Sposa - Морган Райс 5 стр.


Alcuni dei guerrieri, che si erano ingozzati di cibo e bevande, alla fine crollarono anche loro sui tappeti. Caitlin iniziò a vagare con la mente, ripensando ad altre epoche e altri luoghi, altre questioni. Iniziò a chiedersi quale sarebbe stato il suo prossimo indizio; se suo padre fosse stato in quel luogo e in quell'epoca; dove l'avrebbe condotta il suo prossimo viaggio. Gli occhi cominciarono a chiudersi, quando improvvisamente, sentì pronunciare il suo nome.

Era il re, McCleod, che si era rivolto a lei al di sopra del frastuono.

“E che cosa pensi, Caitlin?” lui chiese di nuovo.

Appena lo fece, la tavola gioiosa cominciò lentamente ad acquietarsi, mentre le persone si voltarono e guardarono verso di lei.

Caitlin si sentì imbarazzata, per non aver ascoltato la conversazione. Il re la guardò, come per attendere una risposta. Infine, l'uomo si schiarì la gola.

“Che cosa pensi del Sacro Graal?” lui le chiese nuovamente.

Il Sacro Graal? Caitlin si chiese. Di che cosa stavano parlando?

Lei non ne aveva idea. Non stava affatto pensando al Sacro Graal, e sapeva a malapena che cosa fosse. Ora avrebbe voluto aver ascoltato la loro conversazione. Provò a ricordare che cosa fosse, e ripensò ai racconti dell'infanzia, ai miti e alle leggende. Alle storie di Re Artù. Excalibur. Il Sacro Graal …

Lentamente, cominciò a rammentare. Se ricordava correttamente, si diceva che il Sacro Graal fosse un calice o una coppa, che conteneva un liquido speciale ….Sì, ora stava cominciando a ricordare. Alcuni avevano detto che il Sacro Graal contenesse il sangue di Cristo e che berlo avrebbe dato l'immortalità. Se ricordava bene, i cavalieri avevano trascorso centinaia di anni a cercarlo, rischiando le loro stesse vite, spingendosi fino agli angoli estremi del mondo. E nessuno ci era mai riuscito.

“Pensi che si riuscirà mai a trovarlo?” McCleod domandò ancora una volta.

Caitlin si schiarì la gola, l'intera tavola la guardava, come in attesa di una risposta.

“Um…” lei esordì, “non ci ho davvero mai pensato,” lei rispose. “Ma se esiste davvero…allora, non vedo perché non possa essere trovato.”

Ci fu un piccolo ruggito di approvazione da parte della tavola.

“Vedi,” McCleod disse ad uno dei suoi cavalieri. “Lei è un'ottimista. Anch'io credo che sarà trovato.”

“E' solo una leggenda,” disse un cavaliere.

“E che cosa farai quando lo troverai?” chiese un altro cavaliere. “Questa è la vera domanda.”

“Perché, diventerò immortale,” il re rispose, esplodendo in una sonora risata.

“Non ti occorre il Sacro Graal per quello,” esclamò un altro cavaliere. “Tutto ciò che ti occorre è essere tramutato.”

Un intenso silenzio cadde improvvisamente intorno al tavolo. Chiaramente, questo cavaliere aveva parlato troppo, uscendo fuori dal seminato ed aveva menzionato qualcosa che era un tabù. L'uomo abbassò la testa in segno di vergogna, riconoscendo di aver commesso un errore.

Caitlin vide l'improvvisa e cupa espressione di McCleod, e, in quell'istante, si rese conto che il re aveva disperatamente voglia di venire tramutato. E che detestava il fatto che il covo di Aiden non lo compiacesse. Chiaramente, quel cavaliere aveva toccato un tasto dolente nel rapporto tra le due razze.

“E com'è?” il re chiese ad alta voce, indirizzando la domanda a Caitlin, per qualche motivo. “L'immortalità?”

Caitlin si domandò perché lo avesse chiesto proprio a lei, tra tutti i vampiri presenti nella stanza. Non avrebbe potuto scegliere qualcun altro?

La ragazza ci rifletté. Com'era? Che cosa avrebbe potuto dire? Da un lato, amava l'immortalità, amava vivere in tutte quelle epoche e in tutti quei luoghi, ritrovare continuamente la sua famiglia ed i suoi amici, in ogni nuova epoca e in ogni nuovo luogo. Dall'altro, altre parti di lei ancora le facevano desiderare di avere una vita normale e semplice, di avere un approccio normale alle cose del mondo. Soprattutto, si trovò sorpresa di quanto l'immortalità sembrasse breve: da un lato, sembrava come vivere per sempre – ma dall'altro, aveva sempre la sensazione che non ci fosse mai abbastanza tempo.

“Non sembra così permanente quanto si immagina.”

Il resto della tavola annuì in segno di approvazione nei confronti della sua risposta.

McCleod si alzò immediatamente dalla sedia. Immediatamente, tutti si alzarono.

Proprio mentre Caitlin stava riflettendo tra sé e sé sullo strano scambio di battute, chiedendosi se lo avesse deluso, improvvisamente sentì la sua presenza dietro di sé. Si voltò, e lo vide lì.

“Tu sei più matura dei tuoi coetanei,” lui disse. “Vieni con me. E porta i tuoi amici. Devo mostrarti qualcosa. Qualcosa che ti sta aspettando da molto tempo.”

Caitlin fu sorpresa. Non aveva idea di che cosa potesse essere.

McCleod si voltò e avanzò fuori dalla sala; Caitlin e Caleb si alzarono, e dietro a loro Sam e Polly, e tutti insieme lo seguirono, guardandosi tra loro stupiti.

Attraversarono il grande salone pavimentato in pietra, seguendo il re attraverso l'enorme camera, e poi passarono da una porta laterale, mentre i cavalieri intorno alla tavola si sedettero lentamente, riprendendo il pasto.

McCleod camminò in silenzio, procedendo lungo uno stretto corridoio illuminato da torce, con Caitlin, Caleb, Sam e Polly che lo seguirono. Gli antichi corridoi in pietra li condussero a destra e a sinistra, conducendoli ad una scalinata.

McCleod estrasse una torcia dalla parete e la utilizzò per illuminare l'oscura scalinata, facendo fronte alla apparente oscurità. Mentre camminavano, Caitlin cominciò a chiedersi dove lui li stesse portando esattamente. Che cosa aveva da mostrare loro? Un'antica arma di qualche sorta?

Infine, raggiunsero un piano sotterraneo, ben illuminato dalle torce, e Caitlin si stupì di quanto vide. Il basso soffitto ad arco luccicava, placcato in oro. Caitlin vide le immagini illustrate di Cristo, di Cavalieri, scene tratte dalla Bibbia, mescolate insieme a vari strani segni e simboli. Il pavimento era composto da antica pietra consumata, e Caitlin non riuscì a fare a meno di credere che fossero entrati in una stanza che conteneva un tesoro segreto.

Il cuore di Caitlin cominciò a battere più velocemente, non appena percepì che qualcosa d'importante li stesse aspettando. Lei camminò più veloce, cercando di stare al passo del sovrano.

“La stanza del tesoro del clan dei McCleod per migliaia di anni. E' qui sotto che custodiamo il nostro tesoro più sacro, armi e possedimenti. Ma c'è un solo possedimento che è più importante, più sacro di tutti loro messi assieme.”

Lui si fermò e si voltò verso di lei.

“Si tratta di un tesoro che abbiamo custodito solo per te.”

L'uomo si voltò e sollevò una torcia, prendendola da una parete laterale, e, non appena lo fece, una porta nascosta nella parete si aprì immediatamente nella pietra. Caitlin fu stupita: non aveva idea che fosse lì.

McCleod si voltò e li condusse lungo un altro corridoio tortuoso. Infine, si fermarono in una piccola area, una nicchia. Davanti a loro, c'era un trono su cui giaceva un solo oggetto, un piccolo scrigno del tesoro, coperto di pietre preziose. La luce della torcia scintillava sopra di esso, illuminandolo, e McCleod si avvicinò con attenzione e lo sollevò.

Lentamente, sollevò il coperchio. Caitlin non riusciva a crederci.

Lì, all'interno dello scrigno, c'era un singolo pezzo di pergamena, un colore sbiadito e antico, raggrinzito e diviso a metà. Era coperto da un'antica calligrafia, con una scrittura delicata, in un linguaggio che Caitlin non riconosceva. Lungo i bordi c'erano lettere multicolori, disegni e simboli, e al centro c'era un disegno, semicircolare. Ma, dato che era divisa a metà, Caitlin non riuscì a comprendere che cosa fosse.

“Per te,” lui disse, sollevandolo cautamente e dandolo a lei.

Caitlin tenne il pezzo di pergamena, sentendolo spiegazzarsi tra le sue mani, e lo sollevò alla luce della torcia. Era una pagina strappata, probabilmente da un libro. Con tutta la sua delicata simbologia, sembrava una vera opera d'arte.

“E' la pagina mancante del Libro Sacro,” McCleod spiegò. “Quando troverai il libro, quella pagina sarà completa. E quando ciò avverrà, troverai la reliquia che stiamo tutti cercando.”

Lui si voltò e la guardò.

“Il Sacro Graal.”

CAPITOLO SETTE

Caitlin sedeva ad uno scrittoio nella sua grande stanza nel Castello di Dunvegan, guardando fuori dalla finestra verso il tramonto. Esaminò la pagina strappata che McCleod le aveva dato, tenendolo in alto, esposto alla luce. Lei fece scorrere lentamente le dita lungo le lettere latine stampate in oro. Sembravano ed erano antiche. L'intera pagina era decorata in modo splendido, con disegni complessi, e Caitlin si meravigliò dei colori lungo i bordi della carta. Allora, comprese che quei libri erano fatti per essere vere opere d'arte.

Caleb era steso nel loro letto, mentre Scarlet e Ruth erano distesi su una pila di coperte davanti al camino, dall'altro lato della stanza. Quella stanza era così ampia, che, persino con tutti loro all'interno, Caitlin si sentì sola con i suoi pensieri. Nella stanza adiacente, lo sapeva, c'erano Sam e Polly. Era stata una lunga giornata, e poi avevano partecipato ad un interminabile banchetto con il covo di Aiden e gli uomini del re, e tutti si stavano preparando per la notte.

Caitlin non riusciva a smettere di pensare alla pagina strappata, all'indizio: dove l'avrebbe condotta? Avrebbe trovato la quarta chiave? Suo padre ci sarebbe stato questa volta? Forse era nelle vicinanze ad aspettarla? Il suo cuore batté più forte al solo pensiero. Avrebbe finalmente trovato lo scudo? Tutto questo sarebbe finito? E che cosa avrebbe fatto allora? Dove sarebbe andata dopo?

Era fin troppo opprimente per lei. Sentiva di doversi semplicemente concentrare sull'indizio davanti a lei, di dover fare un passo alla volta. Pensò a ciò che McCleod aveva detto del Sacro Graal. Le aveva detto che lui ed i suoi uomini avevano dedicato la loro vita a cercarlo. Che, secondo la leggenda, sarebbe giunta una donna e li avrebbe condotti al sacro oggetto. Lui credeva che lei, Caitlin, fosse la donna in questione. Il che spiegava perché lui le aveva dato il suo prezioso indizio, l'antico pezzo di carta.

Ma Caitlin non ne era così sicura. Il Graal era solo un mito? O era vero? E come era connesso alla sua ricerca?

Caitlin non sapeva dove tutto questo l'avrebbe condotta, ma, mentre rifletteva, si rese conto che, ancora una volta, aveva finalmente trovato un posto, in quel castello, con quelle persone, dove provava un senso di pace e conforto. Si sentiva a casa a Skye, in quel castello, con quel re, e, naturalmente, di nuovo nel covo di Aiden. Lei era elettrizzata per essersi riunita con Caleb, Scarlet, Sam e Polly. Finalmente, tutto sembrava al posto giusto nel mondo. Faceva freddo ed era ventoso lì fuori, e, con il fuoco scoppiettante nel suo camino, si stava bene. Caitlin non aveva davvero alcuna intenzione di avventurarsi là fuori a cercare altri indizi. Voleva restare nella stanza. Riusciva a vedere se stessa costruire una casa lì con Caleb, Scarlet e Ruth.

Se avessero proseguito nelle loro missioni, che impatto avrebbe avuto sulla sua relazione con Caleb? Forse avrebbe potuto mettere in pericolo Scarlet o Ruth? Sembrava che ogni volta che fosse vicina a trovare un'altra chiave, gli ostacoli cominciassero ad apparire sul suo cammino.

Caitlin mise lentamente giù lo stropicciato pezzo di carta, e volse lo sguardo, invece, verso il diario chiuso davanti a lei, posto sullo scrittoio. Ora era liso, spesso e sembrava anch'esso una vera reliquia. Lo raggiunse e sfogliò le pagine, fino a quando giunse alla sua fine. Realizzò improvvisamente che non erano rimaste molte pagine vuote. Non riusciva a crederci. Quando aveva cominciato a scrivere il suo diario, le era sembrato che sarebbe durato per sempre.

Lei sollevò la penna d'oca, la intinse nell'inchiostro, e cominciò a scrivere in una calligrafia minuta.


Non posso credere che questo diario sia quasi finito. Penso ad alcune delle pagine più vecchie che ho scritto, come quella da New York City, e sembrano vite fa. Ma sembra anche che tutto sia successo ieri.

Ripenso a tutto quello che ho vissuto, e non so nemmeno più da dove cominciare. Sembra che sia accaduto fin troppo in fretta, tanto che è difficile riportare proprio tutto. Allora, inserirò soltanto gli eventi più importanti.

Caleb è vivo. E' sopravvissuto al suo male. Sono tornata con lui ora. E ci sposeremo. Nulla mi rende più felice.

Scarlet, la più bella bambina di otto anni al mondo, è nelle nostre vite. Ora è nostra figlia. E' sopravvissuta anche lei alla sua malattia, e io sono strafelice.

Senza menzionare Ruth, che è cresciuta ancora di più ed è diventata più forte di quanto fosse Rose; è l'animale più leale e protettivo che io abbia mai visto. Lei fa parte della nostra famiglia, quanto Scarlet e Caleb.

E sono felice di essermi riunita con Sam e Polly. Finalmente, sento che la mia intera famiglia è tornata di nuovo insieme, sotto lo stesso tetto.

Sono nervosa per il nostro matrimonio. Io e Caleb non abbiamo neanche avuto l'occasione di parlarne ancora, ma sento che accadrà presto. Quando ero più giovane, ho sempre provato ad immaginare il giorno del mio matrimonio. Ma non avevo mai neanche lontanamente immaginato qualcosa del genere. Un matrimonio tra vampiri? Come sarà?

Spero che mi ami ancora quanto io amo lui. Sento che è così. Mi chiedo se anche lui sia nervoso per il matrimonio.

Guardo verso il mio anello, l'anello che lui mi ha donato, così bello, coperto di tutte queste pietre preziose. Non sembra reale. Niente lo sembra. Ma al contempo, mi sento connessa con lui per sempre.

Voglio trovare mio padre. Lo voglio davvero. Ma  non voglio più cercare, e non voglio che le cose cambino. Niente di esse. Voglio stare con Caleb. E voglio che ci sposiamo. E' forse sbagliato dare priorità al nostro matrimonio?


Caitlin chiuse il suo diario e mise a posto la penna. Ancora persa in un altro mondo, lei sbatté le palpebre e si guardò intorno nella stanza. Si chiese quanto tempo fosse trascorso sin da quando aveva cominciato a riflettere; guardò fuori dalla finestra, e vide che era il crepuscolo, e appena volse lo sguardo verso la stanza, vide che Scarlet e Ruth erano ancora addormentate. Dall'altro lato della stanza, sotto la luce della torcia, Caleb sembrava addormentato.

Anche Caitlin aveva sonno. Ma sentiva di aver bisogno di schiarirsi le idee, e di prendere una boccata d'aria. Si alzò dallo scrittoio quietamente, e cominciò ad attraversare la stanza, determinata a uscire fuori. Afferrò uno scialle di pelliccia e se lo avvolse intorno alle spalle. Non appena raggiunse la porta, poi, sentì qualcuno schiarirsi la voce.

Alzò gli occhi e vide che Caleb la stava guardando, con un occhio aperto, richiamandola.

Si voltò e lo raggiunse, e non appena lui diede un colpetto sul letto, lei si sedette accanto a lui.

Caleb sorrise, aprendo lentamente gli occhi. Come sempre, Caitlin fu colpita dalla sua bellezza. I tratti del suo volto erano così perfetti, così puliti e delicati, la linea della sua mascella e i suoi zigomi  prominenti, le sue labbra piene e lisce, il suo naso spigoloso ma perfetto. Lui sbattè gli occhi con le sue lunghe ciglia, poi si allungò e fece scorrere una mano tra i capelli di lei.

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