Depressione - Juan Moisés De La Serna 2 стр.


Per ogni partecipante furono raccolti cinque dati, i farmaci prescritti, le visite dal medico di base, le visite specialistiche, la psicoterapia seguita ed il numero di ricoveri in ospedale, il costo desunto da tabelle standard elaborate dallUfficio di Statistica Federale.

I risultati mostrano che il costo medio annuale per paziente con depressione maggiore è di 3.813, senza differenze significative di costo tra uomini e donne, anche i tre quarti dei pazienti partecipanti allo studio erano di sesso femminile.

In cifre macroeconomiche questo comporta una spesa annuale in Germania per pazienti con depressione maggiore di 15,6 miliardi di euro.

Quantità che agli autori sembra eccessiva, nonostante sia il disturbo psicologico più frequente tra i pazienti che si rivolgono ai servizi ambulatoriali. Quindi gli autori dello studio suggeriscono di realizzare maggiori interventi sia per la diagnosi precoce della malattia, sia per la ricerca di nuove e migliori terapie con cui ridurre il numero di consulti in ambulatorio, e soprattutto il costo totale dellattenzione ricevuta dai pazienti con depressione maggiore.

Sebbene i risultati siano rivelatori, non ci informano sul costo maggiore o minore rispetto ad altre malattie mentali, e ad altre patologie fisiche; perciò non è possibile valutare se si tratta di una spesa eccessiva per le amministrazioni, né se considerarla prioritaria rispetto ad altre malattie a causa della spesa elevata.

Quanto esposto in precedenza dimostra che non si tratta di un problema minore, per le sue implicazioni sia per quanto riguarda il paziente, e la sua salute, sia per laspetto economico.

Ma per poter stabilire diagnosi e trattamento, per prima cosa bisogna distinguerlo da altri fenomeni dove esiste tristezza, ma non arriva a scatenare la Depressione Maggiore.

CAPITOLO 2. CORDOGLIO

Si definisce cordoglio la reazione alla tristezza dopo la perdita di una persona amata e la decadenza dellanimo. Questo è un passaggio normale nelle persone che hanno un vincolo affettivo con chi viene a mancare.

Una delle discussioni più accese tra i professionisti che si occupano di Salute Mentale quando è stata affrontata la riforma del manuale di riferimento per la diagnosi e la cura (D.S.M.V) [4] ha riguardato il modo di prendere in carico la tematica del cordoglio.

Il D.S.M.-V viene periodicamente revisionato dagli esperti, includendo nuove psicopatologie ed escludendone altre.

Nellultima versione, la quinta, i cambiamenti apportati sono stati pochi ma molto polemici. Uno dei più notevoli riguarda la considerazione del cordoglio, come entità propria o come parte della depressione.

Il cordoglio è una tappa, che la persona attraversa quando perde uno dei suoi cari, un tempo in alcuni Paesi si vedeva riflesso in un vestiario diverso e nellindossare un velo nero.

Il cordoglio ha una parte importante nellesperienza di vita personale, ma anche sociale, dove si riceve appoggio e consolazione da famigliari e amici, così come le loro condoglianze.

Quando una persona sperimenta il cordoglio, si sentirà triste, senza voglia di fare nulla, perdendo addirittura il senso di ciò che fa qualcosa di logico e normale allinterno della società.

Il problema è che questi sono anche sintomi di depressione o, come denominato in psicopatologia, Disturbo di Depressione Maggiore.

Alcuni esperti hanno segnalato che, se vengono condivisi gli stessi sintomi, è perché si tratta del medesimo problema di salute. Altri, invece, lo differenziano perché se esiste una causa che lo giustifica.

Unaltra delle polemiche a questo proposito è su quanto deve durare il cordoglio. In alcune tradizioni, si stabilisce che il lutto sia per un periodo di un anno, in altre società dura appena sette giorni; ma una cosa è il cordoglio e unaltra il lutto.

Il primo fa riferimento allo stato danimo del familiare, mentre il lutto è un dimostrazione sociale, che varia da Paese a Paese, e che può arrivare a durare anni. Il lutto di per sé non implica nessun rischio per la salute della persona, per cui il suo prolungamento non implica nessun problema, sempre che si seguano le convenzioni sociali.

Precedentemente al D.S.M.V, si stabiliva che, se il cordoglio supera i due mesi, deve essere curato clinicamente come Depressione Maggiore. Attualmente non si rispetta questo periodo minimo di due mesi, per cui può essere diagnosticato e trattato dal momento in cui compare la sintomatologia della Depressione Maggiore.

Con questo cambiamento si cerca di dare una risposta quanto prima ad un problema di salute mentale così importante e diffuso come la depressione, senza bisogno di attendere i due mesi previsti come si faceva in precedenza.

Per questo, il cordoglio è stato inteso come un semplice transito attraverso il quale dobbiamo passare tutti quando perdiamo una persona amata, ma va monitorato per verificare che i sintomi non siano tanto importanti da nascondere un vero Disturbo di Depressione Maggiore.

Bisogna tener conto che, in qualsiasi caso, per superare il cordoglio è fondamentale contare sullappoggio sociale di familiari e amici che capiscano la situazione e si occupino della persona che sta attraversando questa fase, affinché la superi in maniera adeguata.

CAPITOLO 3. DISISTIMA

La maggior parte di noi ha avuto in qualche momento della propria vita una crisi, una fase in cui non abbiamo voglia di fare nulla, ci sentiamo apatici ed abbattuti, qualunque problema ci opprime e non risolleviamo la testa, ma con il tempo tutto si risolve e recuperiamo la nostra forza danimo. Tuttavia, se senti che questo stato perdura per anni, è possibile che tu stia soffrendo di un disturbo denominato disistima.

La disistima è un tipo di disturbo dello stato danimo, in cui la persona sperimenta sintomi depressivi cronici di durata superiore ad un anno in caso di bambini ed adolescenti, e di due anni negli adulti. Si considera che abbia un esordio precoce se si presenta prima dei 21 anni e tardivo se è posteriore.

È un disturbo con sintomi lievi o moderati e non ha intensità sufficiente per essere considerato un episodio depressivo, requisito imprescindibile per diagnosticare un Disturbo Depressivo Maggiore.

Secondo lo Studio ESEMeD-España, realizzato in collaborazione dalla Unidad de Investigación y Desarrollo. Sant Joan de Déu-Serveis de Salut Mental. Sant Boi de Llobregat, e la Unidad de Investigación en Servicios Sanitarios. Instituto Municipal de Investigación Médica. Barcellona (Spagna), i cui risultati sono stati pubblicati dalla rivista scientifica Medicina Clínica [5], la disistima è il terzo tipo di disturbo mentale più frequente nella popolazione spagnola, e colpisce ogni anno quasi un 1,5% dei cittadini. A differenza di altri disturbi psicologici, esistono importanti differenze riguardo la distribuzione della disistima nella popolazione per genere, colpendo quasi cinque volte più le donne che gli uomini.

Le cause della disistima non sono state ancora sufficientemente chiarite, attribuendole ad una alterazione di un determinato tipo di neurotrasmettitore denominato serotonina, responsabile della gestione di emozioni e giudizi. Potrebbero anche avere origine da situazioni permanenti di stress e fattori di personalità.

Tra le motivazioni più frequenti che portano una persona a rivolgersi al medico per questo motivo possiamo trovare i seguenti segnali di disistima:

 Stato danimo depresso o irritabile (nel caso di bambini o adolescenti);


 Perdita di interesse per le cose che prima risultavano piacevoli;


 Sentimenti di colpa, disprezzando sé stessi;


 Percezione di sé stessi come tristi o scoraggiati;

 Sentimenti di colpa, disprezzando sé stessi;


 Percezione di sé stessi come tristi o scoraggiati;


 Persistenza del suddetto stato danimo per molto tempo;

Oltre a tutto questo, il medico deve indagare la presenza dei seguenti sintomi di disistima:

 Alterazioni dellappetito (in eccesso o in difetto);


 Scarsità di energia ed affaticamento;

 Bassa autostima;

 Difficoltà a concentrarsi e prendere decisioni;

 Alterazioni del sonno (in eccesso o in difetto);

 Sintomi cronici e persistenti, più lievi di quelli depressivi;

Come si può dedurre, la disistima è una patologia silenziosa, con una sintomatologia lieve che può passare inosservata, essendo, in molti casi, difficile stabilire il suo esordio; inoltre, prima di poter fare la diagnosi di disistima bisogna scartare altre cause che possono essere occulte, come problemi fisici (come ipotiroidismo) o unorigine medica (alcuni medicinali che giustifichino questo stato).

Allo stesso modo, bisogna prestare speciale attenzione per differenziarlo da altri disturbi con sintomi simili, come il disturbo depressivo breve ricorrente o il disturbo di personalità depressiva.

Nel primo si sperimentano molteplici disturbi depressivi durante la vita, ma questi sono episodici ed isolati, e mostrano una sintomatologia più grave.

Riguardo al disturbo di personalità depressiva, questo è un tratto permanente della persona, poi si può diagnosticare la disistima se ha avuto un esordio tardivo.

Nonostante quanto indicato in precedenza, bisogna sottolineare che la disistima di solito si presenta unita ad altri disturbi sia fisici che psicologici. Tra i primi, il dolore cronico, la fibromialgia e la sindrome del colon irritabile; tra le malattie mentali, di solito si presenta con depressione maggiore nel 40% de casi, con la denominazione di Depressione Doppia; ma può anche essere accompagnata da Disturbi di Ansia, specialmente dal Disturbo di Crisi di Angoscia.

Una volta ottenuta la diagnosi opportuna va stabilita la cura orientata alla persona affinché recuperi uno stato danimo normale, come prima di soffrire di disistima. Tra le terapie psicologiche utilizzate:

 Psicoterapie cognitive, orientate a fornire gli strumenti necessari per far fronte alle necessità quotidiane, per combattere i pensieri negativi su sé stessi, sul mondo che ci circonda o sul futuro (pilastri del pensiero depressivo).


 Psicoterapie comportamentali, per aumentare lattività del paziente, fornendogli esperienze soddisfacenti, incrementando così la sua autostima e la sensazione di indipendenza; inoltre si lavora con tecniche di rilassamento per controllare lo stress.


 Psicanalisi, come metodo di auto scoperta, che secondo questa corrente esplora i traumi responsabili della sintomatologia della disistima, allorigine della quale si trovano le relazioni stabilite durante le prime fasi di vita.


Oltre a quanto esposto in precedenza, queste psicoterapie sono spesso accompagnate da un intervento farmacologico, sotto supervisione medica, dove si prescrivo antidepressivi, che nel caso di alcuni pazienti dovranno essere assunti per tutta la vita.


Tra le azioni che possono essere portate a termine per prevenire la disistima possiamo segnalare:


 Realizzare quotidianamente qualche tipo di attività sportiva moderata, anche solo passeggiare, preferibilmente allaria aperta;


 Alimentazione adeguata, per evitare eccessi o diete prolungate;


 Mantenere un livello moderato di attività (lavoro/studio) quotidiana, evitando situazioni di stress, in cui la persona possa sentirsi utile con quello che fa.


 Curare le relazioni sociali, familiari o di amicizia, consolidando relazioni emotive durevoli o di qualità.


 Dormire circa otto ore al giorno, tempo che può variare in funzione delletà, tenendo conto che deve essere sufficiente per recuperare energie ed avere rendere una resa adeguata il giorno seguente.

CAPITOLO 4. DEPRESSIONE STAGIONALE

È normale sentire sonnolenza e stanchezza i primi giorni, quando si cambia stagione, soprattutto allinizio del periodo del freddo, ma se questi ed altri sintomi persistono forse ci troviamo di fonte ad una Depressione Stagionale.

Sicuramente in alcuni momenti dellanno avremo percepito alterazioni nel nostro organismo, soprattutto durante i cambi di stagione, anche se normalmente li imputiamo alla diminuzione della temperatura o allaumento dellumidità, quando ci avviciniamo allinverno; o ad un rialzo della temperatura e riduzione dellumidità quando lestate si avvicina.

Forse abbiamo sperimentato un incremento di sonnolenza o stanchezza nellinteresse per la realizzazione delle attività quotidiane, in alcuni casi come se addirittura ci mancassero le energie.

Fin qui saremmo di fronte ad un processo normale e naturale di adattamento alle nuove condizioni di luce e temperatura proprie di ogni cambiamento stagionale, ma se questi sintomi persistono o ne compaiono altri nuovi correlati, forse si tratta di un caso di Depressione Stagionale.

Il termine tecnico per questa spossatezza è Disturbo Affettivo Stagionale e fa riferimento alla comparsa di alterazioni dello stato danimo associati ai cambi di stagione, specialmente frequenti in autunno e inverno.

Questo disturbo colpisce soprattutto le donne, che di solito presentano una maggiore incidenza dei disturbi dello stato danimo; ed i giovani dato che il loro organismo è coinvolto in un continuo processo di maturazione e cambiamento.

Esiste una distribuzione diseguale delle persone colpite nella popolazione mondiale, a causa delleffetto della luminosità originata dalla posizione della Terra rispetto al Sole, che influisce in misura minore sulle popolazioni che vivono in zone vicine allEquatore, che ricevono una maggiore quantità di luce durante lanno. Il numero dei casi si incrementa quando ci avviciniamo a latitudini più esterne; che sono quelle che subiscono maggiori cambiamenti della quantità di luce ricevuta durante lanno.

Un esempio di tutto questo sarebbe ciò che accade ai poli, dove durante il lungo inverno di sei mesi si produce una notte senza giorno, mentre in estate, nei sei mesi restanti, cè un giorno continuo senza notte.

Tra i sintomi più comuni che di solito si presentano nei primi giorni del cambio di stagione, e che possono essere collegati allorigine del Disturbo Affettivo Stagionale abbiamo:

 La comparsa di spossatezza e perdita di interesse per le attività quotidiane;


 Cambiamenti nelle abitudini alimentari, con un incremento dellingestione di carboidrati nella stagione fredda;


 Alterazioni nel peso, associate al cambio di alimentazione;


 Rallentamento psicomotorio;


 Aumento della sonnolenza, che si manifesta con il rifiuto di scendere dal letto;


 Irritabilità e stato ansioso, soprattutto nella stagione calda;


 Apatia e ritiro sociale.


La comparsa di qualcuno di questi sintomi è frequente e naturale nei cambi di stagione, dato che lorganismo deve adattarsi alle nuove condizioni climatiche e di luminosità; si tratta dunque di un processo normale che si supera in pochi giorni, e non per questo dobbiamo pensare di essere affetti da un disturbo depressivo.

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