Spezia - Robert A. Webster 2 стр.


Rotha si allontanò dalla zona adibita a cucina, mentre Tu proseguì il proprio racconto. Mi sono spostato in bicicletta di qualche metro dalla capanna di confine, mi sono strappato via la bigiotteria e ho pedalato il più velocemente possibile. Non ero molto lontano quando ho sentito qualcuno urlare di fermarmi. Ero terrorizzato, e ho ignorato il comando, continuando a pedalare. Ho sentito degli spari e una pallottola mi ha sfiorato lorecchio.

I ragazzi si guardarono, e poi spostarono lattenzione sul padre sconvolto, il quale continuò a raccontare. Ho pedalato freneticamente, virando via dalla strada e dirigendomi verso i campi e poi nella giungla, fino a quando il percorso si è fatto troppo accidentato per proseguire in bicicletta. Mi sono nascosto nel fitto sottobosco, dietro un ammasso di alberi. Ho aspettato per quella che mi è sembrata uneternità, e quando non ho visto traccia degli Khmer Rossi sono tornato sui miei passi, ho recuperato la bicicletta e sono corso a casa.

Cosa sono gli Khmer Rossi? Domandò Ravuth.

Tu scosse il capo. Il padre era alloscuro di quanto stesse accadendo in Cambogia, sapeva solamente che avrebbero dovuto avere paura e arrangiarsi in qualche modo, quindi rispose Non lo so, figliolo. Ma dobbiamo restare nascosti fino a quando non scopriremo che cosè successo. Saremo al sicuro nel cuore della giungla, e stasera organizzeremo i nostri averi per trovare una nuova casa. Domattina abbatteremo la struttura e la ricostruiremo altrove disse Tu. Ai ragazzi era chiaro che il padre fosse preoccupato, confuso e spaventato.

Questa cosè? Interruppe Rotha, reggendo la pianta che Ravuth aveva posato sopra il tror bek.

Non lo so, madre. Labbiamo trovata per strada, e pensavamo che tu sapessi cosa fosse. Forse potremmo mangiarla, vero Oun? Disse Ravuth, guardando il fratello in cerca di appoggio.

Sì disse Oun senza prestargli molta attenzione, guardando allinterno della borsa nera dove si trovava la macchina fotografica.

Non ho mai visto niente di simile disse Rotha, ispezionando la pianta singolare.

Rotha venne ignorata; i due giovani sembravano più interessati alle istruzioni e alla dimostrazione della macchina fotografica Polaroid che stava impartendo il padre.

Rotha raggiunse il contenitore di acqua piovana, riempiendovi una citola di acqua e posandola accanto a unaltra che ribolliva con allinterno delle verdure e un piccolo pollo. Studiò la pianta, e in base alla forma delle foglie e al loro colore dedusse che fosse commestibile. Quindi ne staccò una foglia, lassaggiò, trasalì e inserì il resto nella ciotola bollente. Poi infilzò il bacello dorato da cui trasudò una linfa bianco latte che assaggiò. Rotha non capiva come mai avesse un sapore dolce mentre la foglia era amara, ma più tardi avrebbe sperimentato con il nuovo ingrediente. Rotha notò che il bacello rotondo luccicava in modo strano, e il suo colore dorato sembrava un mosaico smagliante di sfumature vivide; leffetto che lolio creava sullacqua.

Venne disturbata da un improvviso flash, e quando alzò lo sgaurdo notò lespressione malefica dei figli e ancora più dispettosa del marito, il quale reggeva la Polaroid dopo averle scattato una foto. I meccanismi della Polaroid ronzarono quando una pellicola venne espulsa dal davanti. Tu rimosse la fotografia dal dispositivo, eliminò il primo strato e posò la foto sul tavolo affinché si sviluppasse.

Rotha frignò quando il marito si concentrò nuovamente, premette il pulsante e scattò unaltra foto di lei, ripetendo il processo di sviluppo della stessa. Tu indicò poi affinché si radunassero tutti insieme, scattando una foto della moglie e dei figli. Si alternarono a scattare le foto fino a quando terminarono le sei pellicole disponibili.

Osservarono le fotografie svilupparsi sotto la solitaria lampadina, sorpresi quando le immagini apparvero sulle pellicole. La famiglia guardò le prime fotografie che avessero mai visto, e per un momento si dimenticarono della tragedia che aveva colpito il loro villaggio. Rotha rimosse una scatola di foglie di banano dalla mensola, posandola sul tavolo. In tutte le capanne erano presenti scatole come quella, coperte dalla resina ricavata dalla linfa della corteccia dellolio di palma, finitura che dava alla scatola una lucentezza resistente. Le confezioni, della dimensioni di una scatola da scarpe, oltre a venir vendute ai turisti, venivano utilizzate degli abitanti del villaggio per conserave ninnoli e altri oggetti inusuali. La donna aprì la scatola e vi posò le fotografie allinterno.

Potrete guardarle dopo mangiato. Ravuth, prepara i piatti così posso servire la zuppa disse.

Rotha stava per chiudere la scatola quando vide la pianta sul tavolo. Ne recise parte del gambo e ripose il bacello marrone-dorato nella scatola, chiudendone poi il coperchio.

La famiglia si accomodò per cenare. Rotha servì la strana pianta nel brodo, e si trovarono tutti daccordo sul fatto che avesse un pessimo sapore, era troppo amara. Fortunatametne il pollo e il tror bek bilanciarono il tutto, e dopo la zuppa, riposero i loro averi in previsione del trasloco del giorno successivo. Il rumoroso generatore a due tempi del villaggio si spense alle 8 di sera, quando andarono a letto.

***

Delle urla e dei colpi di arma da fuoco svegliarono improvvisamente la famiglia allalba.

Scoppiò il panico. Tu, Rotha e i figli uscirono sulla veranda da dove videro un gruppo di giovani soldati Khmer Rossi marciare nel villaggio, sparando in aria con degli AK-47 e strepitando. Stavano calpestando i materiali di cui erano fatte le abitazioni, i cui residenti si erano riversati sui portici o ai piedi delle scalinate.

Una ragazza, circa delletà di Ravuth raggiunse gli scalini della loro abitazione e urlò loro di affrettarsi alla capanna comune. Puntò il fucile a Tu e urlò Adesso!

La famiglia obbedì agli ordini, dirigendosi verso la capanna comune insieme agli altri paesani terrorizzati, ordinando loro dinginocchiarsi. Avanzò un soldato degli Khmer Rossi, che sembrava avere sui 18 anni. Gli abitanti del villaggio trasalirono. Il soldato trascinava Dara con una corda, unabitante di mezzetà che era andata a Koh Kong il giorno prima insieme a Tu e gli altri per vendere la bigiotteria.

Dara è viva, Rotha sussurrò Tu. Pensavo li avessero uccisi tutti.

Dara aveva una pessima cera, aveva le guance e gli occhi gonfi e del sangue secco sulle labbra e sul naso. Gli abitanti guardarono il soldato tirarla come un cane. Gli altri Khmer Rossi si spostavano avanti e indietro insieme al comandante che stava parlando.

Questultimo spiegò di Pol Pot, il Fratello Numero Uno, il loro leader, e di come gli Khmer Rossi controllassero la Cambogia. Disse Ogni cittadino *Khmer adesso appartiene ad Angka, (lOrganizzazione). Siete di nostra proprietà, e se volete vivere dovete dimostrare il vostro valore.

Descrisse loro il ruolo che i bambini avrebbero ricoperto dopo essere stati addestrati da Angka affinché diventassero soldati per lorganizzazione. Non avrebbero più avuto bisogno dei genitori, dato che gli adulti sarebbero diventati umili servi, quindi sarebbero stati inferiori a loro. Angka sarebbe stata la loro famiglia. Il comandante proseguì per più di unora con il suo discorso ben preparato.

Gli abitanti ascoltarono con fare terrorizzato, disorientati dalla gioventù indottrinata. Dara ondeggiò quando si mise in piedi a malapena. Di tanto in tanto il ragazzo le tirava la vestaglia per ottenere la sua attenzione.

Una volta terminato il discorso del comandante, questultimo concentrò la propria attenzione su Dara e disse, rivolgendosi agli abitanti.

Una volta terminato il discorso del comandante, questultimo concentrò la propria attenzione su Dara e disse, rivolgendosi agli abitanti.

Questa donna ci ha condotti da voi. È debole, e non accettiamo i deboli. Strinse poi il cappio attorno al collo di Dara, trascinandola a sé. Afferrò quindi il nodo, sollevandole il mento e tagliandole la gola con un piccolo coltello affilato. Dara era troppo debole per opporre resistenza, e lo sputo, il sangue e laria le gorgogliarono nella gola quando la donna si abbandonò a peso morto. Il comandante gettò il cadavere a terra, si piegò e pulì la lama sui vestiti di lei. Tuonò degli ordini agli altri soldati, indicò il corpo di Dara e lanciò un avvertimento severo agli abitanti.

Obbedite ad Angka o morirete!

Gli abitanti del villaggio guardarono terrorizzati gli altri soldati urlare verso di loro di prendere i propri averi e di fare ritorno.

Gli abitanti sconvolti lasciarono quindi la capanna comune, diretti verso le proprie abitazioni per fare i bagagli, il tutto mentre i soldati Khmer Rossi ronzarono attorno alle famiglie terrorizzate, sollecitandole.

Rotha, Tu, Ravuth e Oun andarono alla loro capanna. Tu parlò con Rotha, la quale, nonostante fosse scossa dagli eventi, era daccordo con lui. Tu, con voce tremante, disse ai figli

Dovete scappare e nascondervi nella giungla. Quando ce ne saremo andati, tornate indietro e restate qui al villaggio. Vi raggiungeremo quando avremo capito che cosa sta succedendo, e quando la situazione sarà sicura.

I ragazzi, per quanto spaventati, accettarono, sperando che si sarebbe trattato di poco tempo.

Rotha guardò fuori e vide gli Khmer Rossi allontanarsi dalla loro capanna per controllare unaltra famiglia, e non ne vedeva altri nelle vicinanze.

Svelto, Ravuth! Vai tu per primo sussurrò lei.

Ravuth scese cautamente gli scalini e percorse di corsa la breve distanza che separava la loro casa dalla giungla. Si nascose quindi dietro un gruppo di alberi, e si guardò indietro in attesa del fratello.

Vide Oun ai piedi degli scalini, ma verso di lui si stava dirigendo un soldato, che si fermò accanto al fratello. Il ragazzo agitò il fucile verso Rotha e Tu, ordinando loro di scendere immediatamente. Il cuore di Ravuth batteva allimpazzata quando si nascose dietro il largo tronco dellalbero.

Le grida degli Khmer Rossi svanirono, quindi Ravuth sbirciò da dietro larbusto. Vide la madre, il padre e il fratello venir condotti verso la capanna comune. Si rese conto di non essere stato visto, quindi costeggiò il villaggio, nascondendosi grazie agli alberi e alla vegetazione della giungla per osservare ciò che stava accadendo allinterno dello stesso.

I compaesani restarono nella capanna comune per unaltra ora prima di uscire e aggirarla.

I soldati selezionarono quattro anziani dal gruppo di persone. Ravuth sperò che li avrebbero fatti restare al villaggio. Pensava che si sarebbero potuti prendere cura di lui fino a quando i suoi genitori e Oun avrebbero fatto ritorno.

Sul viso del comandante si fece strada un ghigno quando i suoi soldati spinsero i quattro anziani a terra e spararono loro alla testa.

Gli abitanti urlarono dalla paura mentre gli Khmer Rossi puntarono i fucili sulla folla caduta nel panico e urlarono Fate silenzio o morirete!

Il comandante si rivolse alla folla State zitti! Esclamò, e attese fino a quando ebbe la loro completa attenzione. Queste persone erano così vecchie da non poter produrre nulla per lAngka. Le loro vite non portano alcun beneficio allAngka e le loro morti non sono una perdita.

I paesani, tremanti e spaventati, sembravano degli avviliti rifugiati. Incespicarono lungo il tragitto che portava a Koh Kong per unirsi allesodo della popolazione rastrellata e destinata ai campi di lavoro.

Gli Khmer Rossi lasciarono che gli abitanti portassero con sé i loro miseri averi, che avrebbero sottratto loro alla fine del viaggio.

Restarono solamente due soldati. Ravuth li guardò trascinare il cadavere di Dara dalla capanna comune, gettandola insieme agli altri. Presero poi una tanica di benzina dal capanno in prossimità del generatore, e ne versarono un po sulle abitazioni e sui cadaveri. Ridacchiarono nellappiccare il fuoco, incendiando le capanne e incenerendo i corpi. Quegli assassini senza pietà erano adolescenti, che non mostravano alcun tipo di rimorso per le loro azioni. Un soldato si divertì a colpire con un bastone le teste dei cadaveri ardenti, e alzò lo sguardo sulla vegetazione della giungla quando captò un movimento. Urlò qualcosa a un suo commilitone, il quale imbracciò il fucile e corse verso il nascondiglio di Ravuth, fermandosi però sui propri passi.

Te lo sei immaginato. Qui non cè nessuno disse il giovane.

Sono sicuro di aver visto qualcuno disse laltro con fare indignato.

Vuoi addentrarti nella giungla per cercare meglio?

No. Non so cosa ci sia lì dentro, forse è un animale selvatico. Andiamo, raggiungiamo gli altri.

Okay. Perché hai paura, andiamo lo prese in giro laltro ragazzo. Si voltarono e tornarono di corsa al villaggio per seguire il resto della truppa.

Ravuth tremava. Indietreggiò ulteriormente nel fitto sottobosco. I militari degli Khmer Rossi erano arrivati solo a qualche centimetro dal suo viso.

Ravuth ritornò al villaggio al tramonto, avendo troppa paura di muoversi nel caldo opprimente del giorno. Era stordito, confuso e assetato. Avanzò nel villaggio deserto, oltrepassando i cadaveri fumanti, e raggiunse la propria casa. Nonostante gli Khmer Rossi avessero incendiato diverse capanne e quella comune, labitazione della propria famiglia era rimasta relativamente incolume. Quando entrò apprese che non era rimasto molto, in parte perché labitazione era stata saccheggiata, e in parte perché era stato portato via dai suoi genitori. Ravuth si accovacciò e si mise a piangere. Restò nella propria casa per tutta la notte, domandandosi che cosa fosse successo e che cosa potesse fare. Quando giunse il giorno, la luce filtrò nella stanza, e il ragazzo vide la scatola fatta di foglie di banano fare capolino da un buco nelle assi del pavimento in un angolo della stanza. Si rese conto che i propri genitori avevano tentato di nasconderla dai soldati. Ravuth prese in mano la scatola e laprì. Allinterno si trovava la strana pianta, insieme a qualche piccolo articolo di bigiotteria sotto alle fotografie della sua famiglia. Estrasse quindi le foto, e con le lacrime agli occhi le accarezzò una a una, chiedendosi che cosa fosse successo ai propri cari.

Ravuth si sentiva solo, impaurito e confuso. Ripose le foto nella scatola, uscì dalla capanna e si aggirò nel villaggio in cerca di cibo, acqua o oggetti utili rimasti. Oltrepassò i macabri resti, andando di capanno in capanno e raccogliendo quanto di valido. Trovò un machete, mangiò, e bevve un po di acqua. Avvolse i resti di cibo in una foglia di banano e incanalò un po di acqua in alcune zucche da un contenitore raccogli-pioggia. La sua conoscenza delle piante commestibili e delle fonti di fluidi gli avrebbe permesso di sopravvivere nella giungla. Ravuth prese la scatola, il machete e altri oggetti che aveva trovato nel villaggio, quindi lo attraversò, diretto verso la strada che portava a Koh Kong.

***

Ravuth avanzò nella giungla per due ore. Aveva percorso quella strada diverse volte con il fratello e il padre, ma nel momento in cui Tu raggiungeva la strada e procedeva in bicicletta insieme ad altri paesani, i fratelli facevano ritorno al villaggio. Uscì dalla giungla, inoltrandosi sulla strada a lui non familiare, camminando sul ciglio, nel caso avesse incrociato delle ronde di Khmer Rossi. La sua lunga camminata verso la periferia della cittadina fu senza sorprese, non vide né traffico né persone. Lungo il tragitto notò diverse case di legno distrutte e depredate.

Назад Дальше