Svolte Nel Tempo - Guido Pagliarino


Guido Pagliarino

Svolte nel Tempo

Romanzo

Copyright © 2018 Guido Pagliarino

All rights reserved

Book published by Tektime

Guido Pagliarino

Svolte nel tempo

Romanzoin due parti: Universi paralleli - Peccato originale

2a Edizione in libro cartaceo e 3a Edizione in e-book, rivedute dall’autore e con tre nuove postfazioni

Distribuzione Editrice Tektime

Copyright © Guido Pagliarino 2018

L’operaèstatatradotta epubblicata,sempreconl’Editrice Tektime,siain linguaspagnola(traduttoreMariano Bas, titolo “Un Giro en el Tiempo”, ISBNlibro9788885356115, ISBN e-book 9788885356108, anno 2017,distribuzione Tektime,©Guido Pagliarino)siain lingua francese(traduttriceKelly Priour,titolo “Transitions”, ISBNlibro9788885356955,ISBN e-book9788885356948,anno 2017,distribuzione Tektime,Copyright©Guido Pagliarino)

Precedenti Edizioni in lingua italiana:

1aEdizione, in libro cartaceo, in audio libro e-ine-book, “Svolte nelTempo”, copyright 0111 Edizioni 2011-2013(Questa1aedizione del romanzo,nel suoformato cartaceo,ebbe il 1° Premio Assoluto Creativa 2012, sezionenarrativa edita)

Dal 2014 tutti i diritti, letterari, cinematografici, televisivi, radio, internet e connessi a qualsiasi altro mezzo di diffusione sono tornati all’autore, per tutto il mondo.

2a Edizione, in e-book, Svolte nel tempo, Kindle e Smashwords ISBN 9781311435668, copyright © Guido Pagliarino 2014

L’immagine di copertina è realizzata elettronicamente dall’autore

Personaggi, nomi personali e collettivi, vicende, situazioni corali o individuali del passato o del presente sono immaginari. Eventuali riferimenti a persone viventi o vissute a parte i personaggi storici sono involontari e i fatti e le parole attribuiti agli stessi personaggi storici sono similmente inventati

Prima Parte: “Universi P aralleli”

Capitolo 7

Capitolo 8

Seconda parte: “Peccato Originale”

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

Capitolo 12

Capitolo 13

Capitolo 15

Capitol o 16

Introduzione dell'Autore alla P rima E dizione

Postfazione dell'autore alla Nuova E dizione (Sul male nel romanzo “Svolte nel tempo”)

Postfazione di Cristina Bellon ( dal suo articolo nel numero 59 della rivista “Future Shock”:su cordiale autorizzazione dell’autrice del medesimo)

Postfazione di Antonio Scacco (stralcio da suo articolo nel numero 60 della rivista “Future Shock”:su cordiale autorizzazione dell’autore del medesimo)

Nella Sala del Mappamondo di Palazzo Venezia, ampio studio romano del Capo del Governo, il telefono bianco riservato, direttamente collegato a pochi numeri eccellenti, aveva trillato. Erano le 15 e 28 minuti del 13 giugno 1933, XI dell’Era Fascista.

Benito Mussolini, seduto alla scrivania, aveva alzato la cornetta dell’apparecchio, appoggiato immediatamente alla sua destra sul piano accanto a un altro telefono, nero, la cui linea passava per il centralino.

All’altro capo del filo c’era il dottor Arturo Bocchini, potentissima figura al vertice del Reale Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza1 e, in questo, a capo della poderosa e temutissima divisione della polizia politica OVRA: il significato della sigla, per intimorire meglio il pubblico, non era mai stato chiarito, forse Organo di Vigilanza sui Reati Antistatali, ma la sua funzione di tutela suprema del regime fascista era ben nota a tutti.

“Duce, vi2 saluto: sono Bocchini”, aveva esordito.

“Dimmi, Bocchini!”: le telefonate del capo dell’OVRA erano quasi sempre apportatrici di fastidi, quando non di guai, e Mussolini subiva un certo batticuore nell’udire quella voce, turbamento che cercava di mascherare usando un tono particolarmente imperioso.

Senza preliminari, l’altro gli aveva riferito un fatto straordinario: “Duce, stamattina uno strano velivolo sconosciuto è apparso nel cielo della Lombardia. Poiché lassù oggi è quasi totalmente coperto, quell'aeromobile, che è di forma inusitata, è scomparso più volte fra le nuvole, riapparendo di tanto in tanto…”

“…e quale sarebbe ’sta forma inusitata?”

“Il velivolo assomiglia al disco dell’atleta discobolo”.

“Alt! Non sarà un elicottero dell’ingegner D’Ascanio?”3

“Duce, si può escluderlo, l’ultimo suo modello è stato il noto DAT 3 che s’era alzato solo di pochi metri; e comunque, l’anno scorso la Società D’Ascanio-Troiani s’era sciolta, essendosi esauriti i capitali; peraltro non ci risulta che, almeno per il momento, se ne costruiscano all’estero”.

“Cosa fa adesso il D’Ascanio?”

“Lavora alla Piaggio, su progetti d’aerei convenzionali da bombardamento”.

“Altre cose su quel velivolo sconosciuto?”

“Presenta un diametro d’una decina di metri, è di colore chiaro, tra il bianco e l’argento. È stato avvistato anzitutto dall’Osservatorio di Brera e, non molto dopo, da passanti sopra diverse zone di Milano: uno di loro, il capitano degli Alpini Alighiero Merolli, ha avvertito i Regi Carabinieri, tramite i quali si sono messi in allerta i miei e inoltre la Milizia4 e la Regia Aeronautica”.

“Bene”.

“Una squadriglia di Fiat CR 20 5 s’è levata in volo per pattugliare il cielo di Milano e dintorni, cercando d’avvistare e fotografare quell’aeromobile e poi farlo atterrare: una missione nient’affatto facile, data la giornata nuvolosa. Fortuna ha voluto che il disco uscisse improvvisamente da un cumulo proprio sopra gli aerei: aveva un assetto di volo anormale, pareva in difficoltà, procedeva ondeggiando, un po’, mi hanno detto, come una trottola verso fine corsa quand’inizia a dondolare e poi traballa per fermarsi, di lì a poco, di colpo. Il comandante della squadriglia capitano Attilio Forgini ha ordinato a quel velivolo sconosciuto, sia via radio in italiano e in francese6, sia adottando quegli assetti di volo che raffigurano visivamente tale ordine, di seguirlo; non s’è fatto però in tempoCapitolo 14 né a scortare l’aeromobile al più vicino aeroporto né ad abbatterlo, ciò che sarebbe stato possibile perché s’era ormai fuori Milano: nonostante il guaio in cui pareva trovarsi, il pilota straniero ha accelerato di colpo il disco fino a una velocità che i nostri hanno valutato di mille chilometri orari”.

“Mill…!”

“Sì, Duce, non di meno, pare cosa sicura, mi è stato assicurato dal loro Comando che quei piloti son tutti di provata esperienza e capacità, cominciando dal capo squadriglia”.

“Quei nostri aerei a quanto viaggiano precisamente?”

“Eh, Duce, sono velocissimi, ma al massimo raggiungono i duecentosettanta all’ora. So, da mie fonti alla Fiat, che là a Torino stanno facendo voli sperimentali con un nuovo modello, il CR 32, ma anche questo biplano, pur se più veloce, non arriva neanche lontanamente vicino a quel velivolo sconosciuto, non supera infatti i 375 orari a parte che, per adesso, esiste solo qualche prototipo sperimentale e si prevede la produzione in serie al più presto per l’anno prossimo”.

Mussolini aveva serrato le mascelle, poi: “Un danno d’immagine e un pericolo militare gravissimi per l’Italia! Non possiamo rimanere indietro nell’innovazione aeronautica! Senti, Bocchini, intanto io telefono a Balbo, perché dia immediato ordine ai Comandi aerei del nord di far alzare altre squadriglie: forse qualcuna riuscirà ad avvistarlo di nuovo, quell’affare, e questa volta pure ad abbatt…”

“…no, Duce, scusate…”

“Come no?!”

“Scusate, intendo che l’aeromobile si è di già catturat…”

“…e potevi dirlo subito, no?”

“Eeh…sì, Duce, in verità ero proprio sul punto di dirvelo”.

“Avanti!”

“Sparito alla vista, quella sorta di piatto volante non è però riuscito a nascondersi a lungo, non molto dopo è atterrato in piena campagna, o per meglio dire è stato veduto abbattersi in caduta libera negli ultimi metri, come se il motore l’avesse piantato di colpo, sopra un campo di grano fra le località di Sesto Calende, Varese e Vergiate: più vicino a quest’ultima”.

“Chi l’ha visto?”

“Un certo Annibale Moretti, un agrario padrone di appezzamenti fra cui un campo confinante con quello dell’impatto: un fascista della prima ora che ha fatto la Marcia su Roma. Egli, essendo da poco giunto in bicicletta in quel suo fondo per un’ispezione sullo stato di maturazione del grano, ha sentito un sibilo, ha alzato la testa e ha potuto seguire la caduta di quell’aeromobile e vederne l’impatto sul campo limitrofo; non s’è avvicinato temendo un incendio susseguente e uno scoppio, il che peraltro non è accaduto; comunque, è risalito sveltamente in bici e ha avvertito la locale Stazione dei Regi Carabinieri, comandata dal maresciallo maggiore Amilcare Palumbo. Questi s’è attivato immediatamente, ha trattenuto in Stazione solo gli uomini strettamente necessari all'ordine pubblico e ha fatto bloccare dagli altri il transito dei mezzi civili nella zona dell’impatto. Fortunatamente, dalla strada più vicina, una statale, non si poteva notare alcunché dell’aviomobile, perché essa corre distante un quattrocento metri e ci sono alberi in mezzo, mentre accanto allo stesso, mi hanno riferito, c’è solo un viottolo in terra battuta, quello su cui era arrivato e andato via il Moretti in bici, e raramente vi passa qualcuno. Il mezzo è stato circondato da uomini delle tre forze di sicurezza, mentre una centuria7 della Milizia, sopraggiunta dalla non lontana caserma Giovanni Berta, ha iniziato a rastrellare i campi e i boschetti della zona e poi, edificio per edificio, anche Vergiate”.

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