L’uomo aveva sgranato gli occhi, e sembrava scioccato nel momento in cui l’orgasmo di lui raggiunse Mackendra sulla carne sensibile del ventre. La ragazza alzò la testa e guardò in basso. Si rese conto che l’orgasmo di Kyran si prolungava da qualche minuto, cosa che la portò a chiedersi se fosse una cosa da vampiro. Era chiaro che l’uomo stesse cercando di contrastare la propria reazione, infatti balzò indietro. Mackendra si alzò in piedi e lo raggiunse, ma lui la spinse via.
“Qual è il tuo problema?”
“Lasciami stare, Mackendra” la avvertì.
“Perché, che cos’hai intenzione di fare? So che non mi farai del male”. Avanzò verso di lui con ritrovato coraggio, quindi gli posò una mano sul marchio.
“Non hai idea di che cosa sono in grado di fare” rispose lui nell’allontanarsi dalla cascata, e Mackendra lo seguì.
“Sono abbastanza certa di saperlo” ribatté lei; si chiese se stesse esagerando.
“No, non lo sai” sbottò lui spingendola con così tanta forza da farla cadere sulla banchina erbosa. “Ho legato a una croce l’ultima femmina con cui sono stato, le ho messo con forza una gagball in bocca e poi l’ho picchiata con un bastone” esordì con disprezzo, in attesa della reazione di lei. “Poi l’ho fatta piegare su una panchina e l’ho picchiata a morte. Esatto, Mackendra. Sono un depravato” aggiunse. Si voltò su sé stesso prima di avanzare, ma alla ragazza non sfuggì l’espressione di rammarico e autocommiserazione negli occhi di lui.
Mackendra cercò di comprendere ciò che Kyran le aveva appena detto e ciò che aveva espresso inconsciamente. Le tremavano le gambe; in cosa diavolo si era cacciata?
CAPITOLO CINQUE
Kyran era scosso. Non aveva mai vissuto qualcosa del genere, il che lo stressava. Le sue esperienze sessuali non erano mai state molto sensuali; in realtà non aveva mai avuto un incontro erotico o carnale. Aveva venticinque anni ed era al culmine della propria trasformazione quando aveva assistito al brutale assassino della madre e del padre. Aveva raggiunto la maturità sessuale e aveva acquisito i propri poteri nelle peggiori condizioni possibili, il che l’aveva rovinato.
In seguito alla perdita dei genitori Kyran aveva trascorso diversi decenni a rafforzarsi e affinare le proprie abilità, ma non si era mai concesso a una femmina. Quando si era arreso ai propri bisogni fisici si era reso conto di provare soddisfazione solamente quando dominava la situazione, mettendo da parte le emozioni. Per raggiungere l’apice aveva sempre avuto bisogno di trovarsi in posizione dominante, il che per Kyran implicava manette e ballgag. Non aveva mentito a Mackendra quando le aveva detto di essere depravato.
Non era certo di come gestire la reazione che aveva avuto in presenza della propria Prescelta. L’attrazione che Kyran provava per Mackendra era stata palese dal momento in cui l’aveva vista per la prima volta, ma non era preparato all’eccitazione che aveva provato quando l’aveva vista sul bagnasciuga. Nessuna altra femmina spogliandosi l’aveva fatto eccitare in quel modo, ed era quasi impazzito quando gli aveva leccato il marchio.
Aveva fatto tutto il possibile per riavere la meglio durante il loro incontro, ma i propri sforzi erano stati vani. Forse le aveva dato l’illusione di avere il controllo sugli avvenimenti, ma era sempre stata lei a prevalere su di lui. L’aveva vincolata, facendo in modo di limitarle i movimenti, ma non aveva previsto l’intensità delle reazioni del proprio corpo alla sensazione della carne di lei, tantomeno dell’apice che tale eccitamento gli aveva fatto raggiungere.
Si era immediatamente arrabbiato. Ammoniva sé stesso per la propria debolezza, ed era scoppiato nei confronti di Mackendra. Aveva assolutamente sottovalutato l’effetto della propria Prescelta su di sé, e a posteriori si era reso conto che avrebbe dovuto sapere di non illudersi di farle provare piacere e farla entrare gradualmente nel proprio mondo. Sapeva che la maggior parte delle femmine provavano avversione nei confronti delle sue preferenze sessuali, quindi Kyran aveva intenzione di abbattere progressivamente i muri che la ragazza aveva eretto attorno a sé. Al contrario era stata lei a distruggere completamente e repentinamente tutte le difese di Kyran, mostrandogli per la prima volta la vera intimità.
Quando si voltò rapidamente verso Mackendra, si rese conto che la ragazza stava stringendo i pugni lungo i fianchi. Era come se nei suoi occhi bruciasse un fuoco, lo stesso che aveva notato un istante prima che lo pugnalasse. Kyran sapeva di aver fatto un errore ad alzare la voce con lei, ma non gli importava. Doveva ricomporsi, e l’unico modo in cui sapeva farlo era aggredendo. La sua Prescelta doveva vedere con che cosa aveva a che fare.
Se avesse proceduto con il proprio piano di renderla mansueta sarebbe stato lui ad essere addomesticato, ed era qualcosa che non poteva permettersi.
“Ti do due minuti per vestirti. Ce ne andiamo” le disse Kyran. Mackendra si irrigidì e accartocciò la maglietta tra le mani.
“Adesso aspetti. Prima mi lavo i vestiti” sbottò Mack nel dirigersi verso lo specchio d'acqua con i pantaloni e il top in mano. La provocazione di lei lo fece infuriare facendogli ribollire il sangue nelle vene.
“Non abbiamo tempo per queste cose. Ci siamo trattenuti già troppo a lungo. E non possiamo sapere che cosa sia sulle nostre tracce”.
“Poco fa non sembravi così turbato. Io mi lavo i vestiti. Se tu devi andare, vai. Mi so prendere cura di me stessa”. Mackendra non si preoccupò di coprirsi nel rannicchiarsi per lavarsi gli indumenti.
Kyran provò il desiderio di raggiungere e strangolare quel peperino, invece si mise a sedere e indossò gli stivali. “Sbrigati. La maglietta è pulita”. Mackendra proseguì le proprie azioni, apparentemente disinteressata dalla presenza o dall’assenza di lui. La verità era che Kyran non sarebbe andato da nessuna parte senza di lei. Solo la Dea sapeva in cosa si era cacciata Mackendra, e Kyran non avrebbe messo a rischio la propria Prescelta.
“Ma se è sporca di budella di ragno! La pulisco come meglio posso. Vattene” disse Mack liquidando Kyran e proseguendo a fare il bucato. La vista del sedere di lei alla luce violacea della luna era uno spettacolo tutto da mordere. Aveva la pelle semitrasparente, e l’uomo ne voleva un assaggio. Era quasi impossibile mettere a tacere il bisogno di godere del corpo di lei, e i suoi canini scesero immediatamente.
“Sai che c'è? Fa’ con calma, bellezza. La vista da qui è spettacolare” la stuzzicò nell’appoggiarsi le braccia alle ginocchia. “Mi sto immaginando certi modi in cui legarti e possederti” aggiunse, consapevole che tale provocazione avrebbe fatto in modo che accelerasse le operazioni.
“Goditi lo spettacolo fin che puoi. Resteranno solamente delle fantasie” ribatté Mack nel far strisciare verso di sé il coltello. Kyran non si era reso conto che gli aveva sottratto l’arma. Il pensiero di Mackendra che sentiva di doversi difendere da lui lo infastidiva più di quanto riuscisse ad ammettere.
La sua Prescelta non avrebbe mai dovuto temerlo. L’avrebbe legata e torturata sessualmente, ma non sarebbe mai stato in grado di farle seriamente del male. La forzatura dell’accoppiamento non era limitata al desiderio sessuale. La necessità di proteggerla era innegabile, e sarebbe sempre stato così.
Quando aveva perso il controllo, risultando nella morte di Charlotte, era successo perché era stato pervaso dal ricordo dello stupro e dell’omicidio della madre. In quel momento era stato preso dalla medesima ira che l’aveva consumato quando aveva distrutto il demone responsabile. Era un bastardo malato ma non era crudele, e sapeva che ciò che aveva fatto era riprovevole. Tutti i giorni pregava la Dea, chiedendole perdono, e faceva di tutto per ricevere l'espiazione, bensì consapevole che non avrebbe mai potuto ricevere perdono per l’innocente sangue versato di Charlotte. Kyran aveva fatto l’unica cosa che avrebbe potuto fare, assicurandosi che la ragazza ricevesse una degna sepoltura, ma non si sarebbe mai perdonato per ciò che aveva fatto.
Mise da parte il proprio demone personale e si concentrò sulla luce che splendeva nella sua vita. Forse non si meritava la bellezza di una Prescelta, ma non l’avrebbe data per scontata. Al contrario aveva intenzione di ospitarla completamente nel proprio mondo per godersi ogni centimetro di lei. “Oh, ma saranno molto di più di fantasie, Mackendra. Appena ti riporterò a Seattle ho intenzione di farti provare piacere in diversi modi. Non saremo in grado di negare questo accoppiamento”.
“Nei tuoi sogni, sanguisuga. Quando torno a Seattle ho intenzione di trovare un altro posto dove stare, molto lontano da te. In quell’incendio ho perso tutto, e adesso non m’importa di nient’altro se non di trovare un’altra casa. Beh, quello, e liberare le prigioniere”.
Era la seconda volta in cui Mackendra menzionava quelle donne. “Vivrai a Zeum insieme a me, non si discute. Ora dimmi di quelle donne. È la seconda volta che ne parli”.
Mackendra strizzò la maglietta con rabbia, quindi la posò accanto a sé prima di lavarsi i jeans sporchi nel lago. Una volta terminato, risciacquò il reggiseno e le mutandine prima di alzarsi in piedi. Era rimasta in silenzio talmente a lungo da far pensare a Kyran che non gli avrebbe più detto niente. Non era una persona loquace di natura, ma gli risultò difficile restare in silenzio in attesa del commento di lei. Mackendra ruppe il silenzio quando raggiunse il proprio zaino. “Sarò io a decidere dove vivere, fine della storia. Ma devo parlarti di quelle donne. Ne ho viste almeno una dozzina in quelle gabbie, e mi hanno detto di trovare il Re Vampiro e i Guerrieri Oscuri per portarle in salvo”.
“Che cosa?” Esordì lui balzando in piedi. Perché diamine questa femmina frustrante non ne aveva parlato prima? “Perché non l'hai detto a Elsie? A quest’ora sarebbero già libere”.
Mackendra estrasse con foga dei vestiti puliti dallo zaino prima di indossarli. Non importava se si stava vestendo o svestendo, per Kyran era comunque la donna più sexy di tutte. Di certo non aiutava il fatto che la ragazza avesse indossato la maglietta pulita senza reggiseno. Il suo seno abbondante allargava al massimo il cotone rosa della maglietta e i suoi capezzoli turgidi erano in bella mostra. Ovviamente, in pieno stile della propria Prescelta, anche quella maglietta era decorata da uno slogan sarcastico. Kyran sorrise quando lo lesse. Indubbiamente Mackendra era una 'Tipa Tosta'. Quello che indossava era il top preferito di Kyran.
Mackendra si piegò per indossare gli anfibi; era furiosa. “Non l'ho detto a Elsie, cretino, perché non sono sicura di chi fidarmi. Non avevo idea che fosse in contatto stretto con i vampiri, e non mi andava di coinvolgere la mia amica nel casino che ho trovato. Sono gli Skirm e qualcosa di peggiore a torturare queste donne”.
“Gli Skirm sono scagnozzi decerebrati e controllati dall’Arcidemone che li ha trasformati. Sai chi è stato il responsabile? Scommetto tutto quello che ho che è stato quel brutto figlio di puttana di Kadir. Hai visto che cosa ha fatto loro?” Domandò Kyran con ritrovata impellenza di fare ritorno a casa. Doveva salvare quelle donne.
“Non ho mai visto il responsabile, ma una di loro mi ha detto che stavano cercando di farle diventare assassine spietate. Non mi è piaciuto lasciarle lì, ma non sono potuta restare perché ho visto entrare nelle segrete la creatura più brutta e imponente che avessi mai visto, con al seguito un cane nero enorme”. Kyran era perplesso da ciò che aveva detto Mackendra. Era possibile che avesse trovato il covo di Kadir? Gli si gelò il sangue nelle vene al pensiero della ragazza nella tana del demone e di ciò che sarebbe potuto accaderle.
“Dove hai trovato quelle donne? E quanto tempo fa?” Si trattava della svolta di cui avevano bisogno per fare progressi nella guerra contro gli Arcidemoni.
“Alla metropolitana di Seattle a Pioneer Square. Ed è successo qualche giorno prima dell’incendio di casa mia. Le donne mi hanno detto di rivolgermi ai Guerrieri Oscuri, ma non sapevo come raggiungerli”.
“Non mi sorprende. Siamo gli unici in grado di salvarle. Andiamo. Dobbiamo trovare quei draghi e tornare a Seattle. È questa l’informazione che stavamo cercando, e se pianificheremo bene il tutto potremo annientare Kadir. Sono settecento anni che aspetto di vendicarmi di Lucifero. Kadir è il suo secondo in carica, e per Lucifero non sarà facile trovare un altro demone di cui fidarsi”.
“Mi stai dicendo di essere un Guerriero Oscuro?”
Kyran la afferrò per un braccio nel mettersi in marcia. “Esatto, sono un Guerriero Oscuro e il Principe Vampiro”.
“Quella donna ha lasciato intendere che i Guerrieri Oscuri sono una specie di protettori, non degli assassini. E tu sei il Principe Vampiro?” Il tono incredulo di lei attirò l’attenzione di Kyran.
L’uomo si fermò sui propri passi, trovandosi direttamente faccia a faccia con Mackendra. “Eccome se sono un assassino, Mackendra. E ti conviene ringraziare la Dea per questo, perché farò qualunque cosa per riportare il tuo bel sederino a casa. E se dovesse succedere qualcosa a mio fratello Zander sarò io il successore al trono dei Vampiri”.
Kyran le portò un dito sotto il mento, avvicinando a sé il viso di lei per un istante fugace prima di riprendere a camminare. Procedettero in silenzio, e l’uomo ebbe occasione di calmarsi. “Come hai fatto a scoprire il covo di Kadir? Nessuno dei Guerrieri Oscuri ha trovato degli indizi dopo mesi di ricerche. Mi sembra inimmaginabile che una femmina umana sia sopravvissuta a una tale impresa”.
“Si beh, questa piccola umana possiede abilità ineguagliabili, qualcosa di inarrivabile anche per voi succhia-sangue grandi e grossi. È stato facile. Mi è risultato veramente difficile non seguire lo Skirm senza ucciderlo”.
“Hai seguito uno Skirm? Ti rendi conto di che cosa hai rischiato? Non farlo mai più. Potevi restarci secca”.
“Sono abbastanza sicura che mi farò ammazzare con o senza di te. Onestamente non m’interessa se sono la Prescelta del diavolo in persona; ho promesso a quelle donne che sarei tornata per tirarle fuori da lì, ed è esattamente ciò che intendo fare”. Mackendra inclinò il capo con fare di sfida e serrò le labbra stringendo lo sguardo su Kyran. La vista della propria Prescelta, talmente ostinata e arrabbiata gli faceva venire voglia di annullare la distanza tra i loro volti e portare le labbra sulle sue.
Non ci rifletté quando si arrese al desiderio e accarezzò le labbra di lei con le proprie. Il gesto la fece immobilizzare istantaneamente. Kyran non si mosse per una frazione di secondo, e poi si rimise in marcia, ammonendosi tra sé e sé per aver compiuto una tale follia. La sua stava diventando un’abitudine, e di certo non aiutava il dimostrarle di essere tutto il contrario di ciò che era. Eppure la ragazza aveva un sapore afrodisiaco, e Kyran voleva leccarla in molte zone del suo corpo prima di gustarsi il suo sangue.
“Possiamo parlarne più tardi. Che altro ti hanno detto quelle donne? Mackendra?” Domandò nel voltarsi indietro, e quando non la udì rispondere, i canini del maschio furono subito in bella mostra. Una creatura malvagia stava stringendo la sua Prescelta.
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Gerrick riagganciò prima di aprire il relativo database. Digitò il report; era furioso che un’altra donna fosse sparita. Si trattava della terza segnalazione di quella settimana. Era aumentata la frequenza delle sparizioni dopo l’accoppiamento di Zander e Elsie di qualche mese prima. Per la millesima volta si chiese quale fosse il motivo.