l a c a s a p e r f e t t a
(un emozionante thriller psicologico di jessie hunt—libro 3)
b l a k e p i e r c e
edizione italiana
a cura di
Annalisa Lovat
Blake Pierce
Blake Pierce è l’autore della serie mistery campione d’incassi RILEY PAIGE, che include quindici libri (e altri in arrivo). Blake Pierce è anche l’autore della serie mistery MACKENZIE WHITE che comprende nove libri (e altri in arrivo); della serie mistery AVERY BLACK che comprende sei libri; della serie mistery KERI LOCKE che comprende cinque libri; della serie mistery GLI INIZI DI RILEY PAIGE che comprende tre libri (e altri in arrivo); della serie mistery KATE WISE che comprende quattro libri (e altri in arrivo); dell’emozionante mistery psicologico CHLOE FINE che comprende tre libri (e altri in arrivo); e dell’emozionante serie thriller psicologico JESSE HUNT che comprende tre libri (e altri in arrivo).
Un avido lettore e da sempre amante dei generi mistery e thriller, Blake ama avere vostre notizie, quindi sentitevi liberi di visitare il suo sito www.blakepierceauthor.com per saperne di più e restare informati.
Copyright © 2018 by Blake Pierce. All rights reserved. Except as permitted under the U.S. Copyright Act of 1976, no part of this publication may be reproduced, distributed or transmitted in any form or by any means, or stored in a database or retrieval system, without the prior permission of the author. This ebook is licensed for your personal enjoyment only. This ebook may not be re-sold or given away to other people. If you would like to share this book with another person, please purchase an additional copy for each recipient. If you’re reading this book and did not purchase it, or it was not purchased for your use only, then please return it and purchase your own copy. Thank you for respecting the hard work of this author. This is a work of fiction. Names, characters, businesses, organizations, places, events, and incidents either are the product of the author’s imagination or are used fictionally. Any resemblance to actual persons, living or dead, is entirely coincidental. Jacket image Copyright hurricanehank, used under license from Shutterstock.com.
LIBRI DI BLAKE PIERCE
UN’EMOZIONANTE SERIE PSICOLOGICA DI JESSIE HUNT
LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1)
IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2)
LA CASA PERFETTA (Libro #3)
IL SORRISO PERFETTO (Libro #4)
L’EMOZIONANTE SERIE PSICOLOGICA DI CHLOE FINE
LA PORTA ACCANTO (Libro #1)
LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2)
VICOLO CIECO (Libro #3)
SUN VICINO SILENZIOSO (Libro #4)
I GIALLI DI KATE WISE
SE LEI SAPESSE (Libro #1)
SE LEI VEDESSE (Libro #2)
SE LEI SCAPPASSE (Libro #3)
LA SERIE DEGLI INIZI DI RILEY PAIGE
LA PRIMA CACCIA (Libro #1)
IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2)
ADESCAMENTO (Libro #3)
CATTURA (Libro #4)
LA SERIE DI GIALLI DI RILEY PAIGE
IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)
IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)
OSCURITÀ PERVERSA (Libro #3)
IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)
KILLER PER CASO (Libro #5)
CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)
MORTE AL COLLEGE (Libro #7)
UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)
UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)
IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)
LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)
MORTE SUI BINARI (Libro #12)
MARITI NEL MIRINO (Libro #13)
IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14)
IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15)
LA SERIE DI GIALLI DI MACKENZIE WHITE
PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)
UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)
PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)
PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)
PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)
PRIMA CHE SENTA (Libro #6)
PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)
PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8)
PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9)
PRIMA CHE ANELI (Libro #10)
PRIMA CHE FUGGA (Libro #11)
PRIMA CHE INVIDI (Libro #12)
LA SERIE DI GIALLI DI AVERY BLACK
UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)
UNA RAGIONE PER CORRERE (Libro #2)
UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)
UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)
SERIE DI GIALLI DI KERI LOCKE
TRACCE DI MORTE (Libro #1)
TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)
TRACCE DI PECCATO (Libro #3)
TRACCE DI CRIMINE (Libro #4)
TRACCE DI SPERANZA (Libro #5)
INDICE
CAPITOLO UNO
CAPITOLO DUE
CAPITOLO TRE
CAPITOLO QUATTRO
CAPITOLO CINQUE
CAPITOLO SEI
CAPITOLO SETTE
CAPITOLO OTTO
CAPITOLO NOVE
CAPITOLO DIECI
CAPITOLO UNDICI
CAPITOLO DODICI
CAPITOLO TREDICI
CAPITOLO QUATTORDICI
CAPITOLO QUINDICI
CAPITOLO SEDICI
CAPITOLO DICIASSETTE
CAPITOLO DICIOTTO
CAPITOLO DICIANNOVE
CAPITOLO VENTI
CAPITOLO VENTUNO
CAPITOLO VENTIDUE
CAPITOLO VENTITRÉ
CAPITOLO VENTIQUATTRO
CAPITOLO VENTICINQUE
CAPITOLO VENTISEI
CAPITOLO VENTISETTE
CAPITOLO VENTOTTO
CAPITOLO VENTINOVE
CAPITOLO TRENTA
CAPITOLO TRENTUNO
CAPITOLO TRENTADUE
CAPITOLO TRENTATRÉ
CAPITOLO TRENTAQUATTRO
CAPITOLO TRENTACINQUE
CAPITOLO TRENTASEI
CAPITOLO TRENTASETTE
CAPITOLO TRENTOTTO
CAPITOLO TRENTANOVE
CAPITOLO QUARANTA
CAPITOLO QUARANTUNO
CAPITOLO UNO
Eliza Longworth sorseggiava il suo caffè mentre guardava verso l’Oceano Pacifico, meravigliata da quel panorama a soli due passi dalla sua camera da letto. A volte doveva ricordare a se stessa quanto fosse fortunata.
Penelope Wooten, sua amica da venticinque anni, stava seduta nella chaise lounge accanto a lei sul patio che si affacciava sul Los Liones Canyon. Era una giornata di marzo relativamente serena e in lontananza si poteva vedere l’Isola di Santa Catalina. Se guardava alla sua sinistra, Eliza poteva scorgere le torri luccicanti del centro di Santa Monica.
Era metà mattina ed era lunedì. I bambini erano stati spediti all’asilo e a scuola e l’ora di punta del traffico era finita. L’unica cosa che le due amiche di lunga data avevano in programma fino all’ora di pranzo era passarsela nella villa a tre piani di Eliza che si trovava sul versante di una collina nel Pacific Palisades. Se non si fosse sentita così in estasi in quel momento, avrebbe addirittura potuto iniziare a provare un certo senso di colpa. Ma quando la sola idea le si intrufolò in testa, fu ben attenta a cacciarla via.
Avrai un sacco di tempo per stressarti più tardi. Concediti questo momento.
“Vuoi ancora un po’ di caffè?” chiese Penny. “Ho comunque bisogno di una pausa pipì.”
“No, grazie. Per adesso sono a posto,” disse Eliza, prima di aggiungere con sorriso malizioso: “Comunque sai che puoi chiamarla ‘pausa bagno’, dato che ci sono solo adulti nei paraggi, vero?”
Penny le rispose con una linguaccia mentre si alzava dalla sedia, allungando le sue gambe chilometriche, un po’ come una giraffa che si rimette in piedi dopo un pisolino. I suoi lunghi e floridi capelli biondi, molto più alla moda rispetto a quelli castano chiaro di Eliza, che li teneva tagliati sulle spalle, erano raccolti in una pratica ma elegante coda di cavallo. Aveva ancora l’aspetto da modella di passarelle, occupazione che aveva ricoperto per buona parte degli anni post-adolescenziali, prima di lasciare tutto a vantaggio di una vita che per sua stessa ammissione era sicuramente non tanto eccitante, ma di certo meno frenetica.
Entrò in casa, lasciando Eliza da sola con i suoi pensieri. Quasi subito, nonostante i suoi migliori sforzi, la sua mente tornò alla conversazione che avevano condotto solo pochi minuti prima. La lasciò scorrere in loop nella sua testa, senza riuscire a fermarla.
“Gray sembra così distante ultimamente,” aveva detto Eliza. “La nostra priorità numero uno era sempre stata quella di cenare insieme i bambini, ma da quando è diventato socio senior, ha cominciato ad avere tutte queste cene aziendali.”
“Sono sicura che sarà frustrato almeno quanto te,” l’aveva rassicurata Penny. “Non appena le cose si saranno sistemate, vedrai che tornerete alla vostra vecchia routine.”
“Posso gestire il fatto che sia meno presente. Questo lo capisco. Gli hanno dato più responsabilità nel successo dell’azienda adesso. La cosa che mi lascia interdetta è che sembra non soffrire il minimo senso di perdita. Non si è mai mostrato dispiaciuto di dover mancare. Non sono neanche certa che se ne renda conto.”
“Sono sicura che se ne rende conto benissimo,” aveva detto Penny. “Probabilmente si sente in colpa. E riconoscere quello che si sta perdendo non farebbe che peggiorare le cose. Scommetto che sta cercando di non farlo vedere. A volte anche io faccio così.”
“Cosa, esattamente?” chiese Eliza.
“Fingere che qualcosa di non particolarmente ammirevole che sto facendo nella mia vita non sia un grosso problema, perché ammetterne l’importanza mi farebbe stare molto peggio.”
“Cosa fai di così brutto?” chiese Eliza con tono di scherno.
“Proprio la scorsa settimana ho mangiato mezzo tubo di Pringles in un colpo solo, tanto per dirne una. E poi ho sgridato i bambini perché volevano il gelato come merenda del pomeriggio. Ecco.”
“Hai ragione. Sei proprio una persona orribile.”
Penny tirò fuori la lingua prima di rispondere. Penny era campionessa di linguacce.
“Quello che intendo dire è che magari non è così inconsapevole come sembra essere. Hai pensato al counseling?”
“Sai che non credo a quelle scemenze. E poi perché dovrei vedere un terapeuta quando ho te? Tra la terapia Penny e lo yoga, direi che sono emotivamente sistemata. A proposito, sempre d’accordo per domani mattina al nostro posto?”
“Assolutamente sì.”
A ripensarci adesso, messi da parte tutti gli scherzi e le battute, magari il counseling matrimoniale non era poi una così brutta idea. Eliza sapeva che Penny e Colton ci andavano a settimane alterne, e sembravano esserne rinforzati. Se ci fosse andata, almeno avrebbe saputo che la sua migliore amica non avrebbe girato il dito nella piaga.
Era dagli anni della scuola elementare che si supportavano a vicenda. Ricordava ancora quella volta in cui Kelton Prew le aveva tirato i codini e Penny gli aveva dato un calcio negli stinchi. Era successo il primo giorno di terza elementare. Da allora erano state amiche per la pelle.
Si erano aiutate vicendevolmente in innumerevoli battaglie. Eliza aveva aiutato Penny quando l’amica aveva avuto il suo problema con la bulimia durante la scuola superiore. Al primo anno di college era stata Penny a convincerla che non era stato un appuntamento andato male, ma che Ray Houson l’aveva violentata.
Penny l’aveva accompagnata al commissariato del campus e si era presentata in tribunale per offrirle sostegno morale quando lei aveva testimoniato. E quando l’allenatore di tennis voleva levarla dalla squadra e toglierle la sua borsa di studio perché mesi dopo si stava ancora riprendendo dal fatto, Penny era andata da lui e l’aveva minacciato di aiutare l’amica a fare causa a quel bastardo. Eliza era rimasta in squadra e aveva vinto il titolo di giocatrice dell’anno nella categoria juniores.
Quando Eliza aveva avuto un aborto dopo aver cercato per diciotto mesi di restare incinta, Penny era venuta da lei ogni giorno fino a che non era stata finalmente capace di trascinarsi fuori dal letto. E quando il figlio più grande di Penny, Colt Jr., era stato dichiarato autistico, era stata Eliza a fare settimane di ricerche trovando alla fine la scuola che l’avrebbe aiutato nel suo percorso.
Avevano attraversato insieme così tante battaglie, che amavano definirsi le Guerriere del Westside, anche se i loro rispettivi mariti trovavano quel nome davvero ridicolo. Quindi, se Penny le stava consigliando di prendere in considerazione il counseling matrimoniale, forse Eliza avrebbe dovuto farlo.
Un piccolo trillo del telefono di Penny la riscosse dai suoi pensieri. Allungò la mano per prenderlo, intenzionata a dire all’amica che qualcuno la stava cercando. Ma quando vide il nome del mittente del messaggio, non poté non aprirlo. Era Gary Longworth, il marito di Eliza. Il messaggio diceva:
Non vedo l’ora di vederti stasera. Mi manca il tuo profumo. 3 gg senza di te sono troppi. Ho detto a Lizzie che ho una cena con un socio. Stessa ora e stesso posto, giusto?
Eliza mise giù il telefono. Si sentiva la testa improvvisamente leggera e il corpo debole. La tazza le scivolò di mano e cadde a terra andando in mille pezzi.
Penny venne fuori di corsa.
“Tutto a posto?” le chiese. “Ho sentito rompersi qualcosa.”
Guardò la tazza a terra con il caffè versato attorno e poi sollevò gli occhi sul volto sbigottito di Eliza.
“Cosa c’è?” le chiese.
Gli occhi di Eliza andarono involontariamente al telefono di Penny e anche l’amica seguì il suo sguardo. Eliza vide negli occhi di Penelope il momento in cui l’amica capì tutto, facendo due più due e capendo cosa poteva averla scossa a tal punto.
“Non è come sembra,” disse Penny con tono ansioso, cercando di negare ciò che entrambe ormai sapevano.
“Come hai potuto?” le chiese Eliza, quasi incapace di tirare fuori le parole. “Mi fidavo di te più di chiunque altro al mondo. E tu mi fai una cosa del genere?”
Si sentiva come se qualcuno avesse aperto una botola sotto di lei, facendola cadere nel nulla. Tutto ciò che aveva dato fondamento alla sua vita sembrava ora disintegrarsi davanti ai suoi stessi occhi. Aveva la sensazione di poter vomitare da un momento all’altro.
“Ti prego, Eliza,” la implorò Penny, inginocchiandosi accanto all’amica. “Lascia che ti spieghi. È successo, ma è stato un errore, uno sbaglio a cui da allora sto cercando di rimediare.”
“Uno sbaglio?” ripeté Eliza raddrizzandosi sulla sedia mentre la nausea si mescolava alla rabbia, generando un vorticante miscuglio di bile che le risaliva dallo stomaco alla gola. “Uno sbaglio è inciampare sul marciapiede e far cadere qualcun altro. Uno sbaglio è dimenticare di riportare l’uno quando fai una sottrazione. Uno sbaglio non è farsi il marito della tua migliore amica, Penny!”
“Lo so,” disse Penny con la voce rotta dalla consapevolezza del proprio errore. “Non avrei dovuto dirlo. È stata una decisione terribile, presa in un momento di debolezza e alimentata da troppi bicchieri di Viognier. Gli ho detto che era finita.”
“Finita suggerisce che ci sia stata più di una volta,” notò Eliza alzandosi in piedi. “Da quanto esattamente vai a letto con mio marito?”
Penny rimase in silenzio, chiaramente combattuta sull’effettivo beneficio o ulteriore danno che avrebbe arrecato se fosse stata onesta.
“Da circa un mese,” ammise alla fine.
All’improvviso tutto il tempo in cui suo marito era stato assente dalla famiglia ebbe più senso. Ogni nuova scoperta sembrava aggredirla come un pugno nello stomaco. Eliza sentiva che l’unica cosa che le impedisse di cadere era in quel momento il suo sento di legittima rabbia.
“Buffo,” sottolineò amaramente. “È proprio il periodo di tempo in cui Gary ha avuto quelle riunioni fino a tardi per cui dicevi che probabilmente si sentiva in colpa. Ma guarda che coincidenza.”
“Pensavo di poter avere controllo sulla cosa…” iniziò a dire Penny.
“Non farlo,” disse Eliza interrompendola. “Sappiamo tutte e due che a volte sei irrequieta. Ma è così che hai gestito la cosa?”
“So che non è di aiuto,” insistette Penny, “ma avevo intenzione di rompere. Sono tre giorni che non gli parlo. Stavo solo cercando un modo per farla finita con lui senza distruggere tutto con te.”
“A quanto pare avrai bisogno di un altro piano,” disse Eliza con tono secco, respingendo l’urgenza di dare un calcio ai cocci della tazza. Solo i piedi scalzi la trattennero dal farlo. Si tenne aggrappata alla sua rabbia, sapendo che era l’unica cosa che le avrebbe impedito di crollare del tutto.