La riconquista di Monpracem - Emilio Salgari 3 стр.


Se non mi obbedite, faccio spazzare il ponte da una scarica.

Sapendo ormai con quale individuo avevano da fare, i passeggeri si fermarono. I malesi daltronde avevano imbracciate le loro pesanti e corte carabine di mare, pronti a far fuoco al primo segnale del loro capo.

 Calmatevi! disse Yanez levando unaltra sigaretta. Non ho ancora dato ordine di accendere la miccia che ho fatto collocare sul barile. Avete tempo di fare i vostri comodi.

Poi, vedendo passare la bella dama olandese sospinta dagli altri, la trasse dal gruppo.

 Signora, le disse dove andate? A Varauni o a Pontianak?

 A Varauni, signore.

 Allora spero di rivedervi presto.

 Anche voi andate nella capitale del Sultanato?

 Lo spero.

Si tolse da un dito un superbo anello con un magnifico rubino e glielo porse:

 Signora Lucy, riprese per avermi fatto divertire.

 Ed io lo terrò carissimo, perché datomi da un uomo che non ha paura di nessuno.

Le diede il braccio e le fece largo fra i passeggeri che si affollavano addosso alle murate, impazienti di scendere nelle imbarcazioni già tutte messe in acqua.

 Finché io sono qui non vè alcun pericolo, signori miei, perché non ho alcun desiderio di saltare in aria colle macchine di questa nave.

Lasciate il posto a questa signora!

La sollevò fra le robuste braccia, passandola sopra il bastingaggio e laffidò a due marinai che si trovavano sulla piattaforma della scala.

Ciò fatto, il portoghese si appoggiò ad un argano, continuando a fumare e a sorvegliare anche il salvataggio.

I malesi erano sempre intorno a lui per prestargli man forte.

Già a bordo non rimanevano che poche persone, le quali si affrettavano a portare i loro bagagli, quando si mostrò il capitano della nave, che fino allora non si era fatto vedere, occupato probabilmente a mettere in salvo le carte di bordo e la cassa.

 Spero, signore, gli disse, affrontandolo iratamente, che noi ci rivedremo.

 E perché no, capitano? rispose Yanez.

 Non trascinerete continuamente per il mare la vostra flottiglia senza prendere qualche volta terra: guai a voi, se vi trovo in qualche porto!

Sapete come si trattano i pirati?

 Si appiccano rispose il portoghese, continuando a fumare.

 Ricordatevi del capitano John Foster.

 Ho già marcato il vostro nome.

Il comandante si morse le pugna, poi volse bruscamente le spalle bestemmiando.

Raggiunse la scala e si fermò ancora un istante per urlare contro Yanez impassibile:

 Ladro! tre volte ladro!

La risposta fu unironica risata.

Le scialuppe ben cariche di passeggeri si allontanavano frettolosamente, tentando di raggiungere lisola di Mangalum, la quale non distava più duna quindicina di miglia verso levante.

 È pronto tutto? gridò Yanez imboccando il porta-voce della sala macchine. Salite subito ed accendete la miccia.

Un momento dopo quattro uomini sarrampicavano lestamente su per la scala di ferro e si slanciavano in coperta.

 Presto, capitano, brucia! disse uno dei quattro.

 In ritirata! comandò Yanez.

Lo yacht si trovava sempre ormeggiato contro la scala di babordo ed aveva i fuochi accesi.

I trenta malesi ed il loro capo salirono a bordo.

La sirena lanciò un fischio acuto e la piccola nave sallontanò passando fra i prahos i quali avevano allargate le loro linee.

Il grosso piroscafo abbandonato a sé stesso, sempre pieno di luce, fluttuava lentamente, scotendo le catene delle àncore.

Yanez aveva fatto arrestare il suo yacht a cinquecento metri e si era collocato a poppa, per non perdere nulla dello spettacolo.

Accanto a lui era comparso un vecchio malese, tutto rugoso, coi capelli completamente bianchi.

 È guerra questa? chiese Yanez al vecchio.

 Cominciamo bene, signore. Io per altro avrei conservato quella bella nave.

 E che cosa ne avrei potuto fare? In qualunque porto io lavessi condotta mi avrebbero arrestato, perciò preferisco distruggere tutto.

Mi accusino pure i passeggeri, se lo vorranno: non li temo.

È solamente da quel John Foster che può giungere il pericolo, ma noi saremo a Varauni ben prima di lui se

Un lampo accecante squarciò in quel momento la nave, seguìto da un rimbombo assordante.

Il barile era scoppiato e la nave affondava.

Per alcuni istanti una pioggia di rottami cadde sul mare, per un giro larghissimo, poi la massa che beveva acqua in quantità enorme dai suoi fianchi squarciati, affondò da poppa, alzando la prora come una lama mostruosa.

Rimase un momento in quella posizione, poi affondò rapidamente, formando un gran gorgo.

 Assestiamo ora i nostri affari, caro Sambigliong. In questo momento io non ho bisogno della flottiglia che hai assoldata, quindi per ora puoi metterla al sicuro nella baia dAmbong.

Se le cannoniere inglesi od olandesi la incontrano, non la lasceranno tranquilla ed io ci tengo ad aver sotto mano questi legni.

 E come farete a trasmettermi i vostri ordini?

 Manderai a Varauni il praho di Padar, che è il più leggero e il più rapido e che ha laspetto dun onesto veliero.

Di Mompracem in questo momento non occuparti. Non è ancora suonata lora di prenderla dassalto; e poi agirà ora più la diplomazia che la forza.

 Avete nullaltro da dirmi, signor Yanez?

 Cerca di guardarti dalle cannoniere e di non lasciare la barca senza mio ordine.

 E Sandokan?

 Veglia sulle frontiere del Sultanato insieme coi suoi dayachi ed è pronto a varcare le montagne di Cristalli.

Metteremo il Sultano fra due fuochi e giacché glinglesi hanno commessa la sciocchezza di cedergli Mompracem, avrà da fare con noi.

Parti, Sambigliong: ho fretta di rivedere Varauni dopo tanti anni.

Fu calata in mare una scialuppa ed il vecchio fu trasbordato sul veliero più grosso.

I capi, avvertiti degli ordini dati da Yanez, fecero spiegare quanta tela avevano, essendo il vento favorevole e dopo dieci minuti sallontanavano verso il settentrione per rifugiarsi ad Ambong.

Sul posto non era rimasto che il praho di Padar, un magnifico veliero lungo e sottile come una feluca, che con una buona brezza poteva ridersene anche delle cannoniere-tartarughe che lOlanda e lInghilterra andavano laggiù per impedire, sempre con scarso profitto, la pirateria.

 Forza in macchina! gridò Yanez.

Lo yacht balzò sulle onde come un puro sangue che per la prima volta sente lo sprone del cavaliere, e si slanciò verso il sud-est, lasciandosi dietro una superba scia fosforescente, in mezzo alla quale le belle meduse, simili a globi di luce elettrica, danzavano.

Il piccolo praho si era pure messo in corsa, scivolando silenziosamente sulle acque illuminate.

 Benissimo! disse Yanez quando la flottigla non fu più visibile. Non credevo che i nostri affari cominciassero così bene.

Andiamo a scambiare due parole con quel caro Sir William Hardel.

Sarà certamente di pessimo umore: ho però del thè da offrirgli e si calmerà.-

Prese un canocchiale, che in quel momento un malese aveva portato in coperta e lo puntò verso tutte le direzioni.

Nulla: solo il gran mare dargento, senza una macchia oscura che potesse far sospettare la presenza duna cannoniera o dun incrociatore.

 La fortuna sorride sempre agli antichi pirati di Mompracem mormorò. Ma mi sono imbarcato in unavventura che non so dove finirà, poiché glinglesi di Labuan non mancheranno di appoggiare il sultano.

Daltronde che cosa può fare un principe consorte alla corte dei rajah dAssam? Far saltare sulle mie ginocchia mio figlio per farmi ridere dietro da quei grandi nababbi maleducati e invidiosi?

Surama daltronde sa che io sono un uomo dazione, incapace quindi di addormentarmi fra i profumi ed i balli delle bajadere.

Ehi, cuoco, è pronto il thè?

 Si, signor Yanez, rispose il cuciniere, avanzandosi con un gran vassoio dargento cesellato e relativo servizio di chicchere, di terrine e di zuccheriere.

 Allora seguimi: andiamo ad addomesticare John Bull.

Scese la scaletta ed entrò nel quadro, ammobiliato con molto buon gusto ed attraversato il salotto, ampio, spazioso e bene illuminato, aprì la porta duna cabina segnata col numero 3. Due malesi vegliavano coi parangs in mano e le carabine in ispalla, pronti a mandare allaltro mondo il disgraziato ambasciatore, se avesse tentata la fuga.

 Buon giorno, Sir William, disse famigliarmente Yanez entrando.

La risposta fu un urlo da belva.

Il portoghese lo guardò con finto stupore.

 I miei uomini vi hanno usata qualche scortesia per ritrovarvi così eccitato? Parlate ed io li farò fucilare.

 È voi che io vorrei far fucilare, canaglia!

 Forse le palle che devono togliermi dalla terra non sono ancora state fuse rispose Yanez alzando le spalle.

Su via calmatevi, Sir William, e prendete il thè con me, un thè squisito, perché io uso solo quello che i cinesi chiamano polvere di cannone.

 Andate al diavolo! urlò linglese.

 Vi calmerà i nervi: voi, come inglese, lo dovete sapere meglio di tutti gli altri.

 Bevetevelo voi, il vostro thè; e poi io non mi fido.

 Mi credereste capace di avvelenarvi?

 Dopo quello che avete fatto, io vi credo capace di assassinare freddamente un gentiluomo.

 Voi non mi conoscete.

 Molti anni or sono sè parlato a lungo su questi mari di due audaci malandrini, che si facevano chiamare, uno la Tigre della Malesia e laltro il signor Yanez de Gomera.

 Io non sono mai stato né luno, né laltro.

 Eppure dal capitano del piroscafo ho udito pronunciare il vostro nome e Domeneddio mi ha dato due buoni orecchi per udire.

 Perfino troppo larghi! stava per aggiungere Yanez insolentemente.

Ma si trattenne a tempo per non far uscire completamente dai gangheri il discendente di John Bull.

Prese una sedia e si sedette dinanzi al tavolino, su cui fumava il thè, spandendo un delizioso profumo.

 Sir William, fatemi compagnia disse il portoghese.

Lambasciatore, che fiutava avidamente laroma della bevanda preferita dagli inglesi, increspando di quando in quando il naso come un gatto in collera, non seppe più resistere alla tentazione.

 Berrete anche voi con me? chiese.

 Sarò anzi il primo, se ciò non vi farà dispiacere. Così sarete completamente al sicuro da un avvelenamento che io non ho mai sognato.

Linglese, che non poteva più resistere, prese a sua volta una sedia e si mise in faccia a Yanez con un gomito appoggiato sul tavolino.

Prese la tazza che il portoghese gli porgeva e la vuotò tutta dun fiato, a rischio di bruciarsi la gola.

La bevanda cinese produsse in quel momento sullambasciatore leffetto contrario di calmare i suoi nervi, poiché si rizzò di colpo picchiando un terribile pugno sul tavolo e urlando:

 Ed ora mi spiegherete che cosa volete fare di me, malandrino!

 Vi ho già detto dieci volte che io sono un rajah indiano. Come chiamo voi Sir, chiamate me Altezza.

 Quando sarete appiccato.

 Allora aspetterete un bel po, Sir William.

 Ho della pazienza da vendere.

 Aspettereste troppo, Sir.

 Insomma volete dirmi perché mi avete fatto rapire da quel piroscafo? Che intenzioni avete voi a mio riguardo?

Yanez aprì tranquillamente il suo astuccio, sempre pieno di sigarette e lo porse allinglese, dicendogli:

 Dopo il thè una buona sigaretta fa bene.

 E vi sarà dentro probabilmente qualche narcotico.

 Scegliete a vostro piacimento la mia e la vostra: così sarete perfettamente sicuro.

 Se fossi un cattolico, vi crederei il diavolo disse Sir William dopo daver aspirato qualche boccata.

 Non ho tanto onore rispose Yanez ridendo.

 Allora spiegatevi.

 Subito, signor ambasciatore.

Come vi ho detto io sono un rajah indiano e non sono mai stato capace di poter ottenere nemmeno un semplice console, che vegliasse sullandamento del mio Stato.

Avendo appreso, per una strana combinazione, che lInghilterra mandava nientemeno che un ambasciatore a quellimbecille di Sultano, vi ho portato via.

 E che cosa farete di me?

 Vi condurrò in India, dove vi offrirò un posto principesco alla mia corte, con dodicimila rupie allanno.

Siete contento, Sir William?

 Credo ben poco alle vostre parole.

 Allora non parliamone più.

 Io so che mi trovo prigioniero, mentre dovrei esser libero.

 Mi avete detto poco fa che avete della pazienza da vendere: aspettate dunque, Sir William.

 Che cosa? Qualche morte violenta?

Yanez si era alzato.

Dai sabordi bene sprangati di ferri entravano le prime luci dellalba.

 Sir William, disse sarà meglio che prendiate un poco di riposo. Spero di rivedervi più tardi.

Si toccò colla destra lorlo del sombrero, senza che linglese si degnasse di rispondere ed uscì dalla cabina, mentre i due malesi riprendevano il loro posto dinanzi alla porta.

3. Uno spettacolo selvaggio

Quarantotto ore più tardi lo yacht, sempre seguìto a breve distanza dal praho di Padar, entrava a tutto vapore nellampia baia di Varauni o di Brunei colla bandiera inglese inalberata sulla maestra.

Varauni è la Venezia delle isole della Sonda, perché costruita su palizzate e tagliata da un gran numero di ponti di bambù di aspetto pittoresco.

È una graziosa cittadina di diecimila abitanti, che talvolta salgono a quindici, con pochi palazzi di stile arabo-indiano, abitati per lo più dai ministri e dai grandi della Corte.

Dinteressante ha quello del Sultano, con vari ordini di logge tutte di marmo bianco scolpito e vaste terrazze e giardini e giardini splendidi, dove passeggiano le sue duecento mogli.

La vecchia batteria del forte di Batar, vedendo la bandiera inglese sventolare sulla maestra dello yacht, sparò due colpi coi suoi vecchi cannoni di ferro, i quali fortunatamente non scoppiarono.

Era il saluto che dava alla nave.

Un momento dopo lo yacht rispondeva con altri due colpi e dopo davere sfilato in mezzo a due fitti ranghi di prahos e di giongs, si ancorò ad una delle boe riservate alle navi a vapore, attendendo che lufficiale di porto facesse la sua visita.

Il praho di Padar intanto aveva continuata la sua marcia per ancorarsi presso le calate.

Non erano trascorsi dieci minuti, quando una barca coi bordi dorati ed i remi scolpiti e montata da un personaggio importante, a giudicarlo dalla ricchezza del suo sarong e dalla mole del suo turbante, e spinta da otto robusti rematori, abbordò lo yacht.

La scala fu subito abbassata ed il funzionario del sultano salì a bordo, nel medesimo tempo che Yanez compariva con una fiammante giacca rossa ad alamari doro, calzoni bianchi, stivali alla scudiera, un elmo di tela sul capo circondato da un nastro azzurro.

In una mano teneva il pacco delle credenziali.

 Chi siete? chiese, muovendo incontro al bornese.

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