Immensi, signore, e si estendono sotto tutta lisola.
Sotto mi hai detto! Ecco una bella occasione per affogare là dentro tutte quelle canaglie.
E la piccola Darma?
Li affogheremo piú tardi, quando saremo riusciti a strappare a loro la piccola, mio bravo Kammamuri.
Da quale parte si discende in quei sotterranei?.
Da un foro aperto nel tronco principale dun immenso banian.
Ebbene, andremo a visitare le Sunderbunds, disse Sandokan. Mio caro Suyodhana, avrai ben presto notizie di Tremal-Naik e della Tigre della Malesia.
In quel momento si udirono un fragor di catene e un tonfo, poi dei comandi, quindi si sentí una scossa piuttosto brusca.
Hanno gettato le ancore, disse Yanez, alzandosi. Saliamo, Sandokan.
Vuotarono le tazze e rimontarono sulla tolda.
La notte era scesa già da un paio dore, avvolgendo le pagode della città nera e i campanili, le cupole ed i grandiosi palazzi della città bianca, ma miriadi di fanali e di lumi scintillavano lungo le ampie gettate, nello Strand e nei superbi squares che sono annoverati tra i piú belli del mondo.
Sul fiume, che in quel luogo era largo piú dun chilometro, un numero infinito di navi a vapore ed a vela, provenienti da tutte le parti del mondo, ondulavano sulle loro ancore, coi fanali regolamentari accesi.
La Marianna si era ancorata verso gli ultimi bastioni del forte William, la cui massa imponente giganteggiava fra le tenebre.
Sandokan si assicurò se le ancore avevano preso buon fondo, fece abbassare le immense vele che sfioravano le grab vicine poi ordinò di calare la bandiera.
È quasi mezzanotte, disse a Kammamuri. Possiamo recarci dal tuo padrone?
Sí, ma vi consiglierei di indossare un costume meno vistoso per non allarmare le spie dei Thugs. Io ed il mio padrone abbiamo la certezza di essere sorvegliati dai banditi di Suyodhana.
Ci vestiremo da indiani, rispose Sandokan.
E meglio ancora da sudra disse Kammamuri.
Che cosa sono questi?
Servi, signore.
Lidea è buona. Le vesti non mancano a bordo; vieni ad acconciarci in modo da poter ingannare le spie e cominciamo la nostra campagna.
Se la Tigre dellIndia è furba, quella della Malesia non lo sarà meno. Vieni, Yanez.
Capitolo III. TREMAL-NAIK
Mezzora dopo la baleniera della Marianna scendeva il fiume, montata da Sandokan, Yanez, Kammamuri e da sei robusti malesi dellequipaggio.
I due comandanti del praho si erano camuffati da servi indiani, annodandosi intorno ai fianchi un largo pezzo di tela, il dootée, e coprendosi le spalle con una specie di mantello di tela grossolana, di color marrone, il dubgah.
Entro la fascia però avevano nascoste un paio di pistole dalla canna lunga e il kriss malese, quel terribile pugnale a lama serpeggiante lungo piú dun piede, che produce delle ferite orribili che di rado guariscono perfettamente.
La città era ormai immersa nelle tenebre, essendo stati spenti tutti i fanali delle gettate e degli squares; solamente i fanali delle navi rispecchiavano le loro luci bianche, verdi e rosse nelle oscure acque del fiume.
La baleniera filò fra i velieri, le grab, i pariah, le pinasse ed i piroscafi che ingombravano le due rive, poi si diresse verso i bastioni meridionali del forte William, approdando dinanzi alla spianata che in quel momento era buia e deserta.
Ci siamo, disse Kammamuri. La via Durumtolah è a pochi passi.
Abita un bengalow? chiese Yanez.
No, un vecchio palazzo indiano che un tempo era abitato dal defunto capitano Macpherson e che ereditò dopo la morte di Ada.
Guidaci, disse Sandokan.
Scese a terra, poi volgendosi verso i malesi, disse:
Voi rimarrete qui ad aspettarci.
Sí capitano, rispose il timoniere, che aveva guidata la baleniera.
Kammamuri si era messo in marcia inoltrandosi attraverso la vasta spianata. Sandokan e Yanez lo avevano seguito tenendo una mano sotto il dubgah per essere piú pronti a estrarre le armi nel caso che fosse stato bisogno di servirsene.
La spianata però era deserta o almeno appariva tale, poiché in quelloscurità non era facile poter distinguere un uomo.
Dopo pochi minuti imboccarono la via Durumtolah, fermandosi dinanzi ad un vecchio palazzo di stile indiano, di forma quadrata, sormontato da tre piccole cupole e da terrazze.
Kammamuri trasse una chiave e la introdusse nella toppa. Stava per aprire la porta, quando Sandokan, la cui vista era piú acuta di quella dei compagni, scorse unombra umana staccarsi da una delle colonne che reggevano una piccola veranda e allontanarsi rapidamente, scomparendo fra le tenebre.
Per un momento ebbe lidea di precipitarsi sulle tracce del fuggitivo; però si trattenne temendo di cadere in qualche agguato.
Lavete scorto quelluomo? chiese a Kammamuri e a Yanez.
Chi? domandarono a una voce il portoghese e il maharatto.
Un uomo che si teneva celato dietro a una di quelle colonne. Avevi ragione Kammamuri di sospettare che i Thugs sorveglino la casa. Ne abbiamo avuto or ora la prova. Poco importa; quello spione non ha potuto vederci in viso con questa oscurità, e poi non mi conosce. Cercheremo però di sorprenderlo.
Kammamuri aprí la porta che poi richiuse senza far rumore e salita una scala di marmo che era ancora illuminata da una specie di lanterna cinese, introdusse i due comandanti del praho in una saletta ammobiliata semplicemente allinglese, con sedia e tavola di bambú artisticamente lavorate.
Un globo di cristallo azzurro, sospeso al soffitto, proiettava una luce dolcissima, facendo scintillare le pietre lucidissime del pavimento, graziosamente intarsiate in nero, in rosso ed in giallo.
Erano appena entrati, quando una porta sapri e un uomo si precipitò fra le braccia di Sandokan prima, poi fra quelle di Yanez, esclamando:
Miei amici! Miei valorosi amici! Quanto vi ringrazio di essere venuti. Voi mi renderete la mia Darma, è vero?
Luomo che cosí parlava era un bellissimo tipo dindiano bengalino, di trentacinque o trentasei anni, dalla taglia elegante e flessuosa senzessere magra, dai lineamenti fini ed energici colla pelle lievemente abbronzata e lucentissima e gli occhi nerissimi e pieni di fuoco.
Vestiva come i ricchi indiani modernizzati della Young-India, i quali hanno ormai lasciato il dootée e il dubgah pel costume anglo-indiano, piú semplice, ma anche piú comodo: giacca di tela con alamari di seta, fascia, ricamata e altissima, calzoni stretti, pure bianchi e turbantino ricamato.
Sandokan e Yanez avevano contraccambiato labbraccio dellindiano, poi il primo gli aveva risposto con voce affettuosa:
Calmati, Tremal-Naik, se noi abbiamo lasciata la nostra selvaggia Mompracem e siamo qui, vuol dire che siamo pronti a impegnare la lotta contro Suyodhana e tutti i suoi sanguinari banditi.
La mia Darma! gridò lindiano con un singhiozzo straziante, mentre si comprimeva gli occhi come per impedire alle lacrime di sgorgare.
La ritroveremo, disse Sandokan. Tu sai che cosa è stata capace di fare la Tigre della Malesia, quando tu eri prigioniero di James Brooke, il rajah di Sarawak.
Se io ho detronizzato quelluomo che si chiamava lo sterminatore dei pirati e che con una sola parola faceva tremare tutti i sultani e i rajah del Borneo, saprò vincere anche Suyodhana e costringerlo a renderti la figlia.
Sí, disse Tremal-Naik, tu e Yanez soli potreste misurarvi contro quei settari maledetti, contro quei sanguinari adoratori di Kalí e vincerli. Ah! Se dovessi perdere anche la figlia, dopo daver perduto la mia Ada, la sola donna che io abbia amata al mondo, sento che non sopravviverei e che impazzirei.
Aver tanto lottato e sofferto per strappare a quei mostri la donna che doveva diventare un giorno mia moglie e veder ora nelle loro mani mia figlia. È troppo! Sento che il mio cuore scoppia.
Tranquillizzati, Tremal-Naik, disse Yanez, che era vivamente commosso pel profondo dolore dellindiano. Non si tratta ora di piangere, bensí dagire e di mettersi in campagna senza perdere tempo.
Udiamo, mio povero amico: sei tu convinto che i Thugs si siano nuovamente riuniti nei sotterranei di Rajmangal?
Ne ho la certezza, rispose lindiano.
E che Suyodhana sia là?
Si dice che sia tornato fra di loro.
Dunque la piccola Darma sarà stata portata a Rajmangal? disse Sandokan.
Non ne ho la certezza.
Essa però deve aver rimpiazzato il posto che occupava un giorno sua madre, mia moglie.
Può correre qualche pericolo?
Nessuno: la «Vergine della pagoda» incarna sulla terra la mostruosa Kalí e la si adora e la si teme come una divinità autentica.
Dunque nessuno ardirebbe farle alcun male.
Nemmeno Suyodhana, rispose Tremal-Naik.
Quanti anni ha la tua Darma?
Quattro anni.
Che strana idea di fare duna bambina una divinità! esclamò Yanez.
Era la figlia della «Vergine della pagoda» che per sette anni rappresentò Kalí nei sotterranei di Rajmangal, disse Tremal-Naik, con un singhiozzo soffocato.
Fratellino mio, disse Yanez, volgendosi verso Sandokan, Tu mi hai parlato dun progetto.
E lho anche maturato, rispose la Tigre della Malesia. Solamente vorrei, prima di metterlo in esecuzione, avere la certezza che i Thugs si trovino realmente nei sotterranei di Rajmangal. Ciò è necessario.
Come fare dunque?
Bisogna impadronirci di qualche thug e costringerlo a confessare. Suppongo che a Calcutta ve ne saranno.
E non pochi, disse Tremal-Naik.
Cercheremo di scovarne qualcuno.
E poi? chiese Yanez.
Se si sono nuovamente radunati a Rajmangal, andremo a fare una partita di caccia fra quelle jungle. Kammamuri mi ha detto che fra quei pantani le tigri abbondano.
Andremo quindi a ucciderne alcune: prima quelle a quattro zampe, piú tardi quelle a due e senza coda.
Cosí potremmo sorvegliare Rajmangal e scoprire forse certe cose che potrebbero essere molto preziose per noi.
Tu sei sempre un buon cacciatore, è vero Tremal-Naik?
Sono un figlio delle Sunderbunds e delle jungle, rispose lindiano.
Ma perché cacciare le tigri prima degli uomini?
Per ingannare lamico Suyodhana. I cacciatori non sono né cipayes né policeman, e se è vero che quelle jungle sono ricche di selvaggina, i Thugs non si allarmeranno della nostra presenza. Che cosa ne dici, Yanez?
Che la fantasia della Tigre della Malesia è ben lungi dallo spegnersi.
Abbiamo da lottare con un furbo, cerchiamo di essere piú furbi e piú abili di lui. Tu conosci quei pantani, Tremal-Naik?
Tutte le isole e tutti i canali sono noti a me e a Kammamuri.
Vi è un buon fondo dinanzi alle Sunderbunds?
Vi sono dei bracci di mare anche, dove il tuo praho può trovare degli ottimi rifugi contro le onde e i venti.
Dimmene uno.
Quello di Raimatla, per esempio.
Lontano dal covo dei Thugs?
Una ventina di miglia.
Benissimo, disse Sandokan. Oltre Kammamuri hai qualche servo fidato?
Sí, anche due se ne vuoi.
Sandokan mise una mano nella tasca interna della sua giubba ed estrasse un grosso pacco di venti biglietti di banca.
Incaricherai quel tuo fedele servo di provvederci due elefanti coi rispettivi conduttori senza lesinare sul prezzo.
Ma io chiese lindiano.
Tu sai che la Tigre della Malesia ha diamanti da vendere a tutti i rajah e i maharajah dellIndia, rispose Sandokan, sorridendo.
Poi aggiunse con profonda tristezza e con un sospiro:
Non ho figli io e nemmeno Yanez. Che cosa dovrei farne delle immense ricchezze accumulate in quindici anni di scorrerie? Il destino è stato crudele con me, togliendomi Marianna.
Il formidabile pirata si era vivamente alzato. Un dolore intenso, indescrivibile, aveva scomposto i fieri lineamenti dellantico scorridore dellarcipelago malese. Fece due o tre volte il giro della stanza, con la fronte aggrottata, le labbra increspate, le mani strette sul cuore, e gli occhi fiammeggianti, fissi nel vuoto.
Sandokan, fratellino mio, gli disse Yanez con voce dolce, posandogli una mano sulla spalla.
Il pirata si era arrestato mentre un rauco singhiozzo gli moriva sulle labbra.
Che non la possa dimenticare mai? gridò con voce strozzata e asciugandosi, quasi con rabbia, due lagrime che si raccoglievano sotto le folte ciglia. Mai! Mai! Lho troppo amata la Perla di Labuan! Maledetto destino.
Tremal-Naik si era avvicinato alla Tigre della Malesia. Anche lindiano piangeva senza cercare di frenare le lagrime.
I due uomini si gettarono luno nelle braccia dellaltro e rimasero alcuni istanti stretti.
Morta la tua donna e morta anche la mia, disse lindiano, il cui dolore non era meno intenso di quello della Tigre della Malesia.
Kammamuri, in un angolo, si asciugava gli occhi; anche Yanez sembrava profondamente commosso.
Ad un tratto la Tigre della Malesia si separò bruscamente da Tremal-Naik. Il suo viso poco prima cosí alterato, aveva la sua abituale espressione calma e ad un tempo energica.
Quando avremo la certezza che Suyodhana si trova laggiú, disse, andremo nelle Sunderbunds. Puoi domani avere gli elefanti?
Lo spero, disse Tremal-Naik.
Noi rimarremo qui fino a quando potremo avere nelle nostre mani qualche thug poi vedremo che cosa si dovrà fare. Quando verrai a bordo? Sei piú sicuro sul nostro praho che nel tuo palazzo.
Domani sera, a ora tarda onde non mi spiino. Il mio palazzo è sorvegliato dai Thugs, lo so.
Taspettiamo. Yanez, torniamo a bordo. Sono già le due del mattino.
Perché non vi riposate qui? chiese Tremal-Naik.
Per non destare alcun sospetto, rispose Sandokan. Vedendoci domani uscire, qualche spia potrebbe seguirci fino al praho e ciò non mi garberebbe.
Con questa oscurità anche se qualcuno tentasse di tenerci docchio, non vi riuscirebbe perché abbiamo la baleniera sul fiume e possiamo ingannarlo sulla nostra direzione. Addio, Tremal-Naik, domani avrai nostre nuove.
Partiremo domani sera, dunque?
E molto tardi, se potrai trovare gli elefanti. Prendi però delle precauzioni per non venire seguito.
Saprò ingannare le spie. Vuoi che Kammamuri ti accompagni?
È inutile, siamo armati e la gettata è vicina.
Si abbracciarono nuovamente, poi Sandokan e Yanez scesero lo scalone accompagnati da Kammamuri.
State in guardia, disse il maharatto mentre apriva la porta.
Non temere, rispose Sandokan. Non siamo uomini da lasciarci sorprendere.
Appena fuori, i due comandanti del praho levarono le pistole che tenevano nascoste nella larga fascia e le armarono.
Apriamo gli occhi, Yanez, disse Sandokan.
Li apro, fratellino mio, ma confesso che non ci vedo al di là della punta del mio naso. Mi pare di essere entro unimmensa botte di catrame. Che bella notte per una imboscata!
Si fermarono qualche istante in mezzo alla via, tendendo gli orecchi, poi, rassicurati dal profondo silenzio che regnava, si diressero verso la spianata di forte William.