Verso le sette scendemmo tutti a fare colazione, beh, tutti quelli che riuscirono a svegliarsi, visto che cerano quelli che dormivano ancora sbronzi.
Alle dieci eravamo sullautobus per laeroporto, cerano circa una quarantina di persone da tutte le facoltà che come noi avevano deciso di fare questo viaggio.
Per farlo fummo costretti a raccogliere i soldi necessari, vendendo camicette o giornali e tutti i tipi di dolci per accompagnare il pasto e, naturalmente, abbiamo fatto la festa delle imitazioni, in cui tutti noi che avremmo fatto il viaggio imitavamo un cantante del momento diverso, individualmente o in gruppo.
Lidea non era quella di renderlo perfettamente, solo di intrattenere e divertire un pubblico affezionato, che cantava in coro tutte le canzoni, rendendo la recitazione più facile.
I vestiti non ebbero molto successo, perché non avevamo dedicato molto tempo a prepararli, dato che gli esami erano vicini, ma ciò non significava che per un paio dore tutti i partecipanti non si potessero divertire. Anche tra il pubblico cera qualcuno che ogni tanto saliva sul palco nellintervallo tra le esibizioni per improvvisare la sua canzone con lo stesso successo delle altre.
Quel giorno non si parlava di nientaltro in facoltà, si congratulavano con noi nei corridoi, come se fossimo stati eroi destinati a unepopea gloriosa che sarebbe rimasta negli annali della storia.
Alcuni ci prendevano in giro per la nostra sconsideratezza, perché ce ne saremmo andati prima degli esami finali, senza nemmeno sapere se ci saremmo laureati quellanno o no, ma a nessuno di noi importava, con laspettativa di ciò che speravamo sarebbe stata unavventura memorabile, come alla fine fu, almeno per me.
Già sullautobus parlavamo di ciò che credevamo che avremmo trovato, dal punto di vista più culturale e storico, partendo dai luoghi solo di interesse turistico, fino ad arrivare alle cose più superficiali che diventarono il tema centrale del resto del tragitto verso laeroporto, le ragazze.
Avevamo tutti unimmagine idealizzata di quelle preziose creature, ma lopinione di uno differiva da quella di un altro, cerano tante opinioni quante persone in quel veicolo, anche se avessimo chiesto allautista ce ne avrebbe illustrata una totalmente nuova.
Lunico che sembrava avere unidea esatta della realtà della nostra destinazione era il capo dellorganizzazione del viaggio, dal momento che aveva passato diverse estati nel paese, anche al sud, sulle spiagge e ora avremmo fatto il centro. Nonostante questo, in quel grande paese cerano numerosi luoghi da visitare, che si distinguevano per una o per laltra caratteristica.
Dai vigneti del sud, con le sue spiagge e quella montagna fumante sempre in procinto di scoppiare, alla città della moda nel nord e che ha una delle squadre di calcio più riconosciute al mondo, passando attraverso molte città e paesi con tradizioni secolari, alcune in cui venne segnato il corso della storia del paese, altre che racchiudono una propria architettura o la bellezza del paesaggio eccezionale.
Roma, fu la nostra destinazione finale, scartando per lei Parigi, Amsterdam o Madrid come città papabili che si sono distinte per avere alcune delle seguenti due caratteristiche: una certa tradizione e cultura rinomate e unatmosfera amichevole e giovane.
Anche se si sarebbero potuti includere molti altri posti in questo elenco, la verità era che cerano solo queste quattro possibilità e tra queste era stata scelta Roma, perché nessuno tranne uno la conosceva, mentre per quanto riguarda le restanti, alcuni erano già stati in un posto o nellaltro.
A quel tempo non sapevamo molto bene con cosa ci saremmo dovuti confrontare, tutto era organizzato come un viaggio di gruppo, trasferimenti, soggiorno e persino cibo e dovevamo solo prendere qualche lira, la valuta locale, per comprare qualche souvenir.
Per quelli, molti di noi hanno cambiato un piccolo importo in banca prima di partire, anche se cerano coloro che preferivano farlo allaeroporto di arrivo perché speravano che il cambio di valuta fosse più favorevole nel paese di destinazione.
Era una di quelle cose tipiche di quando si è giovani credere che, facendo un po di soldi, risparmiando molto su alcune piccole cose, si sarebbe potuta fondare una grande azienda un domani.
Ora che mi ricordo molti dei miei compagni laureati sono stati alti dirigenti di importanti aziende, tra cui uno è stato direttore del FMI (Fondo monetario internazionale), dove nessuno di noi sognava di arrivare nonostante linfluenza, il potere e il denaro di qualcuno dei nostri genitori, ma di quei giovani impetuosi e ambiziosi, cosa rimane adesso?
Di tanto in tanto ci siamo rincontrati con alcuni compagni per festeggiare il trascorrere dei decenni da quando ci eravamo diplomati, ma di quelli, con i quali ho avuto più contatti, non rimane nessuno.
Gli anni si sono fatti sentire con tutti, nonostante le grandi fortune che alcuni hanno accumulato o le molte operazioni a cui più di uno di loro si è sottoposto, per cambiare la milza, il fegato o persino il cuore, tentando di rimediare agli eccessi della gioventù , cercando di ingannare la morte, ma prima o poi arriva per tutti noi, non so perché non abbia ancora raggiunto me, forse ho ancora qualcosa da fare ma non saprei cosa.
Bene, ora che ricordo, conosco un amico che dopo aver sprecato la sua fortuna in donazioni per centri di ricerca per trovare una cura per quella terribile malattia che è la vecchiaia, tutto ciò che ha ottenuto è una solitaria fredda bara, lunga un metro e ottanta per settanta di larghezza, in un centro sperimentale dove mantengono il suo corpo criogenizzato.
Lì rimane inerte come se fosse in un sonno profondo, aspettando che, tra qualche anno, forse qualche decennio, la tecnologia avanzi così tanto da poterlo rianimare per garantirgli la tanto desiderata lunga vita.
Personalmente e dopo essere sopravvissuto a così tanti, capisco che pochi anni sarebbero bastati se mi fossi reso conto di ciò che è veramente importante.
Tanto tempo sprecato nella ricerca e nel desiderio, senza conoscere il vero valore di ogni istante. Molte volte ho pensato che se avessi una seconda possibilità, cambierei molto di quello che ho fatto. Non che me ne penta perché ho una coscienza pulita, ma farei le cose in un altro modo e anche in un altro ordine.
Così tanti ricordi, così tante esperienze e ora sono solo le foto di un vecchio album accumulate in un qualche cassetto, o alcune incorniciate e appese al muro in attesa che qualcuno venga a chiedermi qualcosa.
Non sono mai stato molto bravo a raccontare storie, perché la mia fretta mi ha sempre consigliato di andare al punto, omettendo i dettagli, ma ora, anche se volessi quei dettagli, non esisterebbero più, solo le foto e alcune note, il resto è come se fosse in mezzo ad una fitta nebbia mattutina, che nasconde il paesaggio.
E ciò mi dà una strana sensazione, a volte di ammirazione e altre di impotenza, sapendo che ci sono tesori dietro la nebbia, hai la certezza che siano lì, ma sono inaccessibili per me.
Mia moglie, lei sì che era eccezionale nel ricordare anche i più piccoli dettagli di qualsiasi viaggio, incontro o conversazione, era incredibile la chiarezza con cui li raccontava, era come se li avesse davanti a sé e potesse descriverli.
Ancora mi stupisco quando ricordo come fosse in grado di riconoscere persone che non incontrava da anni e semplicemente vedendole sapeva perfettamente chi fossero e di cosa avessero parlato lultima volta.
Una memoria prodigiosa che le ha permesso di imparare qualsiasi argomento vedendolo praticamente una volta sola.
Mi diceva che doveva questo al fatto di avere una memoria fotografica, ma io ridevo dicendo che non esistevano macchine fotografiche nemmeno tra quelle moderne in grado di registrare tante immagini quanto lei.
Mi diceva che doveva questo al fatto di avere una memoria fotografica, ma io ridevo dicendo che non esistevano macchine fotografiche nemmeno tra quelle moderne in grado di registrare tante immagini quanto lei.
Ah, mia moglie! Non credo ci fosse sulla Terra un essere tanto speciale quanto lei, è un peccato che se ne sia dovuta andare così presto, con tutto ciò che avevamo ancora da condividere, così tanti viaggi da fare mi sembra ieri quando la incontrai per la prima volta e invece ora
Comè strana la memoria! Per quello che vuole ricorda tutto e il momento successivo cè solo il vuoto, se solo potessi conservare i miei ricordi per un momento ! A che serve tutto ciò che ho vissuto se non posso ricordarlo, per fortuna che il mio lascito rimarrà ai miei studenti.
Grazie a loro e ai loro figli, tutto ciò che ho saputo, rimarrà per le generazioni future. In verità sarei soddisfatto se anche solo uno di loro facesse uso di ciò che gli è stato insegnato e che con esso fosse in grado di migliorare la sua vita.
Bene, bando alle ciance per fortuna ho qui davanti a me il diario di viaggio aperto per ricordarmi dove stavo andando, vediamo, cosa ho appuntato di quel momento nel mio diario?
Il 23 aprile 1953. Oggi siamo usciti alle dieci e siamo andati a Parigi per cambiare aereo fino a Roma. Allarrivo siamo stati prelevati da un autobus per andare allhotel. Una struttura pittoresca di camere piccole e letti un po duri, ma con una vista incredibile e una posizione eccezionale nella zona turistica. Primo giorno dellavventura, dividendo la stanza con Arthur, che russa così tanto da non farmi dormire
Questo è quello che avevo scritto insieme al simbolo della porta dellhotel, lo stemma della famiglia del proprietario dello stabile.
Beh, non ricordo molto bene cosa accadde, ma ciò che è chiaro è che nessuno di noi trascorse la notte in hotel, dato che volevamo approfittarne per visitare la città e sapere ciò che non cera nei libri.
Alla fine, siamo dovuti tornare in albergo scoraggiati e con il corpo stanco a causa di una notte sfiancante e infruttuosa, dopo aver camminato molto, per quelle strade buie e scarsamente illuminate, con una penombra costante rotta esclusivamente da alcuni lampioncini, la cui fiamma esausta stava per spegnersi.
E tutto questo camminare per niente, perché non siamo riusciti a raggiungere la nostra destinazione, dove ci era stato assicurato che avremmo potuto trovare unatmosfera festosa in qualsiasi momento dellanno.
Forse fu una strada mal percorsa, un angolo sbagliato, una piazza in cui svoltammo nella direzione opposta, ciò che ci ha deviato dal nostro obiettivo, qualunque cosa fosse, non ha dato fastidio a nessuno di noi perché fu tutta unesperienza vedere la città con altri colori, protetti da una bellissima e luminosa luna piena che rifletteva sulle sinuose pareti le ombre delle statue e le decorazioni delle case di epoca medievale.
I nostri sogni infranti di quella notte non ci impedirono la mattina successiva di visitare buona parte del centro, per questo avevamo laiuto di una persona che ci aveva fornito lambasciata.
Era un uomo anziano, di robusta costituzione e con una certa aria bohémien, per come si atteggiava e per il fatto che indossasse quel vistoso foulard al collo, ripiegato verso lesterno.
Che ricordi, quella fu la prima volta che vidi un uomo indossare un fazzoletto come un indumento, al di là di quello con cui le ragazze si coprivano la testa quando era molto arioso, per evitare che i capelli si increspassero.
Questuomo lavorava per noi sia come guida turistica, che per controllare le nostre azioni, perché era stato incaricato di prendersi cura di noi, in modo che non ci infilassimo in troppi guai durante il soggiorno in città.
Anche se non penso che fosse necessario perché eravamo tutti consapevoli della situazione politica del momento, della natura delicata della nostra presenza a causa delle implicazioni internazionali che ciò comportava, quindi abbiamo cercato di attenerci a ciò che era stato il piano approvato, ma tutto andò fuori controllo quando capitò il primo grave incidente del viaggio.
Nonostante i molti avvertimenti sul fatto che la nostra presenza in quel luogo avrebbe potuto suscitare sospetti tra i suoi abitanti, non avevamo visto un solo gesto negativo. Inoltre, non ci aspettavamo che questo ci colpisse troppo perché avevamo pochi giorni a disposizione per vedere tutto e stavamo seguendo il piano, ma un incidente con uno dei compagni, al quale rubarono i pochi soldi che portava con sé, fece in modo che il gruppo si disfacesse e si disgregasse.
Alcuni compagni, compreso quello colpito dal furto, iniziarono linseguimento di quel malfattore, guidati più dallo sdegno provocato e per il fatto che se ne fosse scappato e fosse scoppiato a ridere a pochi metri da dove aveva compiuto il furto, mostrando con beffa il suo bottino, piuttosto che per la perdita economica, ma ogni tentativo di risolvere la situazione fu vano.
Non che corresse troppo, ma conosceva tutti gli angoli e le complessità di quei vicoli, e in più senza sapere da dove, uscirono un paio di suoi compari, il che rese difficile linseguimento, mettendosi in mezzo, mandando allaria così le possibilità di raggiungere il criminale.
Sebbene non credo che quelli che già partiti allinseguimento avessero molto chiaro cosa avrebbero fatto una volta raggiunto lui e recuperati i soldi, reagirono solo istintivamente come cani da preda in cerca del loro trofeo.
Ciò causò una sensazione spiacevole nel gruppo, spezzando larmonia che cera stata fino a quel momento.
Alcuni decisero di tornare in hotel, chiamare lambasciata e informarli di ciò che era appena accaduto e chiedere nuove istruzioni su cosa fare. Alcuni fecero pressione sulla nostra guida perché facesse intervenire la polizia, i Carabinieri, ma lui faceva di no con la testa perché ciò che era successo pareva più normale di quanto ci avessero detto.
Noi pochi che non eravamo stati coinvolti nella situazione, preferimmo continuare con lescursione, sapendo di non avere troppi giorni prima che finisse il nostro soggiorno dato che la perdita prodotta, aveva influenzato soprattutto lorgoglio di quel giovane che era stato violato nella sua intimità con quel furto, per quello non credemmo di dover interrompere le nostre attività culturali visitando i luoghi più interessanti della città.
La guida vedendo questo scompiglio indicò a noi pochi che volevamo continuare la visita dove dovessimo andare e a che ora saremmo dovuti tornare per mangiare, visto che lui alla fine decise di tornare in hotel con i compagni che volevano avvisare lambasciata.
Alcuni, cambiando idea, rimasero piuttosto turbati dal fatto che non avesse fatto intervenire le autorità locali e continuarono lescursione con noi.
Non eravamo nemmeno la metà del gruppo, alcuni rimasero sul posto aspettando che quelli che avevano inseguito il malfattore tornassero in modo da poter indicare loro dove fossimo per riunirci prima di andare a mangiare.
Ora sì che era unavventura quella, in un paese di cui ignoravamo la lingua, e che ovunque guardassimo ci era completamente sconosciuta la cultura locale.
Avevamo già visitato con la guida i monumenti più importanti, il Colosseo e il Foro, quindi ora ci stavamo dirigendo a conoscere alcune delle tante chiese che sono distribuite nel centro senza alcun tipo di ordine o sistema, come gocce di rugiada nel campo, in attesa di essere scoperte dal visitatore.
Quelle visite di contenuto religioso non avevano molto senso per me, perché avevo da tempo abbandonato le mie convinzioni, quindi non trovavo alcun significato nellentrare in ogni chiesa per vedere alcune pale daltare dipinte secoli prima o per ammirare una statua o unicona, per quanto notevole, antica e ben fatta che fosse.