La figlia dei draghi - Морган Райс 7 стр.


Così doveva essere: un re che sciorinava tutti i suoi piani non sarebbe rimasto re a lungo. Bastava pensare a quello stolto di suo padre, che aveva confidato a Ravin ogni suo pensiero, ogni idea. Aveva reso semplice unificare il regno una volta scomparso.

“Beh?” domandò Ravin, voltandosi verso il ponte della nave. I Comandanti aspettavano lì, uno della flotta, uno dei soldati e un terzo vestito con gli indumenti della gente comune come i Taciturni. C’era anche un accademico che portava un messaggio di un uccello messaggero. Dato che pareva il più terrorizzato, Ravin lo lasciò in attesa, indicando invece l’ammiraglio della flotta.

“Vostra maestà,” disse l’uomo. “Il viaggio da Leveros ha prodotto delle perdite minime. La squadra di perlustrazione ha fatto sbarcare le truppe come avete ordinato ed è adesso tornata in posizione con la flotta. Le altre navi aspettano i vostri ordini per procedere verso la costa.”

Ravin rivolse la sua attenzione al comandante delle truppe che aveva inviato ad Astare. “E tu?”

L’uomo fece un inchino. “Vostra maestà, l’assalto alla città sta già procedendo. Le difese sono minime e prevediamo di acquisirne il pieno controllo nel giro di poche ore. Gli uomini hanno ricevuto istruzione di uccidere chiunque opponga resistenza.”

“E i miei Taciturni?” chiese Ravin alla terza figura laggiù.

“Sono posizionati in insediamenti all’interno del regno, pronti a ricevere le vostre truppe nella marcia da Astare a Royalsport,” rispose l’uomo.

Re Ravin annuì. Alla fine, si voltò verso il messaggero spaventato. “Tu mi dirai che le mie forze a sud sono state sconfitte.”

Non era una domanda, ma l’uomo annuì. “Re Godwin è caduto nel combattimento e il Principe Rodry è morto, ma sono riusciti a recuperare la Principessa Lenore e il ponte è stato distrutto con le vostre forze sopra,” l’uomo quasi soffocò.

Re Ravin alzò le spalle e vide che il messaggero spalancò gli occhi sorpreso. “Pensavi che non lo avessi previsto?” chiese. “L’attacco a sud è sempre stato destinato a fallire; e che mi interessa se hanno recuperato la principessa?”

Non che la principessa non sarebbe diventata sua a tempo debito. Tutto nel Regno del Nord lo sarebbe diventato. Camminò a passo allungato al fianco della nave, scansionando la vastità della sua flotta. Infiniti uomini erano in piedi già pronti, prelevati da tutte le parti del suo regno. C’erano tribù dei deserti e abitanti delle città armati, ex pirati dalla costa e legionari schiavi che non avevano mai conosciuto altro che violenza. Erano tutti vestiti nel rosso dei suoi colori adesso e tutti indossavano la medesima armatura.

Quella era parte per cui questa invasione doveva succedere. Ravin aveva unificato il suo regno, conquistato tutti i piccoli dissidenti, distrutto coloro che potevano cercare di opporsi a lui, eppure sapeva che un uomo poteva tenere così tanto insieme solo con la forza. Era meglio a quel punto dare loro un sogno, una causa… un nemico. Dicendo loro che era arrivato il momento di affrontare il Regno del Nord, un migliaio di frammenti che avrebbero potuto lottare fra loro, si erano trasformati in un pugno chiuso con cui colpire.

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