Sangue Contaminato - Amy Blankenship 6 стр.


Trevor smise quasi di respirare quando la sentì prendere le sue difese. Aveva fatto promettere a Devon di non fargli del male e Devon aveva acconsentito per la stessa ragione per cui lui non lo aveva ucciso poco fa nel cimitero.

A proposito delle lacrime Envy abbassò la voce, controllando le sue emozioni ho sognato che uno di quei mostri ti ha preso e mi sono svegliata piangendo. Beh era vero anche quello.

Era solo un sogno. sussurrò lui e la abbracciò. Trevor chiuse gli occhi, chiedendosi se il legame che lei condivideva con entrambi le avesse provocato quel sogno così realistico. Non volendo pensarci, la fece girare sulla schiena e la guardò, prima di abbassare lentamente le labbra sulle sue.

Envy gemette e inarcò la schiena, spingendo il seno contro il suo petto. Gli avvolse le braccia intorno al collo, ma lui le prese i polsi e li bloccò sul materasso.

Le loro bocche si separarono ed Envy piegò la testa allindietro quando le labbra di Devon iniziarono a tracciare un lungo e tortuoso percorso lungo il collo fino alle clavicole. Sorridendo per quella sensazione, gli avvolse le gambe attorno alla vita per avvicinarlo fin quando non sentì la sua erezione.

Trevor si fermò e la guardò per un attimo prima di spingersi in lei. Non gli importava di quali sembianze avesse, quello era il suo corpo ed esattamente dove voleva che fosse. Fece lamore con lei come un uomo perso nella sua stessa follia.

Envy si morse il labbro per non gridare e svegliare suo fratello. Si aggrappò a Devon cercando di seguire il suo ritmo, ma si rese conto di non riuscire a stargli dietro stavolta. Tutto quello che poteva fare era resistere mentre lui la portava al culmine.

Trevor catturò subito le sue labbra quando lei dimenticò che non erano soli in casa, e non aveva comunque intenzione di farla arrivare così presto. Lui si trattenne in pieno controllo e non cedette finché non fu passata più di unora.

La osservò per qualche minuto mentre dormiva, prima di darle un tenero bacio sulle labbra e scivolare giù dal letto.

*****

Warren stava iniziando a preoccuparsi, cercava lodore di Devon da unora. Quando prima si era allontanato da suo fratello pensava che lui lo avrebbe seguito, ma aveva ucciso altri tre demoni prima di accorgersi che Devon non era lì.

Aveva anche emesso un ringhio acuto, il segnale con cui i giaguari si tenevano in contatto, ma non ci fu un ringhio in risposta. Tornando nel punto in cui aveva visto Devon lultima volta, Warren vide i segni della lotta ma nessuna traccia di suo fratello. Dopo alcuni minuti percepì finalmente lodore di Devon e lo seguì fino ad una vecchia cripta.

Avvicinandosi con cautela, fiutò tutto il perimetro prima di toccare la porta. Ringhiò trovando la serratura bloccata e pensò a due possibilità, o Devon era stato portato lì da qualcuno o in qualche modo la porta si era chiusa e bloccata da sola durante la lotta.

Tornando alla sua forma umana, Warren aprì la porta staccandola dalle cerniere con uno stridio, e spalancò gli occhi quando vide Devon a terra con due demoni accanto a lui.

Devon aprì leggermente gli occhi quando la porta si spalancò, ma li richiuse subito quando la luce del mattino invase la cripta, accecandolo. Si sentiva come se avesse bevuto tutte le scorte di Heat e fosse finito in una rissa.

Che cavolo è successo? chiese Warren.

Devon ringhiò e si trasformò nella sua forma umana. Portandosi una mano sulla testa, si mise a sedere lentamente con laiuto di Warren e si guardò intorno.

Lultima cosa che ricordo è di aver combattuto con un demone dopo che ti sei allontanato. rispose Devon. Devo averlo intrappolato qui dentro e lho ucciso guardò le due creature e si accigliò li ho uccisi. Uno deve avermi colpito alla testa prima di finire k.o..

Penso che abbiamo combattuto abbastanza, per oggi. dichiarò Warren. Abbiamo bisogno di dormire..

Devon annuì e si fece aiutare ad alzarsi. Fantastico, siamo nudi. borbottò.

Ci toccherà correre. sorrise Warren. Vuoi passeggiare lentamente e vedere quanti fischi riceviamo, o preferisci correre?

Al mio tre. rispose Devon.

Quando tornarono al veicolo indossarono gli abiti di ricambio che avevano portato con sé per sicurezza.

Lasciami a casa di Chad. Envy è lì, dormo con lei. disse Devon appoggiandosi al sedile. Ah, fammi un favore..

Warren lo guardò mentre guidava. Non lo dirò a nessuno così Envy non verrà a saperlo..

Devon sorrise per lincredibile capacità che aveva suo fratello maggiore di sapere sempre cosa pensava la gente, evitava limbarazzo a volte.

Grazie. disse Devon. Odio quando si preoccupa..

Pochi minuti dopo, Warren si fermò davanti allappartamento di Chad e guardò Devon. Vai a dormire e poi chiamami quando siete pronti per tornare a casa..

Devon scosse la testa Non ti preoccupare, ci darà un passaggio Chad o chiamerò un taxi..

Warren aspettò che Devon aprisse la porta ed entrasse prima di andarsene. Non voleva dirglielo ma trovarlo in quello stato lo aveva fatto imbestialire. Il modo in cui la porta era stata bloccata dallesterno sembrava intenzionale e si chiese se qualcuno o qualcosa lavesse fatto di proposito. Scuotendo la testa decise di non pensarci più era esausto.

Devon si mosse in silenzio verso la stanza di Envy. Aprì la porta e sorrise vedendo il suo viso angelico rilassato nel sonno. Togliendosi i vestiti si infilò nel letto e le si avvicinò, avvolgendole un braccio attorno alla vita.

Lei si rannicchiò nel suo abbraccio prima di rilassarsi contro il suo petto e piegare la testa allindietro. Riprese a respirare profondamente nel sonno e Devon si rilassò. Decise di lasciarla dormire invece di svegliarla per farle sapere che era tornato doveva ricordarsi di fare più attenzione alle sue abitudini dora in poi.

*****

Il settimo piano dellospedale era tranquillo, era stato un turno lungo e noioso per le infermiere che facevano i loro giri tra i vari pazienti. I respiratori artificiali emettevano un segnale acustico costante, creando un rumore di sottofondo grazie al quale il reparto non sembrava silenzioso.

Sono state dieci lunghissime ore, eh? chiese il vigilante ad una delle infermiere.

Lunghissime è dire poco. rispose lei con un sorriso Vai in rosticceria per la pausa pranzo?

Sì. rispose la guardia. Vi porto qualcosa?

Linfermiera annuì Ne stavamo parlando prima, chiedo alle altre e ti faccio sapere..

Il sistema di monitoraggio dei pazienti iniziò a lampeggiare allimprovviso e linfermiera scattò in piedi. Le spie blu lampeggiavano qua e là e lei prese il telefono.

Il Dottor Gordon e il Dottor Harris sono desiderati al settimo piano. disse, prima di riappendere il telefono e correre fuori.

Sopraggiunsero altre infermiere da tutto il reparto per controllare quanti più pazienti possibili. Il vigilante prese la sua radio e chiamò la base al piano terra. Non ci volle molto prima che i due medici arrivassero insieme ad altre dieci infermiere per dare una mano.

Si scatenò il panico tra il personale quando i pazienti iniziarono a morire uno dopo laltro come mosche stecchite. Restavano accanto ad ognuno di loro il più a lungo possibile prima di passare al successivo dopo averne accertato la morte.

Mentre si muovevano lungo il corridoio si resero conto che qualsiasi cosa stesse provocando la morte dei pazienti sembrava avvicinarsi sempre di più al reparto di terapia intensiva. Anche se tutti stavano pensando la stessa cosa nessuno espresse quella paura era solo una coincidenza.

Il vigilante era allascensore quando arrivò la polizia. Fu deluso quando vide che soltanto due agenti avevano risposto alla chiamata, ma meglio di niente. Con il terremoto della settimana prima e tutte le persone trovate morte e smembrate finora, comprendeva la mancanza di forze disponibili.

Si udirono delle urla nel corridoio e gli agenti puntarono le pistole mentre correvano. Videro due infermiere sbalzate via e colpire duramente una parete con un rumore di ossa rotte. Esse caddero a terra lasciando lunghe strie di sangue sulla pittura bianca.

Ma che diavolo succede? mormorò il vigilante.

Gli agenti impugnarono saldamente le armi e si mossero lentamente. Altri membri del personale furono scagliati fuori dalle stanze, mentre altri cercavano di scappare.

Il vigilante osservò sconvolto una sagoma scura uscita dalla stanza accanto allingresso del reparto di terapia intensiva. Appariva e scompariva mentre si muoveva. Il suo volto non era visibile sotto il mantello nero strappato, ma si vedeva chiaramente una lunga falce stretta da lunghe dita.

La figura si muoveva verso di loro, sbalzando via le infermiere come bambole di pezza e gli agenti aprirono il fuoco mentre si allontanavano dallo spettro. La falce tracciò un lungo arco, tagliando in due un agente. Il sangue schizzò ovunque e la creatura proseguì verso laltro agente che stava ancora sparando.

Schizzò altro sangue quando il secondo agente fu ferito al viso. Sentì a malapena il campanello dellascensore, segno che stava arrivando qualcuno, ma era bloccato dalla paura e non riusciva a muoversi.

Vide un uomo con la coda dellocchio giovane, con un lungo soprabito e capelli neri in stile punk. Luomo alzò una mano verso la creatura, che finì in fondo al corridoio. Essa gridò, usando la falce per fermare il suo volo, e sembrò fissare il nuovo arrivato prima di svanire.

Stai bene? chiese Ren allagente traumatizzato.

Luomo svenne di colpo, Ren sospirò e prese il cellulare. Era un bene che nei pressi di quellospedale avesse percepito degli esseri paranormali, altrimenti non avrebbe avuto il potere per spaventare quella creatura.

Ci serve unimpresa di pulizie e il miglior cacciatore di demoni che abbiamo..

Capitolo 4

Angelica camminava avanti e indietro nellufficio di Ren, cercando di tenere docchio la barriera e di stare a distanza dagli altri nella stanza. Aveva già fulminato Storm quando le aveva detto che fissare Zachary non sarebbe servito a farlo svegliare prima.

Guardo perplessa Syn, che ancora appoggiato al muro. Iniziava a pensare che quelluomo poteva trasformarsi in una statua se si fosse impegnato, visto che non si muoveva da ore.

Forse Storm aveva ragione, iniziava a soffocare lì dentro e Zachary non aveva mosso neanche un dito. Allimprovviso il cellulare di Angelica squillò, destandola dai suoi pensieri.

Vedendo lID del chiamante e pensando che Storm volesse avere notizie di Zachary rispose No, Storm. Non si è ancora svegliato..

Ren ha bisogno di te allospedale. disse Storm seriamente. Si è imbattuto in qualcosa di terribile che adesso è da qualche parte nelledificio..

E ha bisogno di me per trovarlo. concluse Angelica, guardando Zachary prima di voltarsi. Arrivo..

Riagganciò e si rivolse a Syn Devo andare in ospedale. Syn accorciò la distanza tra loro così velocemente che lei quasi non se ne accorse.

Le mise un braccio intorno alla vita e sorrise prima di stringerla a sé. Era ora che lasciasse il capezzale del suo amico.

In un batter docchio si trovarono allingresso dellospedale. I membri del PIT travestiti da agenti di polizia stavano già scortando tutti fuori dalledificio. Non procedevano con ordine come avrebbero dovuto ma, se la situazione era grave come Storm aveva detto, allora non poteva certo biasimarli.

Dovè? chiese Angelica a uno della squadra.

Non lo so, ma Ren sta perlustrando il settimo piano. rispose luomo dopo averla riconosciuta.

Angelica e Syn andarono agli ascensori e raggiunsero il settimo piano. Quando le porte si aprirono, la prima cosa che lei notò fu lodore di sangue, poi spalancò gli occhi per la carneficina nel corridoio.

Ren aveva piantonato membri del PIT nellarea per controllare la presenza di eventuali sopravvissuti. Unaltra cosa che lei notò fu il vigilante rannicchiato in un angolo, che si dondolava avanti e indietro mormorando qualcosa a proposito del Mietitore.

Cosè successo? chiese Angelica.

Ren sospirò Sembrava il Mietitore, con tanto di falce e tutto il resto..

Un demone della morte. disse Angelica. Non ne ho mai affrontato uno ma so che sono molto cattivi..

È sprofondato nel pavimento ed è sparito. spiegò Ren. Non siamo ancora riusciti a trovarlo..

È ancora qui. lo informò Syn.

Lo so sento la sua energia negativa che cerca di contagiarmi come una malattia. disse Ren frustrato.

Angelica fece un respiro profondo e iniziò a percorrere mentalmente gli altri piani dellospedale. A volte le era capitato di riuscire a seguire il percorso invisibile intrapreso da qualche demone potente ma questo, invece, si era aggirato in tutto lospedale, ripercorrendo i propri passi troppe volte.

Ren spalancò gli occhi quando si sentì toccare dal potere di Angelica. Interessante. disse, non avendolo mai percepito prima. Immaginò che quando erano al castello il suo potere fosse dormiente perché non ne aveva bisogno. Ren scrollò le spalle, non era il momento per provare nuovi poteri, e tornò al suo lavoro.

Angelica si allontanò dal massacro verso la scala di emergenza. Syn era proprio dietro di lei e la vide guardarsi intorno per un attimo. Sentì il sangue nelle vene iniziare a scaldarsi quando, con il proprio udito sensibile, sentì dei bambini che piangevano e chiedevano aiuto. Alzò lentamente lo sguardo verso il soffitto concentrandosi sulle voci.

Angelica inspirò e corse su per le scale a tutta velocità. Percorsero tre piani e si fermarono al decimo. Lei si fermò di colpo e si portò una mano alla bocca vedendo unaltra carneficina.

Abbassando lo sguardo sentì le lacrime accumularsi negli occhi quando si accorse di trovarsi in una pozza di sangue. A pochi metri cera un bambino di non più di cinque anni che stava morendo dissanguato. Piccoli corpicini erano sparsi dappertutto, alcuni con espressioni di terrore sui loro volti angelici.

No. sussurrò Angelica. Era in grado gestire quasi tutto ciò che riguardava il suo lavoro, sangue, violenza, demoni ma quei bambini erano innocenti.

Un terribile urlo disumano proveniente dallatrio fece alzare lo sguardo ad Angelica e Syn. Il demone della morte era in piedi nella sala principale del reparto pediatrico, coperto di sangue. Sbatté a terra lestremità della sua falce rompendo una mattonella, prima di avanzare verso di loro.

Syn si mise lentamente davanti ad Angelica, tenendo docchio il demone che si avvicinava a rapidamente. Esso sollevò la falce in aria per colpirlo ma la mano di Syn scattò, afferrando larma proprio quando la lama fu a un centimetro dalla sua pelle.

Lascia che mi presenti. Syn sibilò e sbatté il palmo della mano sul petto del demone, frugando nelle sue vesti per cercare qualcosa allinterno. Il demone gridò e si allontanò, lasciando Syn con la falce in una mano e qualcosa di nero nellaltra.

Uccidere i bambini non è consentito. disse Syn con voce pericolosamente calma, sollevando la falce con destrezza. Assaggerai tu stesso il dolore che infliggi agli altri..

Facendo cadere il cuore nero a terra e spostando la falce nella mano destra, Syn puntò larma davanti a sé prima di colpire il demone con un gesto deciso. Non lo tagliò completamente in due perché voleva vederlo soffrire, e poi sapeva che non sarebbe bastato ad ucciderlo.

Назад Дальше