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Table of contents
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX
XXI
XXII
XXIII
XXIV
Epilogo
Ringraziamenti
MARISA SANTI
DANZANDO VERSO LA FELICITA
ROMANZO
Questo romanzo è unopera di fantasia.
Tutti i personaggi e i fatti narrati sono frutto dellimmaginazione dellautore.
Qualsiasi somiglianza con persone, vive o morte e fatti è del tutto casuale.
Dedicato alle mie adorate figlie e a chi ha ancora il coraggio di realizzare i propri sogni
Ogni tempesta ha una sua fine. Una volta che tutti gli alberi sono stati sradicati, una volta che tutte le cose sono state demolite, il vento si calmerà, le nuvole se ne andranno, la pioggia si fermerà, il cielo si schiarirà in un istante. E solo allora, in quei momenti di quiete dopo la tempesta, capiamo chi è stato abbastanza forte per sopravvivere.
Tratto da Greys Anatomy
I
È un bellissimo venerdì con un cielo particolarmente limpido, non si poteva fare a meno di restare ad occhi chiusi e a naso allinsù per inebriarsi di quellaria frizzante, raramente in pieno luglio la città offriva qualcosa di diverso dallafa. Bisognava approfittarne.
Siamo tutti riuniti sul terrazzo a pranzare quando limbarazzante silenzio viene interrotto da Alex: <<Ehi Isabel, non ci hai ancora detto la data della prossima gara!>>
Guardo Alex abbozzando un mezzo sorriso, avrei preferito non pensare alla gara in questa magnifica giornata.
<<Lo so che manca solo qualche giorno e non vi ho ancora detto nulla, ma per il momento non so lorario preciso ci sono stati dei problemi con lorganizzazione dellevento così si stanno riducendo allultimo momento. Appena mi verrà comunicato vi spiegherò tutto nei minimi dettagli. Sai che non potrei mai fare a meno di sopportare la tua presenza e quella degli altri a fare il tifo per me.>> strizzo locchio e gli sorrido.
Ritorno a godermi la splendida giornata anche se in realtà dovrei allenarmi anziché stare qui pigramente a rilassarmi. Negli ultimi giorni mi sono davvero ammazzata di lavoro. Sarà pur legittimo oziare e passare il proprio tempo libero a godere della compagnia dei propri amici?!?Vorrei fare qualcosa di diverso. Sono giorni che mi sento strana, ho un po di malumore senza conoscerne il motivo. Mi sento come dottor Jekyll e Mister Hyde!
Dovrei ritenermi una giovane donna fortunata, vivo a Torino città che amo e ho dei genitori amorevoli che gestiscono una pensione per studenti universitari che mi permette di fare nuove amicizie con coetanei e potermi confrontare con loro. Partecipo a molte gare per poter accrescere le mie esperienze e per sviluppare la mia determinazione con nuove sfide e soprattutto perché adoro dare il meglio di me per accumulare sicurezza e per dimostrare a me stessa che, se voglio, posso!
Durante la settimana vado alluniversità, aiuto i miei genitori a gestire la pensione e alcune sere mi concedo un po' di svago uscendo con gli amici o con il mio fidanzato Max. A volte penso che la mia vita sia un po faticosa perché devo trovare sempre il tempo e lenergia per fare conciliare tutto e per le esercitazioni e la scuola di danza. Soprattutto lo è nellapprossimarsi delle gare, più lavvenimento si avvicina più la mia competitività cresce e con essa lansia di non essere allaltezza. Non mi piace perdere e neppure arrivare seconda. Penso dessere perfezionista, ma, tutto questo mi gratifica e credo soddisfi anche i miei genitori, è un modo di ripagarli per tutti i sacrifici che hanno fatto e continuano a fare per aiutarmi a realizzare i miei sogni. La mia esistenza è molto serena: ho genitori che mi adorano, stiamo bene economicamente, ho tanti amici e un fidanzato che mi riempie di attenzioni e che molti mi invidiano. Allora perché non mi sento appagata? Mi sento come se nella mia vita mancasse un pezzo per completare un puzzle.
Devo fare qualcosa per distrarmi da questa inutile e pericolosa malinconia e voglio coinvolgere anche i miei amici. Mi devo impegnare ad escogitare il sistema per evadere da questa routine!
Beh, unidea ce lavrei: sono mesi che Franca, la migliore amica di mia madre mi sprona ad andare a farle visita.
Mentre siamo ancora tutti a tavolapropongo: <<Ragazzi che ne dite di fare una gita al mare questo week-end?>>
Alex e Vanessa rimangono stupiti dalla mia proposta guardandomi come se davanti a loro ci fosse qualcun altro con le mie sembianze; entrambi sanno che in questo periodo mi dedico solo a palestra e scuola. Solitamente nellapprossimarsi di una gara o di un esame non esco nemmeno per un aperitivo o una birretta al pub.
<<Sei proprio sicura di volere sprecare due giorni interi senza allenamenti e piroette?>> Chiede Vanessa ancora perplessa ed incredula per la mia richiesta. Annuisco con espressione divertita per le facce che hanno tutti in questo momento, la loro espressione è basita, come se davanti a loro fosse apparso un fantasma.
I ragazzi si confrontano per decidere se accettare o meno la mia richiesta in base ai loro impegni. Sembrano abbastanza spiazzati ma anche euforici per la piacevole novità. Sole, mare, amici e baldoria. Finalmente smettono di osservarmi come se fossi appena uscita dal manicomio e mi danno il verdetto.
<<Sì, per me va più che bene>> dice entusiasta Rebecca.
<<E voi?>> chiedo agli altri.
<<Ci verremo tutti>> rispondono canticchiando in coro.
E poi sarei io quella strana! Alex, Vanessa, Rebecca, Vittorio, Lara, Rossana, Matteo, Chiara e Marco sono da anni gli inquilini della pensione, abbiamo legato talmente tanto da comportarci come se fossimo tutti fratelli e sorelle: siamo una grande famiglia, uniti da una profonda amicizia.
<<Quindi è deciso, nel tardo pomeriggio si parte!>> esclamo contenta.
Concluso il pranzo, ci prepariamo per partire.
Nel frattempo prendo il cellulare e contatto anche Max e Roberta, la mia migliore amica, per invitare anche loro alla gita. Roberta accetta subito, mentre purtroppo Max, a malincuore, è costretto a rinunciare per impegni lavorativi. Mi spiace che non possa esserci, non lo vedrò per due giorni.
Chiudo il borsone e mi affretto a raggiungere gli altri nel salone.
<<Ci siamo tutti, mancavi solo tu e scoprire la nostra destinazione! Abbiamo preso baracca e burattini, adesso ti spiacerebbe dirci dove siamo diretti?!?>> chiede Chiara sempre più incuriosita.
<<Al mare! Oh... Magari vorreste sapere anche il luogo ad Alassio in Liguria. Cè una cara amica di mia madre che ci aspetta a braccia aperte! Lei è sempre felice di avere ospiti, particolarmente se si tratta di baldi giovani. È da tempo che mi chiede di raggiungerla perché si sente un po sola e vorrebbe che portassi con me degli amici. Ha una casa molto grande con un sacco di stanze. Vi ho chiarito le idee o pensate ancora di essere diretti verso lignoto più oscuro?>> chiedo prendendomi gioco di loro. <<Dai, partiamo!>>
<<Dicci almeno come si chiama la tua amica!!!>> esclama Roberta.
<<Franca ed è una signora molto dolce e simpaticissima. Ah Forse temi che possa trattarsi della malvagia strega di Hansel e Gretel? Chissà, magari ho preso accordi con lei e il pranzo di oggi potrebbe essere un modo per mettervi tutti allingrasso e prepararvi per il suo magico forno>>
Finalmente hanno finito di tempestarmi di domande inutili e hanno deciso di incamminarsi verso il parcheggio. Carichiamo i bagagli e infine si parte.
Decido di andare in auto con Roby e lei preoccupata di dover affrontare lautostrada chiede di utilizzare la mia e possibilmente di guidare io, come sempre.
<<Roby, devi superare questa assurda paura di guidare in autostrada. Per questa volta ti assecondo ma al ritorno lo farai tu!>> le dico con tono di rimprovero.
<<Sai che non sono portata non sono tutti come te signorina-faccio-tutto-io! Mi scarrozzerai tu anche al ritorno!>> ribatte defilandosi dalla responsabilità verso se stessa di superare la propria paura.
<<Okay.>> rispondo sbuffando.
Accendiamo la radio, alziamo il volume al massimo e mettiamo da parte il battibecco. Sono incessantemente felice della sua compagnia, riesce sempre a farmi ridere, con lei dimentico i malumori e il tempo vola.
Finalmente dopo tre ore di viaggio e svariati rallentamenti dovuti dal traffico arriviamo ad Alassio. Durante il percorso ci siamo dispersi. Per fortuna ho dato loro lindirizzo prima di partire e i navigatori satellitari fanno sempre o quasi bene il loro lavoro.
Ci ritroviamo davanti allingresso della villa di Franca. Suono più volte il campanello, fino a quando finalmente il cancello si apre e troviamo ad accoglierci Mario, il maggiordomo.
<<Signorina Isabel che piacere rivederla! Prego ragazzi entrate, la signora vi sta aspettando.>>
<<Sei una serpe, lavevi già avvisata del nostro arrivo! Mi hai fatto credere per tutto il viaggio che dovessimo piombarle in casa senza alcun preavviso come dei maleducati...>> mi dice Roberta alquanto innervosita.
<<Già!>> Rispondo facendomi un po beffa di lei, consapevole della sua timidezza. In qualche modo dovevo vendicarmi per aver fatto solo sclerare me in autostrada dietro a code e pazzi incuranti del codice stradale.
Sono sempre stata giocosa e vivace quindi è abbastanza abituata a subire un ingenuo scherzo a suo discapito. Se ne farà una ragione e imparerà ad essere meno ingenua. Per fortuna mi amano nonostante la mia lingua un po velenosa e il mio sarcasmo e comunque possediamo tutti un gran senso dell'umorismo, è difficile che ci si offenda facilmente.
Franca ci aspetta davanti allingresso con un magnifico sorriso: <<Entrate ragazzi, siete tutti benvenuti! Gli amici di Isabel sono anche amici miei.>> Dice facendoci accomodare.
Tutti rimangono a bocca aperta entrando in questa fantastica casa, Franca ha buon gusto ed è appassionata darte, la sua abitazione sembra un museo: ha viaggiato molto prima della morte di suo marito e da ogni viaggio hanno portato a casa qualche ricordo. È una persona di classe e penso che sia una delle donne più affascinanti e intelligenti che abbia mai conosciuto e nonostante tutto, sa mettere tutti a proprio agio senza atteggiarsi come tante altolocate con la puzza sotto il naso. Solo il pensiero dellesistenza di certi elementi, mi viene la nausea.
<<Isabel, che piacere averti qui. Quando la mamma mi ha detto che vi sareste fermati per due giorni mi ha riempito il cuore di gioia. Lucia adesso vi mostrerà le vostre stanze.>>
<<Grazie mille Franca, sei sempre molto generosa. Mi sei mancata tanto è molto che non vieni a farci visita! Come stanno le tue figlie? Sono sempre in Inghilterra?>>
<<Stanno molto bene, mi dicono sempre di salutarti! Fatti abbracciare Isabel.>> Mi getta le braccia al collo e mi accarezza come solo una mamma sa fare. Amo questa donna, per me è come una seconda madre. Chissà se anchio e Roby continueremo ad essere così tanto amiche come loro due? Spero proprio di si!
La serata è trascorsa gioiosamente anche se siamo tutti molto stanchi per il viaggio. Dopo aver cenato i ragazzi si sono finalmente rilassati e hanno superato limpaccio. Avevo dimenticato quanto fosse brava ai fornelli Lucia. Ci ha preparato una spaghettata allo scoglio divinamente buona e il branzino al cartoccio con contorno di insalata, il tutto accompagnato da dellottimo vino bianco.
<<Isabel hai proprio ragione: la signora Franca è davvero una donna molto simpatica e giovanile. Chiacchierare con lei è divertente.>> Mi dice entusiasta Rebecca.
Concentrati e affascinati dai racconti interessanti di Franca non ci siamo resi conto del tempo che scorre, si è fatto molto tardi e il sonno inizia a farsi sentire.
Vittorio è il primo a cedere a Morfeo. <<Buona notte a tutti.>> dice mentre cerca di trattenere uno sbadiglio.
Poco alla volta tutti gli altri prendono esempio e si recano nelle proprie stanze. Io e Roby rimaniamo ancora un po a chiacchierare con Franca, non mi stancherei mai di ascoltarla parlare. Chissà quanto si saranno divertite lei e mia madre quando erano giovani, non faccio fatica ad immaginarle infrangere cuori e a fare girare le scatole alla mia nonna materna. Rigida comè non oso pensare quante volte avrà ripreso la figlia per la sua esuberanza. Per fortuna con me non è così, forse invecchiando, si diventa più tolleranti e pazienti.
<<Isabel hai qualcosa che ti preoccupa vero? Lo sai che a me non sfugge niente per me sei come una figlia e non me la dai a bere>> Mi squadra con sguardo preoccupato attendendo la mia risposta.
Resto con lo sguardo fisso sul pavimento per non incontrare i suoi occhi indagatori. Ma lei non demordendo mi incalza: <<Vedo che sei provata, nonostante tu voglia mascherare tutto dietro il tuo sorriso. Sono gli occhi lo specchio dellanima e loro mi dicono che cè qualcosa che non va!>>