La riconquista di Monpracem - Emilio Salgari 7 стр.


Questa volta il segretario fu pronto ad allungare la mano e a chiudere le dita intorno al rubino.

 Avrà degli invitati questa sera il Sultano? gli chiese Yanez. A me piace molto la compagnia.

 Temo che ne troverete troppa, dopo la cena.

 Niente di meglio: improvviseremo una festa da ballo e faremo saltare le belle bornesi. Andiamo, signor segretario.

Si passò nella fascia le due pistole indiane che Padar gli porgeva, raccomandò di tenere la nave sempre sotto vapore ed i pezzi carichi e scese nellimbarcazione colla sua scorta completamente equipaggiata, come se dovesse entrare subito in campagna.

La calma del portoghese era per altro più apparente che reale, poiché gli era sorto il dubbio che il Sultano lo mettesse dinanzi ai naufraghi della nave a vapore e che gli domandasse anche stretto conto della cannoniera, che più nessuno aveva veduto rientrare nella baia, mentre le detonazioni dei pezzi erano state udite da non poche persone.

Ma confidava nella sua straordinaria audacia e sul suo sangue freddo, per giuocare la terribile partita che si presentava con pessime carte, e colla speranza di vincere ancora.

La scialuppa, spinta dai suoi dodici remi energicamente manovrati, varcò la baia ed approdò dinanzi alla gettata, dove lattendeva il carro dalla cupola dorata e le colonnine bianche, tirato dagli zebù.

 Seguitemi alla corsa disse Yanez ai suoi uomini, mentre i piccoli bovi partivano, galoppando abbastanza bene.

I dodici malesi, abituati alle lunghe corse attraverso alle foreste, si erano slanciati dietro il carro, tenendosi ben vicini.

In meno di dieci minuti giunsero dinanzi al bellissimo palazzo del Sultano tutto bianco e leggero, con cupolette e lunghe gallerie.

Mezza compagnia di rajaputi si trovava schierata dinanzi alla porta.

Yanez la passò in rivista; poi preceduto dal segretario salì un grandioso scalone illuminato da un gran numero di lanterne cinesi, le quali lasciavano piovere sotto di loro una luce dolce e tranquilla.

Ad ogni pianerottolo vi erano altre guardie in alta tenuta e completamente armate. Quellapparato di forze diede un colpo al cuore di Yanez.

 Che vada proprio a gettarmi come uno stupido nella bocca della tigre del Borneo? si era domandato con una certa apprensione. Ah, no, no; io spero di avere ancora qualche buona carta da giuocare.

Calma e sangue freddo, amico.

Dopo daver attraversato alcune verande piene di fiori e di vasi cinesi e giapponesi, il segretario lo introdusse in una immensa galleria, dalle cui balconate si potevano scorgere benissimo le navi che entravano ed uscivano dalla baia.

Una tavola lunghissima era stata preparata.

Vasellame dargento scolpito, bicchieri di vero cristallo scintillavano sotto le venti lampade cinesi.

Il Sultano, che indossava il solito costume di seta bianca e che portava al fianco una scimitarra dalla guaina doro, troppo pesante per le sue braccia, era già a tavola insieme coi suoi due ministri ed una mezza dozzina di cortigiani dalla pelle assai oscura e che indossavano dei sarongs assai vistosi, a fiorami larghi.

 Ah, siete qui, milord! esclamò vedendo entrare Yanez. Vi fate aspettare.

 Sono tornato tardi, Altezza.

 Dove siete stato dunque?

 A cacciare in alto mare.

 Ed avete preso?

 Quattro miserabili rondoni di mare, che i pesci-cani si sono mangiati sotto i miei occhi.

 Deve essere bello cacciare in mare, a bordo duna rapida nave come la vostra.

 Qualche volta sì, Altezza.

 Minviterete domani a fare una corsa?

 Il mio yacht è a vostra disposizione.

 Allora possiamo cenare.

Dei giovani malesi savanzarono tosto, portando su dei grandi piatti dargento fritture di pesce, arrosto di babirussa, cavallette in salsa piccante, delle mostruose frittate.

Yanez aveva fatto cenno alluomo che portava il canestro pieno di bottiglie.

 Altezza, disse permettete di offrirvi quanto ho di meglio a bordo del mio yacht.

 Voi siete ben gentile, milord, rispose il Sultano con un certo sorrisetto che non tranquillizzò affatto Yanez.

La cena, quantunque assai abbondante, fu rapidamente divorata, poi, dopo le frutta, Yanez sturò una bottiglia di champagne ed empì il bicchiere del Sultano, dicendo:

 Lunga vita a Vostra Altezza.

 Dove si fabbrica questo vino? chiese il Sultano, il quale aveva già vuotato dun colpo il bicchiere.

 In Francia, Altezza.

 È un paese che ho udito solo vagamente nominare.

 Vi piace, Altezza?

 Domani, se ne avete delle altre di queste bottiglie, le vuoteremo a bordo del vostro yacht.

Quella insistenza di recarsi a bordo della sua piccola nave aveva messo una pulce in un orecchio a Yanez. Guai se non si fosse sbarazzato del vero ambasciatore!

Il capitombolo sarebbe stato completo.

Fu portato del moka eccellente, servito in tazze giapponesi color del cielo dopo la pioggia, poi il Sultano, che pareva molto di buon umore, rovesciandosi improvvisamente sullo schienale della sua larga e comoda sedia di bambù sormontata da uno stemma vistoso che rappresentava unisola fra il mare burrascoso, chiese bruscamente a Yanez, il quale non aveva mancato di accendere la sua sigaretta, mentre i ministri ed i favoriti masticavano noci dareca, con una sensualità bestiale, lanciando sul bianco pavimento dei ripugnanti getti di saliva rossastra.

 Sapete, milord, che cosa si dice nella mia capitale?

 Non mi sono mai occupato dei pettegolezzi degli altri rispose il portoghese, il quale conservava un sangue freddo meraviglioso.

 La voce è grave, milord e nella mia qualità di Sultano io devo appurare che cosa ci può essere di vero in quelle dicerie che vi offendono molto da vicino.

 Chi, Altezza? chiese Yanez.

 Voi.

 Che cosa si dice dunque di me? Dite pure Altezza.

Il Sultano esitò qualche istante a rispondere, poi disse:

 Quando siete uscito dalla baia, non avete incontrato delle scialuppe piene di naufraghi, rimorchiate da una cannoniera?

 Sì, le ho incontrate.

 Quella cannoniera ora non è più ritornata, milord, disse il Sultano, con voce grave.

 E spero che non tornerà mai più rispose audacemente il portoghese.

 Perché?

 Perché in questo momento si trova coricata sul fondo del mare, completamente crivellata dalle mie artiglierie.

 Lavete assalita?

 Avevo ricevuto ordine formale dal mio governo di dare la caccia a quella nave a vapore che apparteneva al rajah di Balaba.

 Non è possibile! esclamò il Sultano. Aveva la bandiera olandese sul suo albero. Io lho veduta perfettamente da questa galleria.

 Una bandiera non vuol dir nulla, Altezza, rispose Yanez sorridendo. Si fa presto a cambiarla. Come vi ho detto quella cannoniera era stata acquistata, non si sa ancora presso quale stato, dal rajah delle isole, collevidente intenzione di corseggiare il mare. Spero che non vorrete darmi a bere, Altezza, che quel rajah non eserciti la pirateria su vasta scala.

 Non lo nego rispose il Sultano. Ho avuto da dolermi di lui parecchie volte e la lezione che gli avete data in nome dellInghilterra lapprovo pienamente. Lavete dunque affondata quella nave?

 Dopo un combattimento durato appena qualche ora.

 È bene armato il vostro yacht?

 Ed anche bene montato, aggiunse Yanez.

 E ditemi, milord, i vostri pezzi non hanno fatto fuoco su nessuna altra nave?

 No, Altezza.

 Eppure vi sono delle persone che hanno lanciato contro di voi delle terribili accuse. Voi sareste responsabile dellaffondamento dun vapore che veniva dal nord.

 Eppure vi sono delle persone che hanno lanciato contro di voi delle terribili accuse. Voi sareste responsabile dellaffondamento dun vapore che veniva dal nord.

 Devono aver scambiato il mio yacht per un altro e può anche darsi, poiché mentre navigavo verso la baia, mi parve daverne veduto uno filare a tutta velocità allorizzonte.

 Un altro yacht?

 Sì, Altezza.

 Appartenente a chi?

 Ah, questo non lo so.

 Che il rajah delle isole si prepari a farmi la guerra? si chiese il Sultano con voce tremante.

 Finché ci sarò io, nessuna nave entrerà nel porto, se non sarà di commercio. Siete ora convinto della mia innocenza?

 Mi resta ancora un dubbio.

 Che cosa vorreste fare?

 Nella veranda attigua ci sono trenta o quaranta dei naufraghi giunti colle scialuppe.

Yanez impallidì, ma non perdette il suo sangue freddo.

 Fateli venire dunque disse.

Io li confonderò.

Il Sultano batté le mani.

Una porta, che fino allora era stata custodita da quattro rajaputi, fu aperta, ed i naufraghi entrarono guidati da John Foster, il capitano del vapore affondato.

Vi erano uomini ed anche signore, e queste non erano meno furibonde di quelli.

Yanez si era alzato per sfidare meglio la bufera che gli si addensava sul capo.

Il capitano, vedendolo, lo minacciò col pugno e gridando:

 Ecco linfame pirata!

 Sì è quello che ha affondata la nostra nave senza alcun motivo.

 Fatelo impiccare!

 Vendetta! Vendetta, Altezza!

Yanez li lasciò dire, guardandoli ben bene ad uno ad uno, poi avendo potuto il Sultano ottenere un po di silenzio, disse:

 Siete ben certi che sia stato io od un altro?

 Voi! urlò John Foster. Vi ho riconosciuto.

 Vi sono delle persone che si rassomigliano.

 Voi siete il pirata!

 Io vi mostrerò ora che voi stati affondati da uno yacht che non era il mio.-

Fra i naufraghi aveva veduto Lucy Wan Harter, la bella olandese, la quale aveva assistito alla scena tumultuosa senza aprir bocca.

 Signora, le disse, muovendole incontro è vero che quattro settimane or sono noi siamo stati insieme, ad un thè danzante offerto dal governatore di Macao?

 Verissimo rispose la donna, malgrado le occhiate furibonde dei suoi vicini.

 Che divisa indossavo quella sera?

 Quella dambasciatore inglese.

 È troppo! vociò John Foster, agitando le braccia come le ali dun molino.

 Tacete! disse il Sultano. Milord, riprendete la parola.

 Quella sera a questa signora io ho regalato un anello che brilla ancora in un suo dito. È vero?

 Verissimo rispose lolandese sempre calma.

 Voi vedete, Altezza, che queste persone si sono ingannate. Qualche altro yacht può averli assaliti e colati a fondo, guidato da un uomo che per una singolare combinazione mi rassomiglia.

 Vi si inganna, Altezza! gridò John Foster, che pareva lì lì per scoppiare dalla bile. Io accuso formalmente quelluomo di aver affondato il mio vapore e di aver portato via un personaggio che si diceva ambasciatore. Se si visitasse il suo yacht lo si troverebbe ancora.

 Basta! disse il Sultano. Coi vostri urli non avete provato niente, ed io debbo credere alle parole di quella signora. Potete ora ritirarvi.

Yanez fece un segno a Lucy Wan Harter, affinché non uscisse col gruppo. John Foster fu lultimo a varcare la porta della veranda e, tendendo nuovamente il pugno verso Yanez, gli gridò:

 Non sarò contento finché non vi avrò ammazzato.

Il portoghese rispose con unalzata di spalle.

 Voi dunque, signora, disse il Sultano, facendola sedere alla sua tavola affermate di aver conosciuto a Macao milord.

 Lho detto e lo sostengo.

 Indossava la divisa dambasciatore?

 Sì, Altezza.

 Allora vi è qualche briccone che vi rassomiglia straordinariamente, milord, disse il Sultano. Vorrei scovare quelluomo ed appiccarlo allantenna della mia bandiera.

 Per ora non cè da pensarci, Altezza, rispose Yanez. Fatto il colpo, non sarà così stupido da ritornar qui.

 Mi viene ora un dubbio, milord.

 Quale?

 Che quei naufraghi abbiano scambiata la cannoniera del rajah delle isole per il vostro yacht.

 Lo sapremo subito.

Si volse verso la bella olandese che stava sorseggiando un bicchiere di champagne, e le chiese:

 Lattacco è avvenuto di giorno o di notte, signora?

 Di notte e molto inoltrata.

 Chi guidava quegli uomini?

 Un personaggio che vi rassomigliava.

 Vedete, Altezza, che quei naufraghi mi hanno accusato a torto. Quella sera erano ciechi come talpe e, probabilmente, ubriachi, ciò che accade sovente ai marinai inglesi. Altezza, i vostri ordini per domani. Voi mi avete detto che desiderate visitare il mio yacht e fare una corsa al largo.

 Dopo il mezzodì sarò sulla vostra nave.

Yanez affondò una mano nella tasca e trasse una manata di pietre preziose, le une più splendide delle altre e le depose sulla tavola, facendo sprigionare dalle loro faccettature lampi bianchi, rossi, verdi, azzurri.

 Altezza, disse queste le distribuirete fra le vostre donne.

 Dopo che mi sarò servito io rispose il Sultano, il quale fissava le pietre con due occhi scintillanti.

 A questo penserete voi.

Si alzò e porse galantemente il braccio alla bella olandese, poi, rivoltosi al Sultano soggiunse:

 Finché quel furibondo capitano non se ne sarà andato, voi sarete mio ospite, Altezza. Quelluomo è capace di tutto, anche di uccidervi.

 Fortunatamente ci siete voi, milord.

 Vi assicuro che quando comincio una battaglia non faccio nessuna economia di proiettili. Si mostri e lo calerò a fondo.

 E farete bene a non risparmiarlo, milord.

 Basta che lo incontri e vedrete che cannonate gli sparerò nei fianchi. Posseggo dei pezzi duna potenza grandissima.

 Dovreste farmene avere anche a me disse il Sultano.

 Chi vi minaccia?

 Quello yacht misterioso che va, viene, affonda navi in alto mare, turba i miei sonni. Vorrei anzi farvi una proposta, milord.

 Dite pure, Altezza.

 Se facessimo una corsa fino allisola di Balaba, per mostrare a quellinsolente tirannello che ho dei pezzi così grossi da spianargli la capitale? Accettereste, milord?

 Sì, purché mi procuriate un ottimo pilota pratico di quelle scogliere e di quei frangenti.

 Vi manderò a bordo il mio grande ammiraglio.

 Benissimo, Altezza.

Faremo colazione a bordo del mio yacht, poi andremo a cacciare le rondini di mare sulle sponde di quelle isole. Si dice che siano salangane, è vero?

 Sì, milord.

Voi mi permettete di far tuonare i vostri pezzi contro la capitale del rajah delle isole.

 Gliela incendieremo, Altezza.

 Milord, buona notte.

Yanez aveva ridato il braccio alla bella dama bionda, la quale, pur conservando un gran sangue freddo, apparve piuttosto inquieta per le minacce di John Foster.

 Non tremate, signora, le disse Yanez sono qui io a proteggervi e tengo sotto le mie mani una scorta capace di montare allabbordaggio anche in questo momento. Quel Foster avrà da fare con me. Altezza, a domani.

La scorta si era messa in fila, colle carabine ad armacollo per essere più pronta a far fuoco, e con i pesanti e terribili parangs alla cintola.

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