E, ogni giorno, c’era anche Kai, ad afferrare il vassoio di Leilani quando era troppo pesante per lei, a guardare male i turisti che la infastidivano, ed a portare in braccio Sammy fino al suo pick-up le notti in cui Leilani lavorava fino a tardi.
Jeremy avrebbe dovuto essere sollevato per questo. Avrebbe dovuto esserne felice. Ma quando Kai portava Sammy in casa della zia Anela e Leilani gli dava un bacio sulla guancia, tutto ciò a cui riusciva a pensare era che avrebbe voluto trovarsi lì con loro. Avrebbe voluto essere stato lì a ridere con loro quando Sammy aveva picchiettato sulla base della bottiglia di ketchup facendo volare il liquido rosso sulla tovaglia bianca. Avrebbe voluto sollevare gli occhi al cielo insieme a Leilani alle spalle di Candy quando questa si lamentava dell’incubo rosa che guidava.
Si autoconvinceva che un giorno avrebbe potuto fare tutto questo con loro. Sarebbe riuscito a ricostruire la loro amicizia in qualche modo.
Eppure, ogni giorno in cui pensava che avrebbe potuto riconquistare la loro amicizia e la loro fiducia, in fondo alla mente sapeva di non doverlo fare.
Volò più vicino mentre Leilani e le altre ballerine si inchinavano e lasciavano il palco. Lei alzò lo sguardo nella sua direzione e il suo cuore si fermò per un attimo.
Tutto quello che voleva era che fossero amici, giusto?
Giusto???
Scuotendo la testa, Leilani scese dal palco.
Chiaro che voleva solo quello. E non c’era niente di male.
“Dammeli, Sammy.”
Jeremy si voltò verso il parcheggio. Un gruppo di ragazzi stava in piedi vicino al pick-up di Kai. Uno di loro, che sembrava molto più grande degli altri, tese una mano verso Sammy.
Preoccupato, Jeremy volò velocemente verso un gruppo di alberi e ritornò alla forma umana continuando a tenere sott’occhio i ragazzi.
“Sei sicuro che non finiremo nei guai?” chiese Sammy ad un ragazzo con i capelli scuri che gli stava vicino.
“Cavolo, Kevin, cos’ha il tuo amico? Mi sembrava avessi detto che è uno a posto” disse il più grande al ragazzo con i capelli scuri.
“Forza, Sammy. Non avremo problemi” sussurrò Kevin all’orecchio del bambino. “Chris ha preso la patente la settimana scorsa. Riporteremo l’auto prima che il turno di tua sorella sia finito. Promesso.”
“Non so.” Sammy sbatté le palpebre, passando lo sguardo da Kevin agli altri ragazzi. Vedendolo esitare, si unirono in un coro di voci per attaccarlo.
“Come fai ad essere amico di un perdente come questo, Kevin?”
“Amico, il gioco è già iniziato. Prendi quelle maledette chiavi e lascia il suo culo da infante qui.”
“Te l’avevo detto, non ci si può fidare di un haole.”
Gli occhi umidi di Sammy passarono sul gruppo di ragazzi che gli si avvicinavano sempre di più.
Ruggendo, Jeremy uscì di corsa dagli alberi andando dritto verso di loro.
“Hey, Sammy” disse, sforzandosi di dare un tono allegro alla propria voce mentre si avvicinava. Mise le mani in tasca, timoroso di non riuscire a controllarsi. Sarebbe bastato un leggero tocco delle sue dita a far volare i ragazzi per aria.