Michael continuò a seguire i movimenti di Angelica attraverso il tunnel e distolse lo sguardo quando uno dei treni sfrecciò accanto a lui verso la banchina. Lo spostamento dâaria provocato gli fece svolazzare i capelli e gli abiti, ma con esso arrivò anche lâodore dei demoni... erano in tanti.
Quando guardò di nuovo la galleria, vide Angelica fermarsi e guardarsi alle spalle. Entrando nellâombra si accigliò, rimpiangendo di non fare parte del PIT. Nessun bravo figlio vorrebbe che il lavoro della propria madre fosse così pericoloso.
Sentendo dei rumori sotto di sé, Michael si fermò e si sporse oltre la ringhiera, vedendo i bordi scuri di uno stretto passaggio, proprio sotto la pavimentazione. Strinse gli occhi chiedendosi che razza di mostri ci fossero laggiù.
Si girò di nuovo e sibilò non vedendo Angelica. Con tutti gli ingressi per gli addetti, senza contare che câerano altre gallerie sotto di quella, avrebbe dovuto capire da che parte era andata.
Accelerando il passo divenne una chiazza sfocata, rallentando quando arrivò ad unâintersezione suddivisa in quattro direzioni diverse.
âSyn.â sussurrò Michael... non gli piaceva quella situazione.
Sentì suo padre sfiorargli la mente e fargli sapere che Angelica stava bene ed era in buone mani. Non aveva intenzione di fare domande a suo padre e si chiese come facesse a sapere che era lì, ma sarebbe stata una domanda stupida... Syn sapeva sempre dovâerano i suoi figli.
Michael guardò a sinistra, percependo lâaura di suo padre nel tunnel più buio, e si sentì sollevato nel sapere che sua madre era al sicuro. Sentendo la vibrazione di un altro treno in arrivo, si addossò al muro e guardò il lungo treno che passava.
Aguzzando la vista, colse immagini fugaci delle persone sedute e poi notò qualcosâaltro. Tra una carrozza e lâaltra câera uno spazio vuoto, da cui lui poteva vedere lâaltro lato del binario. In piedi lì, a guardarlo, câera una donna con lunghi capelli color platino, spettinati dal vento provocato dal treno.
Michael non si preoccupò più dei passeggeri e si concentrò soltanto su di lei. Indossava una larga camicia bianca che svolazzava per lo spostamento dâaria. Notò che i primi quattro bottoni erano aperti e prossimi ad esporre pericolosamente non solo la sua scollatura perfetta.
Abbassò lo sguardo e vide che la camicia le arrivava a metà coscia, insieme allâorlo di una gonna a pieghe nera, lunga forse cinque centimetri più della camicia. Lâorlo dellâindumento era seguito da lunghe gambe proporzionate. Alzando lentamente lo sguardo verso il suo viso, Michael si chiese se lei gli avesse lanciato un incantesimo poiché, anche se vestita come una furfante, era la cosa più bella che avesse mai visto.
Aurora era stata colta alla sprovvista quando aveva sentito il potere avvicinarsi ed era uscita dal suo nascondiglio. Si preparò per uno scontro, pensando che uno dei demoni maestri avesse sentito il suo odore e la stesse raggiungendo. Era stanca di scappare dai demoni potenti... lo faceva da quando era fuggita via da Samuel e aveva attraversato la crepa.
Ma non era una vigliacca... aveva ucciso la maggior parte dei demoni incontrati, anche se câerano quelli che la spaventavano davvero, così nel frattempo aveva cercato di stare un passo avanti a loro. Sapeva cosa sarebbe successo se fosse stata catturata dal demone sbagliato... Samuel le aveva insegnato quella lezione nel modo più duro.
Concentrandosi sullâanima di fronte a lei adesso, si sentì confusa perché non riusciva a paragonarla a nulla. Non era umana e non era di un demone. Era più come se stesse guardando il sole. Le sue labbra si aprirono quando distolse lo sguardo dallâanima e osservò meravigliata lâuomo dagli strani occhi color ametista.
Michael si aggrappò al guardrail, pronto a saltarlo mentre la coda del treno si avvicinava. Non importava chi fosse... gli sembrava persa e sola, e lo stava guardando come se lui fosse la sua unica speranza.
Aurora inspirò profondamente quando lui le fu accanto allâimprovviso, ma non sentì il bisogno di correre o combattere come accadeva con i demoni. Alzò lentamente lo sguardo, soffermandosi sulle sue labbra perfette prima di guardare gli occhi più belli che avesse mai visto.
âNon dovresti essere quaggiù, è pericoloso.â la avvertì Michael, combattendo lâistinto di portarla via, per salvarla da qualunque cosa avesse paura.
Gli occhi di Aurora tornarono alle sue labbra mentre parlava e lei fece un passo avanti. âSei reale?â lei alzò la mano per sfiorargli il viso ma esitò. âPosso toccarti?â
âCon piacere.â sospirò Michael, mentre ogni emozione dentro di lui stava per esplodere. Nellâistante in cui la morbida punta delle sue dita gli sfiorò la guancia, unâemozione superò tutte le altre... il desiderio. Abbassando la testa le catturò le labbra disperatamente.
Capitolo 2
Aurora inalò il respiro tremante dello sconosciuto, facendo scivolare le dita tra i suoi capelli setosi per afferrarlo e tirarlo ancora più a sé. Piegò la testa allâindietro quando il suo braccio la circondò come un nastro dâacciaio e la strinse a lui. Il suo atto di forza non la spaventava... contribuì soltanto a renderlo più reale ai suoi occhi.
Michael la bloccò contro il muro di mattoni mentre approfondiva il bacio. Poteva sentire il suo seno sfiorargli il petto mentre lei iniziava a muoversi contro di lui ad un ritmo molto seducente, ma non quanto i versi che emetteva mentre lo baciava.
Per un attimo Michael si chiese se lei fosse una specie di demone che si nutriva di sesso, poi scacciò il pensiero. Al momento non gli importava... se era quello che voleva allora lâavrebbe nutrita a sufficienza.
Muovendo la mano lungo la sua coscia, la prese in braccio e le spostò le gambe finché non furono avvolte saldamente attorno alla propria vita. Quando la sua mano scivolò sotto la gonna per sorreggerla gli mancò il respiro, sentendo il suo sedere nudo sotto le proprie mani.
Michael ringhiò, spingendosi contro di lei. Non sarebbe potuto essere più eccitato mentre si premeva contro il suo nucleo, sentendo il suo calore attraverso i vestiti.
Aurora era inebriata dalla sensazione di essere baciata così ferocemente e dominata dallâunico caduto maschio che avesse mai incontrato. Passandogli la mano sul petto si stupì dei muscoli scattanti nascosti dalla camicia. Per la fretta non perse tempo a scoprire ciò che era nascosto lì... il suo vero obiettivo era più in basso.
Allungò una mano e afferrò la dura erezione che trovò lì. Pulsava contro la sua mano impaziente e lei emise un suono strozzato in gola. Dâistinto, si alzò e liberò rapidamente la sua virilità dai pantaloni. Con una sola mossa lo tenne lì dove voleva che fosse.
Michael si ritrasse dal bacio e la guardò negli occhi mentre la propria erezione pulsante premeva contro la sua apertura calda e tesa. Rimase senza fiato quando quella tensione avvolse e risucchiò la punta del suo membro con una lentezza inquietante. Si guardarono a vicenda quando lei gli afferrò le spalle per fare leva e si spinse verso il basso, affondando su di lui.
Lâaria tornò nei polmoni affamati di Michael quando lui si spinse verso lâalto per penetrarla ancora più a fondo. Ma lei aveva una vaga idea di cosa gli stava facendo?!
Spingendosi in avanti Michael la intrappolò contro il muro, affondandole il viso nella curva del collo quando le sue zanne si allungarono improvvisamente. Le ringhiò forte allâorecchio e la sollevò, lei si ribellò per quella separazione e si sforzò per abbassarsi di nuovo. Roteò i fianchi e si fiondò su di lui, annientando tutto il controllo che era rimasto in Michael.
Spingendosi in avanti Michael la intrappolò contro il muro, affondandole il viso nella curva del collo quando le sue zanne si allungarono improvvisamente. Le ringhiò forte allâorecchio e la sollevò, lei si ribellò per quella separazione e si sforzò per abbassarsi di nuovo. Roteò i fianchi e si fiondò su di lui, annientando tutto il controllo che era rimasto in Michael.
Sbattendo i palmi contro il muro lui spinse al suo stesso ritmo, ignorando il treno che stava arrivando.
Serrando le labbra in modo che lei non vedesse le sue zanne, Michael si scostò un poâ e la osservò in estasi, mentre il vento della metropolitana le faceva ondeggiare i capelli intorno al suo viso angelico, e le sue grida si mescolavano al rumore tonante del treno che passava. La sentì pulsare attorno al proprio membro quando arrivò, e lui capì che quella visione gli sarebbe rimasta impressa per sempre nella mente.
Aurora premette la schiena contro il muro tenendogli una mano sulla spalla e muovendo lâaltra verso un tubo che sporgeva dal muro di sopra di lei. Usandolo a proprio vantaggio si abbassava e si sollevava, costringendo Michael ad un ritmo forsennato.
Era diverso da come lo aveva fatto con Samuel. Questa volta non aveva dovuto lottare per poi perdere, né era stata sedotta al punto da arrendersi per permettere la violazione del proprio corpo.
Strofinandosi su di lui fu pervasa da dolci onde di dolore e inquietante piacere che la fecero contrarre. Lo sentì pulsare dentro di sé nello stesso modo in cui aveva pulsato nel proprio palmo, ma quellâincredibile sensazione era dieci volte più forte. Incapace di trattenersi, piegò la testa allâindietro e gridò, lasciando che il suono scomparisse con il treno che rombava.
Michael le sfiorò il collo con le labbra, aumentando il ritmo che lei aveva desiderato sin dallâinizio. Quando lei premette il collo contro le sue labbra lui si ritrasse, prima di sfidare il destino, e le infilò la mano sotto i capelli per afferrarle la nuca. Usando lâaltro braccio la intrappolò, bloccando i suoi movimenti per poter intraprendere un ritmo lento e costante.
Dopo solo un paio di spinte strazianti lei si liberò dalla sua presa e lo dominò ad un ritmo frenetico... sopraffacendolo completamente. Michael si sentì risucchiare dentro di lei e ringhiò mentre cercava di trattenersi. Quando lei si contrasse e si sollevò, lui la afferrò e la spinse giù mentre lei arrivava.
Aurora piegò la testa allâindietro e si inarcò... questa volta non emise alcun suono perché era senza fiato, e fu inondata dallâestasi.
Prima di riuscire a trattenersi, Michael affondò le zanne affilate nel suo collo, escoriando la pelle mentre arrivava in modo violento, facendo esplodere il proprio seme caldo dentro di lei.
Aurora sussultò e aprì la bocca quando sentì le sue zanne. Anche Samuel lâaveva fatto, nutrendosi del potere del suo sangue. Il suo primo istinto fu quello di lottare, ma lâimprovvisa scarica di orgasmi sconvolgenti non glielo permise. Gemette per il piacere accecante, rendendosi conto che lui non era un caduto.
Michael sentì i loro cuori iniziare a battere allâunisono quando risucchiò la sua essenza vitale. Si sentì disorientato quando il sangue di lei entrò in circolo nelle proprie vene, scatenando in lui qualcosa di cui non era a conoscenza. Ritraendo le zanne, il rumore del loro respiro affannoso riempì il silenzio assordante.
Aurora gli afferrò la parte anteriore della camicia e fissò quei brillanti occhi color ametista, sentendosi tradita mentre il potere di lui aumentava. Non fidandosi di ciò che stava accadendo, usò ogni grammo di forza che aveva e lo spinse via, facendolo finire oltre la ringhiera.
Strinse tra le dita il pezzo di stoffa strappato dalla sua camicia, poi guardò alla sua sinistra quando sentì un altro potere avvicinarsi ad un ritmo pericolosamente veloce. Le sfuggì un singhiozzo che riecheggiò nel tunnel quando sentì le pulsazioni dellâorgasmo che non aveva avuto abbastanza tempo per essere soddisfatto.
Michael colpì il binario elettrificato così forte che, per un attimo, rimase disteso lì, ancora in preda alle conseguenze provocate dal sangue di lei. La corrente elettrica non era niente per lui, si aggiunse soltanto al ronzio frenetico che lui sentiva già . Il mondo intorno a lui pulsava con il battito del suo cuore mentre si rialzava lentamente.
Guardando la ringhiera rotta ringhiò non vedendo più lei. Girandosi intorno, il suo ringhio si intensificò quando non la trovò da nessuna parte.
âNo!â Michael ruggì e strinse i pugni, non capendo ciò che era appena accaduto e non contento di ciò che stava ancora accadendo.
Volgendo lentamente lo sguardo nella direzione da cui era venuto, percepì una lieve scintilla e corse più veloce che poté. Attirando le ombre attorno a sé, superò gli esseri umani nella stazione e percorse le scale fin quando non fu investito dalla luce del sole.
Michael rimase senza fiato quando il dolore lo bruciò e gli ci volle un poâ per capire che era un effetto del sole. Combattendo il dolore fece per toccarsi il ciondolo in confusione, poi ringhiò quando non lo trovò.
Proteggendosi gli occhi sensibili, rientrò nella stazione e si appoggiò al muro, desiderando che il mondo smettesse di girare un attimo solo per fargli schiarire la mente. Non era stato il sole... era stato il sangue di lei.
Guardando verso lâuscita si chiese se lei sapesse che cosâera il ciondolo per lui e se glielo aveva preso per impedirgli di seguirla.
Prendendo il cellulare dalla tasca, Michael lo guardò quando lo sentì scricchiolare nella propria mano. Non credendo ai propri occhi, concluse che forse aveva bisogno di rinfrescarsi e aspettare che il sole tramontasse. Ritornando nel punto in cui avevano fatto lâamore, si guardò intorno per cercare qualsiasi indizio della sua provenienza, visto che era comparsa allâimprovviso.
Lâintersezione si suddivideva in cinque cunicoli ma soltanto due erano da quel lato. Non trovando alcuna traccia del suo passaggio afferrò il guardrail, cedendo alla rabbia. Strappandolo via dal cemento lo lanciò così forte verso uno dei tunnel che, quando finalmente incontrò un ostacolo contro cui schiantarsi, lâeco fu a malapena un sussurro. Come aveva osato fargli questo e poi sparire come un fantasma...
Sentendo il proprio potere pulsare di nuovo in modo inquietante, alzò lo sguardo e notò il tremolio della luce lungo uno dei due tunnel. Non era una sola luce a tremolare, ne erano tante... era come unâondata di oscurità diretta verso di lui.
Gli occhi ametista di Michael brillarono e le sue zanne si allungarono proprio quando lâoscurità lo assalì e una mano possente lo afferrò alla gola.
Le labbra di Samuel accennarono un ghigno quando lui guardò lâuomo. Sâincuriosì subito poiché stava usando tutta la sua forza solo per tenerlo fermo lì. Aveva seguito Aurora da quando erano usciti dalla crepa ma, ogni volta che le si avvicinava, lei lo respingeva con quella dannata spada e fuggiva. Non poteva evocare la spada nel mondo dei demoni ma, giungendo in questo mondo, aveva in qualche modo sbloccato il suo potere.
Adesso sembrava aver adottato una nuova tattica per evitarlo... nascondersi nelle zone in cui gli altri demoni stavano ancora combattendo. Non gli era rimasta altra scelta che aiutarla ad uccidere i demoni che le si avvicinavano, nel caso in cui uno di loro fosse abbastanza forte da rivendicare ciò che gli apparteneva.