Cervello E Pandemia: Una Prospettiva Attuale - Ingiaimo Simona



Cervello e pandemia: Una Prospettiva Attuale

Juan Moisés de la Serna Tuya

Marcos Altable Pérez

Mª Esther Gómez Rubio

Traduzione italiana Simona Ingiaimo

Tektime Editore

2021

“Cervello e pandemia: Una Prospettiva Attuale”

Scritto da: Juan Moisés de la Serna Tuya, Marcos Altable Pérez e Mª Esther Gómez Rubio

Traduzione italiana Simona Ingiaimo

1ª edizione: agosto 2021

© Juan Moisés de la Serna, 2021

© Tektime Edizioni, 2021

Tutti i diritti riservati

Distribuito da Tektime

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Prefazione

Sebbene la principale preoccupazione relativa al COVID-19 riguardasse le sue conseguenze, soprattutto in termini di problemi respiratori, i progressi nella conoscenza di questa malattia hanno permesso di capire come i suoi effetti si estendono oltre i polmoni, e possono raggiungere ed influenzare il sistema nervoso.

Questo testo affronta le conseguenze che il COVID-19 ha nel cervello, da una doppia prospettiva: la prima, la prospettiva della neurologia, in cui le conseguenze della malattia sono considerate neuronali, come presentato dal dottor Marcos Altable Pérez, neurologo e fondatore di Neuroceuta a Ceuta. La seconda, la prospettiva della neuropsicologia, dove si approfondiscono i vari processi cognitivi che sono stati coinvolti in questa pandemia.

Allo stesso modo, il testo contiene l’eccezionale testimonianza della dottoressa Mª Esther Gómez Rubio, Psicologa Clinica e Neuropsicologa, specialista dell’area dell’Ospedale Nazionale per Paraplegici (SESCAM), che ci racconta la sua esperienza nei momenti più complicati della pandemia.

Riguardo agli Autori:

Dr. Marcos Altable Pérez, laureato in Medicina, specialista in Neurologia, Master in Neurologia e Neurosviluppo Pediatrico e Master in Neuropsicologia. Ha effettuato molteplici pubblicazioni in vari spazi (riviste scientifiche e congressi nazionali e internazionali, giornali, pagine web, capitoli di libri, ecc.) e combina la pratica clinica a Ceuta con lo studio e l’aggiornamento continuo in Neurologia, Neuropediatria e Neuropsicologia.

Dr. Juan Moisés de la Serna, Dottore in Psicologia, Master in Neuroscienze e Biologia Comportamentale, Specialista in Ipnosi Clinica, direttore dei corsi post-laurea presso l’Università Tecnologica TECH e presso l’Università Europea Miguel de Cervantes. Insegnante post-laurea e direttore del TFM presso l’Università Internazionale di La Rioja e presso l’Università Internazionale di Valencia.

Dr.ssa Mª Esther Gómez Rubio, Psicologa Specialista in Psicologia Clinica, Laureata in Filosofia e Scienze dell’Educazione (sezione Filosofia), Laurea Magistrale in Neuropsicologia Cognitiva, Laurea Magistrale in Psicopatologia e Salute, Laurea Magistrale in Modifica del Comportamento, Specialista Facoltativa nell’area Ospedaliera Nazionale dei Paraplegici (SESCAM). Laureata in Filosofia presso l’UCM, Psicologa specializzata in Psicologia Clinica UNED, PIR Ospedale de la Princesa (Madrid), Laurea Magistrale in Psicopatologia e Salute UNED, Laurea Magistrale in Modifica Comportamentale UNED, Laurea Magistrale in Neuropsicologia Cognitiva UCM e FEA SESCAM, personale aggiunto dell’Ospedale Nazionale dei Paraplegici.

https://youtu.be/CDDDsNGV0Eg

ÍNDICE

Capitolo 1. Introduzione allo studio del Cervello

Capitolo 3. Cervello e COVID-19

Capitolo 4. Neuropsicologia del COVID-19

Capitolo 5. Un neuropsicologo ai Tempi del COVID-19

Elenco dei Tweet

Riferimenti

Capitolo 1. Introduzione allo studio del Cervello

La ricerca sul cervello è stata una costante nel mondo della scienza. Vi sono tracce sin dai tempi degli antichi egizi, che hanno lasciato tracce di trapanazioni al cranio, che hanno effettuato per “liberare” il paziente dai suoi problemi, una pratica che è stata mantenuta fino allo sviluppo della medicina come scienza (Collado-Vázquez & Carrillo, 2014).

I primi studi anatomico-descrittivi sui cervelli post mortem, hanno permesso di differenziare lobi, solchi e fessure cerebrali a livello della corteccia e di identificare strutture sottocorticali, che erano visibili nonostante le dimensioni ridotte di alcuni.

Lo sviluppo del microscopio ha permesso la nascita dell’istologia, nota anche come anatomia microscopica, dove nel tempo si iniziano ad osservare le cellule cerebrali, per classificarle successivamente e stabilire le regioni in cui si trovano più frequentemente. Grazie alla colorazione e ai contrasti come, ad esempio, con il cloruro d’oro o il cromato d’argento, è stato possibile delimitare la struttura degli strati e al loro interno le forme dei neuroni.

Immagine 1 Tweet Neurone al Microscopio Elettronico

Traduzione Immagine 1: Neurone visto al microscopio elettronico a scansione.

Risorsa: Detective della scienza

Attualmente, i microscopi elettronici, che hanno una risoluzione cinquemila volte maggiore dei microscopi ottici, hanno permesso di osservare i mitocondri, l’apparato di Golgi e le altre strutture interne dei neuroni, nonché le proteine (@ rafaelsolana2, 2020) (vedi Immagine 1).

Va chiarito che, oggi, è abbastanza comune parlare di neuroscienze e cervello, ma non è sempre stato così, perché è un campo di conoscenza emerso relativamente di recente. Tuttavia, in senso stretto, non è possibile affermare che esiste una neuroscienza in quanto tale, bensì essa è un insieme di contributi provenienti da molti rami del sapere, che alimentano e compongono il corpo delle neuroscienze. Quindi, se si tiene conto del suo oggetto di studio, del sistema nervoso e della sua attività, si può affermare che essa comprende sia l’anatomia che la biochimica, ma anche la genetica e la psicologia.

Sebbene, inizialmente nasca come specializzazione della medicina, dalle analisi anatomofisiologiche del sistema nervoso, oggi sarebbe impossibile separarla da tutti i contributi che ha ricevuto da altre aree di conoscenza.

Allo stesso modo, le neuroscienze non serviranno solo a spiegare come funziona il sistema nervoso e il suo organo più importante, il cervello, ma si occuperanno anche di più sottozone, come, per esempio, il neuromarketing, la neuroeconomia (Terán & López-Pascual, 2019), la neurofarmacologia, la neuropsicologia, la neuroanatomia o la neurolinguistica.

L’importanza di questo campo di studio sta nel fatto che, grazie a tutto questo, è possibile sapere in modo più chiaro come funziona una persona e come funziona una società, nonché quando si affrontano disturbi dello sviluppo importanti, come il Disturbo dello Spettro Autistico o le malattie neurodegenerative come la Malattia di Alzheimer.

Un campo di conoscenza a cui partecipano ricercatori di tutti i paesi del mondo, che giorno dopo giorno offrono nuove informazioni, ponendosi nuovi interrogativi, al fine di comprendere l’organo più complesso del corpo umano, il cervello.

Ad esempio, in uno studio attuato per comprendere la questione dello sviluppo di persone dotate o di persone con elevate capacità, sembra essere un po’ lontano dall’interesse della società, più sensibile ad altri problemi, comprendendo che i “più intelligenti” saranno in grado di “sopravvivere” e “cavarsela” da soli. Quindi ci si concentra sui bisogni speciali di coloro che “realmente” ne hanno bisogno, in modo che possano raggiungere lo stesso livello degli altri, e migliorare il più possibile.

D’altra parte, ci sono società che hanno a cuore questo gruppo, che stabiliscono politiche volte alla diagnosi precoce e alla formazione specifica, per migliorare le proprie capacità. La società non fa altro che investire sul proprio futuro, sapendo che queste persone sono quelle che domani saranno in grado di risolvere i problemi che sorgono, contribuendo a nuovi progressi e scoperte.

Esistono due concezioni che sono basate su diversi approcci all’intelligenza, la prima ne spiega una più biologica, dove si presume che data una dotazione genetica, la persona l’avrà per tutta la vita, e questo “faciliterà” il suo sviluppo.

D’altra parte, la seconda, senza rifiutare la dotazione genetica, concepisce che si debba lavorare attraverso lo sforzo e la pratica per poter sviluppare al massimo le proprie capacità, il che permetterà alla persona di essere un “grande” medico, musicista o scienziato, ma le persone dotate hanno cervelli diversi?

Questo è quanto hanno cercato di scoprire con uno studio realizzato con la partecipazione dell’Istituto di Ricerca Biomedica August Pi i Sunyer (IDIBAPS), con la scuola Oms e Prat, con la Fondazione Catalogna, con la Fondazione Oms, con il Centro di Diagnostica per Immagini della Clinica Ospedaliera, con il Gruppo di Elaborazione di Dati e Segnali e con il gruppo di Ricerca in Digital Care dell’Università di Vic, insieme all’Istituto di Neuroscienze e al Dipartimento di Psicologia Clinica e Psicobiologia dell’Università di Barcellona (Spagna) e all’Unità di Mappatura del Cervello del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Cambridge (Inghilterra) (Solé-Casals et al., 2019) .

Allo studio hanno partecipato 29 bambini con un’età media di 12 anni, 15 dotati di Q.I. maggiore di 145 con percentili superiori al 90% nella memoria, nell’atteggiamento di ragionamento spaziale, numerico, astratto e verbale. Il resto funge da gruppo di controllo con Q.I. fino a 126, valutati utilizzando la Wechsler Intelligence Scale for Children (Wechsler, 2012).

Tutti i bambini sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica in stato di riposo, per confrontare le caratteristiche cerebrali di entrambi i gruppi.

I risultati mostrano differenze anatomiche tra i due gruppi eguagliati per età, che, nel caso delle persone dotate, contengono strutture con interconnessione globale ed integrate, cioè si produce una concentrazione topologica a livello neuronale che ne aumenta l’efficacia rispetto al gruppo di controllo che ha una distribuzione più ampia e diffusa.

In questo modo, i cervelli dei superdotati non solo eseguono elaborazioni più efficienti in aree specifiche, ma la comunicazione tra queste aree e l’integrazione delle informazioni è anche più veloce ed efficiente, consentendo ad esempio, di avere una maggiore capacità nella memoria di lavoro, la quale richiede la partecipazione di varie regioni per poter seguire e portare a termine un determinato compito.

Tra i limiti dello studio, commento che erano stati inclusi solo i maschi, tralasciando l’analisi del cervello delle ragazze, e che è stato analizzato anche solo il cervello dei destrimani, con la rappresentazione dei destrimani tra le persone superdotate, che era più bassa rispetto alla popolazione generale.

Nonostante quanto detto sopra, lo studio ci consente di capire come le persone meno dotate avranno una maggiore capacità cerebrale di elaborare le informazioni, il che non è necessariamente correlato a migliori risultati accademici.

Sebbene gli autori non commentino “l’origine” di queste differenze, poiché non riescono a valutare il ruolo della genetica o dell’ambiente, è chiaro che spetta al sistema educativo fornire la stimolazione necessaria per sviluppare il potenziale neuronale del bambino.

Lo Sviluppo del Cervello

Lo sviluppo del cervello è geneticamente determinato, in modo che le strutture neuronali siano “ripetute” da umano a umano, il che consente l’identificazione morfologica, sebbene ciò non implichi che i cervelli siano gli stessi, ma sono gli stessi anche la distribuzione in lobi, le aree e le regioni, le scanalature, i tratti o i ventricoli neuronali.

Infatti, i primi studi anatomici del cervello, effettuati post mortem, si sono concentrati proprio sulle somiglianze e sulle differenze di cervelli di persone che avevano sofferto di una qualche patologia, messi a confronto con cervelli sani. In questo modo si è cercato di comprenderne le implicazioni neurali di ogni determinata patologia (Haines, Faaa e Mihailoff, 2019).

Uno dei casi più conosciuti nella storia è quello di Phineas Gage, che ha subito un infortunio sul lavoro in miniera, dove una sbarra con cui stava lavorando gli ha perforato il cranio. Da quel momento in poi il suo comportamento è cambiato diventando irregolare, imprevedibile e anche spericolato.

Lo studio post mortem ha permesso di conoscere le aree colpite, nello specifico il lobo frontale sinistro, che ha permesso di stabilire le prime ipotesi sul ruolo del lobo frontale nel controllo degli impulsi, nel giudizio, nonché nella sua partecipazione ai compiti di pianificazione, di coordinamento, di esecuzione e di supervisione dei comportamenti (Echavarría, 2017).

Attualmente, i progressi nelle tecniche consentono di osservare il cervello e di lavorare dal vivo con determinate funzioni, il che ha permesso di conoscere non solo le aree cerebrali coinvolte, ma anche le vie di comunicazione tra le aree corticali e le aree sottocorticali di determinati processi, sia di tipo più fisiologico che cognitivo. Il tutto applicato al campo della medicina, che consente di confrontare il cervello dei pazienti con il cervello “normale”, e quindi consente di determinare a che punto si trova il “problema” in esso, cosa particolarmente importante al momento dell’intervento chirurgico, quando il resto dei trattamenti non ha l’efficacia attesa nel risolvere il “problema”.

Le differenze morfologiche o di densità danno indizi ai neurologi sulle patologie di cui può soffrire un determinato paziente, quindi nel caso del morbo di Alzheimer, la microscopia ha permesso di verificare la presenza di placche senili e grovigli neurofibrillari, anche dall’anatomia macroscopica. La perdita di densità delle strutture neuronali e l’allargamento del ventricolo è caratteristico di questa malattia (@evafersua, 2009) (vedi Immagine 2).

Immagine 2 Tweet Cervello con Alzheimer

Traduzione Immagine 2: Questa è l’immagine di un cervello di un ratto modificato con Alzheimer: in rosso si possono osservare le placche tossiche della proteina amiloide e in marrone i grovigli di proteina Tau (marroni).

Sebbene fino a questo momento lo studio del cervello sia stato considerato statico e invariabile nel tempo, quest’idea è lontana dalla realtà. Infatti, nello sviluppo del cervello si possono distinguere due stadi ben definiti, prima e dopo la nascita, e, a differenza di quanto accade in altre specie, il cervello umano al momento della nascita si sta ancora formando ed è incompleto. Questo significa che è meno indipendente e che richiede cure e protezione per un tempo più lungo.

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