Il loro precedente aguzzino fissava la volta celeste da un ripiano roccioso diversi piedi giù dal sentiero. Lo faceva con gli occhi sbarrati e un buco in fronte. Un uomo dallo sguardo di ghiaccio e con abiti da viaggio relativamente curati li scrutava da dietro una Colt. Aveva unaltra rivoltella sul lato sinistro del cinturone lungo il quale si notava una batteria di tamburi già carichi. Il tizio aveva l'aria di uno sbirro.
«Sono Cardigan Smith e sono un Texas Ranger. Mi dite cosa ci facevate in compagnia di quel criminale?» Era proprio uno sbirro e di quelli pericolosi. Non si trattava del solito pallone gonfiato con i gradi: era un ranger, quindi, un abile pistolero o un ex cacciatore di taglie che aveva deciso di lavorare per lo Stato. Il braccio operativo della legge.
«Grazie di averci salvati, Signor Tenente. Noi non siamo che povera gente, contadini in questa terra maledetta» esordì Hugg.
«Non sono un tenente... magari. Comunque, continua.»
«Sì, Signore. Abitiamo qui vicino, a Little Pit. Lì su, ho sepolto la mia amata moglie e l'altro mio figlio quando morirono di vaiolo.» Hugg indicò un'altura vicina dove sapeva che effettivamente ci fossero due tumuli senza iscrizione. I corpi della sua coniuge e la sua prole, invece, li aveva lasciati a marcire nella vecchia dimora in Louisiana: commesso il delitto, era fuggito per darsi alla macchia. Strozzò un singhiozzo, finse di pulirsi una lacrima e continuò: «Oggi sarebbe stato l'anniversario del nostro matrimonio, sedici anni. Così, io e il mio figliolo siamo andati lì per stare tutti insieme... in famiglia. Al calar della notte, ci siamo riavviati verso casa, ma abbiamo visto del fumo levarsi dal nostro villaggio. Temendo il peggio, abbiamo risalito questo monte per accertarci di cosa fosse accaduto. Purtroppo, quell'uomo ci ha teso un agguato. Voleva sapere da noi notizie su di un pistolero: proprio non ho capito cosa intendesse. Noi non sapevamo cosa rispondergli, allora ha detto che ci avrebbe portato da un certo Lane che ci avrebbe fatto cantare.» Una mezza verità era sempre meglio di una bugia.
«Lane, Lane Sadlann, suppongo. Allora, finalmente, ci siamo!» disse tra sé.
«Come? Non ho capito?» cercò di speculare Hugg.
«No, nulla che vi riguardi. Grazie, mi hai risparmiato di dover recuperare il cadavere di quel fuorilegge lì sotto: ho già appurato ciò che mi serviva. La vostra faccia, non mi sembra che sia tra i ricercati, almeno tra quelli che ricordo. Comunque, non mi fido ancora di voi: quindi, dovrete venire con me all'accampamento della mia squadra. Se siete ciò che dite di essere, non avete nulla da temere. Dove avete messo i cavalli?»
«Ma Signore, noi non possediamo cavalli! Magari averne uno: potremmo attraversare questo dannato deserto in poche ore.»
«Lo immaginavo. Maledizione, a piedi impiegheremmo troppo a raggiungere gli altri a Cactus Cross!» L'uomo temeva che potessero essere in combutta con la banda di fuorilegge a cui dava la caccia e quindi, onde evitare che facessero scherzi, avrebbe preferito portarli con sé. Tutte le evidenze facevano pensare che non fosse così, ma in certi casi, la prudenza non è mai troppa. D'altro canto, intendeva raggiungere al più presto la sua compagnia d'armi per ottenere i rinforzi necessari. Se fosse stato il cacciatore di taglie di una volta, nel dubbio, li avrebbe fatti fuori per avere campo libero; tuttavia era ormai un uomo di legge e aveva messo da parte un gran parte del suo cinismo.
«Ragazzo, lega tuo padre a quell'albero» ordinò lanciandogli una corda. Quando vide il giovane esitare aggiunse: «Non preoccupatevi, è solo una precauzione: devo prima sbrigare una faccenda, poi verrò a liberarvi. Guardate, vi presto anche la mia coperta per ripararvi dal freddo.»
Mestamente, Donnola eseguì.
«Ora devo legare anche te. Mi raccomando, non fare idiozie e non provare a dartela a gambe.»
«Non scapperò! Voglio restare col mio pa'!» piagnucolò emulando la voce di quel cetrullo di Denner, l'altro ragazzo di Little Pit.
Lo sbirro rinfoderò la pistola e lo prese per un braccio con l'intento di legarlo. All'improvviso, Donnola gli piantò un tacco sul piede e fece per fuggire; tuttavia la presa dell'uomo era salda. L'unica cosa che ottenne fu strappargli un'imprecazione, oltre che, naturalmente, distrarlo per quell'attimo necessario al padre per fracassargli il cranio con una pietra. Il ragazzo era abilissimo con i legacci, e il falso nodo era la sua specialità.
«L'hai ucciso, pa'?»
«Ti sembra vivo?» Per l'impatto, il bulbo oculare del malcapitato era fuoriuscito dallorbita.
«Potevi tramortirlo. In fondo, ci ha salvato la vita.»
«Certo, e siccome tu gliene sei così riconoscente, andrai ad avvertire i suoi compari al posto suo. Da queste parti, non mi conoscono in molti, ma ciò non significa che non mi conosca nessuno.» Qualora i ranger avessero fatto fuori quei fuorilegge, avrebbe definitivamente scongiurato il rischio che qualcuno lo potesse braccare per la refurtiva.
Dalla parte della legge.
Dannazione! Il suo vecchio poteva andarci un po' più piano!
Prima di mandarlo ad approcciare i ranger, per rendere la scena struggente e credibile, il padre aveva praticamente pestato il povero Finn. Probabilmente, non voleva ridurlo così male, ma l'appetito vien mangiando, e quel deviato ci aveva preso gusto a picchiarlo.
L'idea di base era, comunque, condivisibile: molti sbirri erano corrotti e opportunisti; tuttavia non erano rari quelli che ringalluzzivano quando si trattava di correre in aiuto di un povero ragazzino inerme e massacrato dai fuorilegge. In pratica, si trattava di cretini che volevano sentirsi eroi. Donnola stentava a capacitarsi che esistessero adulti così ingenui: non si stupiva dell'ingenuità, ma del fatto che fossero sopravvissuti tanti anni nonostante quella.
Giunse trafelato e ansimante all'accampamento di Cactus Cross, non dovette recitare per quello: era realmente messo male. Alzò una mano, implorò aiuto e cadde con la faccia nella polvere: lì, ci mise un po' di suo.
Erano otto uomini. Subito, uno di loro accorse a sollevarlo e gli versò dell'acqua in bocca per rianimarlo.
«Figliolo! Cosa ti è successo?» Il tizio era massiccio e dall'aspetto rude, ma si vedeva che si sforzava di essere tenero con lui. "Bingo! Ecco il primo aspirante eroe."
Aprì gli occhi lentamente e finse di non riuscire a mettere bene a fuoco la scena, poi diede un paio di colpi di tosse e iniziò a piagnucolare frasi convulse e incomprensibili.
«Dai, ragazzo! Manda giù un altro sorso e parla lentamente. Vuoi o non vuoi che ti aiutiamo?»
«Uccideranno tutti! Mamma! Papà!» delirò.
«Chi ucciderà tutti? E dove?»
«Hanno incendiato il granaio! Pistoleri a cavallo. Sparavano, ammazzavano! Ci hanno messo tutti in fila davanti al muro della vecchia locanda di Joe. Io piangevo e mi hanno picchiato!» Doveva fingere di riaversi dallo shock lentamente fornendo informazioni sempre più sensate.
«Maledizione, figliolo! Sii più chiaro! Qui, sei al sicuro: noi rappresentiamo la legge. Innanzitutto, da dove vieni?»
«Da Little Pit, Signore!» Si ricompose e tirò su aria dal naso. «Ero a terra dolorante. Dalla sua soffitta, Sean ha provato a sparare a quei farabutti e io ne ho approfittato per nascondermi nel vespaio della locanda, poi ho strisciato fino all'altro lato e sono fuggito nel deserto.»
«Così, va meglio! Cerca di darmi più informazioni: è importante! Qualsiasi particolare riuscirai a fornirci ci sarà di grande utilità. Per cominciare: li hai sentiti fare qualche nome?»
«Lane, così lo chiamavano. Era il più cattivo, ha pestato tante persone. È stato lui a ridurmi così.»
«Lane dici? Bravissimo, ragazzo!» Fu premiato da una carezza amorevole sulla testa che gli diede il voltastomaco. «Ehi! Avete sentito? Forse, il moccioso si riferisce a quel macellaio di Sadlann. A quanto pare, i sospetti di Cardigan erano fondati. Muoviamoci!»
«Allora, perché non è venuto ad avvisarci?» obiettò un tizio biondo che sonnecchiava nei pressi del bivacco usando la sella come cuscino. Aveva tutta l'aria di non volersi scomodare.
«Potrebbero averlo fatto fuori o, peggio ancora, potrebbero averlo fatto prigioniero per estorcergli informazioni! Ammettilo che te la stai facendo sotto!» lo incalzò l'altro.
«Ehi, modera le parole! Non ti spacco la faccia, solo perché per farlo, mi dovrei alzare, e io ho tutta l'intenzione di farmi un altro paio di ore di sonno. Inoltre, cribbio! Ieri ci siamo fracassati le natiche a seguire la pista e ora pretendi che mi rimetta in groppa prima ancora dell'alba. Va bene essere ligi, ma per quella miseria che ci dà il Governatore, non sono disposto a tanto!»
«Forza e coraggio, Rick alza le chiappe! Non c'è tempo da perdere!» insisté.
«Tu non sei nessuno per darmi ordini! Non rompere!» Luomo si girò dallaltra parte come a voler riprendere sonno.
«Suvvia! Ci molli proprio ora che abbiamo l'occasione di acciuffare quei banditi!»
«O quella di farci impallinare da loro!»
«Ha ragione Gregory, non è il momento di starsene con le mani in mano.» L'atteggiamento del nuovo intervenuto era quello di chi, là, comandava.
«Signor sì, Capitano! Ma visto che l'esito dell'incursione non è poi così scontato, la prassi non prevederebbe che uno di noi faccia rapporto al comando più vicino? A titolo precauzionale, intendo. Magari potrei approfittarne anche per scortare questo povero ragazzino all'infermeria di El Paso: dobbiamo o no, tutelare l'incolumità dei cittadini?» mediò il Biondo.
«Non devi essere tu a dirmi ciò che prevede la procedura e, soprattutto, non spetta a te stabilire chi debba andare a fare rapporto! Il tuo menefreghismo rasenta la diserzione. A ogni modo, se ci tieni tanto, ti voglio accontentare, cagasotto! Fai come hai detto, ma sappi che questa storia ti costerà tre settimane di stipendio e, ovviamente, lannullamento dei tuoi diritti sul premio per la cattura di quei criminali.» Il capitano scribacchiò due righe su un foglietto, lo accartocciò e glielo tirò addosso. «Agente Richard Keen, qui ci sono le sanzioni che ti ho comminato!»
«Non ti sembra di esagerare James? Addirittura tre settimane! Daccordo, mi hai convinto: ora mi alzo e vengo con voi.» Si mise a sedere.
«Non James, Capitano Bluemann per te! E poi, mi spiace, ma è troppo tardi per cambiare idea. Il mio è un ordine, non una proposta. Sarai tu a fare rapporto e ti giuro: prova solo a non consegnare il foglio delle sanzioni, che quando torno, ti metto su un verbale tale da mandarti dritto alla forca! Ne ho abbastanza di te, buono a nulla!» Luomo era paonazzo.
«Fate presto voi capi: buttate giù due righe e un povero ranger perde diverse decine di dollari di salario. E questo, dopo giorni di duro lavoro!» si lamentò Rick.
«Smettila di piagnucolare, e ricordati ciò che ti ho detto! Uomini, armatevi di coraggio e salite groppa! La legge chiama!» Il capitano montò sul cavallo, batté sugli speroni e si avventurò nel deserto seguito dagli altri.
«Idioti!» blaterò il Biondo passandosi una mano sulla faccia. Si alzò assai lentamente, il suo fisico era prestante. Sbadigliò, si stiracchiò per bene e, con un balzo improvviso, fu su Donnola.
«Allora moccioso, sputa il rospo!» lo minacciò tenendolo per i capelli cisposi come le piante di quelle squallide lande.
«Ma signore, non so a cosa ti riferisca!» Finn rese la voce tremante.
«Senti piccoletto! Potrai darla a bere quel pallone gonfiato di James o allaltro babbeo di Greg, ma non a me! Primo: così conciato non ce lavresti mai fatta ad arrivare sin qui. Secondo: figuriamoci se dei fuorilegge navigati possano farsi sfuggire un marmocchio sotto il naso. E terzo: conosco come lavora Lane Sadlaan. È un raffinato, un perfezionista, direi quasi un artista del dolore. Le sue vittime non vengono semplicemente pestate, ma mutilate con grande perizia.»
Hai capito lo sbirro? constatò Finn. Il tizio non era il superficiale che voleva apparire, sembrava un avversario alla sua altezza: in termini di malizia, s'intende. Se voleva spuntarla su di lui, doveva rimanere in silenzio il più possibile onde capire quali fossero i suoi pensieri e agire di conseguenza.
«Ora taci, eh? A quanto pare, ho colto nel segno! Va bene, vorrà dire che ti darò un aiutino: vediamo quanto la mia congettura si avvicina alla realtà. Probabilmente, sei spaventato e penso di sapere perché; tuttavia se le cose sarò stato io a dirle, non sarai stato tu a spifferarle e avrai mantenuto la parola!» Era furbo, ma lo stava sottovalutando. Pertanto, stava commettendo lerrore di parlare troppo. Quando si gioca a poker, bisogna badare a che lavversario non scorga la tua mano: questo, luomo lo sapeva benissimo, ma non si era reso conto che lavversario fosse proprio quel moccioso che teneva per i capelli. In quelle terre di sciacalli, il fisico emaciato e il fare timido avrebbero potuto essere limiti non trascurabili; tuttavia il ragazzo aveva imparato a sfruttarli a suo vantaggio per apparire innocuo.
«Iniziamo. Lane e i suoi sono giunti al tuo villaggio e lo hanno messo a ferro e fuoco: su questo non ho dubbi. Ora, mi resta oscuro il perché di tutto ciò! Non è che tu mi puoi aiutare? Avete fatto qualcosa per provocarli?»
A questo punto, doveva fornire una mezza verità, altrimenti avrebbe cominciato a dubitare di lui.
«Prima di loro era giunto un uomo solo. Aveva un bel cappello e dei bei stivali. Inoltre, appena attinto dal pozzo, aveva guardato lora da un orologio da taschino che sembrava doro. Studd ha pensato che potesse avere con sé altri oggetti di valore, così gli ha sparato per prendere la sua roba. In effetti, gli hanno trovato addosso alcuni preziosi, quindi è scoppiata una ressa per accaparrarseli. Sul più bello, però, sono arrivati i suoi compari: erano in nove e hanno fatto tutto quello che ho detto prima.»
«Ecco, adesso il racconto mi sembra più coerente! A Little Pit, avrebbero potuto attenderli degli sbirri, così hanno mandato uno di loro a controllare, forse il volto meno noto. Evidentemente, il tizio non sapeva che non è mai opportuno mostrare a un branco di cani affamati una bistecca succulenta. Bene, visto che hai cominciato a collaborare, ti do un altro aiutino. Secondo me, sei stato mandato qui dalla banda di Sadlann. Ti hanno imposto di metter su questa messa in scena per far scattare una trappola e, onde evitare che facessi scherzi, tengono in ostaggio i tuoi famigliari. Dico bene?» Era chiaro che, dagli indizi a sua disposizione, il Biondo era stato abile nel trarre la conclusione più plausibile. Un ragazzino malridotto era lesca perfetta: daltra parte, per altri scopi, anche suo padre aveva pensato la stessa cosa. Fortunatamente, non vi erano evidenze che potevano far dedurre alluomo che uno dei criminali fosse fuggito intascandosi tutto il bottino. Inoltre, ciò che era realmente accaduto dopo aveva seguito risvolti casuali e impossibili da immaginare.
Il silenzio di Finn fu preso per unesitazione nel dare una risposta affermativa. Se la risposta fosse stata negativa, il no sarebbe stato immediato. Voleva dare limpressione di voler parlare, ma di aver paura di farlo. Ci riuscì benissimo.