"Che? Fossi matto. Non ci penso nemmeno! Credi di essere bella, da giustificare una simile pazzia da parte mia? No, no. E poi perché? No, io non pensavo ad un matrimonio; piuttosto ad una specie di adozione. Adesso ti spiego meglio: "
La signora Willingstone reggeva bene in vista un cartello con su scritto il suo cognome. Era lì, lungo il corridoio "arrivo passeggeri" del piccolo aeroporto, da oltre mezz'ora, cioè all'incirca due o tre arrivi. Resisteva ormai da più tempo degli altri nell'avvicendarsi di sconosciuti che cercavano di farsi vedere dai loro cari.
Nessuno, guardandola, aveva cambiato espressione, manifestando in qualche modo interesse o curiosità verso di lei; neanche un piccolo numero di suoi compaesani che, notandola, avevano sì provato sorpresa, ma si erano ben sforzati di non darlo a vedere, ricambiando il disinteresse di lei nei loro confronti.
Finché in coda a un altro gruppetto, impacciato e sbilanciato da un bagaglio troppo voluminoso e instabile sulle rotelle, un ragazzo lesse il cartello e venne verso di lei.
"Salve. Sono io il signor Willingston. Ma senza la "e" finale."
"Bene, giovanotto. Benvenuto", e dopo una frettolosa stretta di mano: "Venga con me, giovanotto."
Nonostante l'età e le gambe ossute, il passo della signora Willingstone era rapido e deciso. Il ragazzo, col suo bagaglio, stentava a starle dietro e perse rapidamente terreno.
"Le dispiacerebbe aspettarmi?", le chiese in prossimità dell'uscita, temendo, una volta all'aperto, di poterla perdere di vista.
Lei si voltò contrariata, con l'espressione di chi ha molta fretta e non vuole sprecare tempo.
"Giovanotto: lo sa che io ho quasi tre volte la sua età? A momenti potrei essere sua nonna!"
Si era fermata, ma non aveva smesso di bofonchiare, parlando tra se a voce bassa ma in modo chiaramente udibile: "Che razza di uomini. Aveva ragione il signor Tobias; non aspettarti chissà cosa. La pasta di un uomo la si riconosce subito. Scommetto che non ha neanche fatto il militare."
"Senta", le disse il ragazzo perdendo la pazienza: "se ha avuto l'incarico di venirmi a prendere, non credo che lo stia portando avanti nel modo giusto; e non è certo un compito difficile. Ma se proprio non ci riesce, mi arrangerò da solo."
Per un attimo si pentì di quello che aveva detto: arrangiarsi da solo poteva essere troppo difficile e costoso. Smise perciò di lamentarsi, ma non certo di rimuginare tra sé sull'accaduto.
"Guarda se uno deve fare migliaia di chilometri per essere accolto da una vecchia rimbecillita arteriosclerotica. Farò le mie rimostranze a chi di dovere, al momento opportuno".
"Avanti, da questa parte" disse la signora Willingstone. E i due, ingrugniti e ciascuno imprecando tra sé, proseguirono nel parcheggio.
La macchina della signora Willingstone era molto vecchia e ancor più sporca, per cui sarebbe stato difficile dirne con precisione il colore originale. Probabilmente nocciola, o color fango, come spesso diceva scherzosamente il signor Tobias alludendo ad alcune chiazze più scure nella parte bassa della carrozzeria. Era uno di quei vecchi modelli americani, tutto metallo e smisurata.
La signora Willingstone aprì il bagagliaio. Quasi sadicamente, godendosi la scena che avrebbe dovuto confermare le sue opinioni, rimase a guardare senza muovere un dito mentre il ragazzo vi infilava faticosamente il suo borsone a rotelle.
"Guardi che sta comodo anche davanti. O forse pensa di essere troppo grasso?" Lei si irritò nuovamente, per il fatto che il ragazzo aveva preso posto sul sedile posteriore. "O crede che questo sia un taxi?"
Ma lui ignorò queste provocazioni. "Potrei sapere dove stiamo andando?"
"Ma naturalmente! Stiamo andando a casa mia, a parlare con il signor Tobias."
"A parlare col signor Tobias a casa sua?"
"Certo! Non è per questo che lei è venuto?"
"Si. Ma voglio dire: lei non sarà mica la signora Tobias?"
"No, naturalmente. Il signor Tobias è vedovo. Io sono la signora Willingstone, con la "e" finale."
"Willingstone come la signora dell'eredità? Pensavo che non avesse più parenti qui in Australia. Lei l'ha conosciuta?"
"Si, direi di si."
"E lei è parente della signora Willinstone?"
"In un certo senso si, in un certo senso no. Dal mio punto di vista, l'unica signora Willingstone di una certa importanza sono io, capisce? Ma adesso non mi faccia più domande. Le farà più tardi al signor Tobias. Lui è più bravo a parlare e a spiegarsi. Io potrei dirle qualcosa di sbagliato, o non spiegarmi a dovere. Gli avevo chiesto di venire con me all'aeroporto, ma non ha voluto saperne. Avrà avuto i suoi buoni motivi."
Arrivarono al paese dopo oltre un'ora di viaggio, durante il quale il giovane Alex Willingston, che pure aveva osservato con interesse ed attenzione il paesaggio circostante, non era riuscito a contare più di una dozzina di abitazioni in tutto.
"Una volta, quando non esisteva ancora l'aeroporto, questo era un paese molto più grande; ma resta a tutt'oggi il più importante centro della zona, perché c'è la stazione della ferrovia", spiegò lei. "Ormai siamo arrivati".
Ed infatti, di lì a poco: "Vede quella villa in fondo alla strada? Quella è casa mia. Che cosa ne dice: le piace?"
"Oh, bella è molto bella. E' il contesto che secondo me è infelice. Gli spazi sono così grandi. Qui è così fuori dal mondo, così non so. Personalmente non credo che riuscirei a vivere in tanta solitudine. Io sono abituato a una grande città. A proposito: lei crede che in paese ci sia un posto per dormire? Un albergo o qualcosa di simile, per questa notte?"
"Per il dormire non si deve preoccupare: il signor Tobias ha detto che lei sarà mio ospite per tutto il tempo che vorrà. D'altronde a casa mia di camere ce ne sono in abbondanza: basterà sistemarne una, e magari darci una riscaldatina."
Ah, eccovi arrivati. Come va? Avete fatto buon viaggio?
Il signor Tobias, dalla veranda, diede loro il benvenuto mentre il giovane straniero si barcamenava, stavolta brillantemente, col suo pesante bagaglio.
Un po lungo, ma non male. Sono Alex Willingston, piacere.
Io sono il signor Tobias. Vigorosa stretta di mano. Immagino che abbiate già avuto modo di conoscervi.
In un certo senso, fu la risposta di Alex, accompagnata da unespressione poco entusiasta, sua e della signora Willingstone.
Bene. Ora penso che sia il caso di farle visitare la villa. Vedrà, la troverà molto bella. Lasci pure qui la sua borsa.
Iniziò una breve visita guidata attraverso le varie stanze della casa. Dopo il pianterreno, per la maggior parte caldo ed accogliente, si passò ai locali gelidi ed impolverati del primo e del secondo piano, questultimo dal soffitto basso e insidioso. Il signor Tobias sembrava però non vedere né la polvere né gli altri evidenti segni di abbandono e trascuratezza, ma si soffermava a descrivere diversi dettagli dellarredamento e dellarchitettura, illustrando aneddoti, storia o curiosità legati a ciascuno di essi.
Molto interessante, pensava ogni volta tra sé Alex Willingston, concludendo però la sua valutazione di ogni camera con la considerazione che non avrebbe voluto passare lì la notte. Solo le stanze del pian terreno gli sembravano accettabilmente accoglienti.
Che ne dice?", concluse il signor Tobias. "Certo una villa del genere alla periferia di Londra potrebbe valere dieci volte tanto. Comunque questa ha un valore intrinseco innegabile. E poi cè l'allevamento di suini, e tutto il terreno intorno. Se vuole possiamo fare un salto a vederli anche subito."
Molto interessante, pensava ogni volta tra sé Alex Willingston, concludendo però la sua valutazione di ogni camera con la considerazione che non avrebbe voluto passare lì la notte. Solo le stanze del pian terreno gli sembravano accettabilmente accoglienti.
Che ne dice?", concluse il signor Tobias. "Certo una villa del genere alla periferia di Londra potrebbe valere dieci volte tanto. Comunque questa ha un valore intrinseco innegabile. E poi cè l'allevamento di suini, e tutto il terreno intorno. Se vuole possiamo fare un salto a vederli anche subito."
E tutto molto bello e interessante, ma non penso che mi fermerò qui più di qualche giorno. Perché invece non mi parla di qualcosa che mi riguarda di più, cioè di quella eredità per cui mi ha fatto venire?
Il signor Tobias cambiò quasi colore e, rivolto alla signora Willingstone:
"Ma come: non gli hai spiegato niente?"
"No. Volevo che fossi tu a farlo. Sei molto più bravo. E poi ho capito subito che io e questo ragazzo non andiamo molto d'accordo."
"Oh, questo sinceramente mi dispiace. Niente da stupirsi: siamo pochissimi al mondo ad andare a genio alla vecchia Willingstone. Ma nulla è compromesso. Vediamo. Lei è volato fin qui in risposta ad una mia lettera per l'accettazione dell'eredità della signora Willingstone, non è vero?"
"Esattamente. La lettera ce l'ho qui da qualche parte, se vuole gliela mostro."
"Oh, non c'è bisogno. L'ho scritta io, la conosco benissimo. Allora, il fatto è semplice: lei ha di fronte a sé la signora Willingstone; e questa casa con tutto quanto annesso sono i suoi averi, per l'appunto l'oggetto dell'eredità."
"Ma trattandosi di una eredità pensavo che la signora Willingstone fosse morta!"
"No, no. Si vede che ha letto con poca attenzione. Non si parla da nessuna parte di avvenuto decesso. Solo di eredità e testamento. La signora non ha parenti prossimi in vita, e disponendo di un capitale non trascurabile mi ha commissionato la ricerca del più vicino parente disposto ad accettare le sue condizioni per diventare suo erede. Condizioni che poi si possono facilmente desumere leggendo la bozza di testamento allegata."
Il giovane Alex protestò: "No, la lettera non diceva questo. L'ho letta bene."
"Se vuole possiamo rivederla insieme. D'altronde io sono notaio, eredità e testamento sono argomenti in cui sono ferrato."
Anche la vecchia Willingstone cominciò a fare le sue rimostranze al signor Tobias: "Temevo che mi avresti trovato come erede uno straccione, uno che di mio avesse solo il nome e che sarebbe campato alle mie spalle per quanto tempo resta alla mia vita e anche oltre. Ed invece neanche quello: mi presenti un ragazzo che è talmente allocco da farsi venti ore di viaggio e andare dall'altra parte del mondo senza neanche capire perché. Il primo, dopo tanti rifiuti; e scommetto che non ce ne sarà un altro altrettanto babbeo. No, mi dispiace ma io a un tipo simile non lascio un bel niente."
"Voi mi state prendendo in giro", proseguì Alex. "Avete organizzato questo raggiro per truffarmi. Rivoglio indietro i soldi che ho speso, o vi farò causa. Vi denuncio e vi mando in galera."
"Stia calmo e sia ragionevole", ribatté il signor Tobias. "Se la mia lettera fosse chiara potremmo chiederne conferma alle altre otto persone che prima di lei hanno cortesemente declinato il mio invito. Io non ho intenzione di truffare nessuno: lei ha semplicemente frainteso quello che le ho scritto. Ma visto che ci si trova, rilegga con calma e rifletta bene. Potrebbe trovare la proposta davvero conveniente. La valutazione che ho fatto del patrimonio è sottostimata; e quanto vi si richiede per accettare l'eredità - cioè di spostare qui la vostra residenza e rimanerci finché la signora Willingstone resterà in vita - non è poi molto gravoso. Deve ritenersi fortunato ad aver ricevuto una simile proposta.
Il giovane rimase un attimo in silenzio a riflettere, mentre la signora Willingstone continuava a borbottare: "No, io un babbeo e piantagrane simile come erede non lo voglio proprio."
Si prenda tutto il tempo che le serve per riflettere, proseguì il signor Tobias nonostante la contrarietà della signora. Come scritto nella lettera, lei sarà ospite qui a nostre spese finché lo vorrà; in fondo in un certo senso fa parte della famiglia, anche se un po alla lontana. Ma quanto al rimborso del viaggio, se lo può togliere dalla testa."
Forse sono stato un po precipitoso a venire qui", disse Alex quasi riflettendo tra sé. "Avevo sempre sognato di farmi una vacanza in Australia; ma rimanerci a vivere no, non credo che sia possibile. Anche perché tra qualche mese vorrei sposarmi, e la mia Camilla è molto attaccata alle sue radici.
Ci mancava solo uno smielato sentimentale, continuò a lamentarsi la signora Willingstone, e magari, invece che in balia di questo babbeo, tra un mese mi ritroverò nelle grinfie di una arpia sconosciuta. Lo dicevo, signor Tobias, che la cosa non poteva funzionare; almeno non in questi termini.
Ma il signor Tobias, ignorandola, continuò. "Suvvia, Alex. Non c'è fretta. Ci rifletta bene. Chiami la sua fidanzata e glie ne parli: penso che abbia il diritto di sapere."
"E c'è un altro problema", proseguì Alex. "Io su una piccola somma in eredità ci facevo affidamento per tornare a casa. Lo davo per scontato. Così non so neanche se e come riuscirò a pagarmi il viaggio di ritorno, a meno di non rinunciare alla vacanza."
"Un motivo in più per parlare con la sua fidanzata. Vedrà che una soluzione si troverà. Anche perché qui un lavoretto stagionale lo si trova facilmente. Così si finanzierà la sua vacanza. A proposito: ottima scelta l'Australia, la tenga presente anche per il viaggio di nozze. Ha già in mente un programma, un itinerario?"
"Qualche idea ce l'avrei"
"Perché sono in vacanza anch'io, in un certo senso. Se posso esserle d'aiuto in qualche cosa"
Più tardi il signor Tobias riuscì a convincere Alex, che proprio non ne era entusiasta, a visitare i maiali e le terre annesse alla villa; ed il giorno seguente, nonostante la disapprovazione della signora Willingstone, lo convinse a farsi accompagnare da lui in un breve giro turistico della regione.
Il signor Tobias fece ritorno dopo quattro giorni, da solo. Riferì alla signora Willingstone di aver appurato che quel ragazzo effettivamente non faceva al caso loro, e di aver già spedito un'altra lettera al nominativo successivo della sua lista.
"Comunque questa volta è stato quasi divertente", le disse. "Almeno abbiamo visto una faccia nuova. E che faccia! Ti ricordi che espressione ha fatto quando ha capito che tu non eri morta?"
"E quando gli ho chiesto di aiutarmi a dar da mangiare ai maiali? Forse ti è sfuggita. Ma mai spassoso come quando è stato sopraffatto dall'odore di letame: mi stava quasi vomitando addosso!"
"Poveretto. In fondo è un bravo ragazzo."
"Appunto. Uno così non può essere mio parente neanche alla lontana. Se è davvero un mio parente, io sono ". Stava cercando un paragone adatto, ma fu il signor Tobias a trovarlo:
" un'amabile, dolce vecchina".
Inaspettatamente, il giovane Alex, si rivide da quelle parti dopo oltre quattro mesi. Sembrava un altro: abbronzato, con una bella barba scura e vestito in modo casual. Arrivò a bordo di una vecchia moto da cross. con solo uno zainetto sulle spalle.
Anche nella villa sembrava che qualcosa stesse cambiando. La stradina di accesso, un tempo così fangosa, non sembrava più la stessa, e c'era un furgoncino carico di attrezzi parcheggiato davanti.