«Lo spero proprio, Doc, visto che stanotte sostituisci il veterinario.»
Patrick alzò le sopracciglia, ma la sua voce era piatta. «Sostituisco il veterinario.» Joe Crumpton, il veterinario, non gli aveva chiesto di sostituirlo.
«Sì. Il dottor John lo fa sempre.»
«E viceversa?»
«Questo non andrebbe bene. Un veterinario che si prende cura delle persone? La gente non lo accetterebbe.»
«Ma va bene che un medico si prenda cura degli animali.»
Gli altri due uomini annuirono. Patrick non ne era così sicuro. La cosa più vicina alla medicina veterinaria che avesse letto era Tutte le creature grandi e piccole.
«Tater, ci dia un minuto per parlare. Torneremo subito per occuparci di Mildred.»
«Daccordo.»
Quando furono fuori portata dorecchio, Patrick interrogò Wes: «Ok, sapientone, dimmi cosa faccio con un cavallo selvaggio con una zampa rotta?»
«Cosa faresti con un cowboy da rodeo con una gamba rotta?»
«Intendi quel ragazzo di Kaycee?»
«Quel ragazzo di Kaycee... Doc, mi fai morire dal ridere. Quel ragazzo è il campione del mondo di cavalcata senza sella. Chris Ledoux.»
«Non ha detto nulla al riguardo quando lo hanno portato qui. Mi ha solo detto che sarebbe tornato la settimana dopo per farsi mettere unaltra ingessatura, perché si sarebbe tolto quella che gli avevo fatto. Lavoro.» Patrick disegnò nellaria due virgolette con le dita.
«Chris è così. Ma prima di mettergli il gesso, cosa hai fatto?»
Patrick lo guardò senza capire. «È una domanda trabocchetto?»
«Gli hai fatto fare le lastre, Doc. Quindi, ovviamente, me le farai fare anche alla zampa di Mildred.»
Patrick sospirò e si strofinò la testa proprio dove i capelli si stavano diradando, cosa che non poteva evitare di fare per quanto Susanne gli dicesse sempre di smetterla. «Pensavo che avessimo stabilito che Mildred non sarebbe entrata.»
«Useremo lapparecchio a raggi X portatile. Ovviamente.»
«E se la zampa è rotta?»
«La ingesseremo.» Quella volta Wes non disse ovviamente, ma Patrick lo udì ugualmente.
«La ingesseremo, eh?»
«Sì.»
«Non ho mai ingessato la zampa di un cavallo prima dora.» E dubitava che lassicurazione per responsabilità medica coprisse una cosa del genere.
«Un gioco da ragazzi per un vecchio segaossa come te.»
Ogni volta che Wes passava dal chiamare Patrick doc al chiamarlo segaossa, significava che si stava rilassando. Allinizio dellestate aveva regalato a Patrick un coltello tascabile da quindici centimetri per il suo compleanno, con la scritta SEGAOSSA incisa sul manico; accompagnato da un biglietto che gli suggeriva di buttare via quel coltellino di Minnie dei tempi dei boy scout e portarsi qualcosa di utile. Ora Patrick non andava da nessuna parte senza averlo con sé. Di notte lo teneva sul comodino di fianco al portafogli e allorologio. In Wyoming, infilare quel grosso coltello in tasca era diventato per lui parte del vestirsi.
Dette un colpetto alla tasca e al coltello, poi sbuffò. Un gioco da ragazzi. Se lo dice lui. Ogni secondo che passava si sentiva sempre più stupido e meno capace. Prima di trasferirsi nel Wyoming due anni prima, non era mai stato un esperto di cavalli. Ma aveva imparato abbastanza da temere un animale che si sentiva intrappolato e aveva zoccoli duri, grandi denti e una mascella robusta.
Ricordando il calcio che Mildred gli aveva tirato, chiese: «Abbiamo un torcinaso?» Lo metteva sempre intorno al muso del suo cavallo Reno in modo che non mordesse il maniscalco che si occupava di lui. Funzionava piuttosto bene.
«No.» Wes fece un largo sorriso. «Il trucco sarà muoversi velocemente e rimanere fuori dalla sua traiettoria.»
«Grandioso.» Ma ora anche Patrick sorrise. Essendo cresciuto nel Texas, pensava di conoscere il West, ma il Wyoming era ancora più a ovest del Texas. Un uomo doveva saper ridere di se stesso, o la vita faceva presto a diventare poco divertente.
«O qualcuno le tiene sollevata la zampa opposta allo stesso tempo. La maggior parte dei cavalli rimangono abbastanza fermi con due zampe sollevate da terra.»
«Puoi prendere quella posteriore, allora. Io scelgo lanteriore.»
Wes rise.
Rientrati nel pronto soccorso, i due uomini continuarono con le loro amichevoli battute mentre raccoglievano materiali e attrezzature. Poi Patrick udì un trambusto nellarea della reception. Grida, una discussione e il rumore come di un pugno.
Una donna gridò: «Fermati» con voce agitata.
Patrick uscì immediatamente dalla porta del magazzino pieno zeppo, facendo solo cadere una fila di flaconi di pillole da uno scaffale; seguito da Wes, che stava spingendo una macchina per radiografie con le ruote. Alla reception, si precipitarono verso un uomo in uniforme da guardacaccia e guardia ittica del Wyoming con la bassa e muscolosa corporatura di un lottatore. Teneva una donna a faccia in giù con un braccio piegato dietro di lei, il ginocchio contro la sua schiena. I capelli della donna le coprivano il viso, ma non attutivano la sua voce. Stava imprecando con enfasi e grande varietà espressiva, sembrando molto esperta in materia. La luce fluorescente crepitava e lampeggiava sulle pareti e sul pavimento bianco grigiastri, e sui braccioli di metallo delle sedie. Un uomo magro con una salopette di jeans e una donna grassoccia in ciabatte con un abito da casa a fiori color lavanda erano rannicchiati in un angolo. Dalla parte opposta della hall cera Kim, linfermiera di turno, tra Patrick e un ragazzo dal fisico atletico con gli scarponi da trekking, che si teneva stretta la guancia rossa e brufolosa.
Kim era una donna massiccia che portava i grigi capelli in un pratico chignon. Stava parlando con voce ferma allescursionista, accompagnandola con i gesti. «Venga con me, signore. La faccio sistemare in una sala per farla visitare.»
Lui gridò, quasi piangendo: «Mi ha colpito. Quella puttana mi ha colpito.»
Il guardacaccia fece un cenno a Kim. «Possiamo metterla il più lontano possibile da lui?» Agitò le manette che aveva in mano. Patrick non lo aveva mai visto, ma conosceva la guardia che cera prima, Gill Hendrickson, e suppose che quelluomo fosse il suo sostituto. Quando il corpo di Gill, ucciso a colpi di fucile mentre era in servizio, era stato portato al pronto soccorso allinizio dellanno, Patrick era il medico di guardia.
«Lo metterò nella numero uno. Lei la metta nella numero quattro», rispose Kim indicando con il braccio. La numero quattro era la sala più lontana dalla reception.
Patrick guardò limpaurita coppia di anziani. Ben fatto, Kim.
La guardia si rivolse alla parte lesa: «Signore, vuole sporgere denuncia?»
Il ragazzo spostava il peso avanti e indietro sui suoi piedi, muovendo la testa rapidamente, la mano ancora sulla mascella. «Cosa? No, no. Mm-mm.»
La donna venne messa in piedi, con una certa delicatezza. La sua faccia era arrossata dove era stata premuta contro il linoleum, ma per il resto sembrava illesa. Aveva la maglietta bagnata di sudore sotto le ascelle e intorno al collo. Respirava in modo affannoso, ma non sembrava essere in iperventilazione.
I suoi occhi passarono fulmineamente da una persona allaltra, fermandosi su Patrick con la sua giacca da medico. «Penso di avere un infarto.» Portò la mano al petto e alla spalla.
I suoi occhi passarono fulmineamente da una persona allaltra, fermandosi su Patrick con la sua giacca da medico. «Penso di avere un infarto.» Portò la mano al petto e alla spalla.
Sfortunatamente, Patrick aveva già visto a Dallas comportamenti e sintomi come quelli prima, e spesso anche. Ma solo una volta a Buffalo. Non sembrava stesse avendo un attacco di cuore. Era pronto a scommettere che avesse fatto abuso di metanfetamina. Entrambi, lei e lescursionista. La sudorazione, liperattività di lui, il dolore al petto di lei erano spesso effetti collaterali dellansia indotta dalle anfetamine. Ma perché il guardacaccia era lì?
«Sono Alan Turner», disse luomo a lui e a Wes, senza lasciare andare la donna.
Wes si presentò.
«Sono il dottor Flint. Piacere di conoscerla. Da dove vengono questi due?»
«Stavano guidando a zig-zag sulla Red Grade vicino al loro campeggio. Ho deciso che avevano bisogno di un passaggio fino a qui, per ovvie ragioni.» I guardacaccia erano agenti delle forze dellordine a pieno titolo, con lautorità di far rispettare tutte le leggi dello stato del Wyoming quando necessario, sebbene le leggi riguardanti la gestione della fauna selvatica e ittica fossero di loro speciale competenza.
Linfermiera ritornò dopo aver sistemato il suo paziente.
«Kim, puoi prendere i parametri vitali mentre Wes e io ci occupiamo di un paziente fuori?» Se Patrick aveva ragione che si trattasse solo di una questione di metanfetamina, non era niente che un paio di Valium non avrebbero messo a posto.
Kim fece un cenno con la testa indicando la donna. «Da sola?»
«Resterò io con lei», la rassicurò Alan.
Kim annuì. «In tal caso, nessun problema.»
«Non mi lasci, dottore», disse la donna. «Sto morendo.» Si strinse il petto.
«Lei è in buone mani. Tornerò tra non molto.»
Patrick si sbrigò a uscire con Wes.
«Non sopporto di vedere casi di droga da queste parti», confessò al radiologo.
«Sono molti di più ultimamente. Ne ho avuto qualcuno lo scorso fine settimana quando il dottor John era di guardia.»
Il contrasto tra la notte tranquilla accompagnata solo dal rumore delle ruote della macchina a raggi X portatile e il dramma umano dentro lospedale, era netto. Patrick si fermò poco prima di arrivare al parcheggio.
«Mi chiedo cosa stia succedendo. Speriamo che finisca con la stagione turistica.» Ma la stagione turistica si era conclusa con il Labor Day, che era stato qualche settimana prima. Tornò con la mente al cavallo. «Hai dato unocchiata alla gamba di Mildred prima che arrivassi?»
«Sì, lho fatto.»
«Quanto è grave?»
«Sentendola attraverso la pelle non sembra rotta, ma Miss Mildred sente male ed è nervosa. Piuttosto vicino allarticolazione del pastorale, ma penso che sia illesa. Sei fortunato, Doc. La prognosi per i cavalli che si rompono le articolazioni non è buona. Un bel po muoiono di sepsi articolare.»
Non era una frattura composta, non era nellarticolazione. Nessuna ferita aperta, quindi nessuna infezione. Tutti aspetti positivi. Patrick non voleva che gli morisse un altro paziente di setticemia, nemmeno un cavallo. Soprattutto dopo aver perso per la prima volta in quel modo una paziente la settimana precedente. Bethany Jones, si chiamava. Se la sua famiglia non avesse aspettato a portarla allospedale fino a quando era prossima alla morte, Patrick avrebbe forse potuto salvarla. La gente del Wyoming aveva la tendenza a contare solo su se stessa. A volte un po troppo.
«Bene.» Patrick riprese a camminare verso il trailer.
Wes gli mise una mano sul braccio, fermandolo di nuovo. «Uno dei figli della Jones è passato questo pomeriggio. Voleva una copia del referto dellautopsia di sua madre.»
«Di nuovo, eh?» Patrick non li aveva incontrati, ma continuava a sentire i resoconti delle loro visite.
«Sono sempre stati insistenti.»
«Speriamo di ricevere presto il referto, così non avranno più motivo di presentarsi qui. Sono piuttosto ansioso di metterci le mani sopra io stesso.» Era difficile non sentirsi responsabile quando qualcuno gli moriva, che avesse senso o no.
Wes lasciò il braccio di Patrick e i due uomini fecero il giro del trailer portandosi sul retro. Mildred ora era rivolta verso lesterno e Tater le stava sussurrando allorecchio. Quando li vide fece un cenno di saluto con il capo.
«Darò a Mildred un antidolorifico prima di esaminarla e farle una radiografia alla zampa», spiegò Patrick.
Entrò nel trailer, trovandosi con Tater e la sua cavalla. Mildred girò immediatamente le orecchie allindietro e si mise a scalciare contro linterno del rimorchio con gli zoccoli posteriori.
«Buona, Mildred.» Patrick le si avvicinò. «Va tutto bene, ragazza.»
«Forse dovremmo portarla fuori di qui, dottor Flint», suggerì Tater.
«Buona idea.» Patrick aveva bisogno di spazio per muoversi.
Tater tirò il nodo della lunghina di Mildred. «Diavolo. Ha tirato e lha stretto così tanto che non possiamo slegarla.»
Patrick estrasse il suo coltello tascabile con la scritta segaossa e lo mostrò. «Sì?»
«Sicuro. Io la tengo ferma e lei velocemente taglia la corda dove cè il nodo. Sarà ancora lunga a sufficienza.»
Patrick lo fece, poi rimise il coltello in tasca.
Wes intervenne: «Con quel coltello di Minnie mica ci saresti riuscito, vero?»
Patrick sorrise.
Tater portò Mildred fuori dal trailer senza che si facesse ulteriormente male, grazie alleccellente stecca che qualcuno le aveva fissato alla zampa. Poi legò la corda a unassicella laterale. Patrick le si avvicinò di nuovo per farle una puntura sul collo. Il cavallo reagì fulmineo come un serpente a sonagli e affondò i denti nel suo petto.
«Aah!» gridò. Si incurvò e piegò le ginocchia. «Figlia di unesca di una poiana!»
Tater colpì Mildred sul fianco, ma la puledra mantenne la presa per due atroci secondi prima di lasciar andare Patrick, che si allontanò rapidamente. Lanimale agitò la coda.
Wes incrociò le braccia. «Figlia di cosa?»
Patrick non rispose. Si strofinò il petto. La pelle non si era rotta. Però il giorno dopo avrebbe avuto una bella irritazione.
Tater accarezzò il naso della sua cavalla. «Scusi, dottor Flint. Mildred è un po irascibile.»
Avrebbe voluto che Tater glielo avesse detto prima di arrivare a portata dei suoi denti.
«E io che pensavo che tutti ti amassero, Doc», ironizzò Wes.
Patrick gli lanciò unocchiataccia. Chiese a Tater: «Hai mai fatto una puntura a un cavallo?»
«Una o due volte.»
Patrick gli porse la siringa. «Accomodati pure, allora.»
Wes tossì nella propria mano, ma sembrava molto più una risata.
Un rumore di passi affrettati e una voce senza fiato fecero trasalire Patrick. «Dottor Flint, abbiamo ricevuto una chiamata.» Era Kim. Kim non correva mai.
«Cosa cè?» Si allontanò da Mildred per tenere se stesso e Kim fuori portata.
«Un vice sceriffo. Attaccato da un detenuto. Lo stanno trasportando qui.»
Patrick poteva trasferirsi in capo al mondo, ma il peggio di cui lessere umano era capace lo avrebbe seguito ovunque. Il suo cuore crollò. Conosceva i vice sceriffi della zona. Uno era suo vicino di casa. «Contea di Johnson?»