<<Pronto, ciao Max>> rispondo con nonchalance.
<<Ehi! È da un po che ti chiamo sul cellulare>> mi rimprovera
<<Scusami, devo averlo lasciato sbadatamente in palestra.>>
<<Volevo ricordarti che stasera verrò a prenderti così andiamo a fare un giro da qualche parte.>>
<<Me lo ricordavo!>> mento.
<<Allora ci vediamo più tardi e, mi raccomando, non tardare come al solito!>>
Mentre parlo al telefono noto la presenza di Mattia che non esita ad ascoltare e vedo i suoi occhi diventare tristi allimprovviso. Distolgo lo sguardo da lui e mi concentro sulla conversazione. <<Ti aspetto questa sera per le ventuno; a dopo!>>
Ultimamente io e Max non ci frequentiamo spesso. Prima ci vedevamo ogni sera e ci sentivano telefonicamente almeno una decina di volte al giorno. Poco alla volta abbiamo capito che forse sarebbe stato meglio vedersi meno, lattesa ha il suo fascino.
Conclusa la telefonata torno nel salone: <<Scusate ragazzi, sapete comè Max, se non mi sente mille volte al giorno dà fuori di testa!>>
<<Tranquilla Isabel!>> esclama Rebecca
<<Stavamo chiedendo a Mattia se potesse fargli piacere uscire con noi, così gli mostriamo questa magica città e magari potremmo anche fare un giro per locali>> dice Alex
<<Certo, mi farebbe molto piacere.>> risponde Mattia entusiasta dellofferta.
<<Cosa ne dici, sopporterai la nostra compagnia?!?>> gli domando rivolgendogli un timido sguardo.
Annuisce senza parlare, continuando a fissarmi. Devo superare questa sensazione di imbarazzo. Adesso lo riempio di domande, magari prendendo un po di confidenza mi farò passare questa paura di incrociare i suoi occhi. Forza e coraggio.
Resetto e con disinvoltura gli chiedo: <<Da dove vieni?>>
<<Da Roma!>> mi risponde guardandomi come se davanti a lui ci fosse unaltra persona.
In effetti ho cacciato via ladolescente impacciata che si era impadronita della mia mente. Non so come ci stia riuscendo ma sto tornando in me. Era ora!!!
<<Wow, amo Roma è bellissima, però non riuscirei a viverci è troppo caotica e presa dassalto dai turisti. Magari un giorno potrai tu farci da cicerone nella tua città. Non sono ancora riuscita a visitarla tutta.>>
<<Molto volentieri, quando vorrai Isabel sarò a tua disposizione.>> Dice senza nascondere un sorrisetto malizioso.
<<Me lo ricorderò quando vorrò evadere da Torino e dai miei mille impegni.>>
E magari quando la smetterai di intimidirti guardandolo.
Interviene il mio subconscio.
Tra una chiacchierata e laltra il tempo è volato. Mia madre ci invita a prendere posto a tavola. In qualche modo mi ha nuovamente salvata.
Durante la cena Mattia è molto partecipe e per nulla in difficoltà cosa che mi porta in maniera inaspettatamente naturale a sperare in una sua repentina integrazione nel gruppo e, nuovamente, ad augurarmi di vincere altrettanto rapidamente l'imbarazzo che mi crea la sua presenza. Mi perdo ad osservarlo, ha qualcosa di misterioso. Quando è distratto mi rendo conto che i suoi occhi cambiano luce, cosa avrà che lo preoccupa? Bello e tenebroso Devo smetterla di guardarlo così, prima o poi qualcuno se ne accorgerà e non va bene. Dò un occhiata allorologio appeso alla parete e mi rendo conto che è davvero tardissimo, sono già le venti e tra unora Max sarà qui. Saluto e mi alzo per andare nella mia stanza. Quando sono vicino alla scala, mi rendo conto che Mattia mi ha seguita.
<<Ce la farai a sopportarci?!?>> lo sfido ironicamente mentre saliamo assieme.
<<Direi di si!>> esclama sorridendomi.
<<Immagino tu sia stanco Ti conviene andare a riposare. Più tardi, quando rientrerò, farò in modo di non fare rumore per evitare di disturbarti.>>
<<Non sono affatto stanco. Penso di sistemare alcune cose in camera e poi mi dedicherò alla lettura di un libro. Mi spiace avere invaso il tuo spazio sai, per il bagno...>>
<<Non preoccuparti potrò sopportarlo>> gli dico facendogli un sorriso.
Mattia è nella sua stanza e si butta sul letto pensando divertito allesuberanza e allimpaccio di Isabel. Anche lui è frastornato dalle tante emozioni per la giornata appena trascorsa. Si sente attratto da quella ragazza. Ripensa al momento in cui lha vista volteggiare, sarebbe rimasto ore ad osservarla mentre danzava. Quando ha incontrato i suoi penetranti occhi nocciola non riusciva più a distogliere lo sguardo dal suo. E consapevole di averla messa in imbarazzo. Si sente attratto non solo dal suo aspetto ma dalla fragilità che vuole nascondere tramite ironia e sicurezza. Quando lei li ha raggiunti nel salone con indosso quel vestitino color crema che le lasciava scoperte le lunghe gambe toniche lha trovata irresistibile. Isabel: un viso particolarmente bello, incorniciato da lunghi capelli castani dai riflessi ramati, occhi grandi di un castano ambrato, bocca carnosa ben disegnata che fa da contrasto allespressione fresca e innocente. Ha un corpo tonico, il fondoschiena rotondo e modellato, un seno generoso, vita stretta e con tutte le curve al posto giusto Evidentemente lo sport ha aiutato a far sì che il suo fisico si modellasse nei punti giusti. Di certo non passa inosservatae tutto di lei gli rimanda perfezione e sensualità... Sommerso dal pensiero di Isabel dimentica per un po i suoi problemi e la vera motivazione che lha indotto a trasferirsi a Torino per un podi tempo.
Al solo pensiero che ci sia solo un muro a dividermi da Mattia mi fa venire la pelle doca. Basta pensare a lui! Devo riprendermi e muovermi. Decido di indossare un abitino nero che metta in evidenza le forme senza essere volgare, decolleté nere, un filo di trucco sugli occhi e un po di lip gloss, qualche goccia di Jadore, lultima spazzolata ai capelli che lascerò sciolti e, finalmente, sono pronta.
Il cellulare incomincia a squillare e, come da copione, è Max per avvisarmi del suo ritardo. Non ce la può proprio fare ad essere puntuale!
<<Questa volta cosa ti è successo?>> gli domando sbuffando.
<<Isabel scusami, ma ho avuto un imprevisto, quindi stasera purtroppo non possiamo vederci.>>
La reazione è immediata e piccata <<E me lo dici soltanto adesso, quindici minuti prima dellora x? Bravo, siamo alle solite!>>
<<Hai ragione ad arrabbiarti, ma mia madre si è sentita poco bene ed ha bisogno di me, mi dispiace. Giuro che domani mattina passo a prenderti prestissimo e ti porterò prima a fare colazione al bar e poi ti accompagnerò a scuola.>>
<<Va bene, anche per stavolta sei perdonato, ma per vendicarmi domani non darò peso alla mia linea e, visto che pagherai tu, mangerò tutto quello che mi capiterà sotto il naso. Non darmi buca di nuovo! Adesso vai da tua mamma e salutamela!>> dico smorzando il mio risentimento.
Capisco che questa volta è per una giusta causa, ma è seriamente difficile sopportare di ricevere costantemente dei bidoni.
Esco dalla stanza sbattendo involontariamente la porta. Non dovrei ma sono comunque molto arrabbiata è la terza volta che mi tira pacco negli ultimi dieci giorni. Sono talmente furiosa da non rendermi conto che la mia delicatezza nello sbattere la porta ha fatto uscire Mattia dalla sua stanza. I suoi occhi sono addosso a me che mi scrutano dalla testa ai piedi. Perché mi fissa così?
Rompendo il silenzio gli dico: <<scusami per il fracasso. Ma la mia dolce metà ha un innata e incredibile predisposizione a farmi infuriare>> Continua a squadrarmi in maniera imbarazzante, praticamente mi sta mangiando con gli occhi!
Sono sicura dessere diventata paonazza. Finalmente decide di dire qualcosa.
<<No, non preoccuparti per me. Dimmi tu piuttosto cosè successo?>>
<<Max mi ha dato buca, di nuovo! E dire che mi sono fatta carina per lui.>>
<<Non avrà la minima idea di cosa si stia perdendo; sei bellissima!>>
E dopo questa affermazione arrossisco ancora di più.
<<Sai cosa ti dico, che niente va sprecato! Se a te può andar bene, uscirò io con te stasera.>> Mi propone Mattia.
<<Certo, ti porterò un po in giro per le vie di Torino!>> Rispondo entusiasta, preoccupata per le strane sensazioni che provo e per dover rimanere sola con lui.
<<Ti andrebbe se andassimo a fare una passeggiata in centro e poi in un pub a bere qualcosa?>>
<<Mi piace! Dammi solo il tempo di cambiarmi e sono subito da te.>> Mi risponde divertito per aver notato il mio sguardo sui suoi pantaloni della tuta, facendomi locchiolino. Arrossisco, rendendomi conto che anchio lo stavo mangiando con gli occhi. Dio santo questuomo sarebbe super sexy anche con indosso un sacco della spazzatura.
Nellattesa sono scesa in cucina per bere un bicchiere dacqua fredda per riprendermi e fare calmare i bollenti spiriti anche se forse sarebbe meglio mandare giù qualcosa di alcolico il quale potrebbe rendermi più spigliata.
Mi dirigo verso il corridoio e nel frattempo noto Mattia che sta scendendo le scale per raggiungermi. Ha indossato un jeans, una maglietta di cotone nera con scollo a v e una giacca di pelle. È bello da fare male!
Mi prende la mano e mi chiede se sono pronta a portarlo in giro. Annuisco e respirando a fondo inizio a parlare a raffica: <<ti porto in auto fino in Piazza Vittorio Veneto, è tra le più grandi piazze dEuropa e da lì in poi andiamo a piedi per le vie principali del centro: Via Po, Piazza Castello, Via Roma e poi torneremo indietro da Via Lagrange per poi ritrovarci nuovamente in Via Po econcludiamo andando a berci qualcosa ai Murazzi.>>
<<Perfetto, mi fido di te!>> esclama divertito dalla mia improvvisa parlantina.
Raggiungiamo la mia auto, una Mito nera dellAlfa Romeo.
Messa da parte la timidezza e sciolto il ghiaccio, incomincio a sentirmi a mio agio. Così per accelerare i tempi e conoscerlo meglio lo tempesto di domande riguardanti la sua città nativa e la sua vita privata. Quando mi ci metto sono davvero invadente.
<<Scusami se ti tormento, ma mi domando cosa diavolo ci fai qui a Torino, abitando in una città stupenda come Roma.>>
<<Lavoro>> risponde.
Nonostante le mie decolleté siano molto alte, sono riuscita a camminare tanto e seguire litinerario prefissato.
Raggiungendo i Murazzi gli faccio notare la chiesa della Gran Madre e il Monte dei Cappuccini.
<<Lo sapevi che Torino è una città magica? La prossima volta ti porto in Piazza Statuto. Anticamente era una porta della città considerata infausta e fuori da questa vi erano le crocifissioni. Per i suoi precedenti storici si pensa che la piazza nasconda qualcosa di malefico, addirittura si suppone che sotto laiuola centrale ci sia la porta per linferno. Torino è il vertice del triangolo della magia nera con Londra e San Francisco e anche della magia bianca con Praga e Lione. Il punto preciso del vertice della magia nera è un piccolo obelisco costruito nel 1808 su un punto geodetico secondo calcoli trigonometrici ed è situato in un aiuola del piccolo giardinetto.>>
<<Davvero?>>
Annuisco. Poi gli indico le tre statue della Gran Madre e gli spiego cosa rappresentano.
<<La statua al centro rappresenta Vittorio Emanuele I, quella di destra lallegoria della religione con la tiara ai piedi, mentre, quella a sinistra lallegoria della fede, una donna che regge un calice. Si ritiene che la statua volga lo sguardo verso il luogo in cui si nasconde il Santo Graal. Invece una delle leggende esoteriche vuole che non lo sguardo ma che lindice della mano indicasse il luogo in cui è sepolto il Graal, per questo ignoti lhanno distrutto.>>
<<Interessante.>>
<<Magari appena entrambi avremo un po di tempo libero, ti porto a fare un tour, facendoti visitare la Torino misteriosa, sotterranea e esoterica.>>
<<Mi piacerebbe molto.>>
<<Non credo in queste cose anche se in fondo lesoterismo mi affascina e spaventa al tempo stesso.>>
<<Anchio non credo in queste cose. Anche se in questo momento un po di magia la percepisco e più che alla porta dellinferno, mi sento in quella del Paradiso.>> Mi dice guardandomi negli occhi.
<<Sapevo che ti sarebbe piaciuto qui>> gli dico fingendo di non capire. Perché penso che non si stesse riferendo alla città sono la solita presuntuosa.
Mentre siamo al pub e continuiamo a bere, Mattia mi elenca i posti che vorrebbe visitare. Successivamente mi racconta qualcosa della sua famiglia, di avere delle sorelle e di esser molto affezionato a loro.
<<Mi sono trasferito qui per questioni di lavoro. Sono un consulente finanziario, mia zia mi ha detto di conoscere delle persone che necessitano di me ed io ho bisogno di avere più clienti e accumulare esperienze, così ho deciso di trasferirmi! Conoscendo i tuoi, mi ha aiutato a trovare una sistemazione, ha chiesto loro la possibilità di ospitarmi nella vostra pensione. Purtroppo a casa sua non c'è molto spazio per ospitarmi.>>
<<Io non ho mai conosciuto tua zia, mia madre mi ha detto che è una sua amica di vecchia data che ancora non ho avuto il piacere di conoscere. Stando a quello che dice, non abita in città. Sarei curiosa di incontrarla, potrebbe rivelarmi qualcosa che mia madre combinava da giovane. Non si sa mai, potrebbe tornarmi utile quando mi starà con il fiato sul collo!!!>> Commento con un sorrisetto compiaciuto.
<<Se vuoi un giorno ti ci porterò, vive in Val di Susa da quando si è sposata.>>
<<Grazie, mi piacerebbe molto.>>
Vorrei chiedergli anche se è fidanzato, ma penso che non sia il caso, potrebbe pensare che io possa avere altri interessi nei suoi riguardi.
Parliamo ancora molto continuando a mandare giù birra, cosa che mi rende più sicura e meno timida. Ridiamo e ci divertiamo per tutta la serata. Senza rendercene conto il tempo è volato.
<<E tardissimo!>> esclamo guardando lora. Sono quasi le tre del mattino e tra poche ore devo andare alluniversità.
<<Hai ragione, il tempo è passato velocemente, non pensavo fosse così tardi!>>
<<Già E ora di andare a dormire>> dico molto dispiaciuta di dover interrompere la piacevole chiacchierata.
<<Grazie mille per la bella serata...>> dico facendo una pausa per prendere coraggio e raccontargli di averlo già visto.
<<Sai, stamattina mentre andavo alluniversità ti ho incrociato; eri fermo ad un semaforo con la cartina stradale in mano. Non ho potuto fare a meno di notarti e sono rimasta affascinata dal tuo aspetto, pensavo fossi inglese o Irlandese sei particolarmente interessante!>> esclamo e poi cerco di riparare <<Scusa, mi fa male bere tanto, perdo il controllo e non penso a quello che dico>> arrossisco e evito di guardarlo in faccia.