Calore - Amy Blankenship 7 стр.


“Sembri essere una calamita per i senz’anima.” aggiunse Kane, cercando di non ridere a crepapelle per il fatto che Damon stava contando i modi in cui poteva uccidere Micah senza che nessuno lo sapesse. Il povero puma non sapeva in quanti guai si era cacciato. Sapendo che Damon lo avrebbe fatto, Kane decise di sganciare la bomba. “Dovresti ascoltare tuo fratello stavolta.”

Alicia ringhiò a Kane, poi si prese il tempo di lanciare a Damon uno sguardo minaccioso, sfidandolo a dire qualcosa. Quando Damon le rivolse un sorriso lento, quasi malvagio, capì che lui avrebbe potuto farla esplodere. Si voltò rapidamente di nuovo verso Micah, senza dare a Damon abbastanza tempo per parlare. “Se siamo così in pericolo, allora forse dovremmo fuggire insieme senza dire a nessuno dove andiamo.”

Micah si accigliò verso Alicia, stringendo la propria presa sulle sue braccia per un istante, sapendo che gli sfuggiva qualcosa. Scrutò il suo viso e ancora una volta notò i suoi occhi eccessivamente brillanti. Lasciandole le braccia, premette il dorso della propria mano sulla fronte di lei, restringendo gli occhi.

Alicia allontanò la sua mano sentendosi sconfitta e in un mare di guai. L’ultima cosa che avrebbe voluto fare era insinuare che sarebbe scappata lontano da tutto ciò. Era una cosa che Micah non avrebbe mai fatto e lo sapevano entrambi. Lui capì perché lei fosse...surriscaldata, quindi sarebbe stata fortunata nel vedere la luce del giorno per i prossimi mesi.

“Resterò ad una condizione.” ammise lei.

“E sarebbe?” Micah alzò un sopracciglio.

“Al Night Light Quinn mi aveva appioppato delle guardie, al punto che dovevo travestirmi per lasciare il club senza essere seguita. Se resto qui, allora entro ed esco quando voglio...niente babysitter.” Lei mantenne una voce ferma. “Non sono una bambina.”

“No, non lo sei.” Micah le sorrise e poi si voltò a guardare a Michael per conferma.

“D’accordo.” Michael annuì. “Se è la libertà che vuole, allora la avrà finché vivrà qui.”

Damon tenne la bocca chiusa perché non era d’accordo su quella dose di libertà, ma nessuno doveva sapere quel particolare. Inalò lentamente, lasciando che buona parte della tensione svanisse, adesso che lei rimaneva e che l’omicidio non era più necessario. Fratello...Micah era il suo fottuto fratello.

Il cellulare di Michael vibrò quando arrivò un messaggio. Leggendolo guardò Micah. “Sembra che tua sorella non sia l’unico genio della fuga.”

Capitolo 4

Il vicolo divenne un po’ più buio rispetto al resto della città mentre Misery scendeva su di esso per controllare la crepa nella parete dimensionale creata con il sangue di Kane. Le piaceva il fatto che gli esseri umani non potessero vederla, anche se era certa che alcuni con un sesto senso più forte avrebbero evitato il vicolo.

Lasciando che l’oscurità implodesse, si avvicinò scegliendo la forma di bambina mentre si inginocchiava accanto all’apertura. Non osava toccare per paura che la trascinasse attraverso la barriera, ma ora poteva sentire i demoni radunarsi dall’altro lato. Questi demoni potevano vedere la crepa ed era questo lo scopo dell’averla creata. Misery lasciò scivolare un po’ della sua malvagità fuori dal suo corpo in fumanti spire nere e ridacchiava mentre esse penetravano nella crepa.

Dopo pochi istanti, accadde la stessa cosa ma questa volta al contrario. La schiena di Misery siinarcò e gli occhi divennero rosso sangue mentre la serpeggiante oscurità levitava verso il suo corpo e poi affondò nella sua aura. L’altro lato avrebbe aspettato che Misery desse il segnale...poi avrebbero compiuto il loro attacco più potente dall’altro lato.

L’espressione di Misery divenne maliziosa. Aveva prestato attenzione fino ad ora...sentendo il caduto purosangue seguire i suoi movimenti. Adesso non era il momento di abbassare la guardia, ma aveva bisogno del potere necessario per attraversare il portale. L’espressione di Misery si trasformò lentamente in rabbia quando sentì una presenza dietro di sé.

Esplodendo in una nube di oscurità, lei si trasformò in cadavere attaccandosi al demone che la stava spiando. “Misery ti darà un’occhiata più da vicino.”

Zeb non si mosse mentre il braccio putrido si stringeva attorno al proprio collo e improvvisamente vide la crepa. “Vuoi bandire Zeb per aver offerto il suo aiuto?” Le labbra sporgenti di lui si contorsero conscherno “Quanto desiderio che sento in te. Di cosa ha fame Misery?”

“Posso ottenere quello che mi serve dagli umani...perché avrei bisogno del tuo aiuto per questo?” Misery fece scorrere una mano sulla testa calva dell’uomo basso e grasso, e poi lo liberò solo per circondare il corpo rigonfio.

“Perché non lo scopri?” Zeb aveva appena concluso l’invito quando le dita ossute di Misery scavarono la propria strada nella carne in cui lui era solito nascondersi.

La miseria poteva sentire il demone all’interno e sorrise sadicamente mentre leggeva la sua anima. Questo demone era in città da molto tempo ed era stato abbastanza saggio da mantenere un profilo basso. Poteva sentire la sua paura verso i caduti che vivevano qui, insieme alla paura di altre creature di cui lei non sapeva nulla.

Zeb era un demone debole e inutile in una guerra. Sarebbe stato facile ucciderlo, ma Misery sentì i suoi altri poteri...poteri che avrebbe potuto sfruttare per raggiungere i propri scopi.

Questo demone poteva individuare il desiderio in un essere umano e aumentarlo di proporzioni deliziosamente malvagie. Vide alcune cose che Zeb aveva fatto di recente mentre lei entrava nei suoi ricordi. Come il marito geloso che ha perso il controllo e ha ucciso sua moglie... un impiegato arrabbiato che ha preso una pistola per compiere vendetta...l’uomo disperato che ha rapinato una banca e si ucciso mentre usciva dalla porta.

Zeb poteva dare da mangiare ad un umano affamato fin quando il suo intestino non sarebbe scoppiato, o trasformare un depresso in un suicida. Poteva persino far morire di overdose un drogato o un alcolista con il loro veleno preferito...tutti spinti oltre il proprio controllo. Zeb rendeva le persone affamate di ciò che desideravano, i loro segreti più oscuri, e Misery poteva alimentarsi del male che essi generavano.

“Misery ti userà.” sibilò lei mentre ritraeva la mano dalla carne di lui.

“Lo so.” Zeb sorrise, mentre il sangue che si stava spargendo su di sé rientrò nel suo corpo con una cascata inversa...chiudendo la ferita.

Se fosse stato umano, sarebbe stato etichettato come un uomo d’affari mediocre. Fare affari con altri demoni era la ragione per cui era sopravvissuto così a lungo. Se si unisse a Misery e le fornisse il potere che lei desiderava per portare più demoni in città, allora lui non sarebbe stato così evidente per i caduti.

*****

Chad fissava con orrore la scena del crimine, mentre teneva la pistola puntata sull’uomo già ammanettato che veniva portato fuori dalla sala operatoria. Il dipartimento di polizia lo aveva chiamato perché quel giorno era la terza volta che trovavano qualcosa di inquietante. Cosa mai al mondo poteva spingere un uomo ad agire così? Era un dottore, per l’amor del cielo...doveva salvare vite, non toglierle.

“Volevo solo vedere come sarebbe stato.” gridò il dottore mentre cercava di dare un’altra occhiata prima di essere portato via. “Adesso è perfetta.”

“Volevo solo vedere come sarebbe stato.” gridò il dottore mentre cercava di dare un’altra occhiata prima di essere portato via. “Adesso è perfetta.”

Chad sentì salire la nausea e dovette distogliere lo sguardo. Proprio lì sul tavolo operatorio giaceva il capolavoro dell’uomo. Aveva preso un’anziana donna allettata, il cui corpo la stava abbandonando, e aveva sostituito i suoi organi interni, compreso il cervello, con quelli di una giovane donna che solo due ore prima era arrivata al pronto soccorso per un mal d’orecchi.

Sentendo una donna dietro di sé Chad girò la testa, vedendo Angelica, Zachary e Trevor entrare nella stanza e aggrottare la fronte. “Stavo per chiamarvi.”

Trevor scosse la testa. “Angelica ha seguito il nostro demone tutto il giorno e siamo già stati sulle altre scene del crimine.”

Angelica guardò la giovane donna che era stata gettata sul pavimento come una bambola di pezza svuotata. Erano un passo dietro a Misery e lei poteva sentire il potere del demone crescere, ma ciò che più la turbava era che, anche se Misery poteva trarne nutrimento...non poteva farlo accadere.

“È difficile credere che un demone possa provocare tutto questo caos.” Trevor dava le spalle alla carneficina. Non era uno da infastidire sui casi di demoni e si augurò che ora non fosse diverso. Si sentiva quasi male per la perdita di un bravo medico che, probabilmente, si trovava solo nel posto sbagliato al momento sbagliato.

“Non si tratta di un solo demone.” Angelica cercò di ignorare i brividi di freddo che le strisciavano lunga la spina dorsale. “E temo che questo sia solo l’inizio.”

Zachary tirò fuori il suo cellulare e uscì dalla stanza. Componendo il numero di Storm, aspettò che la chiamata fosse indirizzata alla segreteria del PIT. Non era la prima volta che lasciava un messaggio a Storm, oggi. Quello che lo preoccupava di più era che il loro impavido capo di solito sapeva cosa doveva dirgli prima ancora che lo chiamasse, e spesso si presentava prima che lui finisse anche solo di comporre il numero.

*****

Micah aveva trascorso le ultime due ore nell’ufficio di Warren, per essere aggiornato su tutto quello che si era perso. Erano molte cose da assorbire, ma il fatto che le loro famiglie fossero di nuovo unite era qualcosa di cui essere grato. Il suo sguardo si posò su Quinn e Kat, sapendo che erano loro il collante.

“È bello essere di nuovo tutti insieme.” disse Quinn durante il silenzio di Micah.

Micah si strofinò la tempia, chiedendosi se tutti avessero completamente dimenticato che Alicia esistesse. Con sua grande sorpresa, fu il membro più recente della famiglia a menzionarla.

“Dov’è Alicia?” chiese Jewel a Steven, domandandosi il perché lei non fosse qui.

“Trascorrerà un paio di giorni da una compagna di scuola.” rispose Quinn, poi aggiunse “Sarebbe meglio se trovassimo un college in cui mandarla per un po’.”

Michael notò che le nocche di Micah divennero bianche mentre stringeva il bracciolo della sedia su cui era seduto. Onestamente, condivideva la rabbia di Micah. Se non avessero passato tutto questo tempo a tenere Alicia lontana, forse lei non sarebbe finita in così tanti guai nel tentativo di sbrigarsela da sola.

“Ho già parlato con Alicia.” Micah fissò suo fratello. “Ha passato anni in attesa di tornare a casa e l’ultima cosa che vuole è sentirsi dire che non è la benvenuta qui. Ha sopportato abbastanza quando Nathaniel era vivo.”

“Non è quello che intendevo e lo sai.” Quinn ringhiò in difesa personale. “Ha solo diciotto anni. Davvero pensi che il Night Light sia il posto più sicuro per lei adesso, sapendo il casino in cui siamo?”

“No, ecco perché l’ho già mandata a vivere da Michael.” Micah sorrise, sapendo che nessuno avrebbe confutato il suo ragionamento. “In questo modo sarà ancora tra noi e farà parte della famiglia, ma speriamo di uscire presto dalla linea di fuoco.”

Il cellulare di Envy scelse quel momento per suonare, con grande sollievo per la maggior parte delle persone nella stanza affollata. Lo prese rapidamente, cercando di silenziare la suoneria che aveva scelto per riconoscere le chiamate di Chad. Diede una gomitata nelle costole a Devon quando lui iniziò a cantare ‘I fought the law and the law won’.

“Chad.” Lei sorrise. “Tempismo perfetto come al solito.”

“Potresti non pensarla così quando ti dirò perché ho chiamato.” Chad si passò le dita tra i capelli. “È stata una giornata d’inferno.”

Envy allungò una mano per zittire l’orribile karaoke di Devon. “Che succede?”

“Sento Devon in sottofondo. Metti in vivavoce.” Chad sospirò.

Envy cliccò sul simbolo dell’altoparlante. “Okay, ma non c’è solo Devon Sono tutti qui.”

“Bene.” disse Chad, poi continuò dicendo loro degli eventi di oggi. Quando finì aggiunse “Trevor ha portato un’esperta di demoni e lei vuole parlare con Dean riguardo il demone, se potete riferirgli il messaggio. Ho pensato anche che forse potreste trovare Kriss e vedere quello che riuscite a scoprire.”

“Me ne occupo io.” annuì Envy. “E Chad…sta’ attento.”

Il tono della voce di Chad cambiò quando si ricordò qualcosa. “Ehi Devon.”

“Che c’è?” Devon aggrottò la fronte.

“Se lascerai che sparino di nuovo a mia sorella, ti giuro che...” Gli occhi di Envy si spalancarono e lei riagganciò, interrompendo suo fratello.

“Oo..kay.” Devon fece un sorriso poco convinto sentendo qualche risatina del gruppo.

“Non per evitare l’argomento di Devon che verrà preso a calci in culo ma...” Warren scosse la testa “Assumerò altri mutanti qui al Moon Dance e Quinn ha accettato di fare lo stesso al Night Light. Ora che abbiamo tagliato la testa al lupo alfa...e alla mafia...”

“Dobbiamo essere preparati a vedere altri prendere il suo posto.” concluse Nick al posto suo.

Il cellulare di Quinn suonò e lui sorrise a Devon. “Beh, almeno tutti i parenti di Kat sono nei paraggi.” Guardando l’ID del chiamante, notò che era il puma che aveva lasciato a gestire il locale. Harley non sapeva occuparsi di niente in sua assenza quindi sapeva che era importante.

Alzando la mano per far tacere la folla, rispose. “Ehi Harley, che succede?”

“Quinn, a meno che tu non abbia ordinato un puma morto invece delle normali bevande che serviamo, allora abbiamo un problema.”

*****

Boris aveva passato la mattinata con l’avvocato di Anthony per chiudere la pratica che lo nominava nuovo dirigente di uno dei più grandi bar della città...il Love Bites. Per quanto riguarda il nuovo proprietario...entrambi avevano deciso che il parente più prossimo di Anthony fosse la scelta più intelligente, legalmente e logicamente. Titus Valachi era uno dei lupi più forti e più giusti che Boris avesse mai incontrato. Odiava suo zio e si rifiutava di avere a che fare con questioni mafiose.

Boris sorrise sapendo di aver appena aiutato l’avvocato ad intestare oltre la metà delle aziende dei lupi a Titus senza che Titus lo sapesse. Ora tutto quello che dovevano fare era convincere Titus a diventare il nuovo alfa prima che Lucca cogliesse l’occasione di farlo al posto suo.

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