— L’idiota ha smesso di cantare. Ha detto di avere avuto una visione con un guru che gli ha detto di lasciare tutto e di andare in India alla ricerca della pace interiore. Riesci a crederci?
Sì, posso crederci. O meglio, potrei perché Snash è sempre stato tutta una questione di pace interiore. Fa schifo.
— Posso aiutarti io, Rafe. Mi lasci cantare? Per favore. — Ho indossato la mia migliore maschera da “Gatto con gli stivali” per cercare di convincere quest’uomo che ha chiaramente bisogno di aiuto.
Mi guarda, si passa entrambe le mani tra i capelli già del tutto scompigliati e abbassa di nuovo la testa.
— Dolcezza, sai che questo è un argomento tabù da queste parti. Se lo faccio, Danny mi ucciderà.
— Non capisco per quale motivo non mi lasci cantare al bar. Canto molto bene, lo sai. Non ti metterò in imbarazzo.
— Danny pensa che se canti qui, i ragazzi ci proveranno con te, che sei una ragazza troppo innocente per affrontare questi squali.
— Siete ridicoli. Ho ventitré anni, per l’amor di Dio. Non sono una bambina, so come difendermi. Quando lo capirete tutti?
— So che sei una donna, ma Dany considera te e Jo come le sue sorelline. Questo per un ragazzo è sacro.
— È una stronzata e tu lo sai. E chi metterai al posto di Snash?
— Non lo so, Julie. Non lo so.
Mi allontano da lui schiumando dalla rabbia. Come possono essere così stronzi? Devo fare qualcosa per cambiare questa situazione.
Sto al bar ad aiutare Justin, il barista, a mettere a posto le bevande, finché Rafe, un’ora dopo, viene da me con un’aria sconfitta.
— Sai che quando Danny scoprirà che ti ho lasciato cantare, romperà con me, vero?
— Non hai trovato nessuno?
— No, Julie. Nessuno. Puoi?
Lancio un grido e gli salto addosso.
— Uhuuuuuuu! Certo!
Mi mette giù e scuote la testa mormorando “Sono fottuto”. Dopodiché va in ufficio mentre io faccio la mia danza della vittoria e chiamo Jo e George chiedendo loro di portarmi dei vestiti adeguati, i trucchi e il loro appoggio morale.
Capitolo tre
Julie
Mentre aspetto le mie due fate madrine, mi dirigo verso il palco per parlare con i ragazzi della band e scoprire la scaletta prevista per la serata.
Ho una buona memoria musicale e non ho difficoltà a memorizzare i testi. Inoltre, ho cantato con loro innumerevoli volte prima dell’apertura del bar – e lontano da Danny, ovviamente.
— La nostra stella è pronta a brillare? — domanda Alan, il chitarrista. È il più carino dei tre musicisti. Alto, capelli castani lisci e tutto tatuato. Spesso scherzo con Jo affermando che lui è l’incarnazione di Kellan Kyle, il giovane protagonista del libro Intenso Demais, di S. C. Stephens.
— Sì! Sono molto nervosa, ma voglio fare del mio meglio. Voglio che sia il primo di molti spettacoli.
— Sai che quando Danny lo scoprirà...
— Lascia Danny fuori da tutto questo. Il sabato sera la gente viene qua aspettandosi di ballare al suono della musica di The Band. Non possiamo deludere i clienti – esclamo con un sorriso sul volto, mostrando una sicurezza che non sento.
— Per me va bene — dice Alan, ridendo. — Sarà meraviglioso suonare con te. La nostra scaletta di stasera è questa, ma penso che possiamo fare alcune modifiche per mostrare un po’ di più la tua personalità durante lo spettacolo — continua, porgendomi un foglio contenente l’elenco delle canzoni.
Do un’occhiata ai titoli, approvando le sue scelte e pensando ad altre tre o quattro canzoni che vorrei includere.
— Hai una penna? Vorrei aggiungere alcune canzoni, se per te va bene!
— Certo! Puoi aggiungere o togliere quello che vuoi.
Mi siedo sul bordo del palco per scrivere e penso che questa sia una meravigliosa opportunità che non mi lascerò sfuggire.
Questa sarà la prima di molte serate con i The Band, prometto a me stessa.
***
— Amicaaa, siamo qui! — grida Jo, riportandomi alla realtà.
— Hai portato un bel vestito? — domando concitata, dirigendomi verso il camerino improvvisato.
Il locale ha solo un camerino e, dato che la band è formata solo da uomini, condividono lo spazio. Quindi io mi preparerò nell’ufficio di Danny, visto che nessuno lo userà.
George mi porge tre borse piene di vestiti di un negozio di moda del centro commerciale, nel quale sono sicura di non essere mai entrata.
— Che cosa è questo, George? — domando, rovistando nelle borse. — Non mi hai preso un vestito?
— Ragazzina, quali vestiti volevi che prendessi? Una tuta da ginnastica? O quei pantaloni da yoga che continui a indossare? O dei jeans e una maglietta? Quindi io e Jo siamo dovuti andare al centro commerciale a fare un po’ di shopping per te. E ti abbiamo preso della roba IN-CRE-DI-BI-LE! — esclama eccitato, battendo le mani.
— Avanti, amica mia, togliti i vestiti, e scegliamo! — mi sollecita Jo mentre io li fisso sbalordita.
— Ma... ma...
— Niente “ma”, ragazzina! Andiamo, non abbiamo molto tempo.
Rimango cinque secondi con la bocca aperta, guardando prima l’uno e poi l’altro. Va bene, non sono certamente la persona più alla moda del mondo. Vivo con le scarpe da ginnastica, i leggings o quei pantaloni da yoga, ma ho un abitino nero nella parte posteriore dell’armadio che sarebbe proprio perfetto per questa serata.
Riprendendomi dallo shock, afferro i vestiti che mi porgono—una minigonna nera di paillettes e una maglietta bianca— e inizio a vestirmi.
— Questa gonna è troppo corta.
— Non è affatto corta, amica mia. Devi mostrare quelle gambe meravigliose.
— La camicetta è stretta...
— Devi mettere in risalto il tuo davanzale! Come puoi brillare sul palco se non sei vestita in modo adeguato?
Mi guardo allo specchio e penso di essere carina ma mi sento strana. La minigonna è molto mini, ma non è troppo stretta e sembra davvero bella da indossare per uno spettacolo di sera. E con la maglietta, il look è ancora basico, cosa che mi piace molto.
- Ora, mettiti quelle scarpe!
Prendo le scarpe che Jo mi porge. Sono nere, hanno dei tacchi molto alti e delle suole rosse.
Louboutin, riconosco il marchio.
- Mio Dio, devi averle pagate una fortuna! - Mi lamento, infastidita dal fatto che i miei amici spendano così tanti soldi per me.
- Niente sarebbe perfetto senza queste scarpe. Devi indossarle, - dice George, ridendo.
Mentre indosso le scarpe, mi mettono dei braccialetti e un paio di lunghi orecchini neri. L'unica cosa che posso pensare è che grazie a Dio ho fatto da poco la ceretta, perché non sarei a mio agio a indossare questa gonna corta con le mie gambe pelose.
Non contenti di vestirmi e adornarmi come se fossi una versione reale di Barbie, i miei amici mi mettono sulla sedia in un angolo della stanza e, mentre Jo apre una valigetta gigante di trucchi, George inizia a sciogliere la mia coda di cavallo, studiando i miei capelli come un esperimento scientifico.
- Che cosa state facendo? George, sistemami i capelli all'indietro.
- Julie, hai una miniera d'oro qui e la stai nascondendo per qualche motivo. Ti mostrerò che possiamo giocare con questi capelli e farti sembrare come se volessi mangiarmi.
- Oh, mio Dio.
- Chiudi gli occhi e rilassati, ragazza. Andrà tutto bene.
Senza niente da fare, mi siedo sulla mia sedia e lascio che i due artisti facciano il loro lavoro. Prego di avere un aspetto almeno presentabile e di non sembrare un pagliaccio in fuga dal circo.
Mezz'ora di sofferenza dopo, soprattutto per mano di George - che ha tirato, strattonato e bruciato la mia testa innumerevoli volte - mi viene permesso di alzarmi in modo che possano "valutarmi". Mi sento come un cavallo a una mostra.
Mi alzo e sembro un gigante, perché non sono abituata a scarpe così alte, che aggiungono almeno una dozzina di centimetri alla mia misera statura di 1,58 m.
Entrambi stanno lì a bocca aperta ed io comincio a innervosirmi, immaginando di sembrare ridicola e di non avere il tempo di cambiarmi perché è già l'ora dello spettacolo.
- Che cosa c'è che non va, gente? Dov'è lo specchio? Voglio vedere!
Tutti e tre veniamo colti di sorpresa da un colpetto alla porta e George grida "Avanti!", ancora con l'aria attonita. Rafe entra e inizia a parlare:
- Julie, è quasi ora... merda!
Divento ancora più nervosa. Devo avere un aspetto terribile, perché Rafe ha fatto uscire la sua terza parolaccia della giornata.
- Cosa? Cosa? Cosa? Ragazzi, voglio uno specchio!
- Julie, sei tu? Oh, mio Dio, Danny aveva assolutamente ragione. Quando scoprirà che ho autorizzato tutto questo... sarò fottuto- dice, rivolgendosi più a se stesso che a me.
Quando George si rende conto che sto per scoppiare in lacrime, pensando che la mia carriera di "diva del pop" sia finita prima ancora di cominciare, mi accompagna in bagno per potermi guardare allo specchio.
Mi sento esattamente come deve essersi sentita Cenerentola vedendo il cambiamento che la Fata Madrina ha prodotto in lei per il ballo.
Guardandomi allo specchio, sento un'enorme stretta al cuore. Mi vedo, per la prima volta, esattamente come mia madre. È come se la vedessi riflessa dallo specchio, che mi guarda, esattamente come ricordo quando ero bambina.
I miei occhi blu sono enormi, esaltati dall'ombretto scuro e dall'eyeliner applicati da Jo. Sulla mia bocca, un velo di rossetto, con una leggera lucentezza, rende le mie labbra sexy.
E i miei capelli non assomigliano affatto a quelli che sono sempre appiccicati perché li trovo noiosi. Non so quale magia abbia fatto George, ma ha lasciato delle onde perfette, con volume e un look da "diva del pop", esattamente ciò che si vede sulle copertine delle riviste.
Questa è una versione turbo e adulta della ragazzina che Danny era abituato a vedere. Non c'è da stupirsi che non mi abbia mai guardato in modo diverso. Prima, al massimo sembravo una diciannovenne. Ora sono una vera donna. Bella, sexy e adulta.
- Che te ne pare, ragazzina? Di’ qualcosa!
- George, lo adoro. Sarei pazza a non farlo. Non avevo idea che tu potessi essere così bravo.
Esco dal bagno con un sorriso smagliante sul viso e m’imbatto in Rafe, ancora sconcertato.
- Rafe, è ora?
- Venti minuti. Sei sicura di volerlo fare? Danny ucciderà prima me e poi voi tre.
Decido di ignorare il suo avvertimento.
- Di' ad Alan che cominceremo con Put your records on - dico, rivolgendogli quello che spero sia il mio sguardo più sexy.
Capitolo quattro
Julie
Lascio l'ufficio di Danny a testa alta e mi sento potente. È incredibile quello che un vestito nuovo e un trucco perfetto possono fare per l'autostima di una donna. So bene che non dovrei sentirmi sicura e bella solo dopo essere passata per la mano della Fata Madrina... o del Genio della Lampada, visto che è di George la responsabilità della mia trasformazione! Beh, non importa chi sei, è molto facile dimenticare quanto si vale. Soprattutto quando si ama qualcuno cui non frega niente di te. Mi prometto che da oggi in poi avrò nuove regole di condotta stabilite per me e farò del mio meglio per rispettarle:
Regola n°1: amare me stessa più di chiunque altro;
Regola nº 2: credere di più in me stessa e valorizzare la mia bellezza;
Regola n. 3: inseguire ciò che voglio e realizzare i miei sogni.
E, sentendomi forte, sicura e invincibile, inizio a seguire le mie nuove regole e a prendere il controllo della mia vita e del mio destino. Bacio i miei amici e mi dirigo verso il lato del palco, aspettando il segnale.
Quando mi vedono, i ragazzi della band sembrano sorpresi. Sorrido un po' e mi metto accanto ad Alan, che mi tiene la mano, cercando di rassicurarmi.
- Va tutto bene? - domanda mentre sente la mia mano irrigidirsi.
- Sì, sono un po' nervosa, ma va bene. - Professionale, Julie. Sii professionale, ripeto a me stessa.
- Rilassati, sei bellissima e andrà tutto bene. Ho chiesto a Rafe di presentarci in un modo diverso - riesce a malapena a completare la frase, quando Rafe annuncia sul palco "Juliette & The Band".
Wow! Ora sì, la band ha un nome figo. E con il mio nome per primo! Rimango impassibile all'esterno, ma dentro sto ballando la Macarena e sono così felice.
Saliamo insieme sul palco, salutando il pubblico. Prima di iniziare, Alan fa un breve annuncio.
- Buona sera a tutti! È un piacere avervi qui. - Le donne urlano come pazze. - Quelli di voi che vengono sempre ai nostri spettacoli possono aver trovato strano il nome della nostra band, ma vorremmo condividere con voi che, da oggi, abbiamo guadagnato un grande elemento di forza con Juliette che si unisce al gruppo. Speriamo che lo spettacolo vi piaccia e che vi divertiate!
Mi guarda con un sorriso sensuale sulle labbra. Ricambio il sorriso, un po' goffamente, e saluto il pubblico, posizionandomi davanti al microfono.
I ragazzi iniziano a suonare la canzone che ho scelto per l'apertura. Chiudo gli occhi e mi isolo completamente dal pubblico. Sento le farfalle nello stomaco, ma è una bella sensazione. La parte migliore del cantare le canzoni che amo è esattamente il fatto che mi coinvolgono di più, trasmettendomi tutta l'emozione. Sento il segnale e comincio, con un tono molto morbido e affascinante, a cantare i primi versi della canzone:
Three little birds, sat on my window
And they told me I don’t need to worry.
Summer came like cinnamon, so sweet,
Little girls double-dutch on the concrete.
Avverto un brivido percorrere il mio corpo dalla testa ai piedi. Il pubblico inizia ad applaudire. La musica continua e improvvisamente mi rendo conto che il bar è completamente silenzioso. Apro gli occhi e mi rendo conto che la maggior parte dei presenti mi sta fissando. Non stanno fischiando o lanciando lattine sul palco. Deve essere un buon segno, giusto?
Sorrido a malincuore e chiudo di nuovo gli occhi, immergendomi nei versi della canzone. Mentre pronuncio le ultime parole, il pubblico esplode in un applauso, cogliendomi di sorpresa e rendendo orgogliosi Alan e i ragazzi.
Andiamo avanti, alternando canzoni più lente ad altre più vivaci, e la folla non smette mai di ballare. Dopo aver suonato She'll Be Loved, Alan annuncia una pausa di venti minuti, che gradisco molto, visto che sto morendo di sete e di caldo.
Fuori dalla vista della folla, i tre mi abbracciano felici.
- Julie, è stato fantastico! Il nostro spettacolo non ha mai avuto un'energia come questa! –dice Brian, il batterista, abbracciandomi.
- Congratulazioni. Non pensavo che ce l’avresti fatta, ma mi hai sorpreso - Levi, il bassista, mi fa l'occhiolino.
- Eri incredibile sul palco... e la tua voce faceva impazzire tutti i ragazzi al bar. Incluso me- mi sussurra Alan all'orecchio e mi bacia il collo.
Sento un brivido. Non c'è da stupirsi se le donne urlano quando lui si presenta. Se non fossi innamorata di Danny e non fossi sicura al cento per cento che Alan mi avrebbe mangiato il cuore dopo avermi divorata, mi sarei sciolta ai suoi piedi e mi sarei unita alla schiera delle conquiste di Alan Hunt.
- Grazie - dico a tutti, allontanandomi dal tocco seducente di Alan. - È stato fantastico. Non posso dirvi quanto sono entusiasta e felice. - Sorrido loro e chiedo il permesso di parlare con Rafe, che ci viene incontro.
- Julie, che spettacolo! La gente è pazza di te. Danny mi ucciderà, ma sono sicuro che sia stata la decisione migliore che io abbia mai preso. - Ride e mi abbraccia con forza. Rafe è così dolce, anche con i suoi modi seri.
- Grazie! Detto da te, è un super complimento. Grazie mille per avermi permesso di farlo. Ho bisogno di bere un po' d'acqua e volevo parlare con George e Jo prima di tornare sul palco.
- Sì, certo, certo. Sono al bar. Vado a parlare con i ragazzi.
Bacio Rafe e vado direttamente al bar. Lungo la strada, la gente mi sorride ed io rispondo felicemente.