Proprio prima che arrivasse il suo turno, Peter fu avvicinato dalla dottoressa, Sarah Finkelstein, che gli chiese come stesse il suo braccio. Lui le disse che lo sentiva rigido e indolenzito ma che riusciva a usarlo, e lei lo pregò di informarla nel caso fossero sorti ulteriori problemi.
Davanti alla fila, a servire la colazione, c'era una coppia di giapponesi, Charlie ed Helen Itsobu, entrambi poco più che trentenni. A Charlie era stata affidata la cucina perché era un cuoco professionistacapo cuoco, in effetti, in quello che era stato il ristorante giapponese preferito da Peter a San Francisco. Peter csi rese conto di quanto talento dovesse avere Charlie un uomo così giovane non arrivava spesso così in alto nei circoli culinarie si complimentò con lui. Charlie sorrise e si scusò che il cibo non fosse raffinato come avrebbe voluto. Fece scivolare a Peter una frittella in più e gli fece l'occhiolino.
Mentre Peter si allontanava dal camper, i Gianelli gli fecero cenno con la mano di sedersi e fare colazione con loro. Peter accettò volentieri. Era da tanto tempo che non aveva così tanta compagnia e si sentiva quasi ubriaco per la gioia di questa novità. Kudjo gli diede un buffetto sulla schiena mentre si stava sedendo, si scambiarono un paio di battute scherzose e poi prese una seconda motocicletta dal retro del primo camion e si allontanò. Dove sta andando? chiese Peter.
Oh, è il nostro esploratore, gli disse Dom Gianelli. Ci precede, vede come vanno le cose, si accerta che il percorso sia sicuro. È quello che stava facendo ieri quando ti ha trovato.
Peter annuì. È una cosa sensata.
È un brav'uomo, quel Kudjo. Avrebbe potuto diventare un gran giocatore di football, ci scommetto. Un ricevitore naturale, guardandolo così.
Vi dispiace se mi unisco? una voce femminile si intromise alle loro spalle. Non posso perdere un'occasione così ghiotta di incontrare uno scapolo disponibile.
Accomodati, la invitò sorridendo Gina Gianelli.
La ragazza che si sedette accanto a Peter era piccola e un po' tozza, con capelli castani filamentosi e grandi occhi da cerbiatta. La sua caratteristica principale, tuttavia, era il naso, che dominava completamente la sua faccia, minacciando quasi di impadronirsene completamente. Sono Marcia Konigsburg, ventiquattro anni e single. Non che ti stia facendo una proposta di matrimonio, ma penso che sia meglio mettere le cose in chiaro dall'inizio. Disegno vestiti per alcune boutique, e creo anche qualche costume teatrale. Penso che sia per questo che Honon mi ha chiesto di unirmi dove andremo ci sarà bisogno di qualcuno che sia in grado di fare il vestito adatti per ogni situazione.
A Peter piacque immediatamente. Era un tipo amichevole e alla mano e la su naturale simpatia faceva dimenticare che non era una bellezza. Ho letto il tuo libro, lo sai, proseguì.
Ah così sei stata tu?.
Ehi, sei anche divertente. Già, mi aveva realmente impressionato. All'epoca ero al secondo anno di università, e presumo che quasi tutto riuscisse a impressionarmi. David Hume, Aleister Crowley e tu eravate i miei tre preferiti.
Formiamo sicuramente un trio particolare.
Se ti può consolare, tutti i miei amici mi dicevano che non avevo buon gusto. Questo è il tipo di persone con cui andare in giropazzi, tutti.
Peter all'improvviso provò una strana sensazione alla nuca, come se qualcuno lo stesse osservando. Girandosi, colse lo sguardo di una ragazza, accanto a una delle auto, che lo stava fissando. Era giovane, snella e bionda, con uno sguardo di uninnocenza quasi angelica. Appena lui si girò a osservarla, lei cominciò a fissare un'altra direzione, fingendo di non notarlo. Peter scrollò le spalle e tornò alla conversazione.
Marcia non aveva neppure notato il suo momento di disattenzione ed era partita con una dissertazione sul crollo del sistema educativo ufficiale, a cui anche lei aveva potuto assistere.
E fu proprio come dicevi tule lezioni avevano sempre meno a che fare con la realtà, e non perché non cercassero di aderirvi, ma perché era la stessa realtà a sfuggire da loro. Le sue parole erano prese quasi alla lettera dal suo libro; doveva averlo imparato a memoria.
Dom Gianelli fece un cenno a un uomo alto con una camicia bianca di maglia e pantaloni neri. Padre Tagon, lo chiamò, perché non viene qui e si unisce a noi?
L'uomo accettò il suggerimento. Aspetta di incontrare quest'uomo, disse Dom a Peter. Ti darà sicuramente del filo da torcere.
Il nuovo arrivato era un uomo alto, magro, quasi quarantenne, con un naso aquilino, occhi marroni e una fronte alta e spaziosa che terminava su alcuni radi capelli castani. Ciao, disse, piegandosi verso Peter e porgendogli la mano. Sono Jason Tagon.
Mi sbaglio o Dom ti ha chiamato Padre?
Avrebbe potuto anche chiamarmi Dottoreho un dottorato in astronomia. Ma è esatto, sono un prete. I titoli non sembrano avere molto significato in questi giorni, e io preferisco essere chiamato Jason.
Peter annuì e registrò questo fatto nella sua memoria, che si stava rapidamente esaurendo per la serie continua di facce e nomi nuovi. Dom mi ha detto anche qualcosa sul fatto che mi avresti dato del filo da torcere.
Ha usato parole un pochino forti. Non posso sollevare obiezioni sulle tue previsioni, che si sono chiaramente rivelate corrette. É il tuo atteggiamento che mi infastidisce.
Nei confronti della Chiesa Cattolica?
Jason sorrise. Quella è solo una piccola parte. Tu hai dettovediamo se riesco a citarti a memoria la Chiesa Cattolica ha fatto più di qualsiasi altra singola organizzazione nella storia per ritardare il corso del progresso umano.
Spero tu non l'abbia presa troppo personalmente; il fatto è che la Chiesa Cattolica è stata in giro più a lungo di qualsiasi altra singola organizzazione nella storia. Tutte le istituzioni alla fine diventano più o meno repressivea un certo punto della loro esistenza la loro funzione passa allauto conservazione piuttosto che al perseguimento degli scopi originali. Io criticavo la struttura burocratica e non i singoli cattolici.
Questo l'ho capito. Ma a noi singoli cattolici viene insegnato che la Chiesa non può sbagliare e ci dà fastidio essere attaccati su questo punto. Ma quella non era l'unica mia obiezione. Come rappresentante consacrato di Dio, non potevo fare a meno di avvertire che Lo avevi lasciato fuori dai tuoi calcoli.
Come agnostico consacrato, ribatté Peter, non potevo fare a meno di sentire che il sovrannaturale fosse una variabile superflua nei miei calcoli. Avevo come obiettivo principalmente l'ecologia sociale. Le regole erano state stabilite da Dio sempre se realmente esiste molto tempo fa e io non potevo prevedere alcun cambiamento alle regole principali una volta che il gioco aveva avuto inizio. Io ho considerato solo ed esclusivamente gli esseri umani.
E hai ignorato la possibilità di un intervento divino.
Diciamo che sarei stato contento di dargli il benvenuto ma che non ci contavo molto.
E cosa ne dici di questo tentativo di colonizzazione interstellare?
Se stai cercando di rivendicare che sia un intervento divino, non potrei smentirlo. D'altro canto, ti sfido a provare che non sia semplicemente il frutto del lavoro di qualche uomo ingegnoso e pieno di buona volontà.
Touché sorrise Jason.
Peter per la seconda volta provò la sensazione di essere osservato. Si guardò intorno e notò che la ragazza bionda lo stava ancora fissando da pochi metri di distanza. Chi è lei? chiese alle persone intorno a lui.
È Risa Svenson, rispose Marcia. L'abbiamo raccolta a Monterey. Una ragazza molto strana, se vuoi la mia opinione.
Strana? In che senso?
Fondamentalmente è solo timida, spiegò il prete. Questo e la sua giovinezza la tengono un pochino in disparte rispetto agli altri. In realtà è veramente una persona carina.
Vorrei andare a parlare con lei per un po. Grazie a tutti per aver fatto colazione con me. Jason, mi piacerebbe continuare la nostra conversazione un po più tardi.
Peter si alzò e andò verso la giovane, che stava ancora fingendo di non accorgersi di lui. Scusami se te lo chiedo, ma perché mi stavi fissando?
Lei lo guardò, trasalendo. Io non
Sì invece. Non che la cosa mi infastidisca molto, ma vorrei sapere il perché.
Lei aprì la bocca per trovare una scusa, la chiuse e poi disse, Tu eri così famoso e io volevo solo darti un'occhiata. C'è qualcosa di male in questo?
No. In effetti, sono piuttosto sollevato nello scoprire che non assomiglio al mostro ripugnante che tu pensavi io fossi.
Dall'espressione della ragazza, Peter capì che aveva indovinato i suoi pensieri. Non pensavo realmente che tu fossi un mostro, disse in fretta.
Certo che no.
Ma avevo sentito così tante cose cattive su di te
Hai mai letto il mio libro?
No, ero troppo giovane. Ho visto, però, uno spettacolo televisivo che ne parlava. Non mi era piaciutosembrava così deprimente e negativo.
Era deprimente e negativo,e non piaceva neppure a me. Ma cosa puoi fare con la verità? Se la seppellisci in un angolo, lei scaverà, e tornerà da te a morderti le caviglie.
É che non so. Voglio credere che ci sia una speranza, da qualche parte, per il mondo. Il tuo libro lasciava con l'impressione che non ce ne fosse.
La situazione poteva essere vista da tutti. Io mi sono limitati a essere quello che accendeva la luce. Non è servitola gente ha preferito chiudere gli occhi e ha finito con l'inciampare nel futuro. Io mi sono solo limitato a riportare i fatti.
I fatti non sono tutto, disse la ragazza. Abbiamo bisogno anche dei sogni.
Quanti anni hai?
La ragazza lo guardò sulla difensiva. Diciannove, perché?
A diciannove anni avevo appena preso il mio diploma in Sociologia. La gente mi considerava una specie di genio e mi iscrissi a un programma universitario accelerato. Allora avevo anche io dei sogni, sogni grandiosi. Avrei risolto tutti i problemi del mondo. Sistemato le cose in modo che tutti potessimo vivere in pace. Si strinse nelle spalle. Poi è successo qualcosaforse sono solo cresciuto, non lo so. In un paio d'anni tutti i sogni si sono trasformati in incubi. Il mondo si stava allegramente incamminando verso l'Inferno, e nessuno stava facendo una dannata cosa per fermarlo. Ho cercato di urlarlo, di tirare i freni, e la gente mi ha ignorato. C'è da meravigliarsi che mi sentissi impotente? Peter scoprì, con suo grande disappunto, di avere gli occhi pieni di lacrime. É proprio quello di cui ho bisogno, avere una crisi nervosa e mettermi a piangere davanti a una completa sconosciuta, pensò, chiedendosi allo stesso tempo perché la ragazza lo colpisse così tanto da fargli quell'effetto.
Con sua grande sorpresa l'atteggiamento della ragazza si addolcì di colpo. Mi dispiace, gli disse, toccandogli delicatamente un braccio. Non lo sapevo. Deve essere così triste, vedere morire così tutte le tue speranze.
Scava nell'anima di un cinico e troverai un ottimista che è stato deluso.
Povero, disse lei, fissandolo con i suoi enormi occhi blu. Vuoi parlarne?
Si sedettero sul ciglio della superstrada, accanto alla carovana e prima ancora di rendersene conto Peter si trovò a raccontare la storia della sua vita a questa strana, meravigliosa ragazza.
* * *
Honon tornò un paio d'ore dopo mezzogiorno. Non ho avuto fortuna, disse a tutti, poi in privato spiegò a Peter, Sono sicuro che capisci come vanno le cose. Cè un tipo con moglie e due figli. Ha un lavoro richiesto per i prossimi annila gente avrà sempre bisogno di scarpe, e le scorte nei negozi non dureranno per sempre. Perché dovrebbe sradicare la sua famiglia e gettarsi in questa folle avventura con noi? Non posso biasimarloa volte è una decisione difficile da prendere. Io e te, senza legami, siamo fortunati. Possiamo prendere e andare dove e come ci pare. Sta attento alle responsabilità che ti prendi.
Allora cosa facciamo ora? chiese Peter.
Ci rimettiamo in marcia. Abbiamo ancora molta strada da percorrere e non abbiamo nessun altro affare urgente a Los Angeles. Appena Kudjo arriverà con un rapporto sulla situazione, faremo risalire tutti in macchina e ce ne andremo.
Kudjo arrivò mezz'ora dopo. Riferì che la superstrada era libera per tutto il lato orientale della città e che non sembrava ci fosse alcuna banda di teppisti a creare problemi. Con questa assicurazione, tutti rientrarono nelle rispettive automobili. Honon, che aveva un walkie-talkie grazie al quale era collegato a ogni veicolo, diede il via e la carovana si mise in moto. Peter, su invito di Honon, salì nella cabina del primo furgone con il capo della carovana.