I minatori dell' Alaska - Emilio Salgari 8 стр.


 Corna di bisonte! esclamò Bennie. Sono troppi per noi, pure i loro cavalli non devono essere più freschi dei nostri. Ehi, Back, gli indiani sono cattivi tiratori, però bada alla tua testa.

 Procurerò di tenermi fuori portata dei loro winchester. I loro ninnoli non mi fanno paura.

 Ah!.. Scherzi? Buon segno, amico mio. Eh! Caribou, allunga un pò il passo, se non vuoi ricevere una scarica nel ventre. Là, benissimo! Ehp! ehp! In caccia, Nube Rossa! Bennie e compagni ti faranno correre a lungo!

 E lo scotennato, potrà resistere, Bennie?

 Corna di bisonte! esclamò il cow-boy, il cui entusiasmo era di colpo svanito. Non avevo pensato a quel povero uomo! No, è assolutamente impossibile che possa resistere a una lunga corsa, nelle condizioni in cui si trova.

 E così?....

 E così siamo in un bellimbarazzo, Back! Corna del diavolo! Non avevo pensato a lui!

 Uno svenimento può coglierlo.

 È vero. Luomo è robusto, energico, senza dubbio, ma le forze possono venirgli meno!

 Bennie!

 Bisogna prendere una decisione estrema, prima che spunti lalba e gli indiani si avvicinino.

 Che cosa vuoi fare?

Il cow-boy, invece di rispondere, si volse sulla sella e guardò dietro di sè. Gli indiani avevano allora formato un ampio semicerchio e acceleravano la corsa, trovandosi ancora a notevole distanza, a circa un miglio. Guardò dinanzi a sè e vide, a circa cinquecento passi, elevarsi una piccola altura, che si stendeva in direzione dei boschi costeggiami il lago.

 Possiamo approfittarne, mormorò.

Poi volgendosi verso Back:

 Tu conosci bene le rive del lago? gli chiese.

 Sì, Bennie.

 Sai dove si trova linsenatura delle Volpi?

 Lho visitata due settimane or sono. Si trova dietro i pini giganti.

 Hai visto quella washingtonia che sinnalza per ottanta e più metri su di un isolotto, e che è tanto grossa da poter contenere quaranta o cinquanta persone?

 Ho ammirato quel colosso vegetale.

 Sappi dunque che quella washingtonia è vuota alla base, e che verso il lago ha unapertura prodotta dal tarlo, capace di lasciar passare comodamente un uomo. Appena avremo attraversata quellaltura, che per alcuni minuti ci toglierà alla vista degli indiani, tu e lo scotennato vi getterete nel bosco, vi spingerete sulle rive del lago e andrete a cercare un rifugio nella washingtonia. Non sei tu che Nube Rossa vuol prendere, nè lo scotennato, che ormai non ha per gli indiani alcun valore, essendo stato già privato della capigliatura, quindi nessuno, molto probabilmente, si curerà di voi. Mentre vi porrete in salvo, io e Armando ci faremo inseguire per allontanare gli indiani, riservandoci più tardi di venirvi a raggiungere.

 Potrete resistere a tanti uomini?

I nostri mustani sono corridori infaticabili, e poi abbiamo quelli del carro che ci seguono sempre. Lascia a noi la cura di far correre Nube Rossa e i suoi guerrieri.

 Non oso lasciarti, Bennie, disse Back con voce commossa.

 Vuoi lasciare nelle mani degli indiani lo scotennato? Poiché lo abbiamo raccolto dobbiamo pensare a proteggerlo. Ecco la collina: unultima galoppata in compagnia, poi separiamoci. Ehp! Ehp! Avanti Caribou!

VIII LAGGUATO DEI PELLIROSSE

I quattro mustani, seguiti sempre dagli altri quattro del carro, che non avevano abbandonato i loro padroni, quantunque fossero completamente liberi, salirono la collina senza rallentare il passo, la superarono passando fra le macchie di cespugli che coprivano la cima, e scesero, come una volata di corvi, il versante opposto, lanciandosi nella prateria sottostante, che si stendeva verso nord con leggere ondulazioni, formando la così detta prateria ondulata.

Trovandosi i cavalieri al coperto dagli sguardi degli indiani, e a breve distanza dai boschi fiancheggiami le sponde orientali del lago, decisero prontamente la separazione.

 Spicciati, Back! gridò Bennie. Se non approfittiamo di questo istante, ti tirerai addosso una banda di indiani. Suvvia, piega a sinistra, cacciati nel bosco e va ad aspettarci alla washingtonia. Se scorgi dei cavalieri presso il lago verrai a raggiungerci e allora si farà quello che si potrà.

 Signor Guglielmo, potete resistere ancora una mezzora?

 Lo spero, rispose lo scotennato.

 Seguite il mio compagno dunque.

 E mio nipote? chiese il meccanico, con una certa inquietudine.

 Terrà compagnia a me, ma non temete per noi. Abbiamo sei cavalli a nostra disposizione, e con tante gambe avremo buon giuoco sui mustani degli indiani.

 Grazie di aver pensato a me disse Armando. È una prova di fiducia che mi rende orgoglioso.

 Presto, partite gridò Bennie.

 Dio vi protegga risposero Back e lo scotennato, allontanandosi frettolosamente.

 Avanti, giovanotto disse il cow-boy.

I due cavalieri partirono al galoppo attraverso alla prateria, fiancheggiati dai quattro cavalli del carro, mentre Back e Guglielmo scomparivano nel bosco. Bennie e Armando avevano percorsi appena cinquecento passi quando udirono alle spalle un forte schiamazzo. Volgendosi, videro gli indiani scendere il versante della collina in gruppo serrato. I rossi guerrieri, che distavano ancora un buon chilometro, non dovevano essersi accorti della scomparsa dei due cavalieri a causa della distanza e delloscurità, e correvano dietro ai sei cavalli galoppanti nella prateria. Bennie, che non li perdeva di vista, li vide distendersi ancora a forma di semicerchio, occupando uno spazio di almeno cinquecento metri e spingendo molto innanzi le ali estreme.

 Ah! Sperano di prenderci nel mezzo, mormorò. Bah! La vedremo, miei cari.

Poi, volgendosi verso Armando che cavalcava alla sua sinistra tenendo in mano il fucile, gli chiese:

 Non avete paura, vero, giovanotto?

 Oh no! rispose questi, sorridendo. Mio zio mi ha abituato ai pericoli.

 Sapete adoperare bene il fucile?

 Sono un buon tiratore. Prima di unirmi a mio zio, ho servito due anni in qualità di cacciatore presso un indian agent del forte QuAppelle nellAssiniboia.

 Ora comprendo perché vi mantenete in sella così bene. Nella prateria si fa buona scuola.

 È vero, signor Bennie.

 Ah! esclamò il cow-boy, che si era voltato per guardare gli indiani. Cominciano a guadagnare su di noi.

 Sproniamo?

 Non ancora. Armando; lasciamoli accostare e cerchiamo di fare un buon doppio colpo. Daltronde abbiamo quattro cavalli di ricambio.

 Mi sorprende come quelli del carro ci seguano sempre.

 Sono abituati a non lasciarmi, e non ci abbandoneranno nemmeno quando comincieranno le fucilate. Tenete pronto il fucile per quando spunterà lalba.

 Comincia già a sorgere.

 Sì, e fra mezzora manderemo nostre nuove a Nube Rossa e a Coda Screziata.

Mentre così chiaccheravano tranquillamente, come facessero una semplice trottata di piacere, gli indiani forzavano i loro mustani per guadagnare strada. Erano però soltanto quelli delle ali che si avvicinavano, non quelli del centro, i quali pareva invece cercassero di non esaurire troppo presto le forze dei loro animali, per non trovarsi più tardi nellimpossibilità di continuare la caccia. Quei cavalieri, cresciuti sul dorso dei rapidi cavalli di prateria, di gran lunga superiori ai più instancabili cow-boy, e che cavalcano intere giornate senza aver bisogno nè di staffe, nè di sella, nè di speroni, conoscevano troppo bene la resistenza dei loro destrieri, per ridurli a mal partito prima del tempo. Per il momento il centro si accontentava di mantenere la distanza, lasciando alle ali lincarico di stringersi addosso ai fuggiaschi. Bennie però aveva buon giuoco con i suoi cavalli di ricambio. Lasciava che gli indiani delle ali si accostassero, pronto tuttavia ad abbandonare il suo Caribou, al primo indizio di stanchezza, per lanciarsi in sella a un altro cavallo, fra quelli che lo seguivano caracollando ai suoi fianchi. Lalba intanto sorgeva, diradando le tenebre e diffondendo una luce vivissima sulla vasta prateria. Il primo raggio di sole non doveva essere lontano. A un tratto Bennie udì un urlìo furioso risuonare fra gli indiani.

 Ah! esclamò. Ora si sono accorti della scomparsa di Back! Miei cari, a questora è al sicuro, e vi sfido a trovarlo.

 Credete che sia giunto al rifugio? chiese Armando.

 Scommetterei una buona carabina a ripetizione contro un pezzo di tabacco, che stanno facendo colazione con appetito.

 Non verranno scoperti?

 Non abbiate questo timore; nessuno sa che quel colosso della vegetazione, che ho scoperto per caso, è vuoto. Siete pronto a fare un buon colpo?

 Non aspetto che il vostro comando.

 Bravo, giovanotto.

Arrestò violentemente Caribou, e si guardò alle spalle. I cavalieri dellala destra, più avanti di quelli della sinistra, non si trovavano che a quattrocento metri, e aizzavano i loro mustani per guadagnare rapidamente terreno.

 È un bel tiro, ma si può provare mormorò. A me lindiano che monta quel bellissimo cavallo bianco, e che si trova in testa a tutti; a voi il secondo, che monta quel morello dalla lunga coda.

 Lo vedo rispose il ragazzo. Volsero i mustani, e puntarono simultaneamente i fucili, mentre i cavalli del carro approfittavano di quella breve sosta per mangiare alcune foglie succolenti di buffalo-grass. Gli indiani, vedendosi presi di mira, impugnarono i loro winchester, ma furono prevenuti. Due spari rimbombarono luno dietro laltro. Lindiano che montava il cavallo bianco, colpito dallinfallibile palla del Gran Cacciatore, aprì le braccia, poi stramazzò pesantemente al suolo, lasciandosi sfuggire larma che teneva in mano, mentre il cavallo morello, attraversato dalla palla di Armando, sinalberava bruscamente, cadendo poi di quarto insieme con il cavaliere. Urla di furore salutarono quel doppio colpo, mentre Bennie e il suo giovane compagno ripartivano di gran galoppo. Una scarica salutò la loro pronta ritirata, però le palle non giunsero a segno, essendo quasi tutti gli indiani mediocrissimi tiratori; solamente uno dei quattro cavalli del carro parve sfiorato da un proiettile, poiché lo si vide scartare bruscamente, quindi lanciarsi innanzi a tutta velocità, mandando un lungo nitrito.

 Bravo giovanotto esclamò Bennie, allegramente.

 Ho mancato luomo rispose Armando arrossendo.

 Uccidendo il cavallo avete messo fuori combattimento il cavaliere, il quale non potrà ora più seguire i compagni. Avete fatto un bel tiro, mio caro, ve lo dico io, un tiro che molti cow-boys vi invidierebbero.

 Ricominceremo?

 Più tardi, Armando. Cerchiamo per ora di stancarli.

I mustani, eccitati vivamente, avevano ripreso la corsa, salendo e scendendo le ondulazioni della prateria, però i due montati, e specialmente quello di Bennie che aveva percorso un lunghissimo tratto lungo le rive del lago, cominciavano a dare segni di stanchezza. Anche quelli degli indiani non sembravano trovarsi in condizioni migliori. Quelli delle due ali, dopo aver fatto uno sforzo estremo per guadagnare terreno, a poco a poco rimanevano sempre più indietro, mentre si avvantaggiavano un pò quelli del centro, i quali ora avanzavano a forma di un immenso triangolo, il cui vertice era formato da un mustano bellissimo montato da Coda Screziata. La caccia alluomo continuò una mezzora ancora, interrotta da qualche colpo di winchester, che mai colpiva il segno a causa delle scosse disordinate dei cavalli. Bennie, che sentiva Caribou sbuffare, stava per dare il comando di cambiare i cavalli, quando tutto dun tratto il suo destriero cadde di peso, mandando un nitrito di dolore. Prima che il cavaliere avesse potuto prevedere quellimprovvisa caduta, si sentì scagliare in avanti da quella brusca fermata. Armando lo vide volteggiare due volte in aria, poi capitombolare, tre metri innanzi, in mezzo alle alte erbe.

 Signor Bennie! gridò, arrestando con una vigorosa strappata il proprio mustano. Stava per balzare di sella per lanciarsi in aiuto del suo compagno, quando vide sorgere fra le alte erbe, due indiani armati di fucile. Pronto come il lampo, il giovanotto spianò la carabina sul più vicino e fece fuoco. Luomo cadde col cranio fracassato, ma laltro lo prendeva intanto di mira alla distanza di trenta passi. Mancando il tempo di prevenirlo, con una furiosa speronata fece impennare il mustano per coprirsi col corpo dellanimale. Quellabile manovra lo salvò. Lindiano aveva fatto fuoco, ma la palla, invece di abbattere il giovane cavaliere, aveva attraversato il cavallo da parte a parte, entrandogli nel petto e uscendogli dietro la groppa. Lanimale, fulminato, cadde trascinando Armando. Il giovanotto, quantunque stordito per la caduta, stava per rialzarsi, quando dinanzi a lui echeggiò un terzo sparo, seguito da una voce che diceva:

 E due! A furia di doppietti, finiremo con lo sbarazzarci da questa torma di cani idrofobi!

 Bennie, siete voi? chiese il giovanotto, alzandosi.

 Sì, Armando, rispose il cow-boy. Mi sono alzato in tempo per ammirare il vostro coraggio e per mandare diritto al Grande Spirito quellindiano che si preparava a scotennarvi.

 Siete ferito?

 Un po malconcio, ma niente di guasto. A cavallo o gli altri ci raggiungeranno.

I quattro cavalli del carro si erano arrestati intorno a Caribou, il quale faceva sforzi disperati per alzarsi, senza però riuscirvi.

 Corna di bisonte! urlò Bennie, con accento di dolore misto a ira il mio mustano sè spezzata una gamba! Ecco un animale che rimpiangerò a lungo.

Lo sbarazzò rapidamente della sella, bardò uno dei quattro mustani del carro, mentre Armando faceva altrettanto con un altro, poi salì in arcioni gridando:

 Badate! Cè una corda tesa dinanzi a noi!

 Dove? chiese Armando.

 Fra le erbe.

Allargarono le gambe raccogliendo le briglie, e fecero fare ai due mustani un bel salto che li portò al di là della corda, la quale era stata abilmente tesa dai due indiani.

 Lavete vista? chiese Bennie.

 Sì.

 Furfanti! Senza la vostra presenza di spirito e il vostro colpo di fucile, qualcuno di noi avrebbe lasciata la sua capigliatura nelle mani degli indiani.

 Che ci siano altri agguati?

 Io non lo so; apriremo bene gli occhi e devieremo.

 Come hanno fatto quei due a precederci? Ciò mi sorprende.

 Forse erano partiti molto prima degli altri. Ah! Non vedete i loro cavalli fuggire attraverso la prateria? Li avevano nascosti facendoli coricare fra le erbe. Su, spronate senza riguardo, ora, e cerchiamo di prendere il largo piegando verso le rive del lago.

I due mustani, che fino allora li avevano seguiti in piena libertà, spronati vivamente, partirono ventre a terra, guadagnando in pochi minuti più di cinquecento passi sui cavalli già esausti degli inseguitori. Gli altri due li seguivano sempre, pronti a sostituirli correndo ora dinanzi e ora ai fianchi dei due fuggiaschi. Percorso un altro miglio. Bennie si voltò.

Dei quaranta e più indiani, solamente dieci o dodici resistevano ancora; tutti gli altri avevano dovuto arrestarsi e si vedevano dispersi per la prateria, a una distanza tale da far loro perdere ogni speranza di poter dare la caccia alle due capigliature degli uomini bianchi.

 Benissimo! esclamò il cow-boy, allegramente. Ora sono una dozzina ancora, e fra un quarto dora saranno due o tre, e allora faremo parlare unultima volta i fucili. Siete stanco, giovanotto?

 Un poco, lo confesso, rispose Armando.

 Vi domando mezzora, poi vi riposerete, amico.

 Guadagnamo sempre?

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