La riconquista di Monpracem - Emilio Salgari 6 стр.


 E gli uomini?

 Tutti in coperta dietro ai bastingaggi. In qualche modo devono aiutarci.

Ah, vi è anche il praho di Padar. Colle sue spingarde potrà spazzare la tolda ad una buona distanza. Va Mati: si preparano a demolire il nostro yacht.

Il malese si gettò giù dal ponte di comando e si portò dietro al pezzo poppiero, un magnifico pezzo da trentasei di buon calibro.

Intanto i malesi ed i dayachi che formavano lequipaggio, si erano gettati dietro le murate, passando le canne delle carabine sulle brande arrotolate sul bastingaggio.

Erano tutti calmi e tranquilli come se si trattasse, non già di una battaglia disperata, ove il più debole era fatalmente condannato a soccombere, ma come se si preparassero a dei semplici tiri di combattimento in alto mare.

Ognuno aveva portato presso di sé la terribile sciabola bornese, che valeva molto meglio di tutte le sciabole dabbordaggio in uso nella marina europea ed americana.

Yanez accese unaltra sigaretta, si fece versare dal suo chitmudgar un buon bicchiere dharak siamese, poi passò rapidamente in rivista i suoi uomini.

 Gli artiglieri ai pezzi! disse colla sua voce sonora ed incisiva. La battaglia sta per cominciare.

Cercate di coprire innanzi tutto il praho di Padar, perché non voglio assolutamente che venga affondato.

Dieci macassaresi, che passavano pei migliori artiglieri delle isole della Sonda, erano balzati sui due pezzi, guidati da due quartiermastri. Padar aveva già puntato il pezzo da trentasei, mirando la coperta della cannoniera.

Yanez, che era un cannoniere di grande fama come era abilissimo bersagliere, rettificò di qualche punto la mira, poi disse:

 Vediamo Mati che cosa sai fare ora. Hai a tua disposizione due pezzi ben più grossi di quelli che porta la cannoniera.

Il cannoniere stava per obbedire, quando due fragorose detonazioni risonarono al largo, ripercuotendosi entro gli avvallamenti delle onde.

Gli olandesi avevano prevenuto i malesi, sparando un colpo sullo yacht ed un altro sul praho di Padar, il quale faceva sforzi disperati per non rimanere indietro e farsi catturare.

Il tiro era bensì troppo alto, poiché la prima palla passava fra le antenne della piccola nave a vapore, spezzando semplicemente un pennone, la seconda aveva attraversato le due vele del praho, toccando qualche corda delle manovre fisse.

 A te, Mati! disse Yanez. Approfitta!

Il mastro si curvò sul pezzo, rettificò ancora di qualche linea la mira, sotto la sorveglianza del portoghese, e scatenò un uragano di ferro e di fuoco.

La granata attraversò il praho che si frapponeva fra lo yacht e la cannoniera e cadde sul ponte di questultima, disperdendo per un momento gli uomini che si erano raccolti intorno ai pezzi.

 Lesto, Mati! disse Yanez. Non addormentarti sui tuoi allori.

Qui si tratta di distruggere o di venire distrutti, poiché se quella cannoniera riesce ad approdare a Varauni, noi verremo presto o tardi appiccati come pirati.

Facciamo sparire i testimoni che ingombrano.

 Ed i naufraghi non ci accuseranno egualmente?

 Lascia che me la cavi io col Sultano. Sotto le mie mani farò di lui quello che vorrò.

Spara, per Giove!

Mati corse sul castello di prora, dove il pezzo, montato su un perno gigante, poteva sparare in tutte le direzioni e fece nuovamente fuoco lanciando una granata fra le tambura di babordo, le cui pale furono sgangherate assieme con le ferramenta.

Anche il praho era entrato in linea di combattimento, scagliando sulla cannoniera, ormai quasi immobilizzata, nembi di mitraglia.

La battaglia si era impegnata dambe le parti con grande ardore.

Gli olandesi, quantunque costretti ad arrestarsi, non avevano cessato il fuoco. Una ventina duomini di fanteria marina appoggiava i pezzi a colpi di carabina, prendendosela col praho di Padar che non era difficile mettere fuori di combattimento, quantunque labile mastro, approfittando duna fresca brezza di ponente, si fosse assai allontanato, mettendosi sotto la protezione dello yacht.

I colpi spesseggiavano da una parte e dallaltra, scotendo fortemente le tre piccole navi.

Turbini di fumo biancastro, attraversati da lunghe lingue di fuoco, li avvolgevano, rendendoli in certi momenti quasi invisibili.

Yanez, vedendo che laffare diventava serio, aveva assunto il comando del pezzo di poppa e ogni mezzo minuto scagliava, alla linea di galleggiamento dellolandese, dei grossi proiettili.

Ormai si trattava di vita o di morte ed i malesi ed i dayachi non davano indietro dinanzi al fuoco della cannoniera, quantunque parecchi cadessero sul ponte uccisi o storpiati.

Le loro carabine appoggiavano vigorosamente i due pezzi dello yacht e le due spingarde del praho, decimando rapidamente gli artiglieri ed i fucilieri olandesi, troppo inferiori di numero per sostenere una battaglia contro i figli delle vecchie tigri di Mompracem.

La fine si avvicinava.

Yanez aveva assunta la direzione dei due pezzi e sfondava con grossi proiettili conici di buon ferro i madieri dellavversaria, aprendole delle vie dacqua.

Gli olandesi, quantunque crudelmente decimati, resistevano disperatamente, sapendo che non avrebbero trovato quartiere da uomini che avevano inalberato il vessillo di Mompracem.

Il loro fuoco per altro diventava di momento in momento meno intenso.

Uno dei loro pezzi era stato imbroccato con matematica precisione e non serviva più a nulla, mentre laltro, troppo scaldato dalla frequenza delle scariche, tirava male.

Tuttavia non ammainavano la bandiera del loro paese, che pareva avessero inchiodata sul picco per impedire di scorrere, perché già sapevano che non avrebbero trovata mercè.

Yanez, sempre calmo, sempre impassibile, aiutato da Mati, raddoppiava i tiri, lanciando sul povero legno una tempesta di ferro.

Specie sui suoi fianchi batteva poderosamente per aprirvi delle vie dacqua.

I madieri infatti, sotto lurto dei proiettili, si spaccavano, aprendo delle falle quasi a fior dacqua.

Ad ogni scarica la povera cannoniera sussultava e si agitava, come se fosse presa dal male della tarantola.

Ad un tratto si udì una sorda detonazione.

 Che cosa è successo? chiese Mati a Yanez.

 Lacqua ha invaso le macchine e le ha fatte esplodere.

 E quella gente?

 Ci hanno assaliti senza che noi avessimo loro fatto alcun male. Saffoghino tutti.

 E dopo?

 Al dopo ci penserò io, Mati, rispose il portoghese con un sorriso, gettandosi bruscamente da parte, mentre un pezzo di murata veniva sfondato.

Alzò la voce:

 Padar! Raddoppia il fuoco! Spazza via tutto!

La cannoniera offriva uno spettacolo spaventevole. Il suo albero delle segnalazioni era caduto insieme con le griselle e le sartie, e dai boccaporti spalancati irrompevano grandi nuvole di fumo biancastro, prodotte ormai non più dai pezzi, bensì dalle macchine.

Per quattro o cinque minuti ancora i due legni tempestarono il legno avversario, spazzandolo da poppa a prora, poi la cannoniera subì un altro scoppio che le disarticolò i corbetti ed il fasciame.

Cominciava a bere a garganella.

Attraverso i fori aperti dalle palle, lacqua si precipitava in grande quantità, invadendo la stiva.

Lo yacht ed il praho avevano sospeso il fuoco.

Gli olandesi invece, prima di sommergersi consumavano le loro ultime cartucce.

Per un po fu un sibilar di palle sopra lo yacht ed il veliero di Padar, poi la moschetteria bruscamente cessò.

La cannoniera, sventrata dalla doppia esplosione delle sue macchine, affondava, girando lentamente su se stessa.

Per un po fu un sibilar di palle sopra lo yacht ed il veliero di Padar, poi la moschetteria bruscamente cessò.

La cannoniera, sventrata dalla doppia esplosione delle sue macchine, affondava, girando lentamente su se stessa.

In altre circostanze certamente Yanez non avrebbe assistito impassibile alla fine di quei valorosi, che piuttosto di calare la bandiera, preferivano farsi ingoiare dal mare.

La testimonianza di quegli uomini era troppo pericolosa. Meglio sopprimerli pur con dispiacere, per la salvezza generale.

La cannoniera continuava a girare su se stessa, barcollando come se avesse troppo bevuto.

Ad un tratto si rovesciò violentemente su un fianco e si capovolse di colpo, scomparendo entro un gran gorgo spumeggiante.

 Se avessi avuto i mezzi di poterli salvare, tutto avrei forse tentato disse Yanez il quale appariva assai commosso e turbato. Infine si tratta dellesistenza di tutti ed il grandioso piano ideato da Sandokan di prendere il Sultano fra due fuochi sarebbe terminato prima del principio.

Daltronde, io non li ho cercati, non sono stato il primo ad assalire.

Fece colle mani portavoce e gridò con quanta voce aveva in gola:

 Padar! Accosta!

Il piccolo praho, che era sfuggito miracolosamente al fuoco della cannoniera, spiccò una bordata ed andò ad ormeggiarsi sotto la scala.

 Monta! gridò Yanez.

Il mastro salì lestamente a bordo, mentre il portoghese scendeva nel quadro, dove lambasciatore inglese continuava ad urlare come un forsennato.

 Pirati! Mascalzoni! Chi mandate a fondo? Aprite o la grande Inghilterra saprà trarre una vendetta esemplare.

Yanez impugnò una pistola ed aprì la porta della cabina, dicendo: Signor ambasciatore, preparatevi a fare un viaggio.

 Per dove, miserabile? urlò linglese, mettendosi in guardia di boxe.

 Per la baja di Gaya, per ora.

 Io non ho affari in quei paesi, mio caro pirataccio.

 Non minteressa affatto.

 E se mi rifiutassi?

 Vi farei imbarcare colla forza, signor ambasciatore.

 Siete un americano, voi?

 Perché?

 Perché quella brava gente doltre Atlantico non ha mai avuto scrupoli.

 Non sono affatto uno yankee, signor mio.

 Agite bensì come quelle brave persone.

 Certo, quando si tratta di salvare sessanta uomini che sono stati affidati a me.

 E che cosa avete fatto ora, canaglia?

 Ben poca cosa rispose Yanez. Una cannoniera mi dava fastidio, ed io lho affondata. Ero nel mio diritto.

 Il diritto dei pirati!

 Lasciate andare le parole, Sir.

 Che cosa volete che vada a fare dunque al Borneo?

 La vostra patria è sempre stata una grande divoratrice di terre. Lassù vi sono delle terre vergini da conquistare.

Inalberate la bandiera rossa e vedrete glindigeni accorrere a frotte a baciarla.

 Voi vi burlate di me.

 Io? No, Sir: non sono mai stato serio come ora.

 E che cosa pretendereste?

 Dimbarcarvi, vi ho detto: siete sordo?

 Sento magnificamente, mia cara canaglia!

 Ah, la prendete su questo tono? Mati!

Il maestro dello yacht che doveva aver già ricevuto degli ordini, irruppe entro la cabina, accompagnato da quattro robusti malesi, i quali non tardarono a rendere allimpotenza lirascibile figlio di John Bull.

 Imbarcatelo! comandò Yanez.

Padar sa già che cosa deve fare di questo bravuomo, che a Varauni potrebbe procurarmi delle grandi noie che io non desidero affatto.

Linglese, malgrado la sua disperata resistenza, fu chiuso e legato dentro unamaca e portato di peso sul ponte dello yacht.

 Canaglia! urlava o meglio ruggiva. La grande Inghilterra mi vendicherà.

Quella minaccia non aveva prodotto alcun effetto sui malesi e sui dayachi, i quali si sentivano troppo sicuri sotto un capo che si chiamava Yanez.

Linglese fu calato sul praho e portato in una cabina di fondo.

 Padar! gridò Yanez. Sai che cosa devi fare.

Ti aspetto presto a Varauni. Allarga!

Il piccolo veliero rovesciò le sue vele al vento e si allontanò rapidissimo, mentre lo yacht riprendeva la sua corsa verso la capitale del Sultanato.

5. Un terribile momento

Cominciava ad imbrunire, quando lo yacht entrò nella vasta e pittoresca baia di Varauni, salutando la bandiera del Sultano con un colpo di cannone, subito restituito dalla vecchia crollante batteria.

La piccola nave si era appena ancorata alla boa, quando Mati che osservava attentamente tutto, segnalò la barca dipinta in rosso coi bordi dorati, che quattro giorni prima aveva trasportato Yanez allaloun-aloun.

 Signore, disse, precipitandosi nella cabina dove il portoghese stava visitando una cassetta dacciaio piena di diamanti indiani e di smeraldi e rubini birmani. Viene

 Chi?

 Il segretario del Sultano.

 E ti inquieti per questo, amico? Ho qui di che corrompere tutti i favoriti di S. A. Fa bene a venire, perché non gli ho ancora offerto nessun regalo.

 E dopo?

 Dopo? Mio caro, abbiamo una nave a vapore sotto pressione, sempre pronta a prendere il largo. Chi mi darà la caccia? I giongs sgangherati del Sultano? Ne mettesse in linea anche venti, noi passeremmo ugualmente su di loro. E poi a Gaya abbiamo una riserva imponente, capace di bombardare la città ed anche di prenderla dassalto.

 Non fidatevi del Sultano.

 Uh! Un vero fanciullone!

Prese una manata di rubini, di diamanti e di smeraldi, se li mise in tasca e richiuse la cassetta che doveva contenere parecchi milioni.

 Andiamo a vedere che cosa desidera quella mezza scimmia, disse salendo in coperta.

La barca, che era montata da dodici remiganti, era già sotto la scala.

Lantipatico segretario in un baleno fu a bordo, salutando Yanez solamente con un mezzo inchino.

 Che cosa abbiamo dunque di nuovo, amico? gli chiese bonariamente il portoghese.

Il segretario tirò il fiato, sgranò gli occhi e dopo daver fatto una brutta smorfia, disse con un certo sforzo:

 S. A. vi aspetta a cena.

 Accetto subito, perché questa corsa al largo mi ha fatto venire un appetito da pesce-cane. Speriamo che sia di buon umore.

 Lo è sempre, quando ha bevuto.

 Allora ci penso io. Padar!

 Signore!

 Metti in un canestro dodici bottiglie di gin con qualcuna di champagne e portalo nella barca.

 Andate solo?

 Formami una buona scorta di dodici uomini ed io rispondo di tutto.

Poi, avvicinandosi al segretario e levandosi dalla tasca un magnifico rubino, gli disse:

 Amico, vi prego di gradire questo come ricordo dellambasciatore dellInghilterra.

Il segretario, con grande stupore del portoghese, il quale sapeva quanto erano venali i bornesi, invece di allungare la mano, la ritirò.

 Rifiutate? gli chiese.

 Se non so ancora chi siete voi.

 Come? Briccone! Non ho presentato le mie credenziali in piena regola al tuo padrone?

 Eppure vi sono molte persone che vi accusano.

 Di essere un furfante?

 Io non lo so, milord.

 Ah, la vedremo rispose Yanez. Per Giove, per chi mi si prende? Per una scimmia delle foreste bornesi?

Il mio naso non è ancora diventato rosso, né si è screpolato. Su via, prendete: vale almeno duecento fiorini e potrete far felice qualche bella fanciulla del vostro harem.

Questa volta il segretario fu pronto ad allungare la mano e a chiudere le dita intorno al rubino.

Назад Дальше