Cuori Infuriati - Amy Blankenship 10 стр.


Kyoko si guardò intorno con circospezione, sperando che nessuno stesse guardando. Annuì pensando: Perché no gli altri mi hanno baciata, perché non lasciare che anche Tasuki lo faccia, visto che è più gentile di loro?.

Alzò il viso verso di lui e chiuse gli occhi in attesa. Sentendo le sue labbra scivolarle sulla guancia in un bacio innocente, aprì subito gli occhi per vederlo arrossire mentre la ringraziava e se ne andò. Kyoko rimase lì a pensare quanto fosse divertente la cosa. Lunica persona a cui aveva dato il permesso di baciarla non le aveva nemmeno dato un bacio vero. Ridacchiò tra sé, girandosi per entrare in casa.

Si sentiva meglio riguardo tutto ciò che era accaduto negli ultimi due giorni. Si sentiva anche pronta ad affrontare di nuovo il gruppo, così iniziò a preparare una borsa da portare via. Aveva promesso a Suki che avrebbe portato loro qualcosa di buono.

E poi, Toya aveva ragione. Non doveva essere così egoista da farli aspettare. Infilò nella borsa più cose che potesse e scrisse un messaggio dicendo alla sua famiglia che stava tornando nellaltro mondo e che sarebbe ritornata il prima possibile. Avrebbero capito come sempre.

*****

Dopo aver baciato Kyoko, Toya era tornato al campo dagli altri erano, decidendo di non pensarci più. Non aveva intenzione di pensare al fatto che lei fosse uscita con quel tizio. Non poteva fregargliene di meno. Si mise a camminare rabbiosamente avanti e indietro accanto al fuoco che avevano preparato per la notte.

Kamui lo guardò con diffidenza, massaggiandosi ancora la testa dove lo aveva colpito poco prima. Gli aveva solo chiesto se Kyoko stava bene Toya non avrebbe dovuto colpirlo. Suki guardò Shinbe e alzò le spalle quando lui trovò il coraggio di chiedere: «Toya, ti ha detto per caso quando sarebbe tornata?».

Toya si voltò e strinse gli occhi verso Shinbe. «Come diavolo faccio a saperlo? Non sta parlando con me in questo momento e, per quanto mi riguarda, non mi interessa quello che fa.». Continuò a camminare avanti e indietro.

Shinbe sorrise, «Sì, ci siamo accorti che non ti interessa dal modo in cui stai consumando il terreno con i tuoi passi.».

«Sta zitto.» rispose Toya, consapevole che non lavrebbe data a bere a nessuno neanche a se stesso. Se avesse saputo che non lo avrebbe respinto, le avrebbe detto quello che provava per lei. In quel momento, ciò che gli dava più fastidio era il fatto che avrebbe potuto perderla. Era più spaventoso di qualsiasi altra cosa.

Smise di camminare vedendo il solco che Shinbe aveva appena indicato e sospirò. Non lo aveva mai detto ad alta voce né in mente prima dora, ma Kyoko era parte di lui e questo lo faceva impazzire. Toya se ne andò a passo veloce per controllare il santuario e vedere se era tornata.

*****

Kyoko uscì dal portale del tempo così rapidamente che la pesantezza del suo zaino le fece perdere lequilibrio. Poco prima che cadesse, una mano si allungò e la sostenne. Kyoko vide Kyou che era lì, illuminato dalla luce della luna, regale come un principe. Perché continuava a comparire in quel modo?

Allontanandosi da lui, deglutì nervosamente. «Kyou, che ci fai qui?». Quellabitudine di avvicinarsi a lei furtivamente stava iniziando a sfuggire di mano.

Kyou osservò le emozioni che le scorrevano sul viso, notando meraviglia e una traccia di paura nei suoi occhi. Sapeva che aveva paura di lui e non gli importava perché era solo una timida paura, poiché non le avrebbe fatto del male. Lui glielo avrebbe fatto capire pian piano.

Senza voltarsi, guardò la statua vergine e poi di nuovo lei. «Perché sei andata a casa, sapendo che il Cuore di Cristallo Protettore è ancora qui?», il suo tono era pacato.

Kyoko si morse il labbro. Non voleva che nessuno lo sapesse. «Io mi sentivo in imbarazzo.». Per qualche ragione, non riuscì a mentire fissando quegli occhi dorati.

«Fai bene a non mentirmi, sacerdotessa.» la voce di Kyou sembrava quasi seducente e Kyoko si sentiva come se stesse cercando di attirarla a sé. Come faceva a sapere che stava pensando di mentirgli? Lei sapeva che non le avrebbe fatto del male. «Non dovresti mai sentire il bisogno di mentirmi. Dopotutto, non sono uno dei tuoi guardiani?».

Ci risiamo. pensò Kyoko, È come se stesse leggendo la mia mente.. Rimase a bocca aperta mentre lo guardava. Cercò di non pensarci ma il ricordo le balenò nelle mante. Il bacio che avevano condiviso, mentre lei era sotto leffetto dellincantesimo damore. Kyoko non riusciva a distogliere lo sguardo da lui mentre ricordava il suo sapore e il modo in cui le teneva una coscia tra le gambe.

Sentì una scossa di calore attraversarla a quel ricordo e arrossì quando lo sguardo si abbassò sulle sue labbra perfette. Sussultò quando lui allungò una mano e la strinse tra le braccia, premendo quelle magiche labbra sulle sue in un bacio che le tolse il respiro. Non appena iniziò a rispondere al bacio, lui la lasciò e lei alzò lo sguardo per vedere i suoi occhi diventare oro scuro.

«Perché fai così, Kyou?» chiese lei con voce tremante. «Non mi conosci neanche, né tanto meno io. Hai anche cercato di uccidermi quando sono arrivata qua con il Cuore di Cristallo Protettore. Dicesti che non ero altro che un essere umano e indegno. Allora perché adesso ti comporti così?».

In un istante, Kyou la prese e la guardò negli occhi «Se avessi voluto ucciderti lo avrei già fatto.».

Kyoko sentiva il cuore batterle nel petto. Lo guardò negli occhi, solitamente glaciali, e le parve di vedere un accenno di emozione che lui nascose rapidamente.

Stringendola ancora di più, Kyou la rimproverò: «Non pensare di sapere che cosa provo.». Le strofinò le labbra sulla guancia, stringendola sempre di più. Avrebbe alimentato il fuoco che cera in lei finché non si sarebbe arresa. «Presto capirai fino a che punto può amare un guardiano.».

Detto questo, catturò le sue labbra in un altro bacio che le accese lanima di desiderio o era puro bisogno? Poi si scostò e le accarezzò una guancia delicatamente, come una piuma.

Kyoko era sbalordita da come un tale potente Signore dei guardiani, in grado di uccidere così tante persone, potesse essere così gentile. Quandè che aveva iniziato a guardare Kyou in una luce diversa? Lo osservò dubbiosa, chiedendosi che cosa lo avesse cambiato.

«Che cosa vuoi da me, Kyou?» gli chiese in un sussurro.

Passandole le dita tra i capelli, lui scostò una ciocca e avvicinò una guancia alla sua, sussurrandole allorecchio: «Io avrò tutto di te.».

Il suo respiro era così caldo sulla pelle ed era così piacevole. Kyoko chiuse gli occhi e sospirò.

Un accenno di sorriso apparve sulle labbra di Kyou mentre la guardava chiudere gli occhi, ma il suo sorriso si spense quando sentì un odore che si stava avvicinando. La mise a sedere su una delle pietre circostanti e, senza aggiungere altro, la lasciò seduta lì frastornata, sapendo che Toya lavrebbe trovata mentre lei era ancora lì a desiderare lui.

Kyoko era ancora in stato confusionale quando Toya entrò nella radura. Emise un ringhio cupo mentre guardava le piume dorate che piovevano intorno a lei. Guardandola fissa, si avvicinò lentamente. Sembrava mezza addormentata. Toya restrinse lo sguardo verso il cielo in segno di avvertimento. Kyou stava giocando a un gioco pericoloso e a lui non piaceva.

Sapeva che suo fratello si stava prendendo gioco di lui, apparendo e scomparendo a proprio piacimento. Capì che non era intimidito dalla sua vicinanza a Kyoko. Molto tempo prima, Tadamichi aveva cercato di convincere Hyakuhei a condividere la sacerdotessa e Toya sapeva che Kyou aveva la stessa intenzione, ma lui non voleva condividere Kyoko con lui né con nessun altro. E pensava che neanche Kyoko lo avrebbe voluto.

«Io lho amata per primo.» confessò Toya a bassa voce, sapendo che lei non lo avrebbe sentito, in quel momento. «Kyou e i suoi maledetti incantesimi.». Allungò la mano per toccarle la guancia ma, prima di raggiungere il suo obiettivo, strinse il pugno e lo abbassò.

Invece, afferrò lo zaino di Kyoko e la aiutò a scendere dalla roccia. Prendendola per mano, la condusse al campo senza dire una parola. Presto, pensò Toya, molto presto avrebbero dovuto parlare e questa volta lei avrebbe ascoltato ogni sua maledetta parola.

Capitolo 6 Oltre la gelosia

Kyoko si sentiva ancora come se fosse in trance, ma i sentimenti che stava provando erano così belli che non le importava. Che cosa le aveva fatto Kyou? Era come se poco a poco stesse pianificando qualcosa di molto più grande, la stesse preparando per qualcosa. Oppure la stava facendo eccitare.

Kyoko si guardò la mano. Si tenevano per mano? Seguì il braccio con lo sguardo fino al volto di Toya. Toya le teneva la mano? Sorrise, poi pensò tra sé: Quando è arrivato?. Scuotendo la testa per eliminare ogni residuo di confusione, lo guardò disorientata. Il suo sguardo sembrava un po più tenero di prima e anche più preoccupato.

«Toya, che succede? Perché mi sento come se stessi uscendo da una nebbia fitta o qualcosa del genere?». Quando lui non rispose ritrasse la mano, costringendolo a lasciarla andare o a rispondere alla sua domanda.

Dandole le spalle, lui le lasciò la mano e fece un altro passo, ma a quello successivo vacillò. «Kyoko, penso che dovremmo rimandare questa conversazione.». le disse senza voltarsi. Non se la sentiva di guardarla negli occhi in quel momento, visto il suo improvviso cambiamento di umore.

Doveva parlarle di lui e del suo prepotente fratello ma, in quel momento, al culmine della gelosia, non era certo di potersi controllare. «Andiamo.» aggiunse, cercando di sembrare irritato con lei così non avrebbe insistito.

Kyoko non voleva rinunciare così facilmente, dopotutto si trattava di lei e aveva bisogno di risposte. Lultima cosa di cui aveva bisogno era rendersi di nuovo ridicola senza neanche saperlo. «Toya, perché Kyou mi insegue?».

Parlava a bassa voce, ma le parole suonarono alle orecchie di Toya come una minaccia. Ringhiò silenziosamente al pensiero di Kyou che voleva Kyoko, e lei era lì che aspettava una risposta.

Incapace di combattere il desiderio che pulsava sotto la propria pelle, Toya si voltò e la strinse in un caldo abbraccio poi, altrettanto rapidamente, la lasciò andare, facendo un passo indietro e abbassando la testa sconfitta in silenzio.

«Dobbiamo parlarne proprio adesso?» le chiese guardandola, per poi allontanare rapidamente gli occhi dal suo sguardo curioso.

Kyoko sospirò, «Era quello che temevo, stupido. Non riesci più neanche a guardarmi negli occhi. Hai odiato così tanto quel bacio che adesso non vuoi avere niente a che fare con me, vero?». Strinse i pugni e alzò il mento in segno di sfida, «Beh, non mimporta cosa pensi di me. Solo perché non ti è piaciuto baciarmi, non significa che agli altri non piacerà.».

Prima di rendersene conto, si ritrovò stretta tra le braccia di Toya, che le catturò possessivamente le labbra. Gli affondò le dita tra i capelli, nel tentativo di impedire alle proprie deboli ginocchia di cedere.

Lui la voleva, in modo spaventoso a volte. Toya cercò di riprendere il controllo. Quando aveva detto che agli altri sarebbe piaciuto baciarla, gli era venuta voglia di farle dimenticare gli altri baci. Rilasciò le sue labbra, i loro sguardi sincrociarono in una guerra silenziosa e unondata di possessività lo attraversò.

«Kyoko, io adoro i tuoi baci.». Il suo sguardo cadde di nuovo sulle labbra rosa che aveva appena lasciato libere.

Kyoko sentì il cuore correre verso Toya, lo desiderava. Non le importava, non avrebbe mai potuto continuare a essere arrabbiata con lui. Scrutò il suo sguardo dorato, vedendo le scintille dargento lottare per il controllo, ma qualcosa interferiva con i suoi sensi dicendole che non erano soli.

Toya sentì Kyoko irrigidirsi e pensò che fosse perché le aveva detto che gli piacevano i suoi baci, finché non la vide girarsi e guardare dietro di lui. La lasciò andare e si voltò in fretta, non sapendo cosa aspettarsi.

Le ombre nel buio presero forma con movimenti distorti. «Demoni-ombra? Qui?» sussurrò. Appena lui pronunciò quelle parole, le ombre cominciarono a dileguarsi, quasi sfidandolo a seguirle.

«Torna al campo dagli altri, lì è più sicuro.» indicò in direzione del campo, poi sparì nella foresta per non perderle di vista. Ne sentiva solo due, ma non era comunque un buon segno che stessero spiando Kyoko. Si chiese se Hyakuhei fosse più vicino di quanto pensassero.

Kyoko non aveva avuto il tempo di dire nulla prima che lui sparisse, così si diresse verso il campo, pensando che forse Toya non la voleva tra i piedi. Dopotutto, erano solo un paio di demoni-ombra e, in un numero così esiguo, erano praticamente innocui.

«E va bene!» sbottò Kyoko in silenzio. «Va bene la prossima volta che penserà di baciarmi, lo metto al tappeto.». Si stampò un sorriso sul viso mentre entrava nel campo.

Kamui fu il primo a vedere Kyoko e si avvicinò rapidamente, stringendola in un caloroso abbraccio. «Guardate, ragazzi, Kyoko è tornata!». Le diede un bacio sulla guancia e le fece locchiolino.

Suki sorrise, felice di vedere che era finalmente tornata, ma Shinbe restrinse lo sguardo per il bacio che Kamui le aveva appena dato. Che diavolo aveva nella testa quel ragazzo? Toya lo avrebbe ucciso.

«Mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto, ma adesso sono tornata e sto bene quindi non preoccupatevi, okay? Ah, vi ho portato un po di cose buone.». Prese lo zaino e iniziò a rovistare, distribuendo a ciascuno le sue cose preferite.

Erano tutti seduti lì sorridenti, a mangiare cose buone e a bere soda come se non gli importasse del mondo. Tutti tranne Shinbe, che guardava la foresta chiedendosi cosa ci fosse di così importante da portare Toya a lasciare Kyoko da sola.

*****

Toya aveva seguito i due demoni-ombra, sapendo che lo stavano volutamente allontanando dagli altri. Non gli importava se era una trappola e sperava quasi che lo fosse visto lo stato danimo in cui era. Vedendo i demoni-ombra svanire nel terreno proprio di fronte a lui, ringhiò fermandosi di colpo.

Prima che potesse fare qualsiasi cosa, il vento aumentò così tanto che poteva significare solo una cosa. Dietro quellapparizione cera Amni, il demone servitore di Hyakuhei, che aveva la capacità di usare la magia del vento. «Vieni fuori, bastardo.».

Amni discese mentre i venti vorticavano intorno a lui e le correnti obbedivano al suo comando. Le sue labbra accennarono un sorriso, mentre i suoi lunghi capelli biondi ondeggiavano in aria quando il vento divenne meno impetuoso.

«La sacerdotessa ti rende debole, guardiano.». Amni afferrò la sua spada del vento e si spostò con un colpo verso il basso, rilasciando una potente folata ai piedi di Toya, facendogli volare in faccia polvere e detriti. «O sono le sue labbra a renderti debole?» lo derise, reclamando la sua totale attenzione su ciò che stava per dirgli.

I pugnali gemelli apparvero e Toya li incrociò rapidamente proprio mentre i detriti volavano verso di lui, per trasformarli in cenere appena toccavano la barriera creata dalle lame. Guardando attraverso il turbinio blu elettrico della barriera, restrinse lo sguardo sul tirapiedi di suo zio, chiedendosi che cosa volesse.

Il ragazzo era un enigma, a volte, e in quel momento Toya sapeva che stava solo giocando, invece di attaccarlo davvero. «Sputa il rospo, Amni o giuro che ti rimanderò da Hyakuhei a pezzi.».

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