Seguii laroma del cibo fino alla tenda grigia dove una donna sedeva vicino al fuoco nella luce mattutina. Tagliava delle verdure in una pentola a basso fuoco. Diversi tavoli con delle panche di legno circondavano il focolare.
Si allungò per prendere una rapa e mi notò. I suoi occhi a mandorla del colore del miele si fissarono su di me.
Dove hai preso quel mantello?
Abbassai lo sguardo, trascinando i piedi a terra. Non sapevo cosa rispondere.
La donna mi si avvicinò con il coltello in mano. Indietreggiai.
Quello è il mantello di Tendao. Da dove lhai preso?
Strinsi il mantello più forte attorno ame, poi mi ricordai il giovane uomo. Mi disse di chiedere di una donna che mi avrebbe dato qualcosa da mangiare.
Conosce Yzebel?
Io sono Yzebel. Perché indossi il mantello di Tendao e chiedi di me?
Mi venne più vicina e afferrò il mantello. Guardai il coltello nella sua mano e poi il suo volto. Serrò la mascella e accigliò la fronte, creando una distorsione nella sua bellezza.
Tenni il mantello chiuso, ma Yzebel era troppo forte. Lo aprì. Il cambiamento improvvisò che vidi in lei mi sorprese. I suoi lineamenti severi si trasformarono completamente, sembrava addirittura che unaltra persona avesse preso il suo posto. Lirritazione e la rabbia si addolcirono in compassione e tenerezza.
Per la Madre Elissa! Yzebel stava fissando il mio corpo pieno di ferite. Che cosa ti è successo?
Capitolo Due
Yzebel indossava un vestito di trapunta digialli e marroni sbiaditi e un lacero grembiule legato attorno alla sua vita stretta. I suoi lunghi capelli scuri erano intrecciati e legati in un complesso chignon alto. Non era vecchia, neanche a metà della sua vita.Trovai straordinario il fatto che non avesse rughe. I suoi tratti,dal colore della crema di cannella, erano delicati come il chiaro di luna sulla seta.
Abbassai lo sguardo sul mio corpo e notai i numerosi tagli e le ferite. Solo in quel momento realizzai che terribile disavventura ebbi affrontato. Mi faceva male tutto, soprattutto la nuca. Mi ricordai di essere stata malata e bollente, tanto bollente, prima che mi buttassero nel fiume. A parte quello, non rammentavo altro. La debolezza mi travolse e mi sentii fragile come un arto rotto esposto al gelido vento. Scossi la testa in risposta alla domanda di Yzebel.
Sei così magra.La donna richiuse gentilmente il mantello e mi strinse intorno le braccia.
Non riuscivo a ricordare se qualcuno mi avesse mai abbracciata prima. Lasciai la mia roccia, sperando che non lavesse sentita cadere a terra.
Hai i capelli bagnati. Prese una lunga ciocca e me la sistemò sulla spalla, poi mi strinse la mano. Vieni qua al caldo.
Yzebel mi condusse vicino al focolare, dove mi sedetti appoggiandomi a un tronco. Il fuoco riscaldò il mio corpo dolente, e il fumo dei pini mi avvolse in modo piacevole e tranquillizzante. Fissai il fuoco, guardando le fiamme balzare e danzare. Ricordava un bagliore di vita.
Dovè che va il fuoco dopo che tutta la legna è bruciata?
Puoi mangiare contu luca con wuhasa?Mi chiese.
Sì.Non avevo mai sentito di contu luca, però sapevo che avrei potuto mangiare qualsiasi cosa.
Yzebel prese una ciotola di terracotta e la pulì con un angolo del suo grembiule. Usò un cucchiaio di legno per riempirla con cereali fumanti mischiati con pezzetti di carne. Un pentolino di argilla poggiato su una liscia pietra vicino al fuoco conteneva una densa salsa rossa. Spalmò una cucchiaiata di salsa nel piatto.
Presi la ciotola dalle sue mani e vi intinsi le dita. Il cibo era bollente, ma non riuscivo ad aspettare di più. Il delizioso sapore del grano duro e dei salati pezzi di carne di montone mi scaldò lanimo, e la salsa wuhasa aveva un retrogusto piccante. Inghiottii senza masticare e intinsi nuovamente le dita nella ciotola. Prima che potessi prenderne un secondo morso, il mio stomaco vuoto si ribellò contro il cibo. Mi sentivo stordita e mi si strinse lo stomaco. Tentai di appoggiare il piatto sul tavolo, ma Yzebel riuscì a prenderlo prima che lo facessi cadere.
Strinsi le braccia intorno allo stomaco e inciampai andando verso un lato della tenda dove vomitai il poco cibo che avevo ingerito. Continuava a farmi male la pancia.
Le dolci parole di conforto di Yzebel e lo straccio bagnato sulla nucami portarono sollievo. Poco dopo, lo stomaco si tranquillizzò.La donna mi girò per lavarmi la faccia.
Quandè stata lultima volta che hai mangiato?
Provai a pensare. Non oggi.
Vieni. Penso che dovresti provare a bere un po di vino prima di mettere altro cibo nel tuo stomaco vuoto. Un pochino di vino ha un effetto calmante, ma troppo ti farebbe ubriacare come un corvo che mangia luva fermentata.
Sorrisi pensando al corvo ubriaco capitombolare nellaria. Quando alzai lo sguardo, Yzebel mi fece locchiolino.
Mi sedetti accanto al fuoco, avvolta nel mantello di Tendao e sorseggiai il dolce vino annacquato.
Bevine solo un po, mi disse. Aspettiamo e vediamo se il tuo stomaco sgradirà il vino come ha fatto con il cibo.
Annuii e misi giù la tazza. Un impetuoso caldo mi tranquillizzò lo stomaco, e sembrava che il vino potesse non tornare su. Mi allungai a prendere il coltello poggiato sulla pietra focolare e presi una delle rape da un cestino per pelarla, come avevo visto fare a Yzebel prima. Mi sorrise mentre tagliava le carote nella grande pentola. Lo stufato aveva un odore delizioso, ma non avevo alcuna intenzione di far arrabbiare una seconda volta lo stomaco.
Non credo di aver mai incontrato qualcuno così silenzioso, mi disse Yzebel. Non hai niente da dire?
Tagliai la rapa e la aggiunsi al contenuto della pentola, provando a pensare. Avevo ancora i pensieri tutti confusi e la testa mi faceva male più che mai. Yzebel probabilmente pensava che fossi una tonta oppure una sciocca.
Infine chiesi, Cosa mangia un elefante?
Le sopracciglia alzate di Yzebel erano lunico segno del fatto che trovassebizzarra la domanda. Lelefante? ripeté. Beh, mangia tutto quello che cresce. Se è abbastanza affamato, mangerà lintera cima di un albero. Prese unaltra carota. Un grande elefante da guerra sarebbe capace di mangiare un intero caro di meloni oppure metà campo di grano duro. A volte anche un intero pagliaio.
Mangerebbe mai una bambina?
Yzebel rise. No, non mangia alcun tipo di carne, solo cose verdi e gialle che crescono dalla terra. Non mangerebbe mai un bambino. Bevi ancora un pochino di vino, ma non troppo in fretta.
Feci come mi disse e presto la mia testa e il mio stomaco si sentirono meglio.
Ora, disse Yzebel, prendi un po di contu luca ma questa volta mastica prima di inghiottire.
Il cibo era ancora caldo e delizioso. Presi solo un piccolo boccone e rimisi giù la ciotola.
Come ti chiami?Mi chiese Yzebel mentre prendeva una grande cipolla gialla. Tagliò il fusto e mi guardò.
I miei ricordi si fermavano al punto in cui quegli uomini mi lanciavano nel fiume. Peròallo stesso modo in cui riuscivo a usare le parole per comunicare con Yzebel, conoscevo altre cose,come il vino: ne riconoscevo il sapore e sapevo come farlo.
Delle cose mi tornarono a mente, alcuni pezzettini alla volta. Sapevo che le ragazzine malaticce venivano abbandonate come la ceramica rotta e le ceneri del giorno prima, ma non mi ricordavo di aver mai avuto un nome.
Scossi la testa.
Lespressione di Yzebel si addolcì e abbassò lo sguardo. La cipolla che aveva tagliato era probabilmente più forte del solito. Guardò attorno al focolare come se cercasse qualcosa, e finì con il prendere un vecchio cucchiaio di legno. Esaminò una crepa nel manico per un po prima di parlare.
Non hai un nome?
Mi pulii la guancia con il dorso della mano. No.
Beh, rispose Yzebel, troviamoti un nome allora. Penso sia un grande onore quando gli dei decidono che una ragazza dovrebbe scegliersi da sola il nome. Tu, no?
Volevo esprimere il mio accordo e sapevo già che nome avrei voluto avere, ma frenai la lingua. Anche se non mi ricordavo di aver mai avuto un nome, ero a conoscenza del fatto che i bambini, e in particolare le ragazze, non dovrebbero parlare.
Come faccio a saperlo?
Ogni volta che cercavo di ricordare qualcosa la rimembranza mi sfuggiva come una colomba spaventata che sfrecciava dentro e fuori la nebbia.
Yzebel mi stava guardando, in attesa di una risposta, mantenendo la calma, come se capisse che avevo delle difficoltà con i miei stessi pensieri.
Non sapevo cosa dirle.
Forse dovrei raccontare a Yzebel del nome che vorrei avere.
Il mio stomaco stava meglio, ma la testa continuava a farmi male. Quando sbattevo le ciglia, puntini neri mi vorticavano davanti agli occhi: sparivano e apparivano accompagnati dal dolore. Scossi la testa nel tentativo di schiarirmi la vista.
Ti va di sentire una storia mentre cucino?Mi domandò.
Sì. Presi la mia ciotola di contu luca. Per favore.
La storia parla della Dea Madre, Regina Elissa. Molte, molte estati fa, ancora prima della nascita del nonno di mio padre, la Regina Elissa, che i romani chiamano Dido, venne sulle sponde del Byrsa dalla sua antica terra dellest. Chiese alle persone che abitavano qui un piccolo pezzo di terra dove potersi stabilire con i pochiche lavevano seguita in mare. Il capo di quegli uomini furbi e disonesti le dissero,Potrai avere la quantità di terra che può essere circoscritta dalla pelle di un singolo bue, e il prezzo sarà un talento di argento.
Talento? Mi alzai per poggiare la ciotola vuota sul tavolo. Cosè un?
Tutto intorno a me sfocò e cominciò a girare. Lultima cosa che vidi era Yzebel che voleva raggiungermi prima che cadessi.
* * * * *Quando mi svegliai mi ritrovai distesa vicino al fuoco su delle pelli di animale, coperta con il mantello di Tendao. Il telone grigio sventolava a causa della brezza e una donna sedutami accanto mi stava guardando.
Come ti senti?Mi chiese la donna.
Mi misi a sedere lentamente, tentando di capire cosa fosse successo. Sentivo un ronzio nella testa, come uno sciame di api arrabbiate. Nel momento in cui mi diedi unocchiata intorno, riuscii a schiarirmi i pensieri. Il tutto però mi pareva così strano: il fuoco scoppiettante, il pungente fumo che mi roteava intorno, e i tavoli che circondavano il fuoco della cucina come degli animali dalle gambe rigide che aspettavano di essere nutriti. La gialla luce del sole si intravedeva tra le cime degli alberi bagnava tutto di oro e ambra. Il viso della donna risplendeva nel bagliore del pomeriggio.
Mi ricordai che era Yzebel.
Tirai su il mantello per coprirmi le spalle, distesi le braccia e poi mi tocai la nuca. Il bernoccolo si era rimpicciolito e non faceva più così tanto male come prima.
Bene, risposi. Sto bene. Feci una pausa, provando a ricordare. Mi stava raccontando una storia riguardo una regina e un bue, ma non mi ricordo la fine.
Ti ricordi la caduta?
No.
Hai dormito per tutto il giorno, aggiunse Yzebel.
Mi dispiace.
Non essere dispiaciuta, eri sfinita.
Potrebbe raccontarmi di nuovo la storia, per favore?
Lo farò. Yzebel si alzò. Ma prima, voglio che ti alzi così posso vedere se rischierai di inciampare e cadere nel fuoco come hai quasi fatto stamattina.
Nel momento in cui mi alzai, Yzebel mi prese per spalle, guardandomi negli occhi.
Stai per cadere?
Scossi la testa, poi diedi unocchiata alla ciotola vuota sul tavolo.
Hai fame?
Sì.
Yzebel riempì il piatto a metà con contu luca e me lo porse. Mi accomodai vicino al fuoco mentre la donna mescolava quello che stava cuocendo nella grande pentola e mi raccontò dallinizio la storia della Regina Elissa.
Quando arrivò alla parte riguardo allargento, domandai, Talento? Cosè un?
Yzebel mi guardò preoccupata, probabilmente pensando che sarei svenuta di nuovo, ma le sorrisi. Ricambiò il sorriso e continuò il racconto.
Un talento è una grande tavoletta di argento. Prese il coltello. Due volte più lunga del mio coltello, e di peso pari a quello che un uomo riuscirebbe a portare in un giorno. Vale quanto sei, forse sette, elefanti da guerra. Raccolse una carota e la tagliò. La nostra Elissa era bellissima, aveva lunghi riccioli e un dolce sorriso, ma non era così stupida come appariva a quegli indigeni sempliciotti. Dopo un po accettò i loro termini. Poi, con laiuto delle sue domestiche, tagliò la pelle di un bue in numerose striscioline sottili e le sistemò formando un enorme arco che si estendeva dalla costa del mare, intorno alla collina e poi di nuovo verso la costa.
Avrò questa terra, circoscritta dalla pelle di un solo bue, disse Elissa al capo di quella gente.
Avendo capito di essere stati battuti in furbizia, i nativi, stringendo i denti, le diedero la terra augurandole buona fortuna nel costruirsi il suo piccolo villaggio. Andarono via con il talento di argento a rimuginare sulla loro perdita.
Elissa aveva scelto una porzione della battigia che conteneva uno dei migliori porti naturali della costa sud del Mara Thalassa, chiamato anche Mare Internum dai romani. Ciò si rivelò un beneficio per la Regina Elissa e il suo villaggio che chiamò Città Nuova, la nostra Cartagine.
Il ragazzo che mi aveva minacciato nella foresta con il suo bastone si avvicinò a Yzebel. Fui sorpresa nel vederlo e mi domandai perché fosse venuto al suo focolare.
Volle prendere un pezzo di carne dalla pentola, ma Yzebel gli afferrò la mano e la spinse via.
Guarda come sono sporche le tue mani. Sai comportarti meglio.
Ho fame.
Puoi aspettare come il resto di noi. Hai portato la legna da fuoco a Bostar come ti avevo detto di fare?
Annuì, ma i suoi occhi erano fissi su di me e sul mio piatto di contu luca. Ha rubato il mantello di Tendao.
No, non lha fatto.
Presi un grande pezzo di carne dal mio piatto e lo morsi. Osservai il ragazzo che appariva più grande di me, probabilmente di un anno. A differenza degli occhi marroni di Yzebel, i suoi erano di un banale grigio.
Qual è il colore dei miei occhi? Spero di averli marroni come i suoi.
Allora perché lo indossa? piagnucolò il ragazzo. Era scontroso con Yzebel e sogghignava come se lo disgustassi.
Yzebel sbatté il suo cucchiaio di legno contro il margine della pietra così forte, che pensai si sarebbe rotto. Lo guardò severamente finché egli non abbassò lo sguardo.
Se non imparerai a frenare quella linguaccia, qualcuno ti taglierà quel velenoso pugnale dalla bocca. Mi hai capito?
Sì, disse, guardandomi male.
Pensa sia per colpa mia che è stato rimproverato? Ha una bocca cattiva e si merita quello che ha ricevuto. Presi unaltra rapa dal cestino. Forse non avrà imparato nulla dalle parole di Yzebel, però io sì. E dal modo in cui lo tratta penso possa essere suo figlio, forse il fratello di Tendao. Peccato non sia per niente come il giovane uomo.