Il Conte Libertino - Dawn Brower 2 стр.


«Visto come stanno le cose, temo che fossero corrette.» rispose Coventry.

Asthey si unì a loro, agitando una mano mentre camminava. «Mi fa più male di quanto io voglia ammettere. Forse dovrei imparare un paio di cose su come sferrare correttamente un pugno.».

Coventry annuì, «Potrei essere in grado di aiutarvi entrambi.». Poi si rivolse ad Asthey: «Andate dentro e chiamate il vostro amico Shelby. Ho una proposta per tutti voi.».

Asthey non si oppose allordine di Coventry, annuì e tornò nellinferno del gioco. Jonas lo osservò finché non scomparve allinterno, poi si voltò verso Coventry. «Che cosa sapete?».

«Molto più di voi.» rispose in modo criptico, «Il duca ha dei piani per voi e non è contento della vostra riluttanza nel seguirli.».

«È una situazione che conosco fin troppo bene.». Si augurava che il vecchio lo lasciasse da solo. «Era questo il suo piano per costringermi ad andare a Southington?».

«Non sono del tutto sicuro di ciò che sperava di ottenere stasera.» ammise Coventry. «So che lo ha organizzato, e sono qui per aiutarvi, se me lo permettete.».

Jonas era stanco di combattere costantemente contro suo nonno. Doveva esserci un modo per impedirgli di seguirlo ovunque. «Che cosavete in mente?».

Asthey e Shelby uscirono dalledificio e li raggiunsero. Shelby portava la cravatta in mano e si stava raddrizzando la giacca. «Spero che sia importante.» mormorò Shelby, «Quella donna era».

«Non ci serve saperlo.» disse Asthey, interrompendolo.

Coventry sorrise. «Credo che vi troverete bene.».

«Non vi seguo.» disse Jonas, poi si accigliò. «Trovarci bene dove?».

«In un club molto speciale.» rispose lui. «Venite. Vi spiegherò tutto, anche come vi aiuterò con Southington, con la vostra vita sociale, e persino finanziariamente, se lo desiderate.».

Non capiva come un club potesse fare tutto ciò, ma era disposto ad ascoltare Coventry. Lo aveva salvato da una rissa e, finché lui avesse avuto i suoi due amici al proprio fianco, non ci vedeva niente di male. Avrebbero potuto decidere insieme se ne valeva la pena. Erano amici da così tanto tempo.

Seguirono Coventry fino a una carrozza e vi salirono. Percorsero facilmente la strada acciottolata. Linterno era elegante e i sedili piuttosto comodi. Jonas non era mai salito su una carrozza così comoda. Dopo un breve tragitto, la carrozza si fermò. Scesero e si trovarono davanti ad unelegante villa con una W incisa sulla porta. Doverano? Che cosa aveva detto Coventry in precedenza? Qualcosa a proposito di un club.

«Dove siamo?» chiese Asthey, dando voce ai pensieri di Jonas.

«Non mi sembra granché.» rispose Shelby. «Perché ho lasciato da sola quella bella donna?».

Coventry estrasse dalla tasca una chiave con sopra la stessa W. La infilò nella serratura e aprì la porta. «Signori, prego, entrate.». Li condusse dallatrio fino alla parte principale della casa.

Lesterno nascondeva sapientemente la lussuosa decadenza che si trovava allinterno. Un sontuoso velluto decorava le finestre. I divani, le chaise longue e tutte le sedie avevano una combinazione di colori simile, rosso scuro e marrone brunito. Su un lato cera una lunga ringhiera di ciliegio che avvolgeva una scala elaborata. Sullaltro lato cera una grande stanza con un camino acceso. Diversi uomini erano seduti a uno dei tavoli e giocavano a carte. Ognuno di essi teneva in braccio una bella donna in abiti succinti. Jonas rimase a bocca aperta per tutto ciò che vide, e non riusciva a credere di non sapere dellesistenza di quel posto. Si rivolse a Coventry e disse: «Avete la nostra attenzione. Volete spiegarci tutto, adesso?». Continuava a fissare il lusso di ciò che lo circondava.

Coventry sorrise. «Benvenuti al Coventry Club. Siete stati nominati per lammissione, se volete unirvi. Ci sono delle regole, ovviamente.» li informò Coventry. «Niente di così drastico, credo che le troverete ragionevoli. Mantenere segreto il club e rinunciare alliscrizione una volta sposati. Solo il leader del gruppo può avere una moglie e mantenere liscrizione. Se vi state chiedendo chi sia attualmente sono io il responsabile del club e dei suoi membri.». Li guardò e chiese loro: «Desiderate far parte di tutto questo?». Allargò le braccia.

Annuirono tutti allistante. Jonas non ci pensò due volte e neanche gli altri due, probabilmente. Gli eccessi di quel posto li avevano conquistati. Il resto lo avrebbero compreso in seguito.

Era stata una decisione di cui non si era mai pentito

CAPITOLO UNO

Londra, 1823

Nuvole grigio scuro fluttuavano nel cielo, minacciando di scatenare la pioggia su tutti coloro che osavano camminare per le strade di Londra. Lady Marian Lindsay le fissava mordendosi il labbro inferiore. Non era un buon segno e sperava che quel cattivo presagio non portasse ad un disastroso incontro con Sir Anthony Davis. Non che la pioggia non fosse allordine del giorno in Inghilterra, perché sicuramente onorava il Paese con regolarità; tuttavia, la fortuna di Marian non aveva mai gli effetti sperati quando pioveva. Quindi il suo incontro con Sir Anthony era sicuramente condannato.

Tuttavia, aveva intenzione di andare fino in fondo. Aveva dei piani e Sir Anthony era lostacolo. Senza il suo consenso, non sarebbe mai entrata nella Royal Medical Society. Loro avevano questa idea sbagliata della medicina e le donne non sintromettevano. Sperava di fargli cambiare idea e ottenere una buona parola per lammissione.

Aveva studiato medicina ed erbalismo per tutta la vita. Daccordo, forse non da così tanto, eppure le sembrava di sì. Il suo interesse era iniziato quasi un decennio prima, dopo la morte di sua zia e suo zio. Entrambi avevano avuto un terribile incidente in carrozza nei pressi della tenuta di famiglia. Suo padre era il Conte di Coventry. Suo zio, il Conte di Frossly, aveva sposato sua zia Belinda ed era entrato a far parte della famiglia. Dopo la loro morte, la madre di Marian si era disperata per il dolore e per la perdita della sua adorata sorella minore.

Da allora, era cambiato tutto nella vita di Marian. I suoi due cugini andarono a vivere da loro e sua madre si ammalò dopo il loro arrivo, lasciando nelloblio il debutto in società suo e di sua cugina. Non che la cosa le importasse molto, soprattutto quando sua madre cedette alla malattia e se ne andò per sempre. Il suo dolore era stato troppo grande e aveva deciso che voleva di più nella vita. Marian non voleva sposarsi né avere figli. Aveva obiettivi molto più alti, come diventare un vero medico e guadagnarsi da vivere aiutando le persone.

Il che la riportò a Sir Anthony: doveva farla entrare nella società. Quello era il passo successivo per acquisire le conoscenze necessarie per diventare un medico. Alzò di nuovo gli occhi al cielo.

«Ti prego, aspetta finché non avrò finito.» implorò, «Ho bisogno di un po di tempo.». Si affrettò finché non raggiunse la casa di Sir Anthony e aprì la porta. Marian entrò mentre la pioggia iniziava a cadere. Batteva sulla strada, creando pozzanghere quasi allistante. Marian chiuse la porta ed emise un respiro di sollievo.

Qualcuno si schiarì la voce. Lei si voltò e vide due uomini in piedi, che la fissavano con una lieve sorpresa sui loro volti. Il signore più anziano doveva essere Sir Anthony. Aveva i capelli scuri striati di grigio. Laltro gentiluomo era piuttosto bello, addirittura affascinante. Aveva i capelli scuri e dei diabolici occhi blu. Con suo grande disappunto, lo aveva sempre trovato attraente, e non perché fosse il maschio più bello che avesse mai visto. Cera qualcosa in lui che le faceva battere forte il cuore nel petto. Il corpo di Marian era pervaso da unenergia indescrivibile. Jonas Parker, lo stimato Conte di Harrington, la metteva sempre messa a disagio e, a volte, credeva che lui ne fosse consapevole. Accidenti a lui. «Buongiorno, milord.» lo salutò Marian, poi si rivolse alluomo più anziano. «Sir Anthony.». Sperava che la sua intuizione fosse corretta e che fosse lui luomo che lei credeva, o sarebbe stato imbarazzante

«Lady Marian.» disse Lord Harrington con voce lenta, «Vostro padre sa che siete qui?».

Accidenti. Era ovvio che quella sarebbe stata la sua prima domanda ma, almeno, non aveva sbagliato persona. «Mio padre è a conoscenza delle mie attività.». Non era una completa bugia. Lui sapeva che sperava di diventare medico e la assecondava. Certo, non credeva che ci sarebbe riuscita, ma lei aveva intenzione di dimostrargli che aveva torto. Gli uomini avevano tutti i vantaggi nella società e le donne avevano poca voce in capitolo. Una situazione che odiava dal profondo della sua anima. «Non siate in pensiero per me.».

«In che modo possiamo esservi di aiuto?» le chiese Sir Anthony. «La pioggia vi ha costretta ad entrare?».

Lord Harrington alzò un sopracciglio, «Non credo sia questo il motivo.». Continuava a guardare Marian, irritandola. Stava osservando troppe cose e lei non gradiva quellesame. «Siete qui per via del vostro piccolo progetto, non è vero?».

Chiunque conoscesse suo padre, e quindi lei, era consapevole del suo desiderio di diventare medico. Suo padre si vantava del suo hobby, anche se dubitava di lei. Era il suo modo di sostenerla. Non che fosse granché né un segno di approvazione, ma finora era riuscito ad aiutarla nella sua ricerca. «E se fosse così?» alzò il mento, «Mirate ad impedirmi di compiere il passo successivo?».

Lui allungò le mani. «Lungi da me lostacolare una donna intellettuale in missione. Di fatti, esponete la vostra argomentazione e vedremo se Sir Anthony è disposto ad aiutarvi.».

Sir Anthony guardò entrambi, ma Marian se ne accorse a malapena. Era irritata più di quanto avrebbe dovuto essere. Lord Harrington era stato gentile a concederle la parola che uomo sardonico, arrogante e presuntuoso. Alzare gli occhi al cielo non lavrebbe aiutata a convincere Sir Anthony ad ammetterla nella Royal Medical Society. Fece un respiro profondo per calmarsi. Offenderlo mentalmente non avrebbe giovato ai suoi obiettivi. Doveva ricomporsi e cercare di mostrare il meglio di sé a Sir Anthony.

«Richiedete il mio aiuto?» chiese Sir Anthony, dandole tutta la sua attenzione, «Di che si tratta?».

«Ecco» iniziò lei. Era molto più difficile di quanto pensasse. «Avrei una richiesta che spero accettiate.».

«Oh.».

Tutto lì. Non aggiunse altro né la incoraggiò a continuare. Lord Harrington, la canaglia, si appoggiò ad un tavolo vicino e incrociò le braccia sul petto. Aveva un sorriso malvagio sul quel viso troppo bello. Se Marian non fosse stata una donna, avrebbe fatto di tutto per cancellare quel sorriso compiaciuto. Qualcuno doveva tenerlo a bada, forse non sarebbe stato più così condiscendente.

«Studio per diventare medico da molto tempo e».

«Davvero?» Sir Anthony si accigliò, «E vostro padre ne è al corrente?».

«Sì, certo.» rispose lei, «Come ho già detto, è a conoscenza delle mie attività.».

«È unintellettuale.» aggiunse Lord Harrington, «Si sa come va quando hanno unidea in testa. È per questo che non lho fermata quando è venuta, se ricordate.».

Marian si arrese e alzò gli occhi al cielo, non poteva più trattenersi. Perché doveva sentirsi così attratta da lui? La faceva arrabbiare in più modi di quanti ne immaginasse, eppure era lunico uomo per il quale il suo corpo si animava. Lo odiava per questo. «Grazie, milord.» si stampò un sorriso sul viso, «Dispensate consigli brillanti.».

«È il minimo che io possa fare.» rispose lui con quella sua voce peccaminosa. Le fece venire i brividi lungo la schiena. «Come potete vedere, Sir Anthony è piuttosto scandalizzato dal vostro hobby. Ha perso la parola per lo shock.».

Accidenti a lui, aveva ragione. Sir Anthony la fissava come se fosse un insetto da studiare a lungo. Non diceva una parola da diversi secondi. «Speravo che avreste favorito la mia ammissione alla Royal».

«Assolutamente no.» rispose lui con veemenza, «Le donne non diventano medico né studiano alcunché. Non capisco questa generazione e il bisogno di ficcare il naso in cose di cui è meglio non fare parte.».

«Alcune donne trovano interessanti la scienza e il sapere.» disse Marian, alzando la testa in segno di sfida. «Lintelligenza è una risorsa piuttosto interessante a cui ispirarsi.».

«Touché.» concordò Lord Harrington, «Ma io farei un ulteriore passo avanti e suggerirei che, in una donna, ci sono cose che un gentiluomo trova più attraente di ciò che è nella sua testa.».

Lei scosse la testa, «Non sono venuta qui per discutere delle qualità che una persona cerca in un potenziale coniuge. Io voglio diventare un membro attivo della Royal Medical Society.».

«Non succederà, mia cara. Temo che alle donne non sia permesso e non lo sarà mai.». Sir Anthony raddrizzò le spalle, preparandosi alla battaglia. Bene, lei aveva intenzione di dargli qualcosa per cui combattere.

«Mai è un tempo troppo lungo da rispettare.» rispose Lady Marian, «Volete limitarvi quando ci sono infinite possibilità se accettasse la loro ammissione?».

«Non dipende da me.» le disse Sir Anthony, «La Società ha delle regole per un motivo. Andate a casa e dedicatevi a qualcosa di più femminile. È meglio così.».

Lei restrinse lo sguardo e serrò le labbra. Femminile? Lui era molto peggio di Lord Harrington. Almeno il conte fingeva di darle lo spazio per discutere della sua posizione. Sir Anthony era un lacchè vecchio stile. Pensava che, sottolineando i suoi tributi femminili, lavrebbe convinta ad abbandonare la sua vocazione per dedicarsi al ricamo. Perché un uomo poteva fare tutto ciò che voleva, mentre una donna aveva alternative inadeguate? Se lei avesse deciso di dedicarsi alla pittura o al pianoforte, lavrebbero incoraggiata. Diventare medico, invece? Era unidea ridicola.

«Grazie per il vostro saggio consiglio.» rispose Marian con falsa dolcezza, «Vi lascio a ciò di cui stavate discutendo. È ora che io torni a casa. Buona giornata.». Sinchinò e si voltò verso la porta.

«Aspettate.» disse Lord Harrington facendo un passo avanti, «Vi accompagno.».

«Non ce nè bisogno.» lo informò lei. Marian non voleva che la seguisse fino a casa. Se avesse parlato con suo padre, sarebbe stato peggio del fallito tentativo di entrare nella Royal Medical Society. «Sono arrivata qui in sicurezza senza accompagnatori. Non ne ho bisogno per ritrovare la strada di casa.».

«Può darsi.» rispose lui cordialmente, «Ma rimarrò al vostro fianco durante il tragitto, insisto. Non mi perdonerei mai se vi succedesse qualcosa che io avrei potuto impedire.». Un angolo della sua bocca si curvò in modo sensuale. «Ammiro vostro padre e solo per questo vi scorterei fino ai confini della Terra. Nulla di ciò che direte mi farà cambiare idea.».

Accidenti a lui. Lo maledisse per la millesima volta nel giro di mezzora. Di questo passo, avrebbe iniziato a farlo ad alta voce. Non avrebbe mai vinto in una discussione con lui. Il modo più semplice sarebbe stato assentire, ma ciò la irritava comunque.

«Bene.» rispose lei, «Faremo come dite.».

«Succede sempre così.» ribatté lui, «Buon per voi che abbiate ragionato.». I suoi occhi blu brillavano di malizia. Era un presuntuoso mascalzone.

Lei strinse i denti e si astenne dal rispondere. Invece, si voltò e uscì dalledificio, lontano dalla misoginia di Sir Anthony. Non avrebbe rinunciato al suo sogno. Doveva esserci un altro modo, e se cera, lo avrebbe trovato.

La pioggia non si era fermata mentre era allinterno. La colpiva ad intermittenza, facendole rimpiangere di non essere rimasta allinterno un po più a lungo o di non essersi procurata una carrozza. Perché non aveva pianificato tutto un po meglio? Perché sarebbe stato troppo sensato e lei era accecata dalla sua ambizione e dalla necessità di far parte di qualcosa molto più grande di lei. Un giorno avrebbe compreso i vantaggi di un piano ben definito. Sfortunatamente, non era quello il giorno.

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