La giovane lo congedò con un gesto della mano e si voltò, disgustata. «Va via, Matt. Non sei per niente daiuto, qui.»
Lui sbuffò, sforzandosi di chiamare a raccolta alcune delle buone maniere che per anni sua madre aveva provato a inculcare in lui e in suo fratello. «Perché non provi vicino allarbusto di quercia?»
Lei lo fissò, poi andò verso il cespuglio irregolare. Afferrò una grossa pietra e prese a scavare, così come aveva fatto proprio quella sera di dieci anni prima.
Abbandonando di soppiatto la festa, era andata lì a nascondere la sua scatola. E lì Matt laveva trovata, con il grazioso vestitino giallo sporco di terra e i boccoli castani, raccolti con un nastro dello stesso colore dellabito, che ricadevano in avanti mentre china sulla buca continuava a scavare con una pietra, proprio come adesso. Gli aveva detto che seppelliva la scatola in caso di un attacco indiano i Comanche erano stati una minaccia costante, ma sua madre aveva temuto anche i Kiowa a nord e persino i Tonkawa a sud, tanto da generare una leggera ossessione nelle figlie.
Matt sapeva già allora che suo padre e gli altri proprietari di ranch si erano molto prodigati per una convivenza pacifica con gli indiani della zona, tuttavia non era mai riuscito a convincere Molly. E, alla fine, aveva avuto ragione lei. Una consapevolezza che lo feriva come un pugnale nelle viscere.
La pietra colpì qualcosa di solido.
«Non avrei mai creduto di trovarla ancora qui.» Tirò fuori la scatola dal suo nascondiglio nella terra, spolverò la superficie, quindi sollevò con cura il fermo e la aprì.
Lui conosceva già il contenuto glielo aveva mostrato Molly quella sera prima di seppellire il tutto ma gettò comunque unocchiata curiosa oltre la spalla della giovane. Una bussola, una bottiglia vuota per lacqua, un coltello, dei fiammiferi, un pezzo di stoffa in caso di ferite e sul fondo la vecchia fionda ormai usurata. «Scricciolo» sussurrò lei, sollevandola. Spinse da parte gli altri oggetti ed estrasse un foglio di cartapecora piegato, quindi ripose la fionda.
«E quello che cosè?» chiese lui.
La giovane chiuse la scatola, la infilò sotto il braccio e si rialzò, con la pergamena sbiadita in mano. «Solo una lettera che a suo tempo pensai di dover nascondere.» Avviandosi verso il ranch, la spiegò e prese a leggere.
Non si accorse che Matt la seguiva e nel voltarsi di scatto gli finì contro.
«Avete mai scoperto chi uccise i miei genitori?» chiese, seria in viso.
«No.» Lui, sua madre, suo padre, gli aiutanti del ranch e gli altri proprietari terrieri che si erano uniti nella ricerca di Molly e degli assassini di Robert e Rosemary Hart avevano incontrato non poche difficoltà. In qualche modo, i sospetti erano riusciti a sfuggirgli.
«Neanche un piccolo indizio?» insistette, speranzosa.
«Seguimmo le tracce degli uomini che vi attaccarono e portarono via te» disse lui «ma senza successo.»
«Quando gli indiani ci assalirono, però, alcuni di quegli uomini furono uccisi.»
«I corpi non furono mai trovati. Avesti modo di riconoscere i rapitori?»
Lei scosse la testa, poi sembrò esitare.
«Che cè?» chiese lui.
«Non credi neanche alla mia identità. Perché dovrei parlarti dei miei sospetti?»
Matt la guardò, dritto in quegli occhi dallazzurro intenso non vi era dubbio: erano quelli di Molly Hart. Il come e il perché non quadravano, ma adesso che la osservava, sotto il brillante cielo texano, ecco che tornavano i sussurri del passato i loro come pure quelli di migliaia di anni di vite e lotte in quella landa sterile a echeggiare nella mente e nel cuore, a ricordargli quello che aveva provato il giorno in cui credette di averla persa.
Il corpo di Molly era stato recuperato e avvolto nella coperta in cui giaceva, ai piedi del gruppo di uomini e ragazzi che erano andati a cercarla. I resti testimoniavano crudeli violenze. Stordito, Matt si era allontanato a piedi dalla valle in cui era situato il ranch degli Hart, fermandosi infine in cima a una collina per fissare il tramonto. Le vaste pianure del Texas si estendevano a perdita docchio e il crepuscolo gettava sulla terra ombre scure accompagnate da un forte vento.
Sembrava che il soffio imponente gli attraversasse il corpo. La mente, il cuore, i sogni ogni parte di lui abbracciava quanto restava di Molly.
Aprì la mano e fissò la croce doro sulle dita callose. Il dolore che si sforzava di ignorare lo travolse e la tensione nelle viscere si sciolse in maniera tanto rapida che le gambe vennero meno.
Cadde in ginocchio, con il corpo scosso da incontrollabili singhiozzi. Inveì contro Dio, contro i Comanche, contro Robert Hart per aver portato le tre giovani figlie in quel luogo deserto, ma più che gli altri, maledisse se stesso. Se solo non si fosse mosso dal suo fianco quella sera, forse sarebbe rimasta viva.
Ed era viva.
«Ma io ti credo» disse brusco «e mi spaventa a morte.»
«Perché?»
«Perché avrei dovuto trovarti. E ancor più, perché se fossi rimasto con te allora non saresti mai stata rapita.»
Il viso di lei esprimeva sorpresa. «Ma tu non ne hai colpa.»
«Non avrò colpa dellaccaduto, ma delle mie azioni sì. Non riesco a immaginare quello che devi aver sopportato in questi dieci anni. È un miracolo tu sia ancora viva.»
«Ho smesso di credere ai miracoli molto tempo fa» rispose la giovane in un soffio. «È già difficile sopravvivere giorno per giorno.»
«Ti aiuterò come posso.»
Lei gli lanciò unaltra occhiata confusa. «Io non mi aspetto il tuo aiuto.»
«Che cosa vuoi fare? Dove hai intenzione di andare?»
Con espressione rassegnata, lei sedette su un masso lì vicino. «Non lo so. Non ci ho ancora pensato.»
«Mia madre può aiutarti a contattare le tue sorelle.»
«Sì, mi piacerebbe» rispose lei, giocherellando con la pergamena sbiadita nelle sue mani.
«Che cè scritto?»
Mordendosi il labbro inferiore, ignorò la domanda. «È ancora vivo Davis Walker?» chiese, invece.
«Sì. Gestisce il suo ranch da queste parti.»
Lei annuì e gli porse la lettera.
Cara Rosemary,
non puoi respingermi in eterno. Lo so, mi hai detto di stare lontano ma non ne sono capace, ho bisogno di vederti. Devo sapere perché non vuoi incontrarmi. Che cosa nascondi?
Davis
Matt guardò Molly, sbalordito. «Davis? E tua madre?»
«Così sembra.»
«Come lhai avuta?»
«Davis venne qui un pomeriggio. Io giocavo fuori e quando lo vidi mi nascosi. Era arrabbiatissimo, bussava e bussava alla porta, ma mia madre aveva portato Mary ed Emma a far visita a Sarah e suo marito. Ti ricordi di Sarah? Aiutava mamma a occuparsi di noi. Alla fine, Davis smise, ma prima di andarsene spinse questa sotto la porta.» Piegò la pergamena con cura. «So che non avrei dovuto, eppure entrai dal retro e la lessi. Ero giovane, ma neanche tanto, questa lettera significava guai. Decisi di seppellirla così che nessuno, e men che meno papà, potesse mai trovarla.»
«Non pensi che abbiano continuato a vedersi di nascosto, vero?»
Molly si strinse nelle spalle. «Non lo so. Ma cè dellaltro. Quando mi portarono via, quella sera, ricordo chiaramente che gli uomini nominavano Davis Walker.»
«In che senso?»
«Non so bene, ero così confusa. Ma»
«Pensi che dietro lattacco alla tua famiglia ci sia Davis?» concluse Matt nel vederla esitare. «Perché non tollerava il rifiuto di tua madre?»
«Da quando ho saputo della morte dei miei genitori, qualche settimana fa, mi sono tornate in mente così tante immagini dellinfanzia che sì, lho pensato.»
A Matt quellipotesi non piaceva. Davis Walker era amico di suo padre, così come lo era stato di Robert Hart. Il pensiero che dieci anni prima potesse essere stato responsabile della distruzione di tutte le loro vite lo avviliva.
«Devo trovare Claire» disse lei, alzandosi. «Ieri, per farmi un favore, è andata a dare unocchiata al Walker Ranch.»
«E dopo che cosa intendi fare?»
«Scoprire se dietro questa faccenda cè davvero lui» rispose in tono risoluto.
«E se così fosse?»
«Gliela farò pagare.»
Capitolo Cinque
Accovacciata comera in un lieve avvallamento nel terreno pianeggiante, a circa cinque miglia a sud dai resti del ranch degli Hart, Matt non si accorse di Claire Waters finché non le furono quasi addosso. Aveva legato il cavallo in un posto nascosto alla vista e si era rannicchiata accanto a un gruppo di arbusti di quercia.
Molly smontò e andò subito da lei.
Due donne sole che fanno del proprio meglio per nascondersi e non farsi notare.
Il pensiero non migliorava il suo atteggiamento già sgarbato anche per via di quanto Molly gli aveva detto a proposito di Davis Walker ma lumore nero iniziava e finiva proprio con lei, la cui presenza gli ricordava gli ultimi dieci anni e la propria incapacità di proteggerla.
Esitante, Claire si alzò dal suo nascondiglio e puntò gli occhi verdi su di lui. Matt imprecò sottovoce: aveva un viso giovane e grazioso e non poteva avere molti più anni di Molly. Una rivelazione che lo sorprese. Si era aspettato una donna un po più matura.
Invece, Molly si era avviata verso il Texas con una ragazza che avrebbe potuto essere sua sorella. Indifese e vulnerabili, erano chiaramente inconsapevoli dei numerosi pericoli che avrebbero potuto correre. E questi solo dallambiente circostante, tipo il tempo e le creature del deserto. A un loro eventuale destino per mano degli uomini, soprattutto in una terra in cui le donne scarseggiavano, non voleva neanche pensare.
«Claire» la salutò Molly sorridente. «Stai bene?»
Sotto il cappello a tesa larga, con la treccia bionda che scendeva su una spalla, la giovane fece cenno di sì, ma lo sguardo era carico di diffidenza.
«Questo è Matt Ryan. Non preoccuparti, sa tutto. Matt, ti presento Claire Waters.»
Lui smontò da cavallo con un gesto fluido. «Signorina» disse, sollevando appena il cappello.
«Cera anche lui al ranch» proseguì Molly. «Pensarono tutti che fossi morta.»
«Ma davvero?» ribatté Claire in tono pacato. «È per questo che nessuno provò mai a cercarti?»
Nonostante i tratti del viso rivelassero nullaltro se non calma esteriore, Matt percepiva la rabbia per conto di Molly. Il senso di lealtà che mostrava verso lamica lo indusse a riconsiderare lopinione che si era fatto di quella giovane donna.
«Sì» rispose Molly. «Dieci anni fa ci fu un po di confusione e scambiarono il corpo di unaltra bambina per il mio.» Fece un lieve sorriso, lanciando uno sguardo oltre la spalla, allindirizzo di Matt. «Era un amico di famiglia, lo conosco sin da piccola. Ma quando gli ho detto chi ero non voleva credermi.»
«Me lo avevi nominato» rispose lamica.
Matt ricordava il racconto di Molly sulle condizioni di Claire quando laveva trovata: tutta lividi e sangue. Sembrava si fosse ripresa, ma un segno rosso e frastagliato le marcava ancora il collo.
Ombre inconfondibili attraversavano gli occhi di entrambe e lui aveva il sospetto che la vita le avesse invecchiate, rapidamente e senza sforzo, ben oltre i loro anni; un fatto tuttaltro che inusuale da quelle parti ma che cionondimeno lo infastidiva.
«Gli ho detto di Walker e si è offerto di aiutarci.»
Lo sguardo di Claire sembrava voler chiedere: Ne sei proprio sicura? Molly annuì.
«Davis Walker è ancora vivo» dichiarò laltra «ma non era al ranch. Una donna anziana, la signora Owens, mi ha detto che si trovava a Fort Worth per qualche settimana e mi ha permesso di passare la notte lì per via della tempesta. Dei tre figli cera solo T.J. Non sono riuscita a cavargli granché a parte che voleva dormissi con lui.»
«T.J. non brilla certo per delicatezza» intervenne Matt. «Non ti ha importunata, vero?»
«No» rispose Claire. «Joey Walker sarebbe tornato oggi, ma non volevo arrivare tardi al nostro appuntamento e perciò non lho incontrato. Il maggiore dei tre, Cale, non si fa vivo al ranch da parecchio tempo. Con tutta probabilità ricorda più degli altri i fatti di dieci anni fa.»
«Fu lui a trovare il corpo» disse Matt a Molly. «Del padre non fece mai parola a suo tempo, ma subito dopo partì.»
«Andasti via anche tu?»
«Sì.» A malincuore ma determinato ad allontanarsi da tutto quanto non esitava a ricordargli il destino di Molly, e purtroppo lo circondava, era partito.
La guardò. Nonostante tutte le traversie degli ultimi dieci anni, appariva risoluta e sicura di sé, con i capelli nuovamente raccolti sotto il cappello. Ricordando la sua passione per le marachelle, quale estensione di una natura curiosa, si chiese se in lei fosse rimasta traccia di quella bambina. Molly era forte, era sopravvissuta, ma a quale costo?
Nel tentativo di schiarirsi i pensieri, spostò lo sguardo a est e disse: «Cale si arruolò nellesercito più o meno quando lo feci io, ma dopo qualche anno lasciò perdere e si mise in proprio.»
«In proprio?» ripeté Molly.
«Mi è capitato dincrociarlo qualche volta. Un giorno da mercenario, un altro da cacciatore di taglie. È sempre in giro. Sono sicuro di poterlo trovare.»
«Non rimase nessuno dei giovani Ryan o Walker?»
«Questo posto non ha molto da offrire a un uomo.» A parte interminabili giornate cariche di ricordi che preferiresti dimenticare. «Cale è in gamba. Ha una vista acuta, la testa sulle spalle e spara meglio di chiunque altro. Anche Joey è un gran tiratore. Si arruolò come noi, ma dopo qualche anno tornò a casa per aiutare il padre a gestire il ranch. T.J. invece, per quanto ne so, è un problema. Beve troppo, gioca spesso dazzardo Davis lha dovuto tirare fuori dai guai parecchie volte.»
«E Logan?»
«Chi è?» sintromise Claire.
«Mio fratello minore» rispose Matt. «Per quanto incredibile possa sembrare» proseguì con un sorriso «un giorno si ritrovò vicesceriffo. Ma lanno scorso è tornato anche lui per dare una mano al ranch. La salute di mio padre inizia a deteriorare.»
«È per questo che sei rimasto?»
La voce intensa di Molly lo scaldava, come whisky vellutato in una notte fredda. Senza invito e con prepotenza, visioni dei loro corpi uniti simpossessarono della sua mente.
«In buona parte» rispose, a disagio per il filo dei propri pensieri e la consapevolezza di quanto scorretti fossero: lei lo aveva sempre considerato un fratello maggiore. Inoltre, se un prigioniero bianco le donne in particolar modo riusciva a tornare dalla propria famiglia, veniva spesso marchiato come corrotto. Molly avrebbe già avuto abbastanza difficoltà anche solo a riadattarsi che Matt dubitava avrebbe gradito un interesse tuttaltro che fraterno da parte sua.
Lunica cosa da fare era assicurarsi che ci fosse qualcuno a prendersi cura di lei. Doveva trovarle il marito giusto, ecco, un uomo che non le rinfacciasse gli ultimi dieci anni.
«Penso che dovremmo andare al ranch dei miei.» Guardò il sole alto nel cielo. «Manca ancora qualche ora a cavallo da qui. Ma sarete entrambe al sicuro. Potrete restare quanto volete e avrete un letto in cui dormire.»
«La terra non è poi così male» commentò Claire, raccogliendo le redini e montando in sella.
«Si può vivere meglio» ribatté Matt.
«Una vita migliore» Molly scosse la testa. «A volte, il meglio è semplicemente restare in vita.»
Cera pura verità in quelle parole. Chiunque avrebbe dato per scontata la loro morte.
«Non devi preoccuparti, Matt, sappiamo badare a noi stesse» concluse in tono fermo, quindi montò a cavallo.
Mettendosi alla testa, Matt si avviò, subito seguito da Molly prima e Claire dopo. Aveva già deciso: si sarebbe preso cura di lei. Punto e basta. Era il minimo che potesse fare. Ormai senza padre, necessitava di qualcuno che avesse a cuore il suo benessere, che proteggesse la sua reputazione e si assicurasse che luomo che avrebbe sposato la trattasse bene. Qualcuno che la difendesse, se davvero era intenzionata a dar la caccia agli assassini dei suoi genitori. Che poi lei non volesse tutto ciò da lui era irrilevante.