta, e giuocheremo giuoco più serio.»

»E quando questa qualche volta verrà (rispose lo straniero stringendogli parimente e colla stessa forza la mano) vi prometto che se giungo a rinversarvi, non vi alzerete da terra sì facilmente.»

»A maraviglia! rispose Bothwell. Se tu sei un Puritano, non manchi almeno nè di forza nè di coraggio! Ti auguro ogni sorte di felicità; ma se mi credi, spacciati da questo luogo prima che il nostro ufiziale venga qui in ronda, perchè egli ha fatto arrestare più d'un furfante che avea cera meno sospetta della tua.»

Convien credere che tale avvertimento non sembrasse da disprezzarsi allo straniero poichè pagò il suo conto; e correndo alla scuderia, sellò egli stesso il proprio cavallo, e immantinente vi montò sopra. Nell'uscire si scontrò in Morton, che si congedava dai compagni in atto egli pur di partire.

»Mi trasferisco alla volta di Milnwood gli diss'egli; volete permettere ch'io profitti della vostra compagnia lungo il cammino?»

»Volentieri!» rispose Morton, benchè trovasse nella fisonomia dell'offertosegli compagno di viaggio qualche cosa che infinitamente spiacevagli.

Intanto che essi proseguivano per la loro strada, si udì dalla parte della piccola città d'onde uscivano strepitar di tamburi e squillar di trombe, che chiamava a raccolta la compagnia del reggimento delle guardie postavi in guernigione, la quale ben presto si trovò schierata sulla piazza del mercato. Il tenente Graham entrò nell'osteria di Niel accompagnato dal sindaco della città. »Ebbene! Bothwell, esclamò, non avete udito la chiamata? Perchè siete ancor qui?»

»Egli stava per tornare a quartiere, o mio tenente, disse Holliday; ma ha fatto or ora una mala caduta.»

»In una lite senz'altro! soggiunse Graham. Bothwell, se trascurate così il dovere, il vostro sangue reale non vi esenterà dai gastighi.»

»E come ho io trascurato i doveri?»

»Voi dovevate trovarvi in quartiere al primo suon di tamburo. La carrozza dell'arcivescovo di Sant'Andrea è stata fermata questa mattina da una masnada di ribelli Puritani, che lo hanno assassinato presso la città della sua diocesi. Vi è una taglia di cento zecchini a favore di chiunque arresterà uno degli uccisori di questo prelato.

»Corpo del demonio! sclamò Bothwell. Il brindisi!.. quell'aria misteriosa!.. Intendo ora quel che voleva dire! Ah! perchè non l'abbiamo arrestato subito? A cavallo, Holliday, a cavallo!  Mio tenente, un di questi assassini non sarebbe già un uomo nerboruto all'aspetto, che ha un naso a becco di falcone?..»

»Un momento! disse Graham. Ho qui i connotati di tutti costoro. Leggiamo. Haxton di Rathillet, grande, magro, capelli neri»

»No; non è il mio uomo» interruppe Bothwell.

»Iohn Balfour di Burley, mezzana statura, naso aquilino, sguardo feroce, capelli rossi»

»È desso, è desso!» sclamò Bothwell. Intanto Graham continuava la sua lettura montato sopra un cavallo nero di grande criniera»

»Non occorr'altro! Non è un quarto d'ora che costui era qui.»

Alcune nuove informazioni terminarono alfin di convincerli, che quel sì misterioso straniero era di fatto Balfour da Burley, capo della banda di assassini, che mossi da furore presbiteriano, uccisero l'infelice primate di Scozia. Avendolo incontrato a caso, il fanatismo li persuase essere questa una vittima che la Provvidenza abbandonava nelle loro mani, onde a sangue freddo lo trucidarono.

»A cavallo, amici miei! lesti a cavallo! sclamò Graham. Inseguiamo l'assassino. La testa di costui vale quant'oro ella pesa.»

CAPITOLO IV

»Va', gli stendardi tuoi raggiugni, vola
»Ove t'invita onor. Favellò il cielo,
»E sola hai scelta fra vittoria e morte.»

James Duff.

Morton e il suo compagno aveano già corso qualche tratto di strada senza dirsi l'uno all'altro nessuna cosa. Non so che di ributtante nella fisonomia dello straniero stoglieva il giovine Morton dall'indirigergli la parola, nè l'altro per vero dire mostrava grande propensione a legare conversazione con lui. Finalmente dopo mezz'ora di cammino questi ruppe d'improvviso il silenzio. »Com'è mai che il figlio del colonnello Morton si è trovato a questa rassegna?»

Morton e il suo compagno aveano già corso qualche tratto di strada senza dirsi l'uno all'altro nessuna cosa. Non so che di ributtante nella fisonomia dello straniero stoglieva il giovine Morton dall'indirigergli la parola, nè l'altro per vero dire mostrava grande propensione a legare conversazione con lui. Finalmente dopo mezz'ora di cammino questi ruppe d'improvviso il silenzio. »Com'è mai che il figlio del colonnello Morton si è trovato a questa rassegna?»

»Adempisco i miei doveri come lo deve un suddito fedele» la quale risposta fu pronunziata col tuono di chi non si cura di continuare un colloquio.

»È egli forse vostro dovere, giovane incauto, è egli dovere d'un cristiano il portar l'armi a favore di coloro, che perseguiscono i veri credenti, che versarono il sangue de' santi? Quegli che tutto può è finalmente arrivato, e ben ei saprà sceverare il grano buono dal loglio.»

»Comprendo dai vostri discorsi, essere voi nel novero di coloro che pensano fare opera meritoria nel ribellarsi contra il governo. Dovreste però essere più riserbato nei detti, nè parlare in simil guisa alla presenza d'uno che non conoscete. Anzi ragion di prudenza comanderebbe a me pure di non ascoltarvi.»

»Gli è forza che tu m'ascolti! Il tuo signore ha le sue mire sopra di te, e quando ti chiamerà, converrà bene che tu lo segua. Se ti fosse toccato in sorte l'udire qualche buon predicatore, saresti a quest'ora tal qual devi essere un giorno.»

»Noi siamo Presbiteriani al pari di voi.»

Di fatto il castello di Milnwood andava fornito d'un ministro Presbiteriano, di quelli però, come parecchi ve n'avea, che si erano sottomessi al governo, e ne ottennero in compenso la permissione di compire gli ufizi del proprio ministero. Da tale patto di religiosa tolleranza era nato uno scisma di setta, perchè i Puritani, se lo erano a tutto rigore di termine, censuravano severamente quei lor fratelli Presbiteriani, che non eran d'avviso di mettersi in lotta aperta contra le vigenti leggi.

»Sutterfugio! miserabile sutterfugio! sclamò lo straniero. Non v'ha mezzo termine fra la salute e la dannazione, fra i principj mondani e i precetti dell'Evangelio.»

»Mio zio crede che noi godiamo d'una ragionevole libertà di coscienza, e a me sembra»

»Vostro zio sagrificherebbe tutte le greggie della cristianità per salvare un agnello sol del suo ovile. Avrebbe, cred'io, adorato il vitello d'oro. Oh! il padre vostro era ben tutt'altra cosa!»

»Mio padre certamente era un uomo rispettabile e pieno d'onore, ma dovreste rammentarvi ch'ei combattè in difesa della famiglia reale, per la quale m'avete veduto portar l'armi questa mattina.»

»Pur troppo lo so! Le più belle fiaccole d'Israello si spengono qualche volta. Ma s'egli avesse veduto i tempi a' quali viviamo, avrebbe maledetta l'ora in cui trasse la spada per una tal causa. Però ne parleremo altra volta, perchè, o giovane, ancor tel ripeto, sonerà la tua ora e ti verranno a mente le mie predizioni Addio. La mia strada è di qui.»

In questa, gli mostrò un sentiero, che guidava alla volta di aride e deserte montagne, e già stava abbandonando la strada maestra per prendere quella via, allor quando gli si affacciò una donna avvolta in rosso mantello, che seduta dianzi sull'orlo del cammino, al vederlo si alzò, e avvicinatasi a lui, in misterioso tuono gli disse.

»Guai a voi se vi avviate per questo sentiero! Sta il lione nelle montagne, e cerca divorare le povere nostre agnelle smarrite.»

»Dio avrà cura della sua greggia, rispose lo straniero. Ma ove sono Hamilton e Rathillet?»

»Nelle foreste di Drake-Moss con sessanta o settanta uomini fra pedoni e cavalieri, ma sforniti d'armi, di viveri, di munizioni.»

»Procurerò unirmi ad essi.»

»Dio vi liberi dal tentarlo in tal sera! Tutti i passi son guerniti dai nostri persecutori. Piuttosto cercatevi qualche nascondiglio insin che dura la notte; domani mattina vi sarà più facile il potergli raggiugnere.»

»Dimorate voi in queste vicinanze? Potete darmi ricovero in casa vostra?»

»La mia capanna non è distante che un miglio, ma quattro figli di Belial, quattro dragoni vi si sono posti di guernigione, e devastano quel poco ch'io possiedo per punirmi di non aver voluto assistere alla predica del nostro ministro, che non è nel numero de' veri credenti.»

»Sofferite e sperate, buona donna. Addio. Vi ringrazio. Ma (soggiunse, appena fu partita la vecchia) e dove troverò io un'asilo per questa notte?»

»Se avesse una casa mia propria, disse Merton, a costo d'affrontare qualunque rischio vi darei un ricetto, anzichè lasciarvi in balìa ai pericoli da cui sembrate or minacciato; ma mio zio dopo le ammende e le pene pronunziate contra coloro che hanno lega co' Presbiteriani refrattari al governo, è stato preso da tale spavento, che ha proibito rigorosamente a tutti della sua casa d'avere alcuna sorte di comunicazione coi medesimi.»

»A ciò mi aspettava, lo straniero soggiunse. Per altro poteste ricevermi senza ch'ei lo sapesse. Un granaio, una scuderia, un fenile bastano a mio ricovero.»

»Vi accerto che mi è impossibile il farvi entrare in Milnwood senza il consenso di mio zio, e quand'anche il potessi, avrei scrupolo di coscienza nell'avventurarlo a quel pericolo che più di tutti ei paventa.»

»Non mi resta a dirvi che una sola parola. Vostro padre vi ha egli parlato mai di Iohn Balfour di Burley?»

»Che gli salvò la vita a rischio della propria nella giornata di Marston-Moor? Sì certamente, e spesso me ne ha parlato.»

»Ebbene, o giovane, vedi questo uomo dinanzi a te. Pensa, se vuoi commettere a morte sicura chi salvò i giorni del tuo genitore.»

Mille ricordanze allora si offersero alla mente di Morton, tenerissimo quasi all'idolatria della memoria del padre: riandava fra se medesimo quante volte questi gli avea fatto parola dell'importante servigio prestatogli da Balfour di Burley, e quant'altre espresse il proprio rincrescimento sulle guerre civili della Scozia, che non gli permettevano mostrarsegli grato; perchè fin d'allora che la Scozia si divise fra i Partigiani della repubblica e que' di Carlo II, figlio dell'infelice Stuardo perito sopra d'un palco, l'ardente fanatismo di Bothwell spinse costui nella prima delle due fazioni, nè il padre di Morton più lo rivide.

Il giovane di Milnwood stava tuttavia ondeggiando fra tali idee, allorchè un rumor di tamburo uditosi da lontano lo fece risolvere.

»Questi è senza dubbio Claverhouse col restante del suo reggimento, esclamò. Se proseguite il cammino, cadete inevitabilmente nelle sue mani; se volgete i passi ver la città rischiate d'incontrarvi nel colonnello Graham. Le gole delle montagne son custodite. Non posso abbandonare in tale pericolo chi salvò la vita a mio padre. Venite a Milnwood. Se siamo scoperti, farò in modo che la punizione della giustizia cada sopra di me, senza avvolgere nella mia rovina uno zio»

Burley ascoltò tale discorso senza mostrar grande commozione, indi si fece a seguire chetamente Morton.

Il castello di Milnwood fabbricato dal padre di chi n'era a quei giorni proprietario noveravasi fra i più belli, ridotto però in uno stato di grande scadimento per la niuna sollecitudine datasi dal presente padrone a restaurarlo. Una breccia aperta nel muro di cinta dava ingresso nel cortile della scuderia, e fu per questa che venne introdotto Burley.

»Gli è d'uopo che vi lasci qui un momento, gli disse, fintantochè io vada in casa per procurarvi un letto.»

»Qual bisogno ne ho io? rispose Burley. Sono trent'anni dacchè la mia testa si adagia più spesso sulla nuda terra che su i cuscini. Oltrechè voi poi non potete farmi entrare in casa senza ammettere alla confidenza del mio segreto qualcuno, e sarebbe ciò un aumentarmi il pericolo di venire scoperto.»

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