Volentieri, Altezza, rispose prontamente la signora.
Miss, volete cominciare?
Approfittiamo dellimmobilità del piroscafo.
Subito, Altezza, rispose la giovane pianista.
Fece scorrere le sue agili dita sui tasti, poi attaccò vigorosamente il magnifico waltzer di Strauss, facendo echeggiare tutta lampia sala.
Yanez, sempre cortese, quantunque un po beffardo, porse la mano alla sua dama, dicendole:
Approfittiamone.
Di che cosa, Altezza? chiese la signora con visibile emozione.
Questa è la tregua di Dio, e io perciò sarò con voi tutti un perfetto gentiluomo.
Non chiedo altro che di divertirmi e di farmi obbedire. Signora, sono ai vostri ordini.
Lo strano nababbo indiano abbracciò la dama e mentre la giovane miss suonava vigorosamente, si slanciò traverso il salone, danzando con grazia sufficiente, data la sua età.
Tutti gli altri, impressionati dalla presenza dei malesi, erano rimasti immobili. Nessuno aveva osato seguire quel terribile uomo, quantunque, pur danzando, avesse gridato replicatamente:
Divertitevi dunque, signore! Che cosa aspettate?
Il pianoforte, un ottimo Roeseler, vibrava superbamente nella magnifica sala.
Yanez continuava a danzare, ma i suoi occhi irrequieti si fissavano di quando in quando sui passeggeri, come se cercasse qualcuno.
Ad un tratto, fra lansietà generale, sinterruppe.
Un uomo, che indossava una casacca rossa ad alamari doro, calzoni di tela candidissima entro alti stivali alla scudiera, con due lunghi favoriti biondi che gli scendevano lungo le gote, si era aperto il passo attraverso i passeggeri.
Yanez si curvò verso la dama e le disse:
Permettete, signora? Riprenderemo la danza un po più tardi.
Mosse diritto verso luomo che indossava la divisa rossa, così cara aglinglesi, con un moto fulmineo trasse ed armò le pistole e gliele puntò contro il petto.
Un grido di spavento echeggiò nella gran sala, subito soffocato dal rumore sordo e minaccioso dei parangs malesi che venivano piantati nel tavolato.
Signor mio, gli disse volete farmi lonore di dirmi chi siete?
Un uomo protetto dovunque dal largo vessillo inglese rispose laltro, pur impallidendo poiché era affatto inerme.
LInghilterra penserà più tardi, se crederà, a prendersi la sua rivincita e vendicare una offesa fatta ad uno dei suoi ambasciatori.
Per il momento il padrone sono io qui.
Con quale diritto? chiese linglese.
Del più forte.
Questa non è una ragione, bandito!
Vi prego di chiamarmi Altezza, perché la grande Inghilterra ha riconosciuto perfettamente i diritti che io ho su una grande provincia prossima al Bengala.
E che cosa pretendereste da me?
Vi siete dimenticato, milord, di chiamarmi Altezza.
Ai banditi dellArcipelago malese non accordo un tanto onore.
Ed io milord, me ne infischio altamente. Chi siete? Parlate o fra pochi secondi qui vi sarà un uomo morto.
Tanto vinteressa? chiese linglese, pallido dira, arretrando dun passo.
Certo, milord.
E se mi rifiutassi?
Vi ucciderei! rispose freddamente Yanez, appoggiandogli contro il petto le due magnifiche pistole.
E lInghilterra
Sì, vi vendicherà, troppo tardi per vostra disgrazia. La sua bandiera non è ancora giunta a coprire questo piroscafo.
Non volete dirmi chi siete? Ve lo dirò io allora.
Voi siete lambasciatore inglese che lInghilterra manda a Varauni a sorvegliare, o meglio a spiare gli atti di quellimbecille di sultano.
Mi sono ingannato?
Linglese era rimasto come fulminato. Aveva capito daver dinanzi a sé un uomo capace di eseguire alla lettera la minaccia e di farlo stramazzare, con quattro palle di pistola nel petto, sanguinante sul tappeto del gran salone.
Il momento era tragico. Nessuno fiatava.
La bionda miss aveva interrotto il suo waltzer, mentre i trenta malesi avevano fatto un passo innanzi, facendo scintillare minacciosamente, alla luce delle innumerevoli candele, le loro enormi sciabole.
2. Lambasciatore inglese
Mai linglese, anche durante le sue cacce in India od in altre regioni dellAsia, aveva veduto la morte così vicina.
Yanez, fermo a due passi di distanza, teneva sempre puntate le pistole e le sue mani non avevano un tremito.
Un rifiuto, una esitazione, e quattro spari avrebbero echeggiato là dove fino allora aveva vibrato il pianoforte.
Orsù! disse Yanez, alzando un po le pistole. Vi decidete sì o no?
Per Giove! Io a questora, preso così fra luscio e il muro o, se vi piace meglio, fra la vita e la morte, non avrei esitato.
È vero che un portoghese non è un inglese.
Insomma che cosa volete da me? chiese luomo dai favoriti rossi.
Vi faccio osservare che non mi avete chiamato ancora Altezza, milord.
Io non vi riconosco questo titolo.
La corona che mia moglie, la rhani, porta sulla fronte, ai confini del Bengala, è abbastanza pesante, signor mio, per farvi rispettare le persone.
Sono un rajah e basta. Ditemi invece chi siete voi. Sono due minuti che attendo la vostra risposta e che aspetto di graziare od uccidere un uomo.
Linglese, quantunque facesse degli sforzi supremi per mantenersi tranquillo, impallidiva a vista docchio.
La risposta! ripeté Yanez.
Che cosa volete fare di me? Io non lo so ancora.
Solamente impedirvi di andare a Varauni come ambasciatore dellInghilterra, perché quel posto verrà occupato da unaltra persona che io ora non posso nominare.
E vorreste arrestarmi?
Certo, milord: vi imbarcherò sul mio yacht, dove sarete trattato con tutti i riguardi possibili.
E fino a quando?
Fino a quando piacerà a me.
È un sequestro di persona.
Chiamatelo come volete, milord: a me non disturberete con questo i miei sonni.
Ed ora, milord, conducetemi nella vostra cabina e consegnatemi le credenziali per il sultano del Borneo.
È troppo! urlò linglese.
Ma obbedendo salvate la vita.
Sbrigatevi: abbiamo annoiato abbastanza queste signore e queste signorine.
Si era voltato e fatto un cenno.
Subito quattro malesi, robusti come piccoli tori, lo raggiunsero in mezzo alla sala.
Voi, poi gridò Yanez volgendosi verso la scorta sempre immobile al primo tentativo di rivolta fate fuoco.
Prese un candeliere che si trovava sul pianoforte e spinse avanti linglese, il quale ormai non si sentiva più in caso di tentare la menoma resistenza.
Andiamo! gli disse.
Attraversarono il salone, aprendosi il passo fra i passeggeri terrorizzati ed impotenti, e sempre seguiti dai quattro malesi raggiunsero il quadro di poppa, dove si trovavano le cabine di prima classe.
Yanez si era messo a leggere i cartellini attaccati alle porte che portavano il nome, cognome e condizione dei viaggiatori.
Sir William Hardel, ambasciatore inglese lesse. È dunque questa la vostra cabina?
Sì, signor brigante! rispose linglese, furibondo.
Fareste meglio a chiamarmi Altezza: ve lho già detto. Aprite, signor mio.
Sir William non osò rifiutarsi. Si sentiva addosso i quattro malesi, i quali pareva avessero una voglia pazza di metterlo a pezzi coi loro terribili parangs.
La porta fu aperta ed i sei uomini entrarono in una bellissima e spaziosa cabina ammobiliata con molto lusso e soprattutto con buon gusto.
La porta fu aperta ed i sei uomini entrarono in una bellissima e spaziosa cabina ammobiliata con molto lusso e soprattutto con buon gusto.
Yanez che osservava tutto, balzò verso il canterano dove si trovava una pistola; la prese e la passò ai suoi uomini, dicendo al disgraziato ambasciatore:
Certe volte succedono delle cose che non si possono prevedere, e sono quasi certo che se voi aveste potuto afferrare prima di me quellarma, me lavreste scaricata nel petto.
Le occasioni non mancheranno rispose sir William.
Mentre i malesi lo attorniavano per impedirgli di fare il menomo atto di ribellione, aprì la sua grossa e splendida valigia di pelle gialla cogli angoli dacciaio.
Sono qui le credenziali? chiese Yanez.
Sì, bandito.
Fatemele vedere.
Sono in quel pacco di carta rossa sigillata.
Benissimo.
Il portoghese spezzò i bolli, tolse linvolucro e trasse diversi documenti che scorse rapidamente.
Sono in perfetta regola, Sir William Hardel.
Li rimise nel bagaglio, poi volgendosi verso due dei suoi uomini aggiunse:
Portate tutto ciò a bordo del mio yacht.
Assassino! gridò linglese. Mi private perfino delle mie vesti e del mio denaro!
No, Sir William, lo metto solamente al sicuro.
Ed ora che cosa volete fare di me?
Seguirete questi due altri uomini, i quali hanno precedentemente ricevuto tutti gli ordini necessari.
Badate di non tentare la fuga, perché allora avreste da far i conti coi parangs e so io come tagliano.
Il mio governo non lascerà impunita una simile infamia.
Certo, Sir Hardel, rispose Yanez un po beffardamente. Non so per altro chi lo avvertirà.
I passeggeri della nave o il capitano. Appena saranno giunti a Varani telegraferanno al governatore di Labuan.
Non sono ancora giunti nella capitale del sultanato. Andiamo, signor ambasciatore, ché io non voglio farmi sorprendere allalba da qualche cannoniera, quantunque abbia una flottiglia poderosa.
I due malesi ad un cenno del portoghese avevano afferrato strettamente per le braccia il povero Sir, e gli altri portavano la valigia che pareva pesantissima.
Quando tornarono nel gran salone ancora tutti vivi, i passeggeri mandarono un gran sospiro di soddisfazione ed assistettero, al pari dei marinai perfettamente immobili, alluscita dellambasciatore.
Il capitano del piroscafo si avvicinò a Yanez, chiedendogli con voce rabbiosa:
Che cosa volete ancora da noi?
Finire il waltzer con quella graziosa signora rispose il portoghese tranquillamente.
Ancora? E quando ve ne andrete fuori dai piedi?
Ah, cè tempo, capitano.
Savvicinò al pianoforte, dove stava sempre seduta la bionda miss e le disse:
Signorina, per circostanze indipendenti dalla mia volontà ho dovuto interrompere il ballo.
Vorreste riprenderlo? Ah, i waltzer di Strauss sono veramente meravigliosi!
Questuomo è pazzo! pensò certo il capitano.
Yanez si era voltato bruscamente, col viso scuro, verso il comandante.
Signor mio, gli disse vorreste dirmi come vi chiamate?
Tanto vinteressa?
Non si sa mai.
John Foster: io non ho paura a dirvelo.
Grazie.
Trasse di tasca un piccolo libriccino legato in pelle ed oro e scrisse quel nome, poi mosse, sempre pacato, sempre magnifico nella sua grande calma, verso la signora colla quale aveva incominciato il waltzer e che pareva lo aspettasse.
Volete finirlo signora?
Lucy Wan Harter.
Ah! Unolandese?
Si, Altezza.
Mi ricorderò di voi.
Il waltzer era incominciato ed i passeggeri, vedendo il terribile uomo slanciarsi fra i vortici della danza e sorridere alla sua dama, dapprima timidamente, poi più animatamente avevano seguito lesempio ma guardando bene di tenersi lontani dalla coppia che danzava al centro del salone.
Solamente il tenore non si era più fatto udire. Lo spavento doveva aver paralizzati i suoi mezzi vocali.
Il waltzer era terminato e Yanez aveva condotto verso un divano la bella olandese, la quale non cessava di fissarlo intensamente, con quellolimpica calma che è una specialità dei popoli bagnati dal freddo e tempestoso mare del Nord.
Una profonda ansietà si era impadronita di tutti. Pareva che si chiedessero che cosa voleva ora fare il terribile uomo.
Yanez si asciugò il sudore che gli bagnava la fronte, poi disse, volgendosi verso i passeggeri:
Signore e signori: vi accordo dieci minuti per far portare i vostri bagagli in coperta.
Il capitano, che digrignava i denti presso il pianoforte, si slanciò innanzi colle pugna chiuse chiedendo:
Che cosa volete fare ora, furfante?
Mia Altezza desidera vedere una nave saltare in aria rispose francamente il portoghese.
La mia?
È della Compagnia; quindi non è affatto vostra.
Mi è stata affidata.
Difendetela, se vi credete abbastanza forte. Io sono un uomo che non rifiuta mai un combattimento.
Miserabile pirata! Mi avete preso per il collo e cercate ora di strozzarmi.
La nave, non voi.
Avete trenta prahos, fatene saltare uno se volete divertirvi, o anche mezza dozzina.
Oh! Siete spiccio, voi.
È ora di finirla con questa infame canagliata.
Yanez trasse un portasigari tempestato di brillanti, levò una sigaretta, laccese, e dopo daver gettato in aria alcune boccate di fumo profumato, disse con voce che non ammetteva replica:
Quando io avrò finito di fumare questa sigaretta, il piroscafo dovrà essere sgombro delle persone che lo montano.
I macchinisti sono stati tutti arrestati ed ho fatto già collocare presso i forni un barile contenente cento chilogrammi di polvere.
Su via, capitano: fate portare in coperta i bagagli delle signore e dei signori e date ordine che si mettano in mare tutte le scialuppe.
Bisogna che vi uccida: ricordatevi di John Foster.
Anzi, mi segnerò il vostro nome. Talvolta gli uomini sincontrano quando meno credono.
Ed io spero bene di trovarvi un giorno! ruggì il capitano al colmo dellesasperazione.
Ed io sarò lieto di offrirvi una buona bottiglia di vino portoghese a bordo del mio yacht.
Badate che ho fumato già mezza sigaretta e che i miei malesi cominciano ad impazientirsi.
Corpo dun tuono! Obbedisco alla forza brutale dun bandito!
Principe! disse Yanez un po beffardamente.
Degli ordini erano stati dati e trasmessi agli uomini che si trovavano in coperta, sorvegliati da altri trenta malesi, perfettamente armati, sbarcati da uno dei trenta grossi prahos.
I passeggeri, terrorizzati dal pensiero che quel terribile uomo facesse da un momento allaltro saltare il piroscafo, salivano confusamente sulla tolda.
Yanez li aveva preceduti coi suoi malesi.
I marinai stavano calando le scialuppe e ritirando dal boccaporto di maestra le valigie dei passeggeri.
Una grande confusione si era manifestata tra quelle cento e cinquanta persone. Tutti si spingevano innanzi per essere i primi a scendere nelle scialuppe.
Solamente la bella dama olandese conservava una calma olimpica.
Yanez, vedendo gli uomini più vigorosi travolgere i più deboli, si slanciò innanzi, seguito da una ventina di malesi.
Prima i fanciulli! gridò poi le signorine, poi le signore e ultimi gli uomini.
Se non mi obbedite, faccio spazzare il ponte da una scarica.
Sapendo ormai con quale individuo avevano da fare, i passeggeri si fermarono. I malesi daltronde avevano imbracciate le loro pesanti e corte carabine di mare, pronti a far fuoco al primo segnale del loro capo.