Mendicanti di Spagna - Кресс Нэнси (Ненси) 8 стр.


Il rapimento era stato organizzato da Tony Indivino.

— È di Tony che volevo parlarti — disse Kevin a Leisha. — È ripartito alla carica. Questa volta fa sul serio. Sta acquistando terreni.

La ragazza ripiegò il tabloid facendolo piccolo piccolo e lo appoggiò con estrema cura sul tavolino. — Dove?

— Monti Allegheny. Nel sud dello stato di New York. Moltissima terra. Adesso sta facendo costruire le strade. In primavera i primi edifici.

— Lo sta ancora finanziando Jennifer Sharifi? — Erano passati sei anni da quando avevano bevuto interleukin nel bosco, ma quella sera era ancora vivida nei ricordi di Leisha, così come il ricordo di Jennifer Sharifi.

— Sì. Lei ha i soldi per farlo. Tony sta cominciando ad avere un seguito, Leisha.

— Lo so.

— Chiamalo.

— Lo farò. Tienimi informata su Stella.

Leisha lavorò fino a mezzanotte al "Law Review", quindi fino alle quattro del mattino per preparare le lezioni. Dalle quattro alle cinque si occupò di questioni legali per il Gruppo. Alle cinque chiamò Tony, ancora a Chicago. Aveva terminato la scuola superiore, aveva frequentato un semestre alla Northwestern e, durante le vacanze di Natale, era finalmente esploso contro sua madre che lo costringeva a vivere come un Dormiente. Secondo il parere di Leisha, l’esplosione non era mai terminata.

— Tony? Sono Leisha.

— Le risposte sono sì, sì, no e vai all’inferno.

Leisha digrignò i denti. — Benissimo. Adesso dimmi anche le domande.

— Sei proprio sicuro che gli Insonni si debbano ritirare in una loro società autosufficiente? Jennifer Sharifi è disposta a finanziare un progetto di dimensioni pari all’edificazione di una piccola città? Non pensi che sia un tradimento di tutto quello che potrebbe essere realizzato con una paziente integrazione del Gruppo nella società? E che mi dici delle contraddizioni insite nel vivere in una città rigidamente armata e tuttavia di contrattare con il mondo esterno?

— Io non ti direi

— Credo nel commercio volontario che sia di mutuo beneficio. Credo che la dignità spirituale venga dal sostentare la propria vita con i propri sforzi personali e dal commerciare i risultati di tali sforzi in una mutua cooperazione con tutta la società. Credo che il simbolo di tutto ciò sia il contratto e che abbiamo bisogno gli uni degli altri per potere contare sugli scambi più proficui e utili.

— Benissimo — schioccò Tony. — E che mi dici dei mendicanti in Spagna?

— I cosa?

— Tu cammini lungo una strada in un paese povero come la Spagna e vedi un mendicante. Gli dai un dollaro?

— Probabilmente.

— Perché? Non ti sta dando nulla in cambio. Non ha nulla da scambiare.

— Lo so. Lo faccio per gentilezza. Per compassione.

— Vedi sei mendicanti. Dai a tutti un dollaro?

— Probabilmente — rispose Leisha.

— Lo faresti. Vedi cento mendicanti e non hai tutti i soldi di Leisha Camden. Daresti un dollaro a ognuno?

— No.

— Perché no?

Leisha cercò di non perdere la pazienza. Erano poche le persone che riuscivano a farle interrompere una telefonata: Tony era una di quelle. — Inciderebbe troppo sulle mie risorse. La mia vita ha il principale diritto alle risorse che mi sono guadagnata.

— D’accordo. Adesso rifletti su questo. All’Istituto Biotech, dove io e te abbiamo avuto inizio, cara pseudo-sorella, la dottoressa Melling proprio ieri ha…

— Chi?

— La dottoressa Susan Melling. Oh, Dio, lo avevo dimenticato completamente: era sposata con tuo padre!

— Ho perso le sue tracce — disse Leisha. — Non avevo mai pensato che sarebbe ritornata alla ricerca. Una volta Alice mi aveva detto… non importa. Che sta succedendo al Biotech?

— Due fattori cruciali, appena resi noti. Carla Dutcher ha effettuato le analisi genetiche del primo mese di gravidanza. Quella degli Insonni è una caratteristica genetica dominante. Nemmeno la prossima generazione del Gruppo dormirà.

— Lo sapevamo tutti — disse Leisha. Carla Dutcher era la prima Insonne al mondo rimasta incinta. Suo marito era un Dormiente. — Tutto il mondo se lo aspettava.

— Ma per la stampa sarà una festa. Vedrai. I Mutanti si riproducono! Nuova razza impegnata per dominare la prossima generazione di bambini!

Leisha non si sentì di negarlo. — E il secondo fatto?

— È triste, Leisha. Abbiamo appena subito la nostra prima perdita.

Lo stomaco le si serrò. — Chi?

— Bernie Kuhn. Seattle. — Lei non lo conosceva. — Un incidente stradale. Sembra tutto abbastanza normale: ha perso il controllo in una curva a gomito quando hanno ceduto i freni. Guidava soltanto da pochi mesi. Aveva diciassette anni. La cosa significativa, tuttavia, è che i genitori hanno donato il suo cervello e il suo corpo al Biotech e al reparto di patologia della Medical School di Chicago. Lo faranno a pezzi per poter dare la prima occhiata approfondita su quello che può fare l’insonnia prolungata sul corpo e sul cervello.

— È giusto — commentò Leisha. — Povero ragazzo Ma che cosa temi che possano trovare?

— Non so. Non sono un dottore. Tuttavia, qualsiasi cosa sarà, se le persone cariche di odio potranno usarla contro di noi, lo faranno.

— Sei paranoico, Tony.

— Impossibile. Gli Insonni hanno personalità più calme e più orientate alla realtà rispetto alla norma. Non hai letto la documentazione?

— Tony…

— Che succede se cammini per quella strada in Spagna, e cento mendicanti vogliono un dollaro ciascuno, e tu dici di no, e loro non hanno niente da darti in cambio, ma sono così marci di rabbia per quello che tu hai che ti danno una botta in testa e ti strappano tutto, quindi ti picchiano selvaggiamente per pura invidia e disperazione?

Leisha non rispose.

— Forse intendi dirmi che non si tratta di uno scenario umano, Leisha? Che non succede mai?

— Succede — rispose Leisha con voce piatta. — Ma non così spesso.

— Stronzate. Leggi più storia. Leggi più giornali. Ma il punto è questo: che cosa devi ai mendicanti? Che cosa fa un buon yagaista che crede nei contratti di mutua utilità con gente che non ha niente da scambiare e sa solamente prendere?

— Non vorrai…

— Cosa, Leisha? Nei termini più obbiettivi che riesci a trovare, che cosa dobbiamo ai bisognosi non produttivi e arraffoni?

— Quello che ho detto al principio. Gentilezza. Compassione.

— Anche se loro non la ricambiano? Perché?

— Perché… — Lei si interruppe.

— Perché? Perché esseri umani rispettosi della legge e produttivi dovrebbero qualcosa a coloro che né producono molto né rispettano leggi giuste? Quale giustificazione di tipo filosofico o economico o spirituale esiste per dovere loro qualche cosa? Sii onesta quanto so che sei.

Leisha appoggiò la testa fra le ginocchia. La domanda stava aperta come un baratro davanti a lei, ma non cercò di scantonare.

— Non so. So solo che lo facciamo.

— Perché?

La ragazza non rispose. Un istante dopo, lo fece Tony per lei. La sfida intellettuale era sparita dalla sua voce. Disse, in tono quasi tenero: — Vieni a vedere in primavera il luogo per il Rifugio. Per allora gli edifici saranno in costruzione.

— No — rispose Leisha.

— Mi piacerebbe che lo facessi.

— No. Ritirarsi armati non è la strada giusta.

Tony disse: — I mendicanti stanno diventando sempre più pericolosi, Leisha, con la crescita della ricchezza degli Insonni. E non parlo solo di soldi.

— Tony… — iniziò lei, e poi si interruppe. Non riusciva a pensare a cosa dire.

— Non camminare per molle strade armata solo del ricordo di Kenzo Yagai.

In marzo, un marzo freddissimo con il vento che sferzava il fiume Charles, Richard Keller giunse a Cambridge. Leisha non lo vedeva da tre anni. Non le aveva inviato alcun messaggio tramite la rete del Gruppo per comunicarle il suo arrivo. Lei si stava affrettando verso il vialetto che conduceva al suo appartamento cittadino, avvolta fino agli occhi in una sciarpa di lana rossa per proteggersi dal freddo, e lo trovò lì a bloccare la porta. Alle spalle di Leisha, la guardia del corpo si irrigidì.

— Richard! Bruce, è tutto a posto, è un vecchio amico.

— Salve, Leisha.

Era appesantito, aveva un aspetto più solido, le spalle più larghe di quanto lei non ricordasse. Il volto, tuttavia, era quello di Richard, più vecchio ma immutato: sopracciglia scure e folte, capelli scuri e ribelli. Si era fatto crescere la barba.

— Sei bellissima — le disse.

Una volta entrati, la ragazza gli offrì una tazza di caffè. — Sei qui per affari? — Leisha aveva saputo dalla rete del Gruppo che lui aveva terminato il master e aveva eseguito un lavoro imponente di biologia marina nei Caraibi, ma che lo aveva lasciato un anno prima ed era scomparso dalla rete.

— No. Gita di piacere. — Sorrise improvvisamente, quel vecchio sorriso che gli apriva i lineamenti scuri. — Me ne sono dimenticato per lungo tempo. Appagamento, sì. Siamo tutti bravissimi nell’appagamento che deriva dal lavoro intenso. Ma il piacere? Gli sfizi? I capricci? Quando è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa di sciocco, Leisha?

Lei gli sorrise. — Ho mangiato zucchero filato sotto la doccia.

— Davvero? Perché?

— Per vedere se si sarebbe sciolto in appiccicosi disegni rosa.

— Lo ha fatto?

— Sì. Ne ha fatti di deliziosi.

— Ed è stata l’ultima cosa sciocca che hai fatto? Quando è successo?

— L’estate scorsa — rispose Leisha e si mise a ridere.

— Be’, la mia è più recente. La sto facendo adesso. Mi trovo qui a Boston senza altro motivo oltre lo spontaneo piacere di rivederti.

Leisha smise di ridere. — È un tono un po’ intenso per un piacere spontaneo, Richard.

— Già — continuò lui, sempre intensamente. Lei riprese a ridere. Lui no.

— Sono stato in India, Leisha. Anche in Cina e in Africa. Soprattutto per pensare. Per osservare. Inizialmente ho viaggiato come un Dormiente, senza attirare l’attenzione. Poi mi sono messo in marcia per incontrare gli Insonni di India e Cina. Ce n’è qualcuno, sai, i cui genitori sono stati disposti a venire fin qui per l’operazione. Nel complesso vengono accettati e lasciati in pace. Ho cercato di comprendere perché paesi disperatamente poveri, quanto meno secondo i nostri standard — laggiù l’energia-Y è disponibile fondamentalmente solo nelle grandi città — non hanno difficoltà nell’accettare la superiorità degli Insonni mentre gli americani, che godono di una prosperità maggiore rispetto a qualunque altro momento nella storia, continuano ad accumulare risentimento.

Leisha disse: — Sei riuscito a comprenderlo?

— No. Ma ho capito qualcos’altro, osservando tutte quelle comunità, villaggi e

Leisha venne pervasa dal disappunto. Vide il volto di suo padre: "L’eccellenza è ciò che conta, Leisha. L’eccellenza sostenuta dallo sforzo individuale". La ragazza allungò la mano per prendere la tazza di Richard. — Vuoi dell’altro caffè?

Lui le bloccò il polso e la fissò in volto, — Non fraintendermi, Leisha. Non sto parlando di lavoro, Noi siamo eccessivamente individualisti per quanto riguarda il resto della nostra vita. Troppo emotivamente razionali. Troppo soli. L’isolamento uccide più del libero flusso delle idee. Uccide la gioia.

Non le lasciò andare il polso. Leisha lo fissò negli occhi, in profondità che non aveva mai scorto prima di allora. Aveva la sensazione di guardare nel pozzo di una miniera, che dava le vertigini e terrorizzava, sapendo che sul fondo poteva trovarsi oro oppure oscurità. O tutt’e due.

Richard le disse a voce bassa. — Stewart?

— È finita da parecchio. Una storia da studenti. — Stentò a riconoscere la voce come propria.

— Kevin?

— No, mai… siamo solamente amici.

— Non ne ero sicuro. Qualcun altro?

— No.

Le lasciò il polso. Leisha lo scrutò timidamente. Lui si mise improvvisamente a ridere. — Gioia, Leisha. — Un’eco risuonò nella sua mente ma lei non riuscì a identificarla, e quindi sparì, e anche lei si mise a ridere, una risata ariosa, spumeggiante, zucchero filato rosa in estate.

— Leisha, torna a casa. Ha avuto un altro attacco di cuore.

La voce di Susan Melling al telefono era stanca. Leisha chiese: — Quanto grave?

— I dottori non ne sono certi. Quanto meno sostengono di non esserlo. Ti vuole vedere. Puoi lasciare gli studi?

Era maggio, l’ultima volata verso gli esami finali. Le bozze del "Law Review" erano in ritardo. Richard aveva intrapreso un nuovo tipo di affari, consulente marino per i pescatori di Boston afflitti da improvvisi e inesplicabili spostamenti delle correnti oceaniche, e stava lavorando venti ore al giorno. — Verrò — rispose Leisha.

Chicago era più fredda di Boston. Gli alberi erano solo parzialmente gemmati. Sul lago Michigan, a riempire le immense finestre orientali della casa di suo padre, le creste bianche delle ondine sollevavano spruzzi gelidi. Leisha si accorse che Susan era tornata ad abitare nella casa: sul comò di Camden c’erano le sue spazzole, le sue riviste erano appoggiate sulla credenza nell’atrio.

— Leisha — disse Camden. Appariva vecchio. La pelle grigiastra, le guance incavate, lo sguardo frenetico e sconcertato di uomini che avevano considerato la potenza come aria, indivisibile dalle loro vite. Nell’angolo della stanza, su una poltroncina dell’Ottocento, stava seduta una donna robusta dai capelli scuri.

— Alice.

— Salve, Leisha.

— Alice. Ti ho cercata… — La cosa sbagliata da dire. Leisha aveva cercato ma senza un grande impegno, scoraggiata dalla consapevolezza che Alice non voleva essere trovata. — Come stai?

— Sto bene — rispose Alice. Sembrava distaccata, gentile, molto diversa dall’Alice infuriata di sei anni prima, nelle brulle colline della Pennsylvania. Camden si spostò dolorosamente sul letto. Guardò Leisha con occhi che, lei notò, non erano affatto offuscati nel loro limpido azzurro.

— Ho chiesto ad Alice di venire. E anche a Susan. Susan è arrivata qualche tempo fa. Sto morendo, Leisha,

Nessuno lo contraddisse. Leisha, conoscendo il rispetto dell’uomo per i fatti, rimase in silenzio. L’amore le bruciava in petto.

— John Jaworski ha il mio testamento. Non lo potete impugnare in alcun punto. Volevo dirvi personalmente, tuttavia, che cosa c’è scritto. Durante gli ultimi pochi anni ho venduto, liquidato. La maggior parte dei miei possedimenti è disponibile subito. Ho lasciato ad Alice un decimo, un decimo a Susan, un decimo a Elizabeth e il resto a te, Leisha, perché sei l’unica che possiede l’abilità individuale per utilizzare il denaro nel suo pieno potenziale per ottenere realizzazioni.

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