Posseduta Dagli Alfa - Adami Rebecca


Table of Contents

Books by Jayce Carter

Title Page

Legal Page

Book Description

Dedica

Capitolo uno

Capitolo due

Capitolo tre

Capitolo quattro

Capitolo cinque

Capitolo sei

Capitolo sette

Capitolo otto

Capitolo nove

Capitolo dieci

Capitolo undici

Capitolo dodici

Capitolo tredici

Capitolo quattordici

Capitolo quindici

Capitolo sedici

Capitolo diciassette

Capitolo diciotto

Capitolo diciannove

Capitolo venti

Capitolo ventuno

Capitolo ventidue

Capitolo ventitré

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L’autrice

Totally Bound Publishing books by Jayce Carter

The Omega’s Alphas

Owned by the Alphas

Shared by the Alphas

Saved by the Alphas

Protected by Her Alphas

Caught by Her Alphas

Tamed by the Alphas

Claimed by the Alphas

Exposed by Her Alphas

Trained by the Alphas


Ready or Not

Fake It ‘til You Make It

Opposites Attract

Third Time Lucky

Enemies Closer


Grave Concerns

Grave Robbing and Other Hobbies

Hell Raising and Other Pastimes

Saving the World and Other Bad Ideas


Collections

Sun, Sea and Sinful Delights

Gli Alfa dell’Omega

POSSEDUTA DAGLI ALFA

JAYCE CARTER

Posseduta dagli Alfa

ISBN # 978-1-80250-038-7

©Copyright Jayce Carter 2019

Titolo originale: Owned by the Alphas

Cover Art di Erin Dameron-Hill ©Copyright Agosto 2019

Interior text design di Claire Siemaszkiewicz

Traduzione di Rebecca Adami 2021

Totally Bound Publishing

Questa è un’opera di finzione. Tutti i personaggi, i luoghi e gli eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non devono essere confusi con fatti. Ogni riferimento a persone, vive o morte, eventi o luoghi è puramente casuale.

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcuna forma materiale, né stampando, né fotocopiando, né scannerizzando, né in altro modo, senza il permesso scritto dell’editore.

Pubblicato per la prima volta nel 2021 da Totally Bound Publishing, Regno Unito.

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, scannerizzata o distribuita in alcuna forma, a stampa o elettronica, senza permesso. Si prega di non prendere parte e non incoraggiare la pirateria di materiale protetto da copyright in violazione dei diritti degli autori. Acquista solo copie autorizzate.

Libro uno della

serie Gli Alfa dell’Omega

Ci vuole più di un alfa per mettere in ginocchio un’omega.

Claire ha giurato di rinunciare a tutti gli alfa, ma quando le indagini sull’omicidio della sua amica la pongono nel mirino di non uno ma tre di loro, la sua determinazione è messa alla prova. Pur desiderando il loro tocco, si rifiuta di innamorarsi. Possono avere il suo corpo, ma proteggerà il suo cuore a ogni costo.

Bryce, Joshua e Kaidan non desiderano un’omega tutta per loro, ma non possono resistere alla misteriosa donna che si è introdotta nel loro ufficio. Sono attratti dal suo profumo, le sue curve e il suo sapore, ma bramano più del suo corpo. Saranno necessari gli sforzi di tutti e tre per batterla al suo stesso gioco e convincerla a dare loro una possibilità.

Mentre esplorano la loro complicata relazione, la ricerca di Claire dell’alfa assassino li mette tutti in pericolo. Riusciranno a collaborare per affrontare insieme la minaccia o i loro segreti e le loro paure distruggeranno tutto ciò che hanno trovato?

Dedica

A mio marito, che sceglie di credere che le cose strane nella mia cronologia siano “ricerche”.

Capitolo uno

Claire non si era mai introdotta di nascosto da nessuna parte e iniziare con l’ufficio di tre alfa doveva essere una delle sue idee peggiori.

Aveva fiutato parecchi alfa nel corso degli anni e ciò aveva sempre risvegliato in lei impulsi contrastanti di eccitazione e paura. Tuttavia, tale era il destino degli omega. Bramare ciò che li avrebbe distrutti, desiderare la loro più grande minaccia. Ogni alfa che aveva incontrato le aveva fatto venire voglia di cadere in ginocchio e, allo stesso tempo, di fuggire. Manteneva le distanze, usava oli di lavanda per smorzare il loro profumo – qualsiasi cosa pur di attenuare la propria reazione – ma esso penetrava comunque dentro di lei.

Se si fosse trovata in qualsiasi altro luogo, a fare qualsiasi altra cosa, sarebbe fuggita il più velocemente possibile. Anche un solo alfa avrebbe potuto rovinare tutto e l’odore di un paio le offuscava la mente.

Tuttavia, non aveva scelta. Non poteva fuggire.

Ciò di cui aveva bisogno doveva essere sottochiave da qualche parte in quell’ufficio, non c’era altra scelta. Nonostante ci avesse ragionato su centinaia di volte, era giunta sempre alla stessa conclusione – l’informazione doveva essere lì.

Claire aprì un altro cassetto della scrivania, scavando tra i documenti in cerca di annotazioni, un calendario, qualsiasi cosa. I file sul computer avrebbero potuto dirle ciò di cui aveva bisogno, ma sarebbero stati protetti da una password. Non poteva accedervi, visto che certi giorni persino accendere un computer si rivelava una sfida per lei.

Non aveva bisogno di molto, solo di un nome – un indizio su chi stesse cercando.

Un altro cassetto controllato e ancora niente.

Il dolore assillante allo stomaco la costrinse a chiudere gli occhi e forzare il respiro fra i denti serrati. La sua pelle si riscaldò e il sudore tra le scapole le fece appiccicare la maglietta alla schiena.

Che cosa le stava succedendo? Le ricordava l’inizio del calore, ma ne avrebbe riconosciuto i segnali molto tempo prima. Non andava semplicemente in calore da un momento all’altro. Si sarebbe sentita inquieta, non affamata, avrebbe sentito il bisogno di crearsi un nido. Con settimane di anticipo, avrebbe avuto dei sintomi a dirle che si stava avvicinando, dandole il tempo di incrementare i farmaci ed evitarlo. Non aveva raggiunto i trent’anni come omega senza riconoscere i segnali di un calore imminente.

La sensazione era iniziata dopo che aveva annusato uno straccio mentre perquisiva la casa di Jackie, sentendovi sopra l’odore di qualcosa che non riusciva a identificare. Feromoni potenti, ma non alfa, non esattamente. Il suo cervello era riuscito a dirle solo che c’era qualcosa di sbagliato.

Non che importasse in quel momento. Qualsiasi cosa le stesse causando il dolore allo stomaco, qualsiasi cosa le stesse facendo sudare la fronte, doveva ignorarla. Doveva concentrarsi, finire la sua ricerca e andarsene.

L’intera stanza puzzava di alfa. Tre di loro passavano del tempo in quello spazio e Claire poteva identificare l’odore di ognuno. Voleva chiudere gli occhi, inspirare profondamente, far entrare il profumo nei polmoni e lasciare che si diffondesse in lei. Dannazione, voleva buttarsi sul divano e immergere il naso nei cuscini. Nel momento in cui l’idea le saltò alla mente, si rimproverò. Se fossero tornati e avessero trovato qualcuno nel loro spazio, qualcuno che rovistava fra le loro cose – beh, Claire non aveva alcun desiderio di vedere che cosa avrebbero fatto.

Gli alfa non erano noti per il loro fantastico temperamento o la loro inclinazione al perdono. Tendevano a essere territoriali, irascibili e possessivi. L’ultima cosa di cui Claire aveva bisogno era essere catturata, rischiando dei test che avrebbero potuto rivelare cosa fosse.

La vita come omega non era mai facile, ma essere etichettata? Dover fuggire di nuovo? Cercare di farsi una nuova vita, una nuova identità, sempre che nessuno l’avesse venduta prima? No, non avrebbe rischiato di perdere tutto quello che aveva costruito.

Tirò fuori i suoi attrezzi dalla tasca dei pantaloni cargo, afferrando il grimaldello con cui si era allenata per mesi. Si era data a quell’hobby per tenere le mani occupate quando veniva assalita dall’ansia, ma sembrava che avrebbe dovuto mettere in pratica le proprie abilità. Armeggiò con gli attrezzi finché l’armadietto si aprì.

Claire sfogliò i documenti in cerca della data di cui aveva bisogno, ma nulla era organizzato per data, solo per nome. In ogni caso, le scartoffie contenevano il libro paga dei receptionist e le ricevute di spese aziendali, ma niente sui clienti.

Claire chiuse l’armadietto con uno spintone, facendo stridere il metallo, e sbuffò. Dove diavolo poteva cercare ancora? Dove altro avrebbe potuto trovare qualcosa sui clienti e gli orari di installazione?

Lo schiarimento di una gola alle sue spalle la fece sobbalzare. L’avevano beccata? Poteva trarsi d’impaccio? Quando si voltò, si ritrovò faccia a faccia con il suo peggior incubo. Tre uomini enormi stavano in piedi fra lei e l’unica uscita.

No, non semplici uomini. Non appena gli odori la colpirono, il suo stomaco si contrasse e la sua testa prese a girare, si rese conto di tre cose.

Uno, i tre uomini erano alfa.

Due, erano gli alfa che passavano sempre il tempo in quella stanza.

E tre – la parte peggiore – Claire era certamente in calore.

Si piegò in due, i crampi allo stomaco. Afferrò il lato della scrivania per restare in piedi, il respiro le entrava e usciva a fatica dal petto, mentre il suo corpo impazziva.

Era in calore. Il suo corpo si stava ribellando contro gli anni di inibitori, usati per mantenere i suoi cicli naturali sottochiave, il dolore tanto forte da metterla quasi in ginocchio. Gli importava solo degli alfa nella stanza, gli alfa che avrebbero potuto saziare il bisogno che le strisciava dentro.

«Chi sei tu?» La domanda proveniva da uno degli uomini, ma era tanto lontana. O almeno, così le parve, come se avesse parlato attraverso l’acqua a chilometri di distanza.

Quando una mano si posò sul suo braccio, Claire si rese conto che doveva aver parlato da più vicino.

Non riusciva a ricordare nessuna delle scuse che si era inventata. Tutto al di là del bisogno graffiante dentro di lei svanì, finché non poté far altro che voltarsi e premere la faccia contro il collo caldo di uno degli alfa, per riempirsi i polmoni del suo profumo.

«Cazzo. È in calore.»

Delle mani le afferrarono le braccia, allontanandola dal tepore e dal profumo. Lottò, un ringhio sulle labbra, finché non si rese conto che anche i due che l’avevano spostata erano alfa. Ognuno di loro avrebbe potuto soddisfarla, avrebbe potuto scacciar via il dolore che si era diffuso in tutto il suo corpo, che le aveva contagiato la mente, riducendola a puro istinto.

L’alfa contro cui aveva premuto il proprio corpo le afferrò le guance, costringendola a guardarlo negli occhi. Poi, emise un forte ringhio che attirò la sua attenzione, sorpresa da una punta di paura ed eccitazione. «Hai delle medicine per fermare tutto questo?»

Claire scosse la testa. Come la maggior parte delle omega, aveva lasciato le medicine a casa, dove non gliele avrebbero potute trovare addosso. Non aveva mai pensato di poter essere colta dal calore fuori casa. Prendeva le pillole per tempo, senza errori, senza mai dimenticare una dose. Il prezzo per la dimenticanza era troppo alto.

Perché sta accadendo?

L’alfa strinse le labbra e la sua mano si fermò sul basso ventre di Claire. Quel semplice tocco le fece contrarre la fica intorno al nulla e sollevare i fianchi.

Un ringhio simile provenne dagli altri uomini, interrotto altrettanto velocemente.

L’alfa si voltò per parlare con uno degli altri due, ma le parole non interessavano a Claire. Non avevano importanza.

«È troppo tardi.»

«Non puoi semplicemente usare il nodo con un’omega che fa irruzione qui.»

«Che altro dovremmo fare? Questo tipo di reazione? Il modo in cui odora di lavanda? Lo sta rimandando da troppo tempo.»

«Potremmo chiamare la polizia. Hanno degli alfa nello staff per occuparsi di queste cose.»

«Così noi non sapremo mai perché si trova qui e lei finirà nel sistema? Andiamo, Bryce, sai cosa succede a quelle omega.»

Stavano discutendo, ma l’alfa di fronte a lei le consentì di strisciare il naso contro la sua gola, di annegare nel suo profumo, quindi Claire smise di lottare. Il suo odore, la stretta delle mani dell’altro e la mano sul suo basso ventre erano sufficienti per il momento.

Troppo presto, l’alfa si allontanò per guardarla negli occhi. «Cosa vuoi, omega? Posso chiamare la polizia e con loro ci sarà un alfa che ti potrà aiutare.»

Polizia. Arrestata. Registrata. Quelle parole penetrarono nel suo stordimento e le fecero scuotere la testa. Non poteva permettere che accadesse, non poteva lasciarglielo fare.

«Piano, omega» disse l’alfa alla sua sinistra, facendo delle leggere fusa dopo le sue parole.

In qualsiasi altro momento, Claire sarebbe stata pronta a ringhiare all’idea di un alfa che la calmava con le sue fusa, ma in quell’istante, la aiutò. Alleviò la paura e la tensione.

L’alfa che aveva di fronte scambiò uno sguardo con gli altri due, prima di annuire. «Okay. Non chiameremo, non ancora, ma la situazione resta la stessa. Sei in calore e, a giudicare dalle tue reazioni, lo stai rimandando da tempo. Noi possiamo aiutarti, omega.»

Noi?

Claire non aveva mai voluto neanche un singolo alfa, figurarsi tre. Se l’era cavata per un decennio senza il tocco di uno di loro, senza cedere a quella parte di lei che odiava. Come avrebbe potuto gettare tutto al vento? Come avrebbe potuto arrendersi a quello che aveva lottato tanto duramente per rifuggire?

«Che cosa vuoi?» sbottò l’uomo davanti a lei.

Claire trasalì e quello alla sua destra rispose aspramente: «Non sai proprio come rivolgerti alle donne, eh? Guarda, tesoro, proverai dolore, potrebbe anche essere pericoloso. Hai atteso troppo a lungo. Non sarà divertente, non senza un po’ d’aiuto.» La sua voce suonò dolce, affascinante.

Un’altra ondata la scosse con violenza e un esile gemito lasciò la sua gola.

L’ultimo uomo parlò, quello silenzioso che aveva fatto le fusa per lei. Fece scorrere un dito lungo il suo mento, un tocco leggero verso il quale Claire si inclinò. «Non ti faremo del male. Sarai al sicuro, te lo prometto.»

Claire fece un passo indietro, scuotendo la testa per schiarirsi le idee e gli uomini la lasciarono andare. Si ritrovò così di fronte a tutti e tre, ognuno più grande, più forte e più potente di lei.

Che cosa voleva?

Si inumidì le labbra con la lingua prima di annuire. «Voglio voi.»

La schiena di Claire colpì il muro, così velocemente da farla sussultare. L’uomo che aveva parlato per primo la coprì con il proprio corpo, prendendosi il suo primo bacio.

Le mani forti dell’alfa le scivolarono addosso, le prime carezze rapide, come se stesse memorizzando la sua forma. Con uno strattone le sfilò la maglietta dai jeans. Claire si lasciò sfuggire un grido quando sentì il calore della pelle dell’uomo contro la propria, ma lui inghiottì il suono.

L’alfa interruppe il bacio per strapparle via la maglietta, approfittando della pausa per parlare. «Il mio nome è Bryce. Dillo.»

Claire si rifiutò. Non voleva nessun legame fra di loro, non voleva dargli niente di più di ciò che la biologia esigeva da lei.

Il ringhio che seguì il suo rifiuto incrementò la sua eccitazione, il suono a malapena trattenuto e primitivo. «No? Dimmi il tuo nome, allora.»

Di nuovo, non lo avrebbe fatto. Il suo nome apparteneva solo a lei. Non lo doveva a nessun alfa. Non era il nome che aveva ringhiato prima, quando non aveva avuto voce in Capitolo, quando aveva accettato docilmente il suo posto. No, Claire era il nome che si era creata, la vita che aveva costruito per sé, e apparteneva solo a lei.

L’uomo le sbottonò i jeans con un rapido movimento e le abbassò la cerniera, prima di spingere la mano all’interno. Fece scivolare le dita contro la sua figa fradicia e gemette, scaldandole l’orecchio con il suo respiro.

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