Lo Scricciolo - Kristy McCaffrey 2 стр.


Nel tendere un braccio, sfiorò quello della giovane, che trasalì.

«Tranquilla» le mormorò, spingendola delicatamente da parte. Muovendosi poi per la casa, ispezionò ogni stanza. Cerano infiltrazioni dacqua in diversi punti ma, per fortuna, nessun segno di altre presenze. «La camera da letto sul retro sembra asciutta.»

Invece di seguirlo, la donna con i penetranti occhi azzurri e la voce affascinante si fermò davanti a unaltra stanza.

Matt si accigliò. Quandè che aveva iniziato a considerarla affascinante?

Allimprovviso, dallestremità del corridoio in cui si trovava lui, un lampo illuminò la casa semimmersa nelloscurità. La pioggia aveva incollato la camicia chiara al corpo della giovane, abbozzandone le curve decisamente femminili. Matt si costrinse a guardare altrove. Non aveva alcuna intenzione di approfittare di una donna sola in un posto sperduto.

Lei varcò la soglia. Matt si tolse il cappello e si passò le dita tra i capelli umidi. Attrazione o no, cera un che di strano in questa giovane. La seguì.

«Sapete che ne è stato di Mary ed Emma?» chiese lei con un filo di voce, dandogli le spalle.

E così era a conoscenza delle due sorelle di Molly. «Andarono a vivere con la zia Catherine a San Francisco.»

Lei rilasciò in fretta il fiato e rilassò appena le spalle, quindi si piegò a recuperare una bambola vecchia e sudicia. «Questa era di Emma» sussurrò.

«Come mai sapete così tanto della famiglia che viveva qui?» chiese Matt, dun tratto irritato da questa donna che conosceva a malapena. «Chi siete?»

La giovane si girò verso di lui e in quellistante un fascio di luce rivelò il suo volto bagnato di lacrime. «Potrei dirvelo, ma adesso so che non mi credereste. Sono stata così sciocca a pensare di poter tornare, che tutto sarebbe stato come prima.» Con gli occhi fissi sulla bambola, aggiunse piano: «Una vita persa, per tutti noi.»

«Come vi chiamate?» insistette Matt, pervaso da un senso di disagio. Non poteva essere vero, assolutamente no. Impossibile.

La mente e il cuore si rifiutavano di ascoltare, ma la voce ricca di sfumature fluttuò tra la pioggia e il rombo distante del tuono.

«Molly Hart.»

Capitolo Due

Molly osservò la reazione di Matt nella luce morente. Il corpo alto e immobile dominava la stanza, con occhi che la fissavano quasi appartenessero a un cacciatore pronto a colpire la preda. I tratti spigolosi del viso mostravano chiara incredulità e turbamento, e i capelli scuri gocciolavano sulla camicia già fradicia. La rabbia che le sembrava di percepire gli conferiva unespressione animalesca o erano i muscoli rigidi, tesi, come pronti allattacco?

«Qual è il vostro nome?» ripeté. «Quello vero.»

«Ve lho appena detto.»

«E io ho appena detto che Molly è morta. Il vostro scherzetto non è affatto divertente.»

«Vorrei che fosse tutto uno scherzo» replicò lei con un nodo in gola. «Invece è un incubo che sembra non finire mai.»

E durava già da dieci interminabili anni. Prima di due settimane fa ignorava persino che i genitori fossero morti. Era stato un commerciante di passaggio per il territorio del Nuovo Messico a dirglielo segno evidente del suo scarso contatto con i bianchi fino ad allora.

La notizia laveva distrutta.

Lunica speranza che avesse mai nutrito era stata quella di tornare a casa dalla sua famiglia. E adesso che ci era riuscita, lirrecuperabile perdita della fanciullezza le procurava un dolore tanto acuto da impedirle quasi di respirare.

Non avrebbe mai più rivisto i suoi. Per tutta la settimana precedente si era sforzata di comprendere appieno il significato di quella nozione, ma ancora le sfuggiva. Se non altro le sue sorelle erano sopravvissute. Il che era qualcosa, un debole anello a cui aggrapparsi tra le fondamenta instabili della sua vita.

Il colpo di grazia, tuttavia, era arrivato dalla scoperta della propria presunta morte, un fatto che aveva abbattuto qualsiasi parvenza di sicurezza avesse mai provato. Per dieci anni aveva sperato e sognato che qualcuno andasse a liberarla. Per dieci anni si era chiesta come e quando sarebbe riuscita a fuggire e tornare a casa. Ma loro lavevano creduta morta. Nessuno aveva mai indagato. Matthew Ryan, il suo amico dinfanzia, non laveva mai cercata.

Matt, proprio lui che adesso le stava di fronte, praticamente un estraneo, un uomo che oggi avrebbe quasi temuto se tempo addietro non lo avesse conosciuto così bene.

«Vi spiacerebbe spiegarmi come diamine fareste a essere Molly Hart?» La sua voce era carica di disprezzo.

«Fui rapita dagli uomini che assalirono il ranch quella sera.»

«Comanche?»

Lei scosse la testa. «No. Loro ci attaccarono molto dopo, quando cavalcavamo già da un po. Parecchi uomini rimasero uccisi, e quasi tutti furono scotennati. Fu allora che gli indiani mi presero.»

Un lampo illuminò la stanza e il telaio rotto di un letto ancora lì nellangolo. Quello di Emma, sua sorella minore. Questa era stata la loro camera.

«E come lo spiegate, il corpo che abbiamo trovato? E la croce doro?»

«A un certo punto del tragitto con i Comanche, fummo raggiunti da unaltra banda. Con loro cerano diversi prigionieri bianchi. Una aveva più o meno la mia età.» Fece una pausa, quindi riprese in tono sommesso: «Urlava e piangeva e i Comanche erano impazienti. Uno di loro le scoccò una freccia, inchiodandola a un albero. Gli altri sembrarono arrabbiarsi, ma ormai era troppo tardi. Era già morta, e la bruciarono. Io stessa mi sforzavo di non urlare, così mi limitai a gettare la croce ai suoi piedi non cera altro che potessi fare per lei.»

Deglutendo a fatica, Molly ricordò il terrore con cui aveva convissuto in quei primi giorni. Quante volte ai margini della mente si era profilato il pensiero che anche la sua orrenda fine fosse ormai prossima?

Matt sembrava sotto pressione, i lineamenti turbati dallincertezza.

«Se quanto sostenete è vero» disse senza alcun entusiasmo «allora dove siete stata in questi dieci anni? Non era raro che i Comanche cedessero prigionieri allesercito in cambio di merci. Io per primo mi sono occupato di quegli scambi parecchie volte.»

«Davvero?» Era stato così vicino durante la sua prigionia? Avrebbe forse avuto maniera di aiutarla? «Eravate nellesercito?»

«Per un certo periodo.»

«Non ricordo di aver avuto molti contatti con altri bianchi. Non mi trattavano da prigioniera. Fui adottata dalla famiglia di un comanche chiamato Corre Coi Bisonti che mi allevò con le sue due figlie.»

«Come siete fuggita?»

«Rimasi con loro per otto inverni prima che mi abbandonassero con un trafficante nel Nuovo Messico.»

«E con quale tribù eravate?»

«Quahadi» rispose lei.

«Mmm, vivevano in regioni piuttosto remote. Non ho mai avuto rapporti diretti con loro.»

Dunque non era stato così vicino a lei come aveva inizialmente pensato.

«Perché vi hanno barattata dopo otto anni?»

«Ci fu della confusione circa una proposta di matrimonio per me. La figlia maggiore di Corre Coi Bisonti si adirò e lui, in un gesto di buona volontà, scelse di restituirmi alla mia gente.»

«Buona volontà un corno» inveì Matt. «Vi ha tenuta in ostaggio per otto anni.»

«Allora, mi credete?»

Le sue parole rimasero sospese nellaria, prive di risposta. La pioggia infieriva sul tetto, il tuono ruggiva in lontananza e loscurità lavvolgeva come una vecchia amica. Quante volte si era stretta alle sorelle comanche sotto il lembo di un tepee mentre una tempesta improvvisa sorprendeva la tribù?

«Buona volontà un corno» inveì Matt. «Vi ha tenuta in ostaggio per otto anni.»

«Allora, mi credete?»

Le sue parole rimasero sospese nellaria, prive di risposta. La pioggia infieriva sul tetto, il tuono ruggiva in lontananza e loscurità lavvolgeva come una vecchia amica. Quante volte si era stretta alle sorelle comanche sotto il lembo di un tepee mentre una tempesta improvvisa sorprendeva la tribù?

«Perché non vi siete fatta viva due anni fa?» Matt sembrava ancora dubbioso.

«Il trafficante mi picchiava» rispose lei con voce dun tratto roca. «Un vecchio minatore di nome Elijah simpietosì, mi comprò e mi portò nel profondo Messico.»

Un lampo illuminò Matt. Fletteva la mascella e teneva le mani sui fianchi con atteggiamento indifferente, ma il suo umore diceva ben altro. Non ricordava di averlo mai visto così.

«Chi era il trafficante?»

«Un comanchero chiamato Jose Torres.»

Matt imprecò a denti stretti.

«Lo conoscete?» chiese lei, sorpresa.

«Già. È un ignobile pezzo di» sinterruppe e inspirò a fondo. «Molti prigionieri, purtroppo, sono passati per le sue mani.»

«Quando Elijah è morto, qualche mese fa, non ho avuto altra scelta se non cercare la via del ritorno» aggiunse. «Non lo avevo fatto prima perché non avevo idea di dove mi trovassi.»

«Ci avete messo due mesi a tornare nel Texas?»

«Mi sono fermata per qualche settimana appena fuori Albuquerque per aiutare unamica. Mi ha accompagnata qui.»

«E dovè, adesso?»

«Cincontreremo domani. Si chiama Claire Waters. Quando lho trovata era ridotta molto male.» A dire il vero, Molly si era meravigliata che fosse ancora viva, coperta di lividi e sangue comera, giacente sul letto di uno delle migliaia di arroyos ai piedi delle Sandia Mountains.

Dun tratto si sentì stanca. Gli eventi della giornata, e delle ultime settimane, cominciavano ad avere la meglio. «Dovremmo accendere un fuoco» disse, andandogli incontro verso la porta. Matt non si mosse. Gli occhi incollati su di lei.

Indugiando al suo fianco, Molly azzardò: «Ricordi la volta in cui trovai un serpente a sonagli nascosto sotto un cespuglio di mesquite?» Teneva lo sguardo dritto davanti a sé. «Ero pronta a colpirlo con la fionda, ma tu mi bloccasti il braccio. Quellestate vegliasti su di me più di chiunque altro avesse mai fatto.»

Sollevò il mento e lo guardò, chiedendosi che cosa gli fosse accaduto in quegli anni. Sembrava aspro, rabbioso e stanco. E zoppicava un po. Era sposato? Aveva una casa piena di figli? Dieci anni prima era stato così benevolo con lei: paziente, indulgente e sorridente di fronte ai suoi teatrini. Sapeva che sarebbe stato un buon padre.

«Ero convinta che non ti avrei mai più rivisto, Matt.» Sulle sue labbra affiorò un sorriso titubante.

Lui si limitò a guardarla e Molly gli passò accanto in tutta fretta, lasciandolo solo a far chiarezza dentro di sé.

Capitolo Tre

In piedi nella stanza buia, con lo scroscio della pioggia tuttintorno, Matt sentiva i propri pensieri rimbalzare nella mente.

Molly. Viva.

No! La donna era semplicemente unabile bugiarda. Forse aveva sentito raccontare la storia degli Hart e aveva deciso di raggirare le persone più vicine alla famiglia. Ma era illogico. Che motivo avrebbe mai potuto avere? Non poteva sapere che proprio oggi lui sarebbe andato al loro ranch abbandonato.

Se si trovava lì era solo perché i due mesi di convalescenza sotto le cure tenaci di sua madre lo avevano reso scontroso e bisognoso di cambiare aria. Per non parlare poi dellirrequietezza del suo animo.

Quattro mesi aveva trascorso come prigioniero di Augusto Cerillo, un bandito messicano noto per le sue torture. Con gli altri Rangers della propria compagnia ne aveva seguito le tracce per due anni, finché non lo aveva avuto quasi in pugno. Quasi. Se il vecchio compagno darmi, Nathan Blackmore, non lo avesse tirato fuori, Matt sarebbe di certo morto nellinferno che Cerillo aveva creato apposta per lui. Il corpo era guarito, a parte la lieve zoppia che il danno alla gamba destra gli aveva causato, ma lo spirito faticava ancora a rimettersi.

Forse era proprio per questo che, dopo dieci anni, si era finalmente deciso a far visita al tumulo di Molly.

E se la donna fosse stata davvero lei?

Matt non riusciva neanche a immaginare le conseguenze. Sfregandosi la guancia ruvida, si accorse che la mano tremava.

Dallattimo in cui Molly Hart era stata dichiarata morta, la sua vita era cambiata. Rabbioso, aveva giurato che in qualche modo lavrebbe vendicata. Si era arruolato nellesercito americano e aveva partecipato alle incessanti campagne di sradicamento dei Comanche dal Texas. Quando i Quahadi lultima nonché la più letale delle tribù comanche si erano finalmente arresi entrando nella riserva nel 75, Matt aveva lasciato lesercito per passare ai Rangers. Il lavoro richiedeva più fegato, la paga era inferiore e le condizioni spesso peggiori, ma rispondeva al suo scopo: eliminare quanti miravano a terrorizzare degli innocenti, ammazzando senza remore uomini, donne e bambini indifesi.

Leventualità che Molly fosse davvero viva significava forse che per tutti quegli anni aveva combattuto la battaglia sbagliata?

Dopo i massacri a cui aveva assistito era ormai fin troppo cinico per lasciarsi andare allinnocenza della sua giovinezza. Avrebbe preteso altre prove. Se la donna non era Molly e lui doveva credere che non lo fosse lavrebbe tartassata fino a farla confessare.

Andò a cercarla, fermandosi sulla soglia di unaltra camera da letto. La donna o meglio limpostora era inginocchiata davanti a un caminetto. Le fiamme tremolanti gettavano un caldo bagliore per tutta la stanza. La vide girarsi sui talloni calzati da stivali a prendere qualcosaltro da bruciare e fu colpito dal suo aspetto giovane e vulnerabile contro il fuoco che, intanto, le illuminava il contorno dei seni. Alti, tondi e ben modellati. La sua mente indugiò per un attimo su quella vista, quindi la spinse brutalmente da parte.

Non era proprio il momento di cedere allattrazione.

Si era tolta il cappello, rivelando capelli di un castano scuro legati dietro la nuca. Molly aveva i capelli scuri. Così come altre centinaia di donne, ricordò a se stesso.

«Dubito che troverei qualcosa di asciutto là fuori, perciò arderò dei pezzi di sedia» disse lei, notando la sua presenza.

«Che nome avevi dato alla tua fionda?»

Lasciandosi andare contro una parete lì vicina, la giovane soffiò una ciocca di capelli dal viso. «Scricciolo.»

Mmm, un colpo di fortuna. «Perché?»

Non sembrava preoccupata, solo stanca. «Perché credevo davvero che fossero gli scriccioli a lasciare tutte le pietre che usavo.» Si portò una mano dietro la testa e tirò via la corda che legava i capelli, poi passò le dita tra la massa umida, sorprendentemente corta, e lo guardò dritto negli occhi.

«Una volta» continuò piano «ti dissi che saresti riuscito a trovarmi seguendo delle tracce che avrei lasciato solo per te, proprio come fa lo scricciolo con la scia di sassolini dal suo nido.»

Non si poteva certo dire che non fosse a conoscenza delle sue conversazioni con la giovane Molly. Forse la morte non era stata immediata. Forse avevano trascorso del tempo insieme, le aveva parlato. Magari era lei, la bambina che sosteneva i Comanche avessero ucciso. Lei era sopravvissuta e Molly era morta. Doveva essere così.

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