Distolsi lattenzione dai due piccioncini, che sentii allontanarsi al verde, dietro il rombo del motore e la scia di rap americano. Ripensai alla mia vecchia auto, rinchiusa nel garage del mio avvocato, dove nessuno lavrebbe potuta trovare e nessuno sarebbe riuscito a sequestrarla. Lunico inconveniente era che non potevo utilizzarla, e a dire il vero, quellAudi TT nera, mi mancava da morire. Mi mancava il rombo del suo motore, la lancetta della benzina che scendeva a vista docchio non appena si premeva sullacceleratore, ma ancor di più mi mancava guidare accarezzato dal vento, senza che una banale e inutile cappotta ostacolasse il filtrare dei raggi solari. Chissà quando sarei riuscito a guidarla nuovamente? Tutta quella storia era assurda. Ogni giorno che passava, ero convinto che mi stessero facendo uno scherzo. Io, sovrintendente della polizia di stato, che per il suo lavoro avevo sacrificato tutta la sua vita, ora mi trovavo per strada come se quegli anni e quellimpegno non era mai esistito. Oramai non gli importava più nulla. Mi ero rassegnato al fatto, che se così doveva andare, sarebbe andata così. Come detto, era il fato a scegliere per noi, non il contrario.
Il pensiero di poter cambiare il mio destino si faceva sempre più forte e insistente, ma il fatto che mi ritrovassi a condividere la vita con le solite persone mi scoraggiava. Dovevo cominciare a sbilanciarmi, allacciare nuove conoscenze, cambiare città. Avevo provato già diverse volte a fare tutto questo, ma poi mi ritrovavo a essere al punto di partenza, un po per pigrizia e un po per paura, ma forse questo era il momento adatto, non avevo scelta. Dovevo dare una svolta drastica alla mia vita, oppure sarei rimasto un poveraccio che si accontentava di quello che gli passava sotto il naso giorno dopo giorno. Non riuscivo a capacitarmi di come non riuscissi a sfuggire al mio destino, alla linea guida della vita, alla strada maestra tracciata per il mio cammino. Avevo voglia di uscire dal sentiero battuto e camminare sui prati verdi e colorati, con tutte le loro insidie e problematiche. Avevo voglia di vedere boschi e deserti, paesaggi belli e brutti, insomma volevo sentirmi vivo perché, se non facevo così, non sarei mai stato felice e avrei continuato a sentire il mio animo intrappolato in quel sentiero, come se ci fossero stati dei fili dellalta tensione a impedirmi di uscire. Loppressione che sentivo forse era uno stimolo per farmi cambiare drasticamente, prendere e gettarmi fuori pista. Giorno dopo giorno mi ripetevo che la vita era la mia, ne avevo una soltanto e non riuscivo a trovare una ragione sensata per far ammalare il mio cuore e la mia anima, e tutto perché non facevo quello che sentivo. Me lero sempre chiesto, e sino a quel momento avevo cercato di vivere senza rimorsi, senza svegliarmi la mattina con il pensiero: e se avessi fatto cosìe se fossi andato in quella parte del mondose solo avessi incontrato le persone giustese fossi andato a chiederle come si chiamavase solo avessi avuto il coraggio di farmi avanti fregandomene delle persone che mi stavano attorno, riuscendo così a vivere la mia vita da protagonista e non da spettatore