Attraversò il cortile di volata, poi fu la volta del corridoio, il sottile valico fortunatamente libero da qualsiasi altro corpo che potesse ostacolarle la corsa. Il terreno sotto i piedi mutò, passando alla ruvida, stridente sensazione dell’asfalto, che punì i suoi piedi per aver scelto di indossare delle semplici scarpe formali al posto delle scarpette da ginnastica.
Zoe non riusciva ancora a scorgere la recinzione dall’altra parte degli edifici, ma vide il cancello. Scattò in avanti con un’altra scarica di adrenalina. Se non fosse arrivata in tempo …
CAPITOLO OTTO
Non c’era tempo da perdere. Zoe diede un’intensa spinta finale, forzando il suo corpo oltre il suo limite di sopportazione naturale.
Il cuore di Zoe batteva in sintonia con i suoi piedi mentre attraversava il parcheggio, e la donna si fermò di schianto quando andò a sbattere contro un altro corpo. Allontanò istintivamente le braccia per mantenere la presa su di lui, e spinse Jensen Jones contro la recinzione di tre metri in modo che non potesse usare il vantaggio offerto dalla sua costituzione fisica per scappare.
Shelley si trovava a poca distanza. Era pesantemente a corto di fiato e rossa in viso, con ciocche di capelli che sfuggivano dal suo chignon, ma era lì. Aiutò Zoe a mettere un paio di manette ai suoi polsi, dietro la schiena, mentre ansimavano avvisi riguardanti il fatto di fuggire dalle forze dell’ordine e il diritto a interrogarlo. Lui si limitò ad abbassare la testa, cercando di riprendere fiato a sua volta.
Tutto il corpo di Zoe sembrava come se si fosse risvegliato. Aria e luce avevano riempito gli spazi tra le articolazioni, l’allungamento dei muscoli a lungo dormienti era una sensazione meravigliosa. Ovviamente, c’era anche il dolore, soprattutto alle caviglie, che non avevano affatto gradito gli scossoni lungo il parcheggio. In generale, si sentiva alla grande. C’era qualcosa di stupendo nelle folate di vento tra i capelli quando si correva contro qualcun altro, e si vinceva.