I racconti della spiaggia - Andrej Titov 2 стр.


 Sicuramente ti devo delle spiegazioni.  continuò Almeca Ti ricordi il terribile incidente che ci capitò? Quella sera destate quando quel gruppo di giovani ubriachi decise di fare uninversione a U andando contromano e tu andasti a sbattere contro di loro?  continuò il Labrador senza smettere di dimenare la coda e continuando a fissare gli occhi di Marco.

Marco ricordava benissimo quella terribile sera, in ogni suo particolare. Quellepisodio gli tornava in mente molto spesso e dopo averlo analizzato tante volte si era autoconvinto che non avrebbe potuto evitare lincidente. I suoi riflessi pronti, con laiuto del fato, fecero sì che lincidente non causasse numerose vittime. Almeca era seduto sui sedili posteriori e rimase illeso, mentre Marco, che era al volante, accusò ferite gravi e molte fratture. Si salvò per miracolo, e dovette curarsi a lungo.

 E cosi, dopo lincidente, il tempo sembrava essersi fermato, e il nostro Signore- disse Almeca, indicando con la testa verso lalto  mi chiese se fossi stato disposto ad andare lassù al posto tuo.

Almeca si mise a sedere e continuò:

 Io, ovviamente, detti la mia conferma, ma con un paio di condizioni: che tu non avresti dovuto sentirti in colpa per la mia morte e che io sarei dovuto restare in vita fino ad un paio di giorni dopo la tua guarigione.

Poi ho pensato di scappare, ma tu decidesti di riportarmi dal mio allevatore, visto che con tutte quelle ferite non potevi starmi dietro.

Marco continuava ad ascoltare attentamente, ricordando quella terribile esperienza.

 Quindi ora sono un angelo custode per i cani.

 Continuò Almeca sorprendendo ulteriormente il suo vecchio padrone  A dire il vero nessuno può vedermi, tranne in casi speciali. Per questo ho dovuto chiedere il permesso.

Il mio lavoro consiste nellaccompagnare le anime degli animali domestici (come mucche, capre, criceti,) nel loro viaggio versò lassù. Ovviamente aiuto anche i miei simili, che qui sono tanti e le persone li curano molto bene. I più difficili da seguire sono i gatti,  protestò Almeca;  perché vanno per conto loro e sono molto arroganti! Ce tanto lavoro e gli angeli custodi canini del posto non amano lavorare velocemente sono lenti, lenti, lenti!  disse Almeca con un espressione ridicola.

 Io ti devo la mia vita- disse finalmente Marco.

 Ma figurati. La vita, noi tutti, la dobbiamo solo a lui!  rispose Almeca alzando nuovamente il naso al cielo.

 Significa,  continuò Almeca,  che la tua presenza sulla Terra era ancora necessaria e Lui aveva ancora dei programmi per te. Le casualità, come quella capitata a te, non sono altro che maglie di una catena decisa dal Signore, che ci porta tutti noi su una strada verso un obiettivo più importante. Ogni essere vivente ha il proprio obiettivo, un proprio destino da compiere. E quando qualcosa ci appare come una casualità una coincidenza, in realtà fa tutto parte di un piano che noi non conosciamo. Noi non possiamo nemmeno immaginare in cosa consista questo obiettivo, noi possiamo solamente tentare di vivere in sintonia con lamore. Sentire questa passione anche nei nostri gesti abituali, quando con il proprio corpo e la propria anima senti che tutto ciò che succede intorno a te è giusto.

Per noi è difficile fare delle opere di bene, ma possiamo almeno evitare di fare delle cattiverie. Tutto questo sarà notato e riconosciuto!  disse saggiamente il labrador.

Almeca girò la testa, come se stesse ascoltando una voce inudibile. Poi, voltandosi verso Marco, esclamò: -Ho appena sentito che hanno bisogno di me in una città qui vicino. Devo spostarmi urgentemente perché i miei colleghi locali non riescono a finire gli incarichi lavorativi. Ti saluto padrone! Forse ci rivedremo ancora! Ah si, dimenticavo allacciati le scarpe, per favore!  Con queste parole Almeca salutò il vecchio padrone e si mise a correre lungo la spiaggia.

Marco rimase sconvolto. Seguì Almeca con lo sguardo, poi si mise a guardare le onde del mare e alla fine posò gli occhi sulle sue scarpe. Non poteva credere cosa gli fosse appena accaduto.

Lerrore


Per tutta la notte pensieri gravidi dansia e dangoscia non fecero chiudere occhio a Boris. Luomo continuava a chiedersi cosa fosse andato storto nella sua vita e perché la sua amata moglie fosse cambiata così sensibilmente negli ultimi mesi. Ilona allimprovviso si era messa a rimarcare antichi torti subiti e a far notare al marito i suoi hobby superficiali e le sue civetterie con le altre donne. A causa di questi ricordi poco piacevoli la coppia cominciò a litigare molto spesso. Tuttavia Boris seguitava a volere molto bene alla moglie e qui allestero sentiva molto la sua mancanza. Quando Ilona veniva a fargli visita luomo cercava di convincerla ad abbandonarsi a qualche carezza intima. Lei non si tirava indietro, eppure si comportava in modo distaccato, passava molto tempo da sola e non gli raccontava nulla di sé stessa. Era evidente che in quel paradiso si stava annoiando e che era venuta solo per senso del dovere.

Fino a un paio di anni fa, Boris era un avvocato moscovita di grande successo. Si dedicava totalmente al lavoro sacrificando molto del suo tempo libero. Era spesso impegnato nei processi più complessi, quelli che attiravano linteresse del pubblico e della stampa. Nella capitale il legale aveva creato nel tempo una fitta rete di conoscenze utili a cui ricorreva spesso per sviluppare i propri affari. In venti anni riuscì a mettere insieme una fortuna.

Allimprovviso Boris si sentì stanco. Iniziò a sobbalzare ad ogni telefonata, non dormiva bene, controllava per ore gli incartamenti dei clienti senza capire cosa stesse leggendo. Capì di essere sovraffaticato, di avere lavorato troppo, di presentare tutti i sintomi tipici del burnout professionale. Si rese conto che non avrebbe potuto resistere un giorno in più in quellambiente professionale carico di tensione. Decise di riposarsi, di abbandonare i casi a cui stava lavorando e di trasferirsi in un piccolo paese affacciato sul mare alla ricerca di pace e tranquillità. Si comprò una casa confortevole con una piccola spiaggia privata e iniziò a vivere come aveva sempre sognato. Tutto sembrava perfetto, tranne quella sensazione di solitudine che lo colse sin dal principio

Sua moglie infatti non voleva lasciare la rumorosa capitale. Spensierata e piena di vita, Ilona non poteva vivere senza assistere a movimentate jam session, andare alle prime a teatro, sottoporsi a lunghe sessioni di palestra e naturalmente incontrare i suoi innumerevoli amici. Tuttavia, non volendo ammettere la realtà delle cose, al marito e ai suoi conoscenti spiegava in modo diverso la sua decisione di rimanere a Mosca. Ilona insisteva sul fatto che non poteva lasciare la madre da sola, sebbene questa fosse una signora ancora piena di forze e di carica vitale. Boris fu costretto ad accettare la versione della moglie, in quanto non voleva privarla dello stile di vita a cui era abituata.

Ilona andava a trovare il marito una volta al mese e rimaneva con lui per due settimane. Quando Boris si svegliava, sua moglie era già in spiaggia. Nuotava fino allo sfinimento e poi prendeva il sole su una sedia a sdraio di paglia. Boris preparava la colazione, panini caldi, caffè e spremuta darancia, e gliela serviva in riva al mare.

Oh, grazie tesoro, gli rispondeva lei con voce languida.

A colazione restavano in silenzio, limitandosi a mangiare, bere e ammirare il mare. Dopo aver fatto una breve nuotata assieme ognuno si dedicava alle proprie faccende. Boris andava a pescare con un abitante del luogo in alcune isolette lì accanto, mentre Ilona prendeva la macchina e si recava nella vicina cittadina dove saltava da un negozio allaltro a caccia di souvenir o si fermava nei caffè a parlare con gli altri turisti.

A colazione restavano in silenzio, limitandosi a mangiare, bere e ammirare il mare. Dopo aver fatto una breve nuotata assieme ognuno si dedicava alle proprie faccende. Boris andava a pescare con un abitante del luogo in alcune isolette lì accanto, mentre Ilona prendeva la macchina e si recava nella vicina cittadina dove saltava da un negozio allaltro a caccia di souvenir o si fermava nei caffè a parlare con gli altri turisti.

Boris preparava anche il pranzo e la cena, e quando non ne aveva voglia i due andavano in un ristorante distante tre chilometri da casa. Ilona sembrava calma e addirittura amorevole. Non parlava molto, ma non rifiutava le avances del marito e dopo lamore si addormentava sulla sua spalla come nei primi anni del loro matrimonio.

A volte un litigio rompeva questo idillio. Senza nessun motivo apparente Ilona cominciava a rimproverare il marito piena di rancore e cattiveria, la coppia iniziava a litigare e non si parlava per due o tre giorni. Boris non si spiegava lo strano comportamento della moglie, finché una notte il suo telefono appoggiato sul tavolino del letto non iniziò a lampeggiare.

Ilona stava già dormendo e Boris prese il telefono svogliatamente, pensando che fosse lSMS di unamica. Quando lesse il messaggio luomo trasalì, il suo cuore ebbe un fremito e iniziò a battere allimpazzata.

Ciao! Mi manchi già! Ti voglio!

Stringendo il telefono con mani tremolanti si diresse in bagno. Per sbloccarlo occorreva inserire la password, ma Boris era certo di poterla indovinare al primo colpo, era di sicuro che si trattasse della data di nascita della moglie. Digitò le otto cifre e improvvisamente davanti ai suoi occhi comparvero cuoricini, allusioni scherzose, appuntamenti nella famosa sauna La tana dellorso. Non cera alcun dubbio, Ilona aveva unamante! La sua amata moglie, di cui aveva sempre avuto fiducia e non era mai stato geloso, lo stava tradendo con un altro uomo.

Boris comprese immediatamente ogni cosa. Trovò finalmente la spiegazione degli sbalzi di umore della moglie e della sua strana alienazione. Nella sua testa i pensieri turbinavano vorticosi: Siamo stati insieme per venti anni la sua vita è diventata noiosa, abitudinaria Ho lavorato troppo, lho lasciata troppo spesso da sola. Nella nostra relazione la scintilla si è spenta ma non riuscirei ad affrontare un divorzio proprio ora! Non potrei vivere da solo in un paese straniero senza la mia dolce metà

Allo stesso tempo Boris era tormentato da unatroce domanda. Chi era il suo rivale? Controllò la rubrica telefonica della moglie e trovò il nome che cercava. Questo bastardo si chiama Valera Cosa devo fare di te, Valera? Copiò il suo numero su un quadernetto e tornò a distendersi vicino alla moglie che dormiva ignara di tutto. Quella notte Boris non riuscì a riprendere sonno. I suoi pensieri ardevano di gelosia, lintelletto era troppo impegnato nellelaborazione di svariati piani di vendetta.

Trovare informazioni sul suo rivale si rivelò per Boris piuttosto semplice. Chiamò un vecchio amico che ricopriva una carica dirigenziale nella polizia, e unora dopo ricevette un email contenente i dati dettagliati del titolare del numero di telefono. Boris rimase esterrefatto. Si trattava infatti di un vecchio amico di famiglia, che lo aveva aiutato più volte a riparare la casa di campagna e lappartamento, lo aveva consigliato sui materiali da acquistare e certe volte si era addirittura recato lui stesso nei vari negozi a reperire quanto necessario. Alto, di mezza età e con folti capelli grigi, era una persona che non perdeva mai la calma e non parlava mai molto.

A Ilona sono sempre piaciuti questo tipo di uomini, pensò Boris. La rabbia si impossessò del suo animo ferito, impedendogli di usare la ragione. Questo disgraziato ha approfittato del fatto che non mi trovassi in patria e ha iniziato una relazione con mia moglie! Lo distruggerò e tutto andrà per il verso giusto!

Per due giorni Boris cercò un modo di sbarazzarsi del rivale. A un certo punto gli venne in mente che una volta un cliente gli aveva accennato a un indirizzo email in grado di prestare aiuto in tali situazioni. Boris non era sicuro che si trattasse di una cosa reale, eppure decise di tentare lo stesso e scrisse solo queste due frasi: Ho urgente bisogno di risolvere un problema con una persona. Mi potete aiutare?.

Gli risposero dopo tre minuti:

Chi vi ha consigliato di rivolgervi a noi?

Boris frugò nella memoria e riuscì a ricordarsi il nome del cliente:

Javad.

La risposta arrivò veloce come la precedente:

Distruggi tutta la corrispondenza e segui le nostre istruzioni.

I passaggi successivi si rivelarono sorprendentemente semplice. Boris aveva dovuto inviare tutte le informazioni in suo possesso sul rivale e trasferire ventimila euro su un certo conto. Eseguì quanto richiesto il giorno stesso. Ora non gli rimaneva altro che aspettare.

Ilona volò a Mosca. Avrebbe dovuto attendere due settimane fino alla sua prossima visita. Boris trascorse questo periodo di tempo con la tensione alle stelle. Non dubitava che Valery fosse già morto. Ma la sua amata moglie sarebbe cambiata dopo aver perso il suo amante? In che modo? Non riuscì a darsi un minuto di pace, e il tempo trascorse più lento che mai.

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