La rivincita dei mendicanti - Кресс Нэнси (Ненси) 26 стр.


— Lo so, Thurmond, lo so. Ma credimi, conoscevo quelle persone da prima, il cambio di comportamento è stato radicale e improvviso…

— Come facevi a conoscere così bene dei Vivi? Non sono tuoi pazienti, no? Non sono Cambiati?

— Sì. Non ha alcuna importanza come faccio a conoscerli. Ti assicuro che il cambiamento appare di tipo neuro farmaceutico, non diminuisce dopo che è terminata l’inspirazione e non è accompagnato da disturbi gastrointestinali o da svenimenti. Dovresti vederlo, Thurmond. E io ho bisogno che tu lo veda.

L’ologramma tamburellò con le dita su un computer. — Va bene. Cercherò di interessare Castner, se ci riesco. Portami qui due campioni, il bambino e un adulto.

Campioni?

— Quando? — chiese il dottor Aranow.

— Be’, non posso… oh, che diavolo, questo pomeriggio. Sei sicuro, Jackson, che l’effetto comportamentale non si attenui con il cessare dell’inalazione? Senza questo particolare, non ho tempo da sprecare con…

— Sono sicuro. Potrebbe avere un grande valore per te, Thurmond.

— Vuoi stilare un contratto a percentuale, se le possibilità commerciali dovessero rendere? Il nostro tasso standard è…

— Può aspettare. Saremo lì fra qualche ora. Allerta il tuo sistema di sicurezza. Io e tre Vivi che…

— Tre?

— La madre del bambino deve venire e non ha respirato il neurofarmaco, quindi ci saranno due adulti.

— D’accordo. Fagli fare un bagno, prima.

Jackson lanciò un’occhiata in tralice a Vicki. Quel Thurmond Rogers, quel fottuto stupido Mulo che pensava che i Vivi non si lavassero nemmeno, disse tagliente: — Sono lì con te adesso, Jackson? In casa "tua"?

Vicki si pose davanti all’olopalco. Sollevò delicatamente una fragola con due dita. Aveva una tuta sporca di fango come quella di Lizzie, ma più vecchia. I suoi occhi viola modificati geneticamente sfavillarono. — Sì, Thurmond, siamo qui, adesso. Ma non c’è problema, ci siamo spulciati.

— Lei chi è? — chiese Thurmond.

Vicki gli sorrise dolcemente e mordicchiò la fragola. — Non ti ricordi di me, Thurmond? Alla festa in giardino da Cazie Sanders? L’anno scorso?

— Jackson, che sta succedendo lì? Lei è un Mulo, perché…

— Saremo in cinque a venire alla Kelvin-Castner — disse Vicki. — Io sono la balia del bambino. Ci vediamo dopo, Thurmond. — Si spostò.

Thurmond cominciò: — Jackson…

— Allora a mezzogiorno — terminò in tutta fretta il dottor Aranow. — Grazie, Thurmond. Caroline, è tutto.

L’olopalco si spense. Lizzie guardò il dottor Aranow e Vicki squadrarsi a vicenda. Spostando Dirk sull’altra spalla, si stava facendo pesante, Lizzie aspettò di sentire Vicki strillare contro il dottor Aranow per avere permesso a Thurmond Rogers di chiamarli "campioni", o di sentire il dottor Aranow strillare contro Vicki per essersi intromessa nella sua chiamata. Invece, tutto quello che disse il dottor Aranow fu: — Hai incontrato Thurmond Rogers con Cazie?

— No — rispose Vicki. — Non l’ho mai visto prima in vita mia. Ma adesso scandaglierà il suo cervello chiedendosi dove fosse quella festa in giardino.

— Ne dubito.

— Io no — commentò Vicki. — Non sai davvero come si giocano queste partite, eh, Jackson?

— Non pensavo che stessimo giocando.

— Be’, di certo non sul neurofarmaco. A proposito, chi sarà il nostro campione adulto? Lizzie, non stare lì come una beota a guardare e sbavare. Se hai fame mangia delle fragole. Modificate geneticamente e squisite.

Lizzie voleva dire no: come era possibile che Vicki stesse spadroneggiando con tutti lì intorno, perfino in casa del dottor Aranow? Aveva troppa fame, però. Si sedette stancamente su una delle magnifiche sedie intagliate, con Dirk appoggiato alla spalla, e si servì tutto quello che era in grado di raggiungere.

— Torneremo in volo all’accampamento e prenderemo Shockey — annunciò il dottor Aramow.

— Perché Shockey? — chiese Vicki. — Anche Billy ha respirato il neurofarmaco e sarà molto più disponibile. Oppure Annie.

— No. Billy è troppo anziano e su Annie ho applicato un cerotto, cambiando le condizioni originali. Thurmond non li considererà soggetti ideali. Inoltre i cambiamenti comportamentali di Shockey mi sono sembrati i più pronunciati: deve esserci un’influenza sulle amigdale.

— Le cosa? — chiese Lizzie, per rammentare loro che c’era anche lei. Dirk si agitò e Lizzie lo spostò in grembo per dargli una fragola.

Il dottor Aranow le rispose: — È una parte del cervello che agisce sulla paura e sull’ansia. Che c’è che non va con Dirk?

Dirk si mise a strillare in braccio a Lizzie. Spinse coi piedi e ritirò le braccia al corpo. Contrasse il volto. Si divincolò fra le sue braccia, cercando di scendere, cercando freneticamente di scappare. Nel suo pianto si notò il tono della pura paura animale quando Lizzie lo aveva esposto a qualcosa di nuovo nella sua esperienza, qualcosa che non aveva mai visto prima: una fragola rossa e perfettamente matura.

— Sta dormendo — disse Vicki. — Vieni, Lizzie.

— Venire dove? — Lei non voleva lasciare Dirk. Il piccolo era steso sul pavimento del salottino del dottor Aranow su una soffice coperta multicolore che Vicki aveva preso da uno dei divani bianchi. Dirk aveva strillato e si era agitato talmente che il dottor Aranow alla fine gli aveva applicato un piccolo cerotto sul collo. Solo per farlo dormire, aveva detto. Lizzie era seduta sul divano che le si era modellato attorno al fondoschiena in modo confortevole e lanciò un’occhiataccia a Vicki. Il dottor Aranow, inizialmente, non era disposto ad andare da solo a prendere Shockey. Lizzie non sapeva che cosa gli avesse detto Vicki per convincerlo, o perché Vicki era rimasta lì, o come avrebbe fatto lei stessa ad adattarsi, per il resto della vita, a un bambino che si terrorizzava per una fragola. Era sfinita.

— Voglio parlare con Theresa — disse Vicki. — Non vuoi approfittare per curiosare nei sistemi di qui? Aranow ha un Caroline VIII.

Un Caroline VIII. Lizzie ne aveva solo sentito parlare. All’improvviso desiderò entrare in quel sistema più di qualsiasi altra cosa in vita sua. Poteva trafugare dati da quel sistema. Quel sistema, a differenza di tutto quello che ultimamente le era esploso nella vita, avrebbe potuto capirlo.

— Dirk sta bene e il cerotto durerà per ore. Vieni, Lizzie. Stabiliamo una testa di ponte.

Lizzie non aveva la minima idea di cosa fosse una testa di ponte e non lo chiese. Tuttavia seguì Vicki fino alla sala da pranzo, tanto vicino a Dirk da poterlo sentire. Il cibo per bocca ricopriva ancora la tavola.

— Il sistema di Jackson sarà regolato sulla sua voce — disse Vicki e Lizzie rise, allungando la mano verso un piatto.

— Pensi davvero che questo possa fermarmi?

— Apparentemente no. Ci vediamo dopo. Vado a cercare Theresa.

Lizzie mangiò affamata. Era tutto così buono! Perfino i piatti erano belli, di un materiale strano e sottile e orlati d’oro. E i bicchieri. E le posate d’argento. Dopo che Lizzie ebbe mangiato tutto quello che poteva, lanciò furtivamente un’occhiata attorno. In tutta fretta fece scivolare un cucchiaino d’argento nella tasca della tuta.

Poi cominciò con il sistema di casa, Jones. Come previsto, prevedeva un accesso diretto al sistema privato di Jackson, protetto in maniera ridicola. Dilettanti. Tutto quanto riguardava Jackson era a disposizione di Lizzie.

A Lizzie scintillarono gli occhi. Se Vicki non fosse riuscita a trovare Theresa, o non fosse riuscita a farla parlare, Lizzie avrebbe saputo tutto su Theresa dal sistema personale di lei. Poi, quando Vicki avesse detto che non era stata in grado di scoprire qualcosa, Lizzie avrebbe potuto rivelare casualmente le informazioni. Ne avrebbe saputo effettivamente più di Vicki.

Il sistema personale di Theresa, Thomas, conteneva file a calendario, file medici (Theresa aveva preso davvero preso tutte quelle medicine quando era piccola? e che cos’erano?), conti correnti. Lizzie annotò i loro numeri e i codici di ingresso. Selezioni di programmazione delle pareti, richieste di libri, comunicazioni vocali (quasi nessuna: Theresa non aveva amici?). Ordini a Jones, schizzi di vestiti, ma non aveva un file-diario? No, però c’era un libro che stava dettando.

Lizzie sbuffò. Le reti dei Muli erano sempre stipate di libri. Fra tutti gli usi di un sistema, quello le sembrava il più stupido. Chi voleva sentire cose mai successe o successe tanto tempo prima e ormai morte e sepolte? Il presente così come era offriva anche troppo da assimilare. Lizzie esaminò velocemente il file, finché notò le parole "Siringa del Cambiamento".

Si fermò a quel punto. — Thomas, leggimi quella sezione.

Il sistema disse: — "Leisha Camden non vide mai le siringhe del Cambiamento che creò Miranda. Leisha era già morta. Tutti pensano che Leisha avrebbe apprezzato le siringhe del Cambiamento, perché aveva detto a Tony Indivino che avrebbe dato molti soldi ai poveri mendicanti di Spagna. Tutti pensano che Leisha avrebbe apprezzato ogni cosa che avesse dato ai poveri mendicanti come i Vivi un modo per ottenere il cibo. Io però non penso che Leisha avrebbe apprezzato le siringhe del Cambiamento. Lei sapeva che le persone hanno bisogno del cibo ma che hanno ancora più bisogno di altre cose come un significato nella vita."

"Poveri mendicanti come i Vivi?" Lizzie non aveva mai mendicato in vita sua! Se voleva qualcosa, usciva e se lo prendeva oppure lo trafugava dalla Rete. — Thomas, riassumi i contenuti del file.

— Questo file contiene un libro dettato da Theresa Aranow. È stato iniziato il 19 Agosto 2118. Si tratta di una biografia di Leisha Camden, 2008-2114, una dei primi ventuno Insonni creati tramite modificazione genetica negli Stati Uniti. Il libro ripercorre l’intera vita di Leisha Camden, a iniziare dalla sua nascita a Chicago in Illinois, e…

— Mi basta. Collegamenti del file?

— Uno. Al notiziario file 65. Con accesso limitato.

Accesso limitato. Un file su un notiziario? Ma se erano pubblici. — A quale accesso è limitato il file?

— Alla stampante nello studio di Theresa Aranow.

A Lizzie occorsero tre minuti per accedere al file.

— Mostra immagini sullo schermo più vicino.

I colori della parete della camera da pranzo si dissolsero. Al loro posto apparvero delle immagini con didascalie. Immagini orribili, una dopo l’altra, ognuna esibita per trenta secondi prima di dissolversi nella successiva. Lizzie non fu in grado di leggere le didascalie ma riconobbe le immagini. Però non ne aveva mai viste così tante in un singolo posto.

Bambini con ventri gonfi e chiazzati. Bambini con gli occhi che lacrimavano sangue. Bambini stesi con gli occhi vacui e gli arti ossuti afflosciati. Bambini raggrinziti come mele rinsecchite, le bocche aperte su gengive gonfie e prive di denti. Bambini nonCambiati, non protetti contro la malattia o la carestia. "Tanti" bambini nonCambiati.

Lizzie si precipitò in salotto. Dirk giaceva addormentato sulla coperta a colori vivaci che, Lizzie notò a quel punto, le sue gambette paffute stavano consumando. La boccuccia rosata si muoveva come se succhiasse, mentre dormiva.

Tornò nella sala da pranzo e guardò altre immagini. Bambini nonCambiati ammalati. Bambini non-Cambiati morenti. Bambini nonCambiati morti: tutti bambini Vivi. Lizzie chiuse gli occhi. Quanti bambini nonCambiati c’erano già negli Stati Uniti? Se lei non avesse avuto una siringa per Dirk… Perché nessuno faceva qualcosa in proposito?

E perché Theresa Aranow, ricca, modificata geneticamente, protetta, al sicuro, si preoccupava di quei bambini Vivi?

Lizzie comprese la risposta a quell’ultima domanda. La paura di Theresa per ogni novità. I suoi scarsi amici. Il cibo per bocca. La coperta che Dirk stava consumando. Theresa era nonCambiata.

Ma com’era possibile? Theresa era un Mulo. E aveva l’età di Lizzie. C’erano state moltissime siringhe del Cambiamento in giro anche solo due anni prima. Ce ne erano ancora molte per i Muli? Forse in determinati posti. Lizzie non lo sapeva per certo. Nulla di tutto ciò aveva alcun senso.

Il sistema disse con la rigida voce di Jones: — Signorina Aranow, il dottor Aranow è in ascensore. — Nello stesso istante, Lizzie sentì Vicki che tornava dalla sala da pranzo.

Lizzie spense immediatamente il sistema. Non sapeva perché, però Vicki non doveva vedere quelle immagini. Era una cosa stupida perché Vicki era l’amica più cara che aveva al mondo, Lizzie doveva tutto a Vicki, e inoltre Vicki era sempre al corrente delle ultime notizie e probabilmente sapeva già tutto. Vicki era sempre un Mulo, comunque. Lizzie non voleva che vedesse quei patetici, orribili bambini Vivi nonCambiati. Non in quella ricca casa di Muli.

— Non sono riuscita a trovare Theresa — annunciò Vicki contrariata. — O meglio, suppongo di averla trovata, nascosta in una stanza al piano superiore, ma non sono riuscita a sbloccare la serratura. Perché non sei venuta con me? E cos’è tutto questo rumore?

— Il dottor Aranow è tornato.

— Da solo? Dov’è Shockey? Hai trovato i codici di accesso?

— Sì.

— Allora andiamo a salutare le truppe sui comodi bastioni.

— Fra un minuto — rispose Lizzie. — Io vorrei… vorrei ancora un pezzo di pane.

— Ghiottona metabolicamente versatile — disse Vicki e lasciò la stanza.

— Thomas — fece Lizzie a voce bassa — modalità messaggio personale per Theresa Aranow. Urgente.

— Parli pure.

— Ho visto le immagini dei bambini Vivi. Lei deve trovare Miranda Sharifi e fare sì che ci fornisca altre siringhe del Cambiamento. Lei è un Mulo, ha tutti questi soldi, può arrivare a Miranda, lei, in modi che noi non possiamo, noi… — Lizzie lasciò spegnere le parole. Come lo avrebbe firmato? Perché firmare? Che diavolo pensava di fare, mendicare l’aiuto di una ragazza Mulo tanto codarda che non riusciva nemmeno a lasciare il proprio appartamento?

— Thomas, cancella messaggio personale urgente.

— Codice di cancellazione personale, per favore?

Non c’era tempo. Jackson e Vicki si avvicinavano alla porta.

— Thomas, chiudere. — La parete si spense.

— Andiamo, Lizzie — disse stancamente il dottor Aranow. — Non sarà pesante, te lo prometto. Qualche registrazione del comportamento, una scansione cerebrale, poi vi addormenteranno brevemente per prelevare campioni di tessuto. Non farà alcun male.

— Dov’è Shockey?

— Nell’aeromobile. Non ha voluto lasciarla nemmeno con un cerotto tranquillante addosso. Prendi il piccolo e andiamo.

— Billy e mia madre stanno bene?

— Sì. No. Sono come quando li hai visti tu.

— Come hai fatto a convincere Shockey a venire con te? — chiese Vicki.

— Non è stato facile. Si è messo a piangere.

Lizzie cercò di immaginare Shockey che piangeva. Il grosso, rude e baldanzoso Shockey. — Nessuno ha cercato di fermarla?

— Sì. Più o meno. Billy ci ha provato, insieme a qualcun altro. Io però ho cominciato semplicemente a comportarmi in modo strano e tutti si sono spaventati molto, indietreggiando. Ho afferrato Shockey, gli ho applicato un tranquillante e me lo sono trascinato dietro. In lacrime. — Il dottor Aranow si passò una mano fra i capelli. Lizzie non aveva mai immaginato che un Mulo potesse apparire così stremato e "sconvolto".

Con il tono di voce più gentile che Lizzie le avesse mai sentito usare con chiunque, a parte Dirk e lei stessa, Vicki disse: — Dovresti dormire, Jackson.

Lui scoppiò a ridere brevemente. — Oh, sì. Risolverebbe ogni cosa. Forza, Lizzie, Thurmond Rogers sta aspettando.

Prima ancora di rendersi conto di parlare, Lizzie disse: — Prima però devo fare un bagno, e anche Dirk.

— Non puoi…

— Oh sì che posso, io, e lo farò.

Vicki le sorrise. A Lizzie occorse qualche istante per capire il motivo. Vicki aveva pensato che lei volesse fare il bagno per dare al dottor Aranow il tempo per riposare. Col cazzo. Lei voleva fare il bagno prima di affrontare Thurmond Rogers e la sua società di snob. Lei e Dirk. Vicki poteva presentarsi anche come un pezzo di bosco, ma era una cosa diversa. Vicki era un Mulo.

A Lizzie sembrò di non essersi mai resa conto, fino a quel momento, di cosa significasse davvero quella differenza.

Назад Дальше