Lei sapeva che stava cercando di prenderla in giro, gettandola nella fossa dei leoni a quel modo, ma non le importava. Anzi, una parte di lei desiderava stare lì davanti a tutti. Era come una fantasia di rivalsa che si realizzava, poter tornare in quella zona del Paese e dirigere una conferenza come non aveva mai potuto fare in Nebraska. Qualunque fosse il motivo, andò davanti al tavolo e diede una rapida occhiata alla lavagna dove erano state allestite le varie informazioni.
“Il lavoro che hanno fatto i vostri agenti” disse indicando la lavagna “spiega già molto chiaramente i fatti. La prima vittima è una residente di Bent Creek. Naomi Nyles, quarantasette anni. A denunciarne la scomparsa è stata la figlia e l’ultima volta che è stata vista è stato due settimane fa. La sua auto è stata trovata sul ciglio della strada, all’apparenza perfettamente funzionante. A quanto ho capito, i vostri agenti sono riusciti a metterla in moto senza problemi e a portarla qui.”
“Esatto, se ne sono occupati i nostri uomini” disse il vicesceriffo Wickline. “La vettura si trova tuttora nel deposito.”
“La seconda persona scomparsa è Crystal Hall, ventisei anni. Lavora presso il Wrangler Beef a Des Moines e hanno confermato che era stata mandata in un allevamento di bovini appena fuori Bent Creek. Il proprietario dell’azienda conferma che Crystal si è presentata all’incontro programmato, per poi andarsene poco dopo le cinque del pomeriggio. Lo storico della sua carta di credito mostra che ha cenato al Bent Creek Subway alle cinque e cinquantadue.” Indicò l’informazione trascritta da uno dei poliziotti.
“Il che ci porta a domandarci” disse Bateman “quando sia stata rapita. La sua auto è stata scoperta soltanto all’una e mezza di notte. Il fatto che nessuno l’abbia notata prima, anche se si tratta della Route 14, significa che ci sono buone possibilità che fosse da qualche altra parte in città prima di tornare a casa. Dubito seriamente che qualcuno sia stato così avventato da rapirla tra le sei e mezza e le sette e mezza. E se è stato così avventato...”
Lasciò la frase in sospeso, come se non gli piacesse dove portava quel ragionamento. Così Mackenzie si prese la libertà di finire per lui.
“Allora vuol dire che si tratta di qualcuno che conosce bene la zona” disse. “In particolare, il flusso di traffico sulla Route 14. Tuttavia, il profilo del nostro uomo non è compatibile con un’azione tanto rischiosa. Lui si muove al buio, per sorprendere le sue vittime. Le sue azioni non sono plateali.”
Bateman annuì, con gli occhi sgranati e un sorriso sulle labbra. Aveva già visto quella espressione. Era l’espressione di un uomo che non solo era colpito dal suo modo di ragionare, ma che lo apprezzava anche. Vide la stessa espressione sul volto della poliziotta e di un uomo in sovrappeso all’altro capo del tavolo, che stava ancora gustando la cena gratuita. Il vicesceriffo Wickline annuiva, prendendo appunti su un bloc-notes.
“Sceriffo” disse Ellington “abbiamo una stima del traffico medio su quella strada in quella fascia oraria?”
“Un monitoraggio del traffico del 2012 stima che tra le sei del pomeriggio e mezzanotte ci sono in media ottanta veicoli che passano sulla Route 14. Non è una strada molto trafficata. Però tenete presente che solo la scrittrice e Crystal Hall sono state rapite sulla 14. La prima donna scomparsa, Naomi Nyles, è stata sequestrata sulla County Road 664.”
“E lì com’è il traffico a quell’ora?” chiese Mackenzie.
“Quasi inesistente” disse Bateman. “Credo che il numero di veicoli si aggiri sui venti o trenta. Vicesceriffo Wickline, risulta anche a lei?”
“Mi sembra che sia così” rispose Wickline.
“Passiamo alla scrittrice” proseguì Mackenzie. “Delores Manning, trentadue anni. Vive a Buffalo ma ha dei famigliari a Sigourney. Gli pneumatici della sua auto sono stati forati da frammenti di vetro sparsi sulla strada. I vetri erano molto spessi e pitturati di nero, per evitare di riflettere la luce dei fari. L’agente della donna ha denunciato la sua scomparsa circa mezz’ora dopo che la sua auto è stata scoperta da un camionista alle due di notte. L’agente Ellington ed io abbiamo parlato con la madre e la sorella oggi, ma non ci hanno saputo fornire alcuna pista concreta. A dire la verità, sembra non esserci nessuna pista concreta, per nessuno dei casi di scomparsa. Sfortunatamente, è tutto quello che abbiamo.”
“Grazie, agente White” disse Bateman. “Quindi, ora che si fa?”
Mackenzie fece un sorrisetto e indicò il cibo cinese sul tavolo in fondo alla sala. “Be’, vi siete organizzati bene. Credo che il punto migliore da cui partire sia ripercorrere tutti i casi di scomparsa non risolti degli ultimi dieci anni nel raggio di centocinquanta chilometri.”
Nessuno obiettò, ma gli sguardi sui volti di Bateman, Wickline e degli altri poliziotti erano piuttosto eloquenti. La poliziotta si strinse nelle spalle con aria sconfitta e alzò una mano. “Posso recuperare io tutte le informazioni” disse.
“Perfetto, Roberts” commentò Bateman. “Ce la fa in un’ora? Si faccia dare una mano.”
La donna si alzò e uscì dalla sala conferenze. Mackenzie notò che Bateman la osservò più a lungo degli altri.
“Agente White” disse Bateman. “Si è fatta un’idea di che tipo di persona sia quella che dovremmo cercare? In una cittadina piccola come Bent Creek, prima potremo escludere delle persone, prima riusciremo a indirizzarvi verso quella che cercate,”
“Senza indizi di alcun genere potrebbe essere difficile” disse Mackenzie. “Però ci sono un paio di supposizioni che possiamo fare. Agente Ellington, vuoi proseguire tu?”
Lui le sorrise mentre addentava un involtino primavera. “Ti prego, continua tu. Stai andando benissimo.”
Era uno strano scambio di battute e lei sperò che gli altri non se ne accorgessero. Mackenzie aveva cercato di mostrargli rispetto, di fargli vedere che non era lei che voleva condurre lo spettacolo. Lui però aveva fatto finta di niente. Per il momento, sembrava apprezzare che avesse lei il controllo.
“Prima di tutto” disse, facendo del proprio meglio per non perdere il filo “l’indiziato è quasi sicuramente uno del posto. La sua abilità nello studiare i flussi di traffico su queste strade secondarie dimostra una pazienza rigorosa, che lo rende più facile da inquadrare. Se il nostro uomo si è dato tanto a fare per rapire queste donne, come dimostrano le dinamiche delle sue azioni, allora possiamo concludere che non rapisce le donne per ucciderle. Come ho detto prima, sembra un tipo subdolo. Tutto quello che sappiamo di lui – che le aggredisce quando sono vulnerabili, al buio e, a quanto sembra, seguendo un piano – indica un uomo con tendenze non violente. Dopotutto, che senso ha progettare tanto meticolosamente un rapimento per poi uccidere la vittima poco dopo? Questo ci dice che sta collezionando queste donne, passatemi il termine.”
“D’accordo” disse Roberts, la poliziotta. “Ma a che scopo le sta collezionando?”
“È sbagliato supporre che sia per sesso?” chiese il vicesceriffo Wickline.
“Niente affatto” disse Mackenzie. “In effetti, se il nostro uomo è effettivamente timido, è una motivazione plausibile. Gli uomini che vanno a caccia di donne in quel modo sono in genere troppo timidi, o comunque socialmente oppressi, per avere storie d’amore normali. In genere vale lo stesso discorso per gli stupratori che fanno di tutto per non ferire le vittime.”
Ottenne altre occhiate di apprezzamento dai presenti. Anche se, dato l’argomento trattato, non riuscì a felicitarsene.
“Però non possiamo saperlo con certezza, dico bene?” chiese Bateman.
“No, non possiamo” confermò Mackenzie. “Ed è per questo che dobbiamo agire in fretta. Non si tratta semplicemente di un assassino che dobbiamo fermare prima che uccida ancora. Questo tizio è uno psicopatico, ed è pericoloso. Più tempo ci metteremo a scovarlo, più tempo avrà per fare alle donne quello che vuole.”
CAPITOLO SETTE
Sazi di cibo cinese e informazioni sulle tre donne rapite, Ellington e Mackenzie lasciarono la polizia di Bent Creek alle 21:15. L’unico motel in città – un Motel 6 che, a giudicare dall’aspetto, non aveva più subito ritocchi di alcun tipo dagli anni ’80 – era a cinque minuti di distanza. Non si stupirono affatto di trovare due camere libere, che prenotarono per la notte.
Quando uscirono dalla reception, Mackenzie si guardò intorno nel parcheggio. Bent Creek era davvero una città minuscola. Al punto che i negozianti collaboravano per sfruttare al meglio lo spazio. Lo si capiva dalla presenza di un piccolo bar dall’altra parte del parcheggio del Motel 6. Aveva senso, pensò Mackenzie. Chiunque dovesse pernottare in un motel a Bent Creek avrebbe probabilmente gradito anche farsi un drink.
Come lei, per esempio.
Ellington le diede una pacca sulla schiena e si avviò in quella direzione. “Offro io” disse.
Iniziava a piacerle l’ironia semplice e pungente che erano riusciti a creare. Entrambi erano consapevoli dell’imbarazzo che c’era tra loro, ma lo avevano sepolto. Per aggirare il problema, avevano fondato la loro timida amicizia sul lavoro – un lavoro che li costringeva a usare la logica e affrontare tutto con la massima serietà. Finora aveva funzionato alla grande.
Mackenzie lo raggiunse e insieme attraversarono il parcheggio. Quando entrarono nel bar – che portava il nome ben poco originale di Bent Creek Bar – il buio della notte fu rimpiazzato da una penombra pregna di fumo e umidità, che trovavi solo in locali e taverne di piccole città. Da un jukebox impolverato nell’angolo suonava una vecchia canzone di Travis Tritt. Mackenzie ed Ellington si sedettero al bancone ed entrambi ordinarono una birra. Poi, come ispirato da quel locale, Ellington iniziò subito a parlare di lavoro.
“Secondo me vale la pena controllare quelle stradine secondarie lungo la Route 14” disse.
“Sono d’accordo” rispose Mackenzie. “È strano che non fossero menzionate in nessuno dei documenti che la polizia aveva affisso alla lavagna.”
“Forse è perché conoscono la geografia del posto meglio di noi” suggerì Ellington. “Per quel che ne sappiamo, potrebbe trattarsi di stradine sterrate che non portano a niente. Perché non l’hai fatto presente alla conferenza?”
“Stavo per farlo” disse. “Ma avevano preparato tutto con tanto scrupolo... Non volevo pestare i piedi a nessuno. Tutta questa storia della polizia che si fa in quattro per noi è nuova per me. Glielo chiederò domani. Del resto, se fosse stata una cosa di importanza cruciale, avrebbero già provveduto a controllare, o almeno ce ne avrebbero parlato.”
Ellington annuì e buttò giù un sorso di birra. “Accidenti, quasi dimenticavo” disse. “Mi è dispiaciuto un casino quando ho saputo di Bryers. Ho lavorato con lui solo un paio di volte, mai gomito a gomito, ma sembrava un uomo davvero gentile. Ed era anche un ottimo agente, a quanto ho sentito.”
“Già, era straordinario” disse Mackenzie.
“Non so se ti può interessare” proseguì Ellington, “ma si erano scatenate un po’ di polemiche quando è stato deciso di metterlo in coppia con te. Vedi, Bryers era un agente molto richiesto. Uno dei migliori. Invece quando gliene abbiamo parlato, lui era completamente d’accordo. Io credo che nel profondo avesse sempre desiderato fare da mentore a qualcuno. E direi che gli sia andata bene, avendo avuto te come prima allieva.”
“Grazie” disse Mackenzie. “Anche se sento di non aver ancora dimostrato di essere all’altezza del compito.”
“Perché no?”
“Ecco... non lo so. Forse prima devo riuscire a chiudere un caso senza far incazzare McGrath.”
“Si comporta così solo perché si aspetta molto da te. Sei arrivata tra noi come un candelotto di dinamite con la miccia già accesa.”
“È per questo che mi ha messo in coppia con te per questo caso?”
“No, secondo me voleva solo sfruttare le conoscenze che ho all’ufficio di Omaha. E, detto tra noi, vuole che stavolta tu chiuda il caso come si deve. Vuole che batti un fuoricampo. Con me in squadra, non potrai fare l’eroina in solitario, stavolta.”
Avrebbe voluto controbattere l’ultima parte, ma sapeva che aveva ragione, così si limitò a sorseggiare la sua birra. Dal jukebox giungeva la voce di Bryan Adams e Mackenzie si ritrovò ad ordinare un’altra birra.
“Dimmi una cosa” disse Mackenzie. “Se non fossi in squadra con te, come affronteresti il caso? Cosa faresti?”
“Le stesse cose che hai fatto tu. Lavorare a stretto contatto con la polizia, cercando di farmi degli amici. Prendere appunti. Elaborare teorie.”
“E ne hai?” gli chiese.
“Le stesse che hai esposto prima, durante la conferenza. Secondo me siamo sulla pista giusta... dobbiamo pensare a questo tizio come a una specie di collezionista. Un tipo schivo e solitario. Sento di poter affermare con certezza che non rapisce le donne per ucciderle. Proprio come hai detto tu.”
“Quello che mi turba” disse Mackenzie “è pensare a tutti gli altri motivi che potrebbero spingerlo a rapire quelle donne.”
“Hai notato che lo sceriffo Bateman ha fatto restare quella donna poliziotto nella sala per tutto il tempo?” le chiese Ellington.
“Sì. Si chiama Roberts. Credo che l’abbia fatto per mantenere la conversazione incentrata sui fatti ed evitare che si cominciasse a fare congetture sui motivi per cui l’indiziato tiene prigioniere le donne. Parlare di stupro e abusi sessuali diventa più facile se non sono presenti donne.”
“E tu sei turbata da questo argomento?” le chiese Ellington.
“Un tempo sì. È triste, ma ormai mi sento quasi anestetizzata. Non mi turba più.” Non era vero al cento per cento, ma non voleva farlo sapere a Ellington. La verità era che spesso erano proprio cose come quelle che la spingevano a dare il meglio di sé.
“È uno schifo, non trovi?” fece Ellington. “Quando parte della tua umanità diventa insensibile a cose del genere.”
“Sì, proprio così” disse Mackenzie, poi si nascose dietro il boccale di birra per un momento, stupita che Ellington avesse fatto un’ammissione del genere. Certo, era solo un commento, ma dimostrava un certo grado di vulnerabilità da parte sua.
Mackenzie finì la birra e posò il bicchiere sul bancone. Quando il barista si avvicinò per riempirlo, lei gli fece cenno di no. “Basta così” disse. Quindi, voltandosi verso Ellington, disse: “Hai detto che offrivi tu, no?”
“Certo. Dammi un attimo e poi ti accompagno alla tua camera.”
La scossa di eccitazione che provò a quel commento fu imbarazzante. Per fermare i propri pensieri prima che si avventurassero su sentieri pericolosi, scosse la testa dicendo “Non è necessario. So badare a me stessa.”
“Lo so bene” ribatté Ellington, posando sul bancone il suo boccale vuoto. “Un’altra per me” ordinò al barista.
Uscendo dal locale, Mackenzie lo salutò con la mano. Mentre attraversava il parcheggio, una piccola parte di lei non poté fare a meno di domandarsi come sarebbe stato tornare al motel con Ellington al suo fianco, un’incognita che li attendeva una volta chiusa la porta e tirate le tende.
***
Quell’ondata di desiderio si affievolì in meno di venti minuti. Come al solito, Mackenzie ricorse al lavoro per distrarsi da certe tentazioni. Aprì il computer portatile e controllò subito la posta elettronica. Trovò molte email inviatele dalla polizia di Bent Creek – adesso la stavano davvero viziando.